Bergamo – Una nuova versione della convenzione per la costruzione del parcheggio in città alta, alla Fara, verrà presentata a breve nel consiglio comunale di Bergamo, per poi essere approvata anche dalla commissione consiliare, previo consenso di Enac e del parco dei colli, la cui autorizzazione appare quasi sicura. I lavori, ormai fermi dal 2008, sembrano dunque essere sul punto di riprendere a breve, almeno da quanto si dice a palazzo Frizzoni.
La società Parcheggi Italia (il cui nome prima era Bergamo Parcheggi, e di cui fa parte anche lapartecipata comunale ATB, che già gestisce la sosta in città, l’altoatesina Parcheggi Italia e la bergamasca Ottavio Cavallieri) dovrà pubblicare un bando europeo, dal quale si evincerà a quale impresa verranno affidati i lavori, che cominceranno l’anno prossimo, per poi doversi concludere entro un massimo di 22 dal loro inizio. Si parla quindi dell’effettiva e conclusiva realizzazione del parcheggio solo nel 2018; tempi piuttosto lunghi, visto già l’abbondante ritardo accumulato fino ad ora.
La nuova convenzione prevede che a vincere il bando di gara europeo sarà l’offerta economica più vantaggiosa, sia dal punto di vista economico che di caratteristiche costruttive. Inoltre si è deciso che i parcheggi non saranno più solo per i residenti, come era stato precedentemente comunicato: ci saranno circa 460 posti auto, una sessantina riservati sì ai privati, mentre i restanti 400 saranno destinati, a rotazione, per la sosta breve. Di contro, però, i 230 parcheggi sulle mura verranno tutti destinati ai residenti, mentre ad ora sono ancora a pagamento, proprio per finanziare i lavori del parcheggio.
La storia della realizzazione del parcheggio inizia con l’approvazione della primissima convenzione nel 2004, bloccata però per gli extracosti tra la progettazione preliminare e quella esecutiva, e poi un secondo accordo nel 2008, col quale il comune si impegnava a investire circa un milione di euro per la realizzazione di 50 posti auto sotterranei (su un totale di 460 che la Bergamo Parcheggi doveva realizzare), più la gestione dei 230 posti a pagamento sulle mura, con i quali il comune avrebbe sopperito alle spese. Nel dicembre del 2008, però, una frana tra la rocca e il viale delle mura porta all’accusa di frode di pubbliche forniture per l’imprenditore Pierluca Locatelli e i suoi collaboratori, e di falso per il rappresentante legale dell’azienda Luca Piero Milesi, dal momento che nel terreno utilizzato per rimediare al crollo vengono rinvenuti rifiuti tossici. Dall’indagine però tutti gli accusati vengono assolti, e il costo totale dell’opera ammonta a 20 milioni di euro.
Risultano ancora numerosi i dubbi legati alla funzionalità del silo: i 60 posti auto per i residenti saranno in parte affittati e in parte venduti. Stime chiare non sono ancora presenti. Ma già nel 2013 si parlava di un costo di circa 1300 euro annui e questa scelta sarebbe l’ennesimo strumento per allontanare le classi meno abbienti dai borghi storici di Bergamo, e, in particolare, da Città Alta. Bisognerebbe mettere mano seriamente al piano di mobilità della città, ma il Comune ha scelto e continuerà sulla sua strada senza realmente intercettare le istanze presentate negli anni da svariati cittadini e associazioni del territorio. Un comportamento che si presenta sempre più sovente dalla giunta, senza tener conto che il reale responso verrà dalla cittadinanza.