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Giorgiana Masi, un minimo di ricostruzione storica, senza schemi
by New Dada Tuesday, May. 17, 2005 at 7:35 PM mail:

Un minimo di ricostruzione storica, cercando di uscire da schemi prefissati.

Giorgiana Masi, un m...
siamo_stanchi.jpg, image/jpeg, 572x387

Il 21 Aprile 1977,a Roma, vi furono incidenti dentro l’universita’ e nel limitrofo quartiere di San Lorenzo. Il movimento dopo oltre un mese di stasi, tentava di rioccupare l’ ateneo.
La polizia attacco’ il corteo mentre stava per uscire dall’ Universita’.
Gli scontri avvennero soprattutto nella citta’ universitaria ma i pochi compagni che erano riusciti ad uscire trovarono validi rinforzi in alcune centinaia di giovani proletari di San Lorenzo, tra cui non pochi ultras romanisti di allora, al tempo rigorosamente schierati a sinistra.
La polizia presa tra due fuochi ebbe la peggio e’ si ritiro’ per un po’.
Allora la Via Marruccini fu bloccata con un autobus messo di traverso e i dimostranti rientrarono nella citta’ universitaria.
Un gruppo che non aveva partecipato agli scontri, non giovanissimi e tutti mascherati, agli ordini di un tizio che sembrava proprio un militare, aspetto’ dietro l’ autobus suddetto che sbucasse il primo poliziotto ( lo spazio non permetteva che ne passassero piu’ di uno alla volta ) e lo freddo’ a colpi di pistola.

La cosa era del tutto sproporzionata al livello degli scontri, assai blandi e leggeri, e provoco’ una pesante discussione nel movimento, anche se , dopo l’ uccisione di Lorusso a Bologna e i numerosi compagni feriti il 12 marzo a Roma e sempre a Bologna, nei ragionamenti non si andava troppo per il sottile
La stampa ipotizzo’ un improbabile intervento delle B.R. in soccorso del movimento e anche qualche compagno credette a questa cosa.
Che poi, con la miriade di pentiti degli anni successivi, risulto’ essere quello che era, una colossale cazzata.
Le B.R. quel movimento non lo capivano e sostanzialmente lo disprezzavano..
Realisticamente si trattava di tutta un’altra storia, ma si preferi’ non approfondire troppo e fu un grave errore.

Cossiga approfitto’ dell’episodio per vietare per un mese ogni manifestazione a Roma, fatto senza precedenti nella storia repubblicana.

Il 25 Aprile si svolsero piccoli cortei con qualche scaramuccia in alcune borgate, cui parteciparono anche alcune sezioni del Pci, che pure ad alto livello appoggiava in pieno il provvedimento di Cossiga.

Per paura di questa “contaminazione”, il Pci chiese ed ottenne da Cossiga l’ autorizzazione per il tradizionale comizio dei sindacati del 1 Maggio a S.Giovanni.

E li’ sia la polizia sia il servizio d’ordine della Cgil impedirono con la forza ai compagni del movimento di entrae organizzati in piazza. Ci furono centinaia di fermi e mazzate in questura a non pochi dei fermati.

Per il 12 Maggio era prevista da mesi la manifestazione dei radicali in Piazza Navona in occasione dell’ anniversario del referendum sul divorzio vinto tre anni prima.
Nonostante le richieste di Pannella, per i radicali Cossiga rifiuto’ di derogare al divieto come invece aveva fatto per i sindacati il 1 Maggio.
Il movimento decise, con pochissime defezioni, di partecipare all’ iniziativa di disobbedienza indetta dai radicali.
Ma.d’accordo con gli stessi radicali, si decise di partecipare del tutto disarmati, senza nemmeno le aste delle bandiere.

Fu un massacro.
Persino deputati come Pannella, Pinto , Corvisieri, la Castellina furono riempiti di botte dai carabinieri, come chiunque si avvicinava a Piazza Navona.

Dopo un ora buona di pestaggi, un gruppo di compagni decide di reagire asserragliandosi in Campo dei Fiori, dove riceve l’ appoggio e la solidarieta’ fattiva della piccola malavita della zona.
Mani esperte aprono una bottiglieria e si improvvisano molotov con la benzina “succhiata” dalle auto in sosta.

