Trattato Prum - Libero ingresso alle guardie armate in borghese | Schedatura tramite DNA

fonte ansa

ROMA - Se il Trattato di Prum (da lunedì all'attenzione delle commissioni Giustizia e Affari Esteri di Montecitorio) dovesse ricevere il via libera anche dalla Camera, su ogni volo potranno esserci guardie armate in borghese. E questo, spiega il relatore della proposta di legge che ne consentirà la ratifica, Manlio Contento (Pdl), sarà anche in funzione anti-terrorismo.

Le guardie armate potranno essere presenti sugli velivoli, non solo nel caso in cui si debbano fare dei rimpatri forzati di clandestini o stranieri incriminati, ma sempre. E gli agenti non avranno l'obbligo di indossare la divisa.

Il Trattato, firmato il 27 maggio 2005, da Germania, Francia, Spagna, Austria, Belgio, Olanda e Lussemburgo consente infatti alle compagnie aeree di dotarsi di guardie armate a bordo degli aerei. In realtà, nel provvedimento, si dà anche la possibilità a forze dell'ordine straniere di continuare le proprie azioni di polizia in Italia senza dover chiedere particolari permessi o autorizzazioni.

Se questa norma fosse diventata legge già anni addietro e se gli Stati Uniti avessero mai aderito a questo Trattato, probabilmente, si ipotizza nel centrosinistra, un caso Abu Omar non sarebbe mai nato. Se l'azione di polizia è già cominciata in un altro Stato, infatti, si può benissimo concludere in Italia, magari con un arresto, senza che si debbano chiedere particolari via libera dalle autorità nostrane.

La proposta di legge che ha come relatori Manlio Contento per la commissione Giustizia e Alessandro Maran (Pd) per quella Affari Esteri, è nota però per introdurre anche in Italia la Banca dati del Dna e per prevedere il prelievo forzoso di campioni biologici anche su persone che non siano accusati o imputati. "E' questa la parte che ci piace di meno del testo - osserva il capogruppo Pd in commissione Giustizia Donatella Ferranti - per modificare la quale abbiamo già messo a punto diversi emendamenti che presenteremo domani".

Lunedì 16 marzo, alle 15, infatti, scade il termine per la presentazione delle proposte di modifica ad una proposta di legge che sembra destinata a far discutere. "Nel caso dello stupro della Caffarella, ad esempio - spiega sempre Ferranti - se ci fossero stati sospetti su un campo Rom o su un'intera comunità di rumeni, con questa proposta di legge, si sarebbero potuti fare dei prelievi forzosi su tutti per vedere chi tra loro fosse il responsabile".

"Ecco - aggiunge - noi a questi 'screening di massa' diciamo 'no'. Si aprirebbe una strada davvero pericolosa, sarebbe un brutto precedente". "Non è vero che si corre questo tipo di rischio - assicura Contento - perché è evidente che il prelievo forzoso potrà esser fatto solo in casi eccezionali e solo con una motivazione concreta del fatto da parte del magistrato. Non si potrà fare così indiscriminatamente...".

"E invece la norma - sottolinea Ferranti - non mette paletti particolari. Andrebbe più circostanziata. E poi non ci piace che i campioni biologici possano essere distrutti solo nel caso di proscioglimento. Chiediamo che ci sia un riferimento più puntuale a quando si potranno distruggere". Pronta la replica di Contento: nel caso in cui ad esempio si faccia il prelievo di Dna anche a chi non è imputato, il campione ("che servirà solo per fare le indagini") verrà distrutto "subito dopo la fine del processo".

Lun, 16/03/2009 – 10:47
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