Azzardo Sawiris

 di Marco Lillo

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Il boss di Wind è pieno di debiti. E deve chiudere diverse attività. Ma rilancia puntando sull’acquisto di Tele2. Ecco i piani del magnate egiziano.

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Sistema assistenziale come sistema di controllo

In questo breve studio vi è un capitolo estremamente esplicativo di ciò
che intendiamo per “precarizzazione assoluta”. Per quanto selvaggia,
oggi la precarietà è un prodotto del mercato del lavoro. Certo, i
governi l’hanno favorita e legiferata ma in questo momento il lavoratore
ha come controparte l’azienda o l’amministrazione, come nel pubblico
impiego. Una riforma come quella che il ministro Damiano sta studiando
invece introduce una forma di precarizzazione mista, prodotta dal
mercato e controllata dallo stato o dagli enti locali. Un sistema di
questo tipo non avrebbe rivali sociali. Leggere e ricordare per credere.


2 capitoli tratti da

Sergio Bologna

ed. Manifesto Libri

Dicevamo, per riprendere il discorso sul Partito comunista e per cercare
di capire le sue difficoltà, anche nel momento dei suoi maggiori
successi elettorali, che il suo potere virtuale nella società gli
derivava dall’ essere la maggiore organizzazione politica presente tra
la massa dei disoccupati; questo significa che la vera controparte
istituzionale della base comunista era l’amministrazione del Ministero
del Lavoro addetta alla gestione dei sussidi di disoccupazione, cioè un
apparato complesso e capillare, una delle colonne dello Stato
weimariano; il Partito comunista doveva dimostrare la sua abilità nell’
organizzare e gestire i conflitti sociali non sui luoghi di lavoro ma
sui luoghi dell’ assistenza.

Perciò è di fondamentale importanza, per
capire la crisi di Weimar e il passaggio al nazismo, conoscere a fondo i
meccanismi di controllo, di selezione e di disciplinamento di cui
l’apparato assistenziale poteva disporre. L’aumento vertiginoso della
disoccupazione conferì a questo apparato poteri larghissimi nella
fasefinale della Repubblica. potremmo dire che lo Stato, agli occhi del
cittadino, non aveva altro volto identificabile se non quello dell’
apparato assistenziale. I poteri discrezionali di questo apparato
aumentarono man mano, la sua funzione di "sportello di sussidi" fu
gradualmente sostituita dalla funzione di "raccolta d’informazioni sulla
persona".

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Wind: un po’ di numeri…del 2006

Wind sul proprio sito da’ ampio risalto ai propri risultati del 2006…

Noi stiamo con http://noesternalizzazionewind.blogspot.com

Ecco i dati forniti da Wind:

Utile di gruppo a 56 milioni di euro contro una perdita di 133 milioni di euro nello stesso periodo dell’anno precedente

Restituzione anticipata del debito per ulteriori 462 milioni di euro

Risultati al 30 settembre 2006

  • Ricavi
    totali nei primi nove mesi del 2006 pari a 3.697 milioni di euro, in
    crescita del 3,4% rispetto allo stesso periodo del 2005
  • Ricavi da servizi di telecomunicazioni in crescita del 6,2% a 3.572 milioni di euro
  • EBITDA
    nei nove mesi al 30 settembre 2006 pari a 1.269 milioni di euro, in
    crescita del 16,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso
  • Risultato
    operativo (EBIT) in forte progresso a 495 milioni di euro, +78%
    rispetto ai 277 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno
    precedente
  • Risultato ante imposte pari a 159 milioni di euro contro una perdita di 100 milioni dell’anno precedente
  • Risultato
    netto nei primi nove mesi del 2006 positivo per 56 milioni di euro
    contro una perdita di 133 milioni di euro registrata nei primi nove
    mesi del 2005
  • Nell’ultimo anno rimborsato anticipatamente circa 1 miliardo di euro di debito
  • 14,5 milioni di clienti nella telefonia mobile, +9% rispetto al 30 settembre 2005
  • ARPU della telefonia mobile in aumento per il secondo trimestre consecutivo a €19,7
  • Aumento clienti broadband a 711 mila, in crescita del 28% rispetto al 30 settembre 2005
  • Clienti sulla rete fissa in accesso diretto 773 mila, in crescita del 47% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente
  • Terzo trimestre 2006, il migliore nella storia del gruppo




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Tfr: Intervista a L… di Banca Intesa!

Qual’è il futuro dei fondi pensione?

E chi lo sa.

Credi che noi sappiamo di preciso come vengono investiti quei soldi? Per noi significa, intanto, avere più liquidità . Più conti o posizioni aperte da gestire, e già  questo produce un bel po’ di soldi per la banca. In pratica è come se si aprissero contemporaneamente migliaia di conti correnti.

In più tieni conto dei vincoli. E’ come per un mutuo, se tu lo vuoi chiudere sai quanto ti costa? E poi ci sono le fluttuazioni del mercato, che possono essere positive ma anche negative.

Di sicuro le banche premeranno sul governo per ottenere la liberalizzazione di quanti più settori possibile. Un po’ come è successo per altri settori. Gli effetti delle liberalizzazioni sono stati certo più concorrenza, ma l’utente finale non ha visto di certo scendere i costi dei servizi. Basta guardare cos’è successo per le assicurazioni o per la telefonia. In realtà , avere a disposizione questi soldi ora, per le banche significa avere più possibilità  di intervento, più potere economico. E poi non dimentichiamo il costo del denaro e le sue variazioni ormai totalmente indipendenti dall’inflazione programmata, una cifra ridicola che non tiene conto del costo effettivo dei servizi più diffusi.

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