CHI SIAMO

 

SOS Fornace è un centro sociale autogestito con sede a Rho, in Via Moscova 5, nella periferia nord-ovest di Milano. Il nome deriva dalla Fornace Fusi di Garbagnate Milanese, occupata nel novembre del 2004 e sgomberata tre mesi dopo. La sigla “SOS” significa invece “Spazio Occupato San Martino”, il quartiere rhodense dove sorgeva lo stabile occupato il 26 marzo del 2005 e sgomberato la mattina del 4 Gennaio 2011, lo stesso giorno un partecipatissimo corteo notturno ha occupato la nuova sede.

Portineria Occupata
Il 20 maggio del 2004 Officina Disobbediente, un collettivo territoriale già attivo da qualche tempo nel Bollatese-Rhodense, e la Cub dell’Alfa/Fiat occupano una struttura in stato di abbandono e mai entrata in funzione all’esterno dello storico complesso industriale dell’Alfa Romeo di Arese: la “Portineria occupata” – dal nome della destinazione d’uso dell’edificio – è la prima occupazione politica di uno stabile dismesso nel Bollatese-Rhodense. L’azione si inserisce nella vertenza contro il progetto di realizzazione di un Polo logistico d’interscambio merci nell’area dell’ex-Alfa, perno sui cui ruota un più ampio disegno di radicale trasformazione dell’assetto produttivo dell’area e del territorio, con pensanti ricadute sia in termini ambientali che occupazionali.

La Fornace di Garbagnate
Dopo la conclusione dell’esperienza della “Portineria occupata”, Officina Disobbediente, sempre alla ricerca di uno spazio, occupa il 27 novembre del 2004 una nuova struttura dismessa, questa volta a Garbagnate Milanese, sempre nel Bollatese: si tratta della Fornace Fusi, complesso produttivo sito all’interno del Parco delle Groane e risalente agli ultimi decenni dell’800, ormai dismesso da molti anni. L’occupazione dura circa 3 mesi: lo sgombero del 2 febbraio 2005 pone infatti fine all’esperienza della “Fornace Occupata”. Il 2 ottobre 2007 una sentenza del tribunale di Milano sull’occupazione della Fornace di Garbagnate concede le attenuanti agli occupanti per aver agito “non per profitto patrimoniale” ma “per conseguire scopi di particolare valore morale e sociale” destinando “uno spazio considerato abbandonato alla collettività in modo da trasformarlo in risorsa per i cittadini, dove realizzare progetti creativi e culturali, tra cui dibattiti, spettacoli e concerti, nonché iniziative a tutela del territorio e dell’ambiente”.

La Fornace a Rho
Il 26 marzo Officina Disobbediente occupa l’ex-Sacchettificio Garavaglia, stabile in disuso da decenni nel quartiere popolare di San Martino, a Rho. Lo spazio viene ribattezzato “SOS Fornace”, e anche il nome del collettivo viene sempre più a sovrapporsi a quello del nuovo spazio fino a scomparire del tutto. La relativa stabilità della nuova esperienza permette al collettivo di mettere radici nel quartiere e nel tessuto cittadino. In continuità coi percorsi precedenti, viene avviato un lavoro politico sul tema del territorio, dei beni comuni, delle grandi opere, della qualità della vita e della mobilità, a partire dalle trasformazioni che il territorio rhodense sta subendo in seguito alla costruzione del nuovo polo fieristico di Rho-Pero.

Fiera ed Expo 2015
Proprio il lavoro politico sulle trasformazioni dell’assetto territoriale rhodense a partire dalla costruzione della Fiera di Rho-Pero, inaugurata il 31 marzo del 2005 e salutata da una critical mass di protesta organizzata dal Centro Sociale, permette che la Fornace non venga colta impreparata dalla presentazione della candidatura di Milano all’Esposizione universale del 2015. Tra le poche voci critiche al progetto Expo 2015 – del quale vengono messi in luce gli intenti speculativi con conseguenti gravissime ricadute in termini di qualità della vita – SOS Fornace amplia il proprio raggio di discussione e azione politica in ambito metrolombardo con la costituzione del Comitato No Expo, cercando nel contempo di gettare ponti tra i vari comitati territoriali impegnati in singole vertenze contro le grandi opere viabilistiche connesse all’Esposizione universale. Coi percorsi attivati sui temi del territorio metropolitano e dei beni comuni - e,  in particolare, insistendo sul nesso esistente in tempo di crisi tra la dismissione dei siti produttivi e le speculazioni connesse ad Expo 2015, verso una generale “precarizzazione” del territorio non solo in ambito strettamente lavorativo - SOS Fornace è parte della rete milanse animatrice della EuroMayDay Parade, il primo maggio della rabbia precaria.

Lo sgombero del 2008
Il 28 maggio del 2007 Roberto Zucchetti, candidato di Forza Italia in quota Comunione e Liberazione, viene eletto Sindaco di Rho con una schiacciante maggioranza: la questione dello sgombero della Fornace torna all’ordine del giorno, inserito tra i primi punti del programma elettorale della coalizione di centrodestra. Nel gennaio del 2008 voci insistenti di uno sgombero imminente allarmano il Centro Sociale, che mette in campo da subito azioni di protesta che si susseguiranno per mesi. Sempre dello stesso periodo è la creazione, sulla scia delle mobilitazioni studentesche per la nuova sede del Liceo Rebora di Rho, del collettivo interscolastico SIM (Studenti In Movimento), che riunisce studenti di tutte le scuole rhodensi. La campagna antisgombero, malgrado ben tre cortei, un’occupazione del consiglio comunale e svariate altre iniziative di sensibilizzazione, riesce però soltanto a rimandare il provvedimento: il 27 maggio 2008 uno schieramento imponente di forze dell’ordine sgombera lo stabile di via San Martino 20. La sera stessa sfila per le vie del centro cittadino la rabbia degli occupanti sgomberati qualche ora prima.

