La guerra del GAS
Il fronte d'opposizione ai progetti di privatizzazione e alla cessione delle risorse di gas ad imprese multinazionali, portati avanti dal Presidente del paese "Goni" Sanchez de Lozada, nonostante la sanguinosa repressione incontrata cresce sempre più dopo che alla Coordinadora del Gas e ai contadini e ai cocaleros si sono uniti anche i lavoratori della Central Obrera Boliviana. Tutti insieme daranno vita ad una settimana di blocchi stradali e scioperi che segna un ulteriore innalzamento del livello di scontro sociale in Bolivia.
Contadini e cocaleros proseguono la loro mobilitazione
che prevede il 6 ottobre come nuova tappa fondamentale nella strategia del Bloqueo de caminos.
Non solo protestano contro l'esportazione del gas,
ma continuano a richiedere la realizzazione dei 72 punti previsti
dall'accordo preso con il governo nazionale nel 2001.
Nelle giornate del 19 e 20 settembre è stata elevatissima la partecipazione
popolare alla mobilitazione nazionale organizzata da una nuova organizzazione, la Coordinadora del Gas, in cui si
sono uniti molti sindacati e movimenti sociali di tutto il paese.
La Bolivia è il secondo paese, dopo il Venezuela, con maggiori riserve di
gas: un gran bottino per chi intende controllare e impadronirsi delle risorse
naturali del paese. Chi in passato voleva impossessarsi dell'acqua boliviana ha incontrato una resistenza popolare imbattibile intorno alla zona di Cochabamba.
Ieri era l'oro e l'argento di Potosí, quando i minatori morivano nelle
gallerie e le ricchezze partivano per l'altra parte del mondo. Oggi vogliono andare ancora più lontano e più in profondità, in un paese dove lo scontro sociale è ormai fortissimo da mesi
Durante le prime manifestazioni di settembre alcuni attivisti di Indymedia La Paz sono stati fermati mentre seguivano e partecipavano alle mobilitazioni.
INFO SULLE MOBILITAZIONI: [IndymediaBolivia]-[IndymediaArgentina]-[Bolpress]-[Econoticias]
|