Ma la polizia spara pesantemente ferendo alcune persone.
E’ in questa fase e non successivamente che vengono fotografati poliziotti travestiti da manifestanti che puntano le pistole ad altezza d’ uomo e, quantomeno in un caso, sicuramente sparano.

Alcuni parlamentari contrattano la possibilita’ di rompere l’ assedio con carabinieri e polizia e alla fine la spuntano. I manifestanti potranno allontanarsi verso Trastevere passando da Piazza Farnese.
Qui qualche furbacchione scarica le molotov artigianali avanzate contro la caserma dei Carabinieri della piazza, senza pero’ che questi reagiscano se non con qualche lacrimogeno.

Passa quasi un ora e su Ponte Garibaldi, quando gran parte dei manifestanti si e’ gia’ sciolta verso Trastevere, qualcuno spara prima contro i carabinieri schierati sull’ altra parte del Tevere (ferendone uno ad un braccio ) e poi con la stessa arma ( realisticamente un fucile o una carabina, cosa che non si nascone nella cintola, oltretutto il clima era gia’ estivo e si stava in maglietta a maniche corte ) dopo un po’ colpisce Giorgiana Masi, compagna di Lotta Continua e non radicale come si dice spesso, che passava con il fidanzato.
Il proiettile attraversa il corpo di Giorgiana da parte a parte e ferisce un altra ragazza, Elena Ascione, militante femminista.

Questi i fatti, nudi e crudi, che in effetti, dopo lo “strano” precedente del 21 Aprile e il fatto altrettanto “strano” del giorno dopo a Milano con l’ uccisione dell’ agente Custra’ senza che vi fossero incidenti seri in corso, avrebbero dovuto far pensare.

Ma il movimento era ormai alla frutta, stretto nella morsa repressiva e mentre i gruppi armati ormai facevano un attentato al giorno, e di fatto ebbe l’ ultima fiammata in settembre a Bologna e nei giorni successivi a Roma, dopo l’ uccisione di Walter Rossi da parte dei fascisti a Balduina.

Ormai gli spazi di massa erano chiusi.

E sicuramente questi episodi avevano di molto contribuito a chiuderli.

Cossiga e’ notoriamente uno squallido bugiardo che qualche volta, per ricattare chissa’ chi, mischia alle menzogne qualche verita’.

Una cosa e’ certa, lui di questa vicenda sa tutto da ventotto anni.

E, comunque siano veramente andate le cose, in gran parte la responsabilita’ e’ la sua.


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il poliziotto
by Fusco Tuesday, May. 17, 2005 at 7:50 PM mail:


IL POLIZIOTTO UCCISO IL 21 APRILE 77 A S.LORENZO SI CHIAMAVA SETTIMIO PASSAMONTI.

L' ARTICOLO QUI SOPRA, PERLATRO CONDIVISIBILISSIMO, NON LO DICE E MI SEMBRA GIUSTO RICORDARLO.

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A Milano
by A Milano Tuesday, May. 17, 2005 at 8:07 PM mail:

In Via De Amicis a Milano ti posso assicurare che non c'era nessun provocatore (purtroppo).
E' bastata solo l'idiozia che riempiva i cervelli di molti di noi in quei tempi.

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A MILANO ....
by JOSEPH Tuesday, May. 17, 2005 at 8:16 PM mail:

A milano in verita' il 77 non c'e mai stato.

Ci fu la assurda sparatoria contro Assolombarda ( che di fatto uccise il movimento sul nascere ) e poi Via De Amicis.

Pero' e' anche vero che i numerosi tizi fotografati in Via De Amicis colle pistole in mano, poi identificati, risultarono tutti estranei all' uccisione di Custra'.

Che ancora oggi non si sa chi l'abbia ucciso.

E quindi non e' del tutto estraneo l' accostamento fatto dal dadaista con gli "strani" fatti di Roma.

Poi certo l' imbecillita' puo' spesso fare piu' danni della malafede ....