Da Passirana a Pero
Il 31 maggio, giorno nel quale è previsto un corteo di protesta contro l’avvenuto sgombero, SOS Fornace occupa per una sola giornata un ex panificio in località Passirana, a Rho, in un’azione di denuncia: si tratta dell’ultimo atto delle mobilitazione contro lo sgomebro. Pur senza una sede fisica, SOS Fornace continua il lavoro politico sul territorio, approfondendo alcune tematiche, come il consumo di suolo e le infiltrazioni mafiose, relative ad Expo 2015. Nello stesso periodo esce il primo numero di un bollettino tematico dedicato alla questione Expo, realizzato dalla Fornace assieme al Comitato No Expo, le cui pubblicazioni continuano tutt’ora. Viene nel frattempo iniziato un percorso politico anche a Pero, che porterà all’occupazione, avvenuta il 27 settembre 2009, del Cristina Sporting Club, un’immensa area immersa nel verde sulla quale vi è un progetto di costruzione di un albergo legato al vicinissimo polo fieristico di Rho-Pero. Il “Presidio permanente No Expo” dura poche ore: lo sgombero è immediato, eseguito da un ingente schieramento di forze dell’ordine.

“Ritorno al futuro”
Il 23 maggio 2009, a quasi un anno esatto dallo sgombero, SOS Fornace rioccupa la vecchia sede – l’ex Sacchettificio Garavaglia di via S.Martino 20 – tornata nel frattempo in stato di abbandono. Dal 19 al 21 giugno la Fornace rioccupata ospita l’Hackmeeting 2009, iniziativa nazionale a cadenza annuale legata alle controculture digitali. Un mese più tardi SOS Fornace impegnerà le proprie forze per il ripristino della fermata ferroviaria di Rho contro i propositi di dismissione connessi all’apertura della nuova stazione di Rho-Fiera, progetto al centro di una una più ampia ristrutturazione della mobilità metrolombarda in vista di Expo 2015. Attualmente è in corso una campagna di azione e controinformazione di contrasto alle speculazioni presenti nel Piano di Governo del Territorio di Rho. Per festeggiare il suo “quinto compleanno”, la Fornace ha organizzato e ospitato la I edizione del Festival No Expo, una tre giorni di workshop, seminari, incontri, musica, spettacoli, arte sulle tematiche del territorio. A oltre un anno dalla rioccupazione, malgrado le mai sopite voci di sgombero, hanno sede in Fornace, oltre al collettivo politico degli occupanti, anche uno Sportello Biosindacale affiliato ai Punti San Precario, una scuola di italiano per stranieri, un gruppo di discussione e azione sulle temetiche di genere, un laboratorio teatrale e di giocoleria, una fanfara. All’interno del centro sociale sono inoltre stati inaugurati nuovi spazi ristrutturati che ospitano un infoshop, un internet point e uno spazio polivalente dedicato a teatro, proiezioni, performances, presentazioni, incontri, dibattiti. Ancora in cantiere sono invece i progetti multimediali che prevedono la realizzazione di una web-tv e una web-radio in streaming. Le iniziative organizzate dal maggio 2009 ad oggi spaziano dalle rassegne teatrali ai worshop, dagli incontri ai dibattiti, senza dimenticare i concerti e i dj set che vanno dal reggae alla drum’n'bass, dal punk alla 8 bit music, dal rap al filone cantautorale.

“Sgombero della sede storica di Via San Martino e nuova occupazione”

La mattina del 4 Gennaio 2011 arriva lo sgombero della sede di Via San Martino,  ma riceve una risposta immediata  la sera stessa, con un corteo partecipatissimo di un migliaio di persone, e così la Fornace occupa un nuovo spazio, una parte dell’ex MTM, una storica industriale tessile chiusa per interessi speculativi vista la vicinanza con la Fiera.
Lo sgombero del 4 Gennaio è stato voluto dai poteri forti che governano la Regione Lombardia, impegnati in una violenta campagna repressiva dopo la bocciatura del Piano Alfa, dovuta alle mobilitazioni di piazza che hanno visto la Fornace in prima linea assieme ai lavoratori dell’ex Alfa Romeo e il comitato Difendiamo Arese. Il Piano Alfa è stato il primo tentativo di  opera speculativa direttamente legata a Expo 2015, che prevedeva la costruzione su tutta l’area ex Alfa Romeo di Arese di un mega centro commerciale, alberghi, case in prospettiva Expo 2015 data la vicinanza dell’area al sito Expo.
Non solo la vittoria sul Piano Alfa, ma una campagna a 360° di fortissima opposizione sociale che ha contrastato l’opera dell’ex giunta Pdl, Lega Nord, Udc, capitanata da Roberto Zucchetti, uomo di Comunione e Liberazione, caduta il 5 Gennaio; giorno seguente al nostro sgombero. Una campagna d’opposizione sul territorio che ha messo in contraddizione ed estrema difficoltà l’ex amministrazione comunale su tematiche quali il nuovo PGT rhodense (che ha portato a una nuova vittoria, in quanto ritirato), la difesa del Centro di accoglienza comunale di Via Sesia, che ospitava famiglie Rom vittime del razzismo e della propagando populista di Lega Nord e Pdl.
Dall’inverno 2011 le attività legate allo Spazio Sociale sono riprese, ospitando fra le altre iniziative gli Stati Generali della Precarietà 2.0, e numerose iniziative legate alle tematiche di genere.

 

 

SOS Fornace: squatting the sprawl since 2k5 ^_^