Datemi una leva e vi solleverò il mondo…

wondersagatwondersagat: tutte assunte!

È risaputo che con le giuste leve nei punti giusti una formica può
sollevare un elefante.
Questo principio si applica anche alle lotte per rivendicare i propri
diritti, come nel caso delle lavoratrici della Sagat, società che
gestisce i servizi di terra dell’aeroporto di Torino Caselle


In questo caso le formiche erano poche, e gli elefanti almeno due, e
belli grossi. Ma andiamo con ordine.

La società assume nel 2003 circa 20 addetti al check-in di terra con
contratti a tempo determinato, che vengono rinnovati di 6 mesi in 6
mesi con brevi pause nel mezzo per rispettare la legge, dice la
società ai lavoratori. Questa situazione si trascina fino a marzo
2008, quando le lavoratrici con più anzianità si sentono dire dalla
società che avendo loro superato i 36 mesi di contratti a termine è
“costretta” lasciarle a casa. Lo stesso si ripete nei mesi successivi,
i lavoratori vengono lasciati a casa e poi reintegrati tramite agenzia
di lavoro interinale. A nulla serve rivolgersi ai sindacati i quali,
nonostante si dichiarino ottimisti, prevedono accordi che nella realtà
non verranno mai siglati.
Ma le formiche non ci stanno, e decidono di cercare una leva che possa
smuovere i due pachidermi. Fortunatamente la voce di san precario è
giunta fino a Torino, e le lavoratrici contattano il punto san
precario di Milano. Dopo un incontro con alcuni esponenti del PsP e un
avvocato del team, si decide di iniziare a spingere su due fronti: da
un lato alcune di loro iniziano una causa legale, dall’altro si inizia
a punzecchiare l’azienda (e indirettamente il sindacato, l’altro
pachiderma addormentato!) colpendone l‘immagine.
L’azienda alza la voce, intimando ad una fantomatica organizzazione
intelligence precaria di non distribuire volantini e , ben più grave,
allontanando le lavoratrici in causa. Il sindacato al solito tace e
prende tempo, paventando ancora una volta un accordo che prevede il
prepensinamento di alcuni addetti per permettere così di “liberare”
alcuni posizioni e di poter assumere chi era stato lasciato a casa.
Passa un anno, durante il quale viene presentata una richiesta di
conciliazione che andrà deserta. Proprio in quel giorno – verrà detto
successivamente – l’azienda firmava l’accordo per avviare le proedure
di prepensionamento. Finalmente però l’azienda sembra essersi accorta,
dati i precedenti illustri, vedi sea girls, che conviene assumere,
antcipando anche l’assunzine di alcuni giorni, prima che parta il
ricorso che porterebbe l’azienda a rispondere davanti a un giudice.
D’altronde con le cause da un lato e questi fastidiosi precari
intelligenti a far fare brutta figura all’azienda e ai sindacati…Da lì
il gioco è facile: si convoca il sindacato, si firma (previa rinuncia
ai pregressi!) e tutte assunte, comprese quelle in causa.

È così che poche formiche sono riuscite a smuovere ben due elefanti; a
dimostrazione del fatto che a volte, per trattare con azienda e
sindacati, basta avere il coraggio e l’intelligenza di trattarli male.

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