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Giorgiana