Cividate al Piano – “Lasciare un segno tangibile del governo della Lega”. Così il Giudice per le Indagini Preliminari di Bergamo Battista Palestra archivia il caso che ha suscitato scalpore, in quest’ultimo periodo, nel piccolo comune della bassa bergamasca. Infatti, il 16 dicembre 2009, la giunta comunale leghista, capeggiata dal sindaco Luciano Vescovi, aveva deciso di incastonare il Sole delle Alpi nella piazza principale di Cividate.
Si è costituito quindi il comitato “Amici della piazza”, composto da alcuni cittadini di Cividate, per opporsi a questa decisione, sembrata fin dal principio una scelta propagandistica e di imposizione partitica. Il comitato, dopo aver raccolto 600 firme, ha consegnato in procura un esposto contro il “Sole” per segnalare l’utilizzo di soldi pubblici con lo scopo di esaltare “valori” leghisti. Il PM ha chiesto l’archiviazione del caso, ma il Giudice ha deciso di continuare le indagini: il sindaco viene quindi indagato per abuso d’ufficio.
Il 29 Agosto 2012, il Gip Palestra ha deciso di archiviare il procedimento, dichiarando che il reato non sussiste in sede penale. Il Giudice non si limita a questo, ma nel documento da lui presentato smentisce la linea difensiva del sindaco Vescovi.
Il primo cittadino infatti aveva dichiarato, in un saggio presentato in tribunale, che il Sole delle Alpi non è solo un simbolo partitico, bensì un emblema del bagaglio culturale appartenete a tutta la comunità alpina. Il Gip Palestra focalizza l’attenzione su questa giustificazione, affermando che “nessuno riuscirebbe a fare passare una decorazione a svastica per un semplice richiamo alla culla himalayana della civilà indoeuropea”. Il Gip conclude: “Il “Sole” di Cividate resta un segno di sicuro rilievo politico, come i cartelli stradali “Berghem”… ma siamo nel range di una discrezionalità amministrativa incensurabile in sede penale…”.
Il fatto non costituisce reato. Resta aperta la questione riguardante la gestione del territorio: dal “padroni a casa nostra” al “qui si fa come se fossimo a casa mia”. Da una banale incisione rupestre di 3 mq nel selciato di Cividate, si può capire come la Lega da anni ormai gestisca e governi il territorio. Un’appartenenza di facciata che, come già successo in diverse giunte leghiste, impone la propria presenza a livello pubblico propinandola per cultura. Tutto questo, ovviamente, senza interpellare direttamente i cittadini e senza considerare quelle persone che si sono opposte, ma a cui il Sindaco deve rendere conto, essendo pur sempre seicento cittadini di Cividate.
Una gestione autoritaristica della “res pubblica”, il potere che sempre più sfugge di mano, dimostra l’inadeguatezza della Lega anche per una sola piccola decorazione. Segnale di un partito allo sbando che in base alla necessità del momento si appropria e trasfigura simboli, credenze popolari e tradizioni e che si continua a sgretolare a livello nazionale, regionale ma soprattutto locale. D’altronde in gioco c’è l’utilizzo di soldi pubblici e non gli “sghei” delle allegre casse della Casata Bossi-Maroni.
In allegato il documento del Tribunale di Bergamo, Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari e della Udienza Preliminare: pag. 1, pag. 2
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