Rivolta popolare e repressione in Kurdistan
Conclusi i festeggiamenti
del Newroz e partiti gli osservatori
internazionali, sono migliaia le persone rimaste coinvolte in
violenti
scontri nel
Kurdistan. La rivolta è scoppiata martedì 28 marzo a
Diyarbakir durante il funerale di 14 militanti separatisti del PKK (Partito dei
Lavoratori del Kurdistan), morti in seguito a uno scontro con la
polizia turca. Il PKK è considerato "organizzazione
terroristica" dal governo di Ankara, dall’Unione Europea e dagli Stati
Uniti; il leader Abdullah Ocalan sconta l’ergastolo.
Il ferimento di 31 persone ha innescato una reazione di violentissima
protesta nella regione del Kurdistan. Centinaia di giovani sono
rimasti
coinvolti negli scontri
con esercito
e polizia. I morti, secondo le
poche fonti ufficiali turche, sono decine; centinaia i feriti.
Il premier turco Recep Tayyp Erdogan, incapace di
nascondere la guerra sporca
e i fatti più macroscopici, condanna le trasmissioni della TV
satelleitare kurda Roj TV
che trasmette dalla Danimarca.
Lo stesso premier ha dichiarato esplicitamente che la lotta al
"terrorismo" non può certo essere ostacolata da donne
o bambini...
Frattanto l'Unione Europea tace:
troppi interessi economici in gioco.
Ufficio
d'Informazione del Kurdistan in Italia :: Ass.
Verso il Kurdistan :: kurdishinfo.com
Video
degli scontri a Istanbul - da Istanbul (((i)))
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