No Plan B. La 6 giorni di Copenhagen

La 6 giorni di Copenhagen inizia in un parcheggio della periferia nord-ovest milanese da cui decollera’ il viaggio del climate bus, ultima tappa di un percorso che ha raccolto ecoattivisti di Milano e non solo nelle settimane precedenti COP15. Il bus arrivera’ nella capitale danese solo dopo 22 ore e molti piu’ litri di birra, quando la prima giornata di mobilitazione avra’ gia’ lasciato spazio alla cena. A Ragnishildgade, l’head quarter degli attivisti convenuti su Copenhagen, non entra piu’ uno spillo: per dormire bisogna sistemarsi negli angoli delle stanze, nei corridoi o sulle uscite di sicurezza. Nello spazio caffetteria invece, si parla in mille lingue diverse di una prima giornata di azione che ha lasciato gia’ indicazioni precise sui giorni futuri: sulla “repressione preventiva” di una polizia che ha perquisito gli attivisti sin dalla prima mattina e ne ha trattenuti a centinaia nelle gabbie della “Klima Prison” fino a sera, ma anche sulla disorganizzazione di una giornata di azioni diffuse che doveva essere coordinata al minuto e si e’ rivelata fin troppo pasticciona. Saranno due costanti che animeranno tutta la settimana danese, purtroppo, ma questo lo si scoprira’ dopo.

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Copenaghen: Odio i summit!

odio i summitI hate summits. Questa frase, sentita a Copenaghen da un fratello danese, per me, racchiude la sensazione che il decennio noglobal, con i suoi appuntamenti fissi, cioè summit e controsummit, sia finito. A Copenaghen abbiamo visto l’ultima mobilitazione degli anni Duemila. Negli anni Dieci vedremo un movimento nuovo e diverso? I giorni di Copenaghen sono passati, ma gli effetti del vertice e del debutto sul palcoscenico mondiale del movimento per la giustizia climatica sono ancora tutti da analizzare.

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Dagli arresti ai conflitti: dopo Copenaghen

dopo copenaghenTannie Nyboe e Stine Gry Jonassen sono stati rilasciati. Erano stati arrestati a Copenhagen insieme a Tadzio Mueller, (rilasciato il 19), attivista CJA (Climate Justice Action) nel cruento rastrellamento della polizia danese a Christiania il 14 dicembre scorso, mentre è ancora in carcere il ricercatore italiano Luca Tornatore (Luca Tornatore 211275 – Vestre Faengsel – Vigerslev allè 1D – 2450 KbhSvolta – Copenhagen – Danmarkt.

Questo l’indirizzo per mandare lettere telegrammi o cartoline in carcere a Luca!!! riempiamo il carcere di Copenhagen di libertà).

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Copenaghen: Reclaim power!

veuveclicquottravelerReclaim power! La marcia verso il Bella Center per incontrare i delegati ribelli e tenere la People’s assembly fuori dal megasummit dell’Onu è andata. Meglio del previsto, perché anche se i numeri non erano molto elevati – si parla di tremila persone in corteo – molti obiettivi sono stati raggiunti.

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Copenhagen/movimenti. Punto e a capo

Molto probabilmente fallirà il COP15 di Copenhagen, anche se alla fine usciranno dichiarazioni possibiliste circa un accordo che richiama Kyoto, ma senza l’enfasi dimostrata dai capi di stato e di governo dodici anni fa.

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