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Locale (6)

La risposta all'articolo di attacco della Gazzetta di Parma nei confronti dello Spazio popolare autogestito Sovescio.

Quando IL BUE DICE CORNUTO ALL’ASINO...


Il signor Molossi dirige la Gazzetta di Parma giornale dell'Unione Industriali di Parma. Questo quotidiano, i suoi proprietari, il suo direttore, i suoi giornalisti sono stati compliciconsapevoli di tutte le porcherie, di tutte le schifezze, di tutti gli innumerevoli crack e delle ruberie realizzate in questi 12 anni che ci separano dal crack Parmalat, dal crack Guru, dal tracollo finanziario del Comune di Parma fino all'ultima incredibile frode realizzata dall'ex presidente Ghirardi e soci. La Gazzetta di Parma nel 2003 ha difeso Calisto Tanzi e il suo aiutante Tonna arrivando a censurare per tre giorni di fila la notizia del crack Parmalat, mentre tutti i giornali nazionali non parlavano d'altro. La Gazzetta di Parma fino al 2008 ha coccolato come un gioiellino e incensato in ogni modo possibile il signor Matteo Cambi, responsabile della bancarotta di GURU, individuo spregiudicato e rampante per non dir di peggio. La Gazzetta di Parma ha benedetto dal 2000 fino all'ultimo giorno la colata di cemento realizzata da Ubaldi Vignali e dall'Unione Industriali, costata al Comune un debito di 860 milioni di euro, censurando e tacitando nel contempo tutte le voci critiche che si alzavano contro il sistema di potere Ubaldi-Gazzetta-Unione Industriali. La Gazzetta di Parma infine non ha perduto occasione per esaltare acriticamente il signor Ghirardi, presuntomecenate bresciano accolto col tappeto rosso da Molossi e dai suoi pennivendoli, salvo poi quando le cose si son messe male, denigrarlo dalle colonne del quotidiano. Ma tutta questa marea di balle non provoca il minimo problema di coscienza ai disinformatori che lavorano alacremente in via Mantova per confezionare le nuove bugie da rifilare al credulone parmigiano. Molossi e company infatti sono specializzati anche nella ricerca di capri espiatori, di persone o situazioni scomodeda criminalizzare, falsi bersagli verso i quali indirizzare l’incazzatura popolare, costruendo campagne d'opinione forcaiole e martellanti. Il caso del Sovescio è uno di questi: l'odio viscerale che il signor Molossi nutre per questa realtàlo spinge fino al limite dell'idiozia e dell'autocontraddizione: infatti tra dicembre 2014 e gennaio 2015 la Gazzetta di Parma sviluppa una violenta polemica contro il trasferimento del Sovescio in via d'Azeglio presso la struttura degli ex Stimmatini, fomentando in tal senso tutti i gruppi di opposizione ai 5 Stelle. Più realista del re, il povero consigliere Pellacini dell'UDC giunge ad inoltrare un esposto alla Magistratura per bloccare l'atto di assegnazione degli ex Stimmatini al Sovescio. In effetti è quello che accade: il trasferimento del Sovescio praticamente si ferma a causa dell’esposto.A questo punto il signor Molossi – palesemente accecato dall'odio - inizia una campagna di stampa dai toniesattamente opposti, inveendo contro il Comune di Parma e l'assessore Rossi per il ritardo con cui il trasferimento non avviene!!!!

SE NON È PAZZIA QUESTA, COS'È???ECCO IL LORO LAVORO:

- Distogliere l'attenzione dai gravi problemi sociali della nostra città,

- Occultare le responsabilità proprie e dell'Unione Industriali nel disastro finanziario del Comune di Parma,


- Criminalizzare tutte le esperienze sociali non in linea col pensiero dominante

IL SIGNOR MOLOSSI È IL PERFETTO PROTOTIPO E CORIFEO DI UNA CLASSE DOMINANTE DI SCELLERATI E IRRESPONSABILI CHE CI GUIDA VERSO IL DISASTRO SOCIALE PROSSIMO VENTURO, INCURANTI DELLE CONSEGUENZE PER LE CLASSI POPOLARI


13 marzo 2015


Spazio Popolare Autogestito Sovescio

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Il movimento di Parma e si stringe attorno a Giorgio Ghirarduzzi e alla sua famiglia, vittima di un testardo atteggiamento della giunta comunale che vorrebbe espropriarlo della sua officina. Una giunta comunale che, in perfetta continuità con le giunte precedenti e con il governo Renzi, ha un atteggiamento autoritario verso chi difende i propri diritti, mentre avalla speculazioni e privatizzazioni del patrimonio pubblico, a spese di tutti noi cittadini.

