Bergamo – Doppia protesta oggi pomeriggio sotto il comune di Bergamo: due presidi sono stati infatti organizzati, l’uno da parte dei dipendenti degli asili nido comunali per contestare l’esternalizzazione e la mancata assunzione di personale comunale; l’altro del comitato di lotta per la casa per far sentire la propria voce contro l’ennesimo rinvio dell’incontro con l’assessore Valesini, al fine di raggiungere un accordo sulla moratoria sugli sfratti per morosità incolpevole, sulla richiesta delle residenze a chi occupa e sul blocco della svendita del patrimonio pubblico.
Infatti, nonostante la gravità della situazione e le continue richieste del Comitato di lotta per la casa, per l’ennesima volta l’amministrazione non ha concesso questo incontro, negandolo all’ultimo momento. Le famiglie sfrattate e le persone che ormai da più di un anno occupano a Celadina, dopo aver preso atto della mancanza da parte del Comune di un’effettiva volontà di scendere a compromessi e di trovare soluzioni reali a questi problemi, hanno deciso in ogni caso di trovarsi alle 16.30 a Palafrizzoni per comunicare e condannare l’avvenuto e per chiedere nuovamente, con tenacia, un incontro chiarificatore, che rappresenti l’inizio di un nuovo percorso utile e necessario alla città di Bergamo.
Senza una moratoria immediata sugli sfratti per morosità incolpevole, il numero di famiglie a rischio aumenterà, come è avvenuto negli ultimi anni, in particolare dopo l’attuazione del Piano Casa di Renzi e Lupi; senza il riconoscimento delle residenze agli occupanti sarà impossibile per loro avere accesso alla sanità pubblica, all’istruzione e ad altri servizi fondamentali, soprattutto per i minori che vivono a Celadina. Nel frattempo, sempre più appartamenti di proprietà del comune rimangono sfitti, anche se in perfette condizioni, e dopo mesi dalla chiusura del bando per l’edilizia popolare neanche un appartamento è stato assegnato a chi lo meritava secondo la graduatoria, che ha dovuto dunque ricorrere a soluzioni alternative ma assolutamente non accettabili, come la costrizione a dimorare in un albergo, a spese della collettività; senza contare, poi, tutti gli altri individui che invece non hanno avuto accesso alla graduatoria. Ma il problema è stato ignorato dall’amministrazione pubblica che, rimandando continuamente ogni incontro, non ha dimostrato alcun interesse per la questione.
Nella stessa piazza, erano presenti anche i lavoratori e le lavoratrici degli asili nido comunali, che protestavano contro il piano di esternalizzazione previsto dal comune per il prossimo anno: si prevede infatti un incremento dei nidi dati in gestione a cooperative private, che diventano cinque su dodici. Il Comune abdica alla sua funzione di dare servizi, contribuendo al bene pubblico. In nome di cosa? Di un presunto risparmio? Occorrerebbe capire quale è il capitolo di spesa del Comune per gli asili nido e quali i vantaggi e svantaggi che trae affidando a terzi i propri servizi. Oppure forse si tratta di una volontà di deresponsabilizzarsi rispetto ai problemi gestionali che il servizio comporta.
Quello che è certo è che chi lavora per le cooperative lo fa a condizioni più svantaggiose a parità di mansioni. Questo si traduce in una qualità di servizio più bassa, non per carenze dei lavoratori, ma per la cornice in cui si trovano a operare. Si crea inoltre un doppio binario: lavoratori più tutelati da un lato e meno tutelati dall’altro. Disparità all’interno dello stesso posto di lavoro che inevitabilmente creerà tensioni e frazionamenti a discapito del lavoratore stesso. L’indisponibilità del Comune di farsi carico del bene pubblico si evidenzia nella mancata assunzione delle 8 figure necessarie per completare l’organico degli asili nido, nonostante la circolare Madia lo consenta. In questo quadro, la già avvenuta esternalizzazione delle mense degli asili nido comporta una carenze nelle qualità del servizio offerto. Il cibo trasportato è evidentemente meno salutare del cibo preparato in loco.
Nonostante i proclami, dunque, casa ed educazione non sembrano essere priorità per la giunta comunale di Bergamo.