di Marco Lillo
Il boss di Wind è pieno di debiti. E deve chiudere diverse attività. Ma rilancia puntando sull’acquisto di Tele2. Ecco i piani del magnate egiziano.
|
|||
di Marco Lillo
In questo breve studio vi è un capitolo estremamente esplicativo di ciò
che intendiamo per “precarizzazione assoluta”. Per quanto selvaggia, oggi la precarietà è un prodotto del mercato del lavoro. Certo, i governi l’hanno favorita e legiferata ma in questo momento il lavoratore ha come controparte l’azienda o l’amministrazione, come nel pubblico impiego. Una riforma come quella che il ministro Damiano sta studiando invece introduce una forma di precarizzazione mista, prodotta dal mercato e controllata dallo stato o dagli enti locali. Un sistema di questo tipo non avrebbe rivali sociali. Leggere e ricordare per credere. 2 capitoli tratti da
Sergio Bologna
ed. Manifesto Libri Dicevamo, per riprendere il discorso sul Partito comunista e per cercare
Perciò è di fondamentale importanza, per Wind sul proprio sito da’ ampio risalto ai propri risultati del 2006… Noi stiamo con http://noesternalizzazionewind.blogspot.com Ecco i dati forniti da Wind: Utile di gruppo a 56 milioni di euro contro una perdita di 133 milioni di euro nello stesso periodo dell’anno precedente Restituzione anticipata del debito per ulteriori 462 milioni di euro Risultati al 30 settembre 2006
Qual’è il futuro dei fondi pensione? E chi lo sa. Credi che noi sappiamo di preciso come vengono investiti quei soldi? Per noi significa, intanto, avere più liquidità . Più conti o posizioni aperte da gestire, e già questo produce un bel po’ di soldi per la banca. In pratica è come se si aprissero contemporaneamente migliaia di conti correnti. In più tieni conto dei vincoli. E’ come per un mutuo, se tu lo vuoi chiudere sai quanto ti costa? E poi ci sono le fluttuazioni del mercato, che possono essere positive ma anche negative. Di sicuro le banche premeranno sul governo per ottenere la liberalizzazione di quanti più settori possibile. Un po’ come è successo per altri settori. Gli effetti delle liberalizzazioni sono stati certo più concorrenza, ma l’utente finale non ha visto di certo scendere i costi dei servizi. Basta guardare cos’è successo per le assicurazioni o per la telefonia. In realtà , avere a disposizione questi soldi ora, per le banche significa avere più possibilità di intervento, più potere economico. E poi non dimentichiamo il costo del denaro e le sue variazioni ormai totalmente indipendenti dall’inflazione programmata, una cifra ridicola che non tiene conto del costo effettivo dei servizi più diffusi. |
|||
This opera by precaria.org is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia License. Based on a work at www.precaria.org Powered by WordPress & Atahualpa |