Giorgio è figlio di Zeffirino, il partigiano "Dick" e voce di Radio Popolare, compagno di Mario Lupo e di tutti noi. Sappiamo che il Comune dovrà vendere cara la pelle per ottenere questo sgombero.  Già oggi, i vigili, di fronte alla sua determinazione che si esplica utilizzando tutti i mezzi possibili, dai ricorsi alla resistenza fisica, hanno dovuto fare dietro-front.

Ci attiveremo al suo fianco, come abbiamo fatto oggi, perchè questa ennesima ingiustizia non venga attuata.

FORZA GIORGIO!

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Prefettura e Comune di Parma hanno notificato agli abitanti della casa occupata di Piazzale Bernieri e dello Spazio Popolare Autogestito Sovescio di Via Bixio, dei provvedimenti amministrativi che negano la concessione della residenza e le ordinanze di sgombero immediato dei due edifici. Le 37 persone che abitano i due spazi, di cui 5 bambini, avevano strappato il diritto ad ottenere la residenza nelle case da loro abitate e ristrutturate, grazie alla mobilitazione del movimento per la casa dei mesi passati. Il riconoscimento della residenza è stato invece negato in base ad un’odiosa norma contenuta nell’art. 5 nel decreto legge per il Piano Casa approvato recentemente dal governo Renzi e diventato efficace dal 29 marzo.

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Oggi  4 aprile 2014 si è manifestata una pesante azione repressiva congiunta da parte di prefettura e Comune di Parma a difesa degli  interessi degli immobiliaristi e contro il movimento di lotta per la casa. Simultaneamente, , sono stati notificati agli abitanti della casa occupata di Piazzale Bernieri (ex Lux) e dello Spazio Popolare Autogestito (SPA) Sovescio di Via Bixio/Borgo San Giuseppe,  dei provvedimenti amministrativi   di diniego della concessione della residenza anagrafica e le ordinanze di sgombero dei due edifici. I cinque nuclei che abitano il palazzo di piazzale Bernieri e gli otto nuclei che abitano allo Spa Sovescio, per un totale di 37 persone di cui 5 bambini, avevano strappato il diritto di ottenere la residenza nelle case da loro abitate grazie alla mobilitazione messa in atto nei mesi passati. Il riconoscimento della residenza, tra l’altro diritto spettante anche a chi abita nelle case occupate in base ai principi costituzionali come confermato da diverse sentenze passate in giudicato, è stato invece negato in base ad una odiosa norma contenuta nell’art. 5 nel decreto legge per il Piano Casa  approvato dal governo Renzi  e diventato efficace dal 29 marzo 2014.

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Esprimiamo solidarietà alle famiglie, ai singoli, ai compagni della Rete Diritti in Casa e ai militanti No Inceneritore che ieri sono stati brutalmente malmenati e sottoposti in stato di fermo dagli agenti della Questura di Parma, al seguito della protesta alla sede dell’Iren finalizzata a richiedere una moratoria contro i distacchi delle utenze per morosità incolpevole.
Questo tipo di intervento repressivo, per le sue modalità e per la sua sostanziale illegittimità, si è configurato come un vero e proprio ABUSO da parte delle forze di polizia. L’intento della questura è ovviamente la criminalizzazione di una sacrosanta battaglia; l’intervento, che poteva concludersi con una semplice identificazione, si è invece trasformato nella messinscena di un arresto in grande stile: botte,  manette, sirene spiegate, divieto di incontrare gli avvocati, fino alle impronte digitali e le foto segnaletiche. Troppo, sinceramente, di fronte ad un presidio pacifico che non ha provocato nemmeno l’interruzione del servizio. La cosa grave è che nemmeno il contesto di crisi riesce a scalfire l’idea imperante che i diritti minimi debbano sottostare al potere e alle regole del mercato e della moneta.

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Come gruppi cittadini che hanno partecipato al corteo contro carcere, differenziazione e 41bis, intendiamo intervenire in merito a quanto riportato sulle testate locali e al clima che queste hanno contribuito a creare in città prima della giornata di sabato 25 maggio.

Non è la prima volta che a Parma si organizzano mobilitazioni o presidi sotto le mura del carcere, ma questa volta tutta la città ha assistito a un’enorme e dispendiosa esercitazione di polizia e subito i suoi effetti; riteniamo spropositato l’uso di così tanti uomini e mezzi, compresi due elicotteri (!), per un corteo il cui obiettivo era quello di portare solidarietà ai detenuti di via Burla, che si dimenticano essere degli esseri umani.

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