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MOLTE VERITA' E QUALCHE BUGIA
by Auerliano Buendia Tuesday, May. 17, 2005 at 11:03 PM mail:

Caro New Dada, nella tua ricostruzione si capisce che in quei giorni eri con noi dentro il movimento e forse anche il 12 maggio ma ci sono due cose che non mi quadrano:
1) il ripetuto riferimento ai coatti di S.Lorenzo prima e a quelli di Campo de' Fiori poi. Mi sembra una suggestione tutta tua che viene aggiunta del tutto gratuitamente. A me non risulta nè il 21 aprile nè il 12 maggio. Non dico che i compagni in piazza li conoscessi tutti tutti...ma quasi

2)Tu avalli la tesi di Cossiga che su Ponte Garibaldi qualcuno dalla parte del movimento sparò contro la polizia e quindi potrebbe aver colpito Giorgiana. Questa cosa non sta nè in cielo nè in terra. Quella carica e quella barricata e quella serata a Ponte Garibaldi, purtroppo, me la ricordo bene e il tuo mi sembra uno scenario del tutto fantapolitico e anche un pò infame. Lascia stare...
Ciao
Aureliano

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non avallo nulla ....
by New Dada Tuesday, May. 17, 2005 at 11:20 PM mail:

Ovviamente c'ero sia a S.Lorenzo che il 12 Maggio.

La storia dei coatti non mi sembra determinante, ma c'erano sia in un caso che nell' altro, come del resto durante la rivolta di marzo a Bologna.

Per il resto , a differenza di altre cose scritte oggi sul newswire da altri che realisticamente c'erano e fanno pure un paio di nomi ben precisi,io non avallo proprio nulla.

Dico semplicemente che chi agi' a Ponte Garibaldi non agi' per caso e credo pure che non fossero poliziotti, travestiti o no da compagni, in normale - si fa per dire - servizio di ordine pubblico.

BENSI' QUALCOSA DI MOLTO PIU' INQUIETANTE E PREORDINATO, TIPO GENTE DI "SERVIZI" ITALIANI O STRANIERI.

Cosa che KoSSiga non puo' non sapere e a cui ha alluso spesso in questi anni, senza pero' mai dire fino in fondo tutto quello che sicuramente sa.

Tutto qui.

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tra
by Franco Martinelli Tuesday, May. 17, 2005 at 11:26 PM mail:

TRA IL FERIMENTO DEL CARABINIERE DALL' ALTRA PARTE DEL PONTE E L' UCCISIONE DI GIORGIANA E IL FERIMENTO DI ELENA PASSA QUASI MEZZA ORA.

IL LEGAME TRA LE DUE COSE E' CHE E' STATA LA STESSA ARMA.

E LA COSA NON APPARE UN PO' INQUIETANTE PURE AD AURELIANO ?

NON PUO' ESSER CHE PROVOCATORI, SEMPRE OVVIAMENTE "DI STATO", SPARACCHIESSERO SIA DI QUA CHE DI LA' ?

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calibro 22
by beretta Tuesday, May. 17, 2005 at 11:55 PM mail:

un proiettile calibro 22 sparato da una normale pistola :
1) non arriva da una parte all' altra del tevere come e' avvenuto per il ferimento del carrubba
2) non trapassa il corpo di una persona, come successo a giorgiana, per poi ferirne anche un'altra, elena, nemmeno da distanza ravvicinatissima.
a meno che non sia sparato da un altro tipo di arma, piu' dirompente, realisticamente un arma lunga.

in una situazione in cui, dada ha ragione, non ci si era portati nemmeno gli stalin e le molotov sono state veramente fatte col succhio alle macchine parcheggiate a campo de fiori, chi cazzo poteva andare in giro con un fucile, se non qualcuno in qualche modo "autorizzato" dalle cosiddette autorita' ?

che poi fosse poliziotto, carabiniere, agente del sismi o del sisde, della cia o del mossad, poco interessa i termini politici della vicenda.

certo pero' che chiunque fosse ha sparato, con mira notevole, sia sui carabinieri che sui compagni.

e allora l' ipotesi del dadaista, fatta pure a suo tempo da marco pannella, non e' poi cosi' assurda.

p.s. effettivamente in altri articoli del newswire si fanno nomi e cognomi precisi, tra l' altro di gente oggi a vario titolo famosa.
ma si dice pure, neanche troppo velatamente, che operavano per il mossad o per gladio.
e chi scrive si dimostra anche bene informato anche sulla recente inchiesta della magistratura, poi archiviata, sui fatti di quel giorno.
la cosa mi sembra di un qualche interesse, pur con tutta la diffidenza sacrosanta che ci vuole in questi casi.
non capisco pero' perche' aureliano da dell' infame a new dada che dice cose opinabili ma senza fare alcun nome e non a quegli altri.

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Su Milano
by Su Milano Wednesday, May. 18, 2005 at 12:03 AM mail:

A Milano nel '77 il movimento era già in piena disgragazione e già dilagava l'eroina.
Il colpo di coda era stato l'assalto alla Prima della Scala del 7 Dicembre '76 (300 fermati).
La genialata dell'Assolombarda aveva allontanato sempre più gente dalle piazze.
Poi ci si mettevano anche le faide tra gruppi del tipo MLS contro Autonomia.
In realtà la sparatoria in Via De Amicis fu probabilmente causata dalla paura.
C'era stato un tentato esproprio al PAM di Via Olona, ma pochi si erano accorti che a metà di Via De Amicis c'era un grosso reparto di PS.
I poliziotti, a loro volta, non cercavano guai e tenevano le distanze.
Qualcuno ebbe la buona idea di iniziare a sparacchiare...

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riporto da altro forum del newswire di indy
by per aureliano buendia Wednesday, May. 18, 2005 at 12:07 AM mail:

Kossiga, come fa dai tempi in cui “esternava” dal Quirinale, mischia elementi di verita’ con clamorose bugie.

Dubbi seri su come fossero veramente andate le cose ce ne furono da subito, anche nell’ ambito di movimento.

Quel giorno la polizia sparo’ per ore, ci furono molti feriti, e gli spari erano per uccidere.

Pero’, nel caso di Giorgiana, c’era un elemento assai contraddittorio.

Era stata uccisa con la stessa arma che una mezz’ ora prima aveva gravemente ferito un carabiniere dall’ altra parte del Tevere.

Realisticamente si trattava di una carabina o comunque di un ‘arma lunga da tiro, visto che con un proiettile calibro 22 ( quindi molto piccolo e poco potente ) fu ferito un carabiniere da una parte all’ altra del Tevere e fu uccisa Giorgiana che fu passata da parte a parte dallo stesso proiettile che poi feri’ gravemente un’altra compagna manifestante.

Come dicevo, dubbi ce ne furono moltissimi anche tra i compagni ma di fronte ad uno stato ( per bocca dello stesso Kossiga ) che rivendicava fermamente il fatto, quasi lo rivendicava, gli stessi dubbi passarono in secondo piano.

Lo stesso Pannella insinuo’ il dubbio che agenti provocatori ( anni dopo si parlo’ di Gladio e lo stesso Kossiga alluse in quel senso ) avessero sparacchiato sia contro i carabinieri che contro i dimostranti, allo scopo di alzare il piu’ possibile la tensione politica.

E per la verita’ qualcosa di simile era gia’ vvenuto due mesi prima sempre a Roma durante i durissimi scontri del 12 Marzo 1977 con oltre trenta feriti, da una parte e dall’ altra, feriti da colpi di arma fuoco.

Negli anni novanta fu fumosamente riaperta l’ inchiesta ma con elementi a dir poco allucinanti, basti pensare che la principale testimonianza era di quel “pallonaro” di Angelo Izzo che sosteneva di aver saputo in carcere che ad uccidere Giorgiana fosse stato il suo vecchio camerata Andrea Ghira.

Ghira, che riusci’ dalla latitanza a dimostrare di essere in quei giorni in tutt’ altra parte del globo, usci’ quasi subito di scena.

Ma l inchiesta continuo’ stancamente, rincorrendo fantasmi vicini alle B.R. ed altre amenita’ senza riscontro.

Fino a che, nel 1999, un noto esponente dell’ autonomia operaia romana ( tutt’ ora in servizio permanente effettivo nelle lotte sindacali e nel movimento no global ), ascoltato su altra vicenda di quegli anni, forni’ alla Digos elementi che portavano sulle tracce di un gruppo sedicente marxista – leninista, gia’ allora guardato con sospetto all’ interno del movimento e che in anni successivi, passando per il fiancheggiamento al Psi di Craxi, e’ approdato quasi interamente nel giro di Forza Italia.

L’ esponente di Autonomia non parlava di cose che sapeva in prima persona, ma riferi’ il racconto fattogli da un giovane sottoproletario di Trastevere, anche lui in quegli anni militante autonomo, poi morto di overdose nei primi anni novanta, che aveva casualmente assistito alla vicenda dalla finestra di casa.

Ma, nonostante una serie di riscontri positivi ( tra l’ altro uno degli indiziati era il fidanzato della compagna di banco di Giorgiana, ora notissima giornalista ), l’inchiesta verra’ definitivamente archiviata dalla Procura romana nel 2002.

E sapete perche’ ? Perche’ erano uscite anche chiare compromissioni dei personaggi del gruppo sedicente m-l non soltanto con l’ attuale centrodestra ma soprattutto con un preciso servizio segreto straniero, per intenderci quello che passa per essere il “servizio” piu’ efficiente dell’ intero pianeta ( non parlo della Cia, quindi credo ci siamo capiti ) ed anche compromissioni tali da rendere credibile anche il coinvolgimento di Gladio cui alludeva in tempi lontani Pannella.

E’ difficile immaginare che il buon Kossiga ignori tutti questi passaggi della vicenda e che abbia taciuto a suo tempo per “carita’ cristiana”.

Non fosse altro perche’ la nota giornalista di cui parlavamo prima ( la compagna di banco di Giorgiana ), anche lei ascoltata dalla Digos nell’inchiesta, e notoriamente molto amica dello stesso Kossiga, sin dai tempi del Quirinale.

Ma comunque Kossiga sostiene di aver saputo quasi subito ( e quindi non negli anni novanta ) i temini della vicenda dal Questore di Roma di allora, Fernando Masone.

E quindi ha realisticamente taciuto, mentendo, allora cosi’ come parla, omettendo la sostanza della questione, adesso.

La sostanza della questione e’ che, anche se non sono stati materialmente poliziotti in divisa ad uccidere Giorgiana, sempre di un omicidio di stato si tratta.





vediamo se indovino
by manolesta Tuesday, May. 17, 2005 at 3:10 PM mail:




... Esilarante intervista di Federica Sciarelli: Io mi iscrissi a Stella Rossa,
praticai l agopuntura e giocai ad hockey su prato . .. ...
( da Dagospia ).

il servizio straniero di cui si parla non e' quello con la kippa ?
lo stesso che, a detta di Franceschini, cerco' anni prima di contattare le B.R. - che rifiutarono - allo scopo di destabilizzare piu' possibile l'Italia e quindi rendere un "bastione assoluto" occidentale il loro stato nell' area ?

e quel gruppo marxista- leninista, ora che ci penso, non era formato in grade parte da personaggi di origine ebraica , a partire dal grande capo dal cognome inequivocabile ?

e kossiga, grande esperto di "intelligence", fa ancora oggi il finto tonto ?

a chi sta mandando i suoi soliti segnali mafiosi ?




La memoria corta
by uno qualunche Tuesday, May. 17, 2005 at 3:14 PM mail:




Mia madre dice..."non fare del bene ai bambini e agli anziani perchè tutti e due non se lo ricordano.." hanno la memoria corta.


E Cossiga prima di fare queste dichiarazioni farbbe bene ad andare a "ri-guardare" gli archivi fotografici dove si vede un poliziotto in borghese con la pistola puntata ad altezza uomo a media distanza dai dimostranti.

Domanda per Cossiga: è vero che quel poliziotto (il Placaniga degli anni 70) è stato allontanato dall'arma e vive tranquillamente in abruzzo?

Allora caro Cossiga lasciamo in pace i morti, soprattutto quelli che non hanno mai avuto un colpevole che abbia pagato per l'omicio commesso. Mi sembra di aver capito dalle parole di Ciampi che bisogna trovare i toni per la riappacificazione nazionale... allora parliamo d'altro perchè morire a 18 anni (questa l'età di Giorgiana quando è stata uccisa) per una manifestazione di festa non autorizzata (anche questa cosa non è vera: la manifestazione era stata organizzata ma con un percorso diverso da quello poi fatto, non doveva passare a via delle botteghe oscure e proseguire per piazza navona, è per questo che cia hanno caricato! La prima carica ha colpito anche me sotto il bottegone e l'unica colpa che avevo era la contettezza della vittoria sul referendum per il divorzio) è davvero un fatto grave che non si recupera neanche dopo trenta anni.

Cara Giorgiana perdonalo ma la memoria lo ha abbandonato!





Lettera a "Il Manifesto" di circa 3 anni fa
by ACUTO OSSERVATORE CON BUONA MEMORIA Tuesday, May. 17, 2005 at 3:52 PM mail:




Caro Manifesto,
quale affezionato lettore avevo seguito distrattamente la polemica tra i componenti del complesso musicale "Modena City Ramblers" ed il consorzio "1° Maggio", organizzatore del concerto CGIL-CISL-UIL di Piazza S.Giovanni, polemica relativa all'esecuzione, da parte dei Modena, della canzone partigiana "Bella ciao", cosa non gradita al Consorzio predetto.
Distrattamente avevo semplicemente pensato che l'esecuzione di "Bella ciao", a pochi giorni dalla performance televisiva di Santoro, poteva creare problemi rispetto alla diretta televisiva del concerto ed ulteriori polemiche che ne' il Consorzio citato ne' CGIL-CISL-UIL probabilmente volevano.
Cosa squallidina, ma segno oggettivo dei tempi, tanto piu' che i "Modena " se ne erano fregati ed avevano eseguito il pezzo, con grande successo di pubblico.
Leggendo pero' la replica dei "Modena" sul "Manifesto" di oggi, notavo per la prima volta che il presidente del Consorzio citato e' il Sig.Marco Godano ed allora la mia distrazione e' molto diminuita.
Si da' infatti il caso che il Sig. Marco Godano sia stato per circa 15 anni un dirigente di un gruppetto m-l chiamato "STELLA ROSSA" nel quale, giovanissimo e per pochi mesi, anche chi scrive ha militato.
Il gruppetto "STELLA ROSSA" era noto per una maniacale, agiografica e persino caricaturale esaltazione del mito della Resistenza, tanto che per lungo periodo nel giornale ononimo le sole foto pubblicate erano quelle di partigiani in armi.
Tra l'altro credo che, proprio in quel periodo - la seconda meta' dei 70 - sia cominciata l'ascesa imprenditoriale e di organizzatore di "eventi" del Sig. Godano e di altri suoi attuali accoliti nel Consorzio "1° Maggio , visto che il servizio d'ordine di STELLA ROSSA, di cui il Godano era uno dei massimi responsabili, era allora solito "proteggere" i concerti organizzati dall'impresario David Zard dalle contestazioni del movimento rispetto ai prezzi eccessivi dei concerti stessi.
Si sa, i tempi cambiano e, pur senza indulgere a revisionismi e pentitismi, non e' detto che le rigidita' ideologiche di quei lontani anni non possano essere rivisitate e contestualizzate oggi con freddezza e disincanto.
Ma allora, in questo senso, credo che il Sig. MARCO GODANO, invece di tentare di censurare "Bella ciao" per non dispiacere a Berlusconi ed ai nuovi vertici RAI, POTREBBE PIU' UTILMENTE CONTRIBUIRE AD UNA "RISCRITTURA" PACATA ED INTELLIGENTE DEL PASSATO, AIUTANDOCI TUTTI A CHIARIRE, AD ESEMPIO, I LATI OSCURI DI UN ALTRO "EVENTO", CHE NELLE INTENZIONI INIZIALI AVREBBE DOVUTO ANCH'ESSO ESSERE UNA FESTA DI PIAZZA E CHE INVECE PURTROPPO FINI' IN MODO MOLTO TRISTE.
"Evento" del quale, solo pochi giorni fa', si e' consumato - nel silenzio generale dei media, Manifesto compreso - il venticinquennale.
DO YOU REMEMBER GIORGIANA MASI ?

Saluti comunisti


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i "coatti" di campo de fiori
by autprol77 Wednesday, May. 18, 2005 at 12:36 AM mail:

Non so nulla di San Lorenzo perche' non c'ero.
C'ero invece il 12 maggio a Campo dei Fiori e mi riconosco pienamente in quanto racconta New Dada, il vini e oli aperto da mani esperte, il succhio col tubo alle macchine in sosta, gli stoppacci fatti strappando qualche maglietta quando da anni le bocce erano chimiche e senza stoppacci.
Mi ricordo pure che in Piazza Farnese, mentre si ripiegava, una boccia non si accese ( se ne erano accese pochissime pure prima ) e fu accesa da un tizio sparandoci sopra un colpo di pistola, un tizio che sembrava uscito da un film di Pasolini piu' che da una occupazione dell' universita'.
E poi anche le foto di Tano D'Amico che ritraggono pischelli a torso nudo che lanciano i sampietrini ( avevamo disselciato mezza piazza ) e che sembrano piu'coattelli che militanti politici.
Del resto, di che meravigliarsi ? Allora i lumpen parteggiavano sempre per i compagni, in tutte le occasioni capitate, ricordi le rivolte di S.Basilio e di Prima Valle negli anni precedenti ?
E poi a Campo de Fiori operava un collettivo che si occupava principalmente dell' intervento su questi strati popolari ed aveva fatto un ottimo lavoro.
Senza contare che la stessa piazza era luogo di raduno dei compagni romani in tutti i fine settimana e quindi qualche amicizia e stima reciproca erano nate.
Ricordo che un discreto gruppo di compagni di Potere Operaio si era fatto arrestare qualche anno prima per difendere due ladruncoli che la polizia stava pestando
e tra gli arrestati c'erano pure Achille Lollo e Alvaro Loiacono, poi diventati famosi per altre storie.
Non entro nel merito della ricostruzione fatta da New Dada ma non mi sembra nemmeno una bestemmia o addirittura una cosa da infami.
Che e' un mistero che c'erano i provocatori ? Eravamo addirittura ottenebrati in modo allucinante da questi rischi e adesso , caro Aureliano, ce lo dimentichiamo ?

Ma tu quel giorno ce stavi veramente o te l'hanno solo raccontato ?

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mah ...
by ken parker Wednesday, May. 18, 2005 at 10:41 AM mail:

Come documenta anche con una famosa foto "il manifesto" di oggi, furono ripresi poliziotti in tenuta da manifestante che prima stavano tra i compagni e sparavano e poi si ritiravano indisturbati in mezzo ai poliziotti in divisa.

E' vero che quelle foto sono delle prime ore di scontri in Corso Vittorio e non della parte finale al Ponte Garibaldi.

Ma naturalmente e' credibile che quanto avvenuto prima puo' essere avvenuto anche dopo, a scontri finiti e in una situazione di sostanziale calma.

E e' pure credibile che chi sparava prima in mezzo ai manifestanti e poi in mezzo alla polizia puo' aver colpito, in momenti diversi ma con la stessa arma sia il carabiniere che Giorgiana.

Certo, come diceva qualcuno, probabilmente e' stata usata una arma lunga e questo, a maggior ragione, fa pensare che si trattasse di "personale statale" che avrebbe potuto, in caso di verifica di agenti in divisa, tirare fuori qualche tesserino.

Per quanto riguarda le "voci" su un certo gruppetto stalinista - sostanzialmente un corpo estraneo rispetto al movimento - ricordo di averle sentite anche io in tempi anche diversi,credo anche a causa della sostanziale "riconversione a destra" di parecchi suoi ex dirigenti e militanti avvenuta tra gli anni ottanta e i novanta.

Francamente pero' non credo che 28 anni dopo si possa provare nulla, tanto piu' che chi Cossiga sostiene lo abbia informato su questa cosa, il prefetto Masone, e'a sua volta morto da un paio di anni.

Quindi non credo sia assolutamente il caso di correre appresso alle puttanate di Cossiga e lasciarle cadere da sole.

Come per Piazza Fontana, la verita' storica sul piano politico e' piu' che accertata.

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un delitto voluto
by rafaniello Wednesday, May. 18, 2005 at 2:12 PM mail:

UCCISIONE GIORGIANA MASI: 26 ANNI DOPO SPUNTA L'IPOTESI DEL DELITTO VOLUTO

A voler riaprire il caso è sembrato essere il senatore a vita Francesco Cossiga che, intervistato dalla trasmissione Report di RAI3, ha detto: "non l'ho mai detto all'autorità giudiziaria e non lo dirò mai, é un dubbio che un magistrato e funzionari di polizia mi insinuarono. Se avessi preso per buono ciò che mi avevano detto sarebbe stata una cosa tragica. Ecco, io credo che questo non lo dirò mai se mi dovessero chiamare davanti all'autorità giudiziaria, perché sarebbe una cosa molto dolorosa". Ciò che Cossiga non dirà mai potrebbe essere la verità sulla morte di Giorgiana Masi, la studentessa diciannovenne, uccisa a Roma il 12 maggio 1977, durante una manifestazione del Partito Radicale, vietata dalla polizia, per celebrare il terzo anniversario della vittoria nel referendum sul divorzio. Cossiga, che allora era ministro dell'Interno, in quella breve dichiarazione mostra di sapere molto di più di quanto si conosca. L'ipotesi più reale - anche perché Cossiga l'aveva già ventilata - è che egli intendeva dire che fu uno dei manifestanti ad uccidere la studentessa, ma la maniera criptica in cui l'ex capo dello Stato si è espresso lascia spazio a più di un'interpretazione. Anche perché la morte di Giorgiana Masi è rimasta un mistero irrisolto: l'inchiesta sulla sua uccisione, infatti, venne chiusa il 9 maggio del 1981 dal giudice Claudio D'Angelo con la dichiarazione di non doversi procedere per essere rimasti ignoti i responsabili del reato. Adesso la riapertura del caso viene sollecitata da più parti, anche perché le foto di quella tragica giornata, pubblicate allora dall'Espresso e dal Messaggero dimostrarono che nelle strade di Roma c'erano molti agenti delle forze dell'ordine in borghese, alcuni, addirittura, travestiti da militanti dell'autonomia operaia, la frangia più violenta del movimento del '77. Nel 1998, un quotidiano scrisse di un rapporto della DIGOS secondo cui il colpo mortale poteva essere stato sparato da una pistola cal. 22, poi trovata in un covo delle BR. E anche la struttura Gladio venne tirata in ballo, così come il neofascista Andrea Ghira fu accusato da un "pentito", Angelo Izzo, con Ghira responsabile del massacro del Circeo. Marco Pannella ha voluto ricordare che il 12 maggio 1977, "alle 16 c'era qualcuno che dal Viminale invitava a sparare e alcuni esponenti delle forze dell'ordine dicevano 'hanno già ammazzato due dei nostri', cosa non vera. Cossiga é troppo intelligente per non sapere che dicendo in pubblico 'ho saputo', 'mi é stato inoculato un dubbio', conferma quello che noi avevamo documentato. Tutto era molto chiaro, e lui sa che a questo punto l'autorità giudiziaria, se in Italia esistesse una autorità degna di questo nome, procederebbe. La verità é che quel giorno si tentò la strage per arrivare alla sospensione della legalità costituzionale". Per l'ex presidente della commissione stragi, Giovanni Pellegrino, le parole di Cossiga confermano che "quel giorno ci possa essere stato un atto di strategia della tensione, un omicidio deliberato per far precipitare una situazione e determinare una soluzione involutiva dell'ordine democratico, quasi un tentativo di anticipare un risultato al quale per via completamente diversa si arrivò nel 1992-1993". Una commissione d'inchiesta per la verità sulla fine di Giorgiana Masi l'ha chiesta il deputato verde Paolo Cento che ha presentato una proposta di legge "per abbattere il muro di omertà, silenzi e segreti attorno all'assassinio della giovane e per individuare chi ha permesso l'impunità dei responsabili".

Fonte: http://www.misteriditalia.com/newsletter/68/numero68.rtf

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il giorno dopo
by il giorno dopo Monday, May. 23, 2005 at 10:32 PM mail:

In realtà quel giorno, dal lato movimento, non si sparò per niente (o pochissimo) ed è l'unica volta nel '77 romano.
Si sparò assai il giorno successivo al Testaccio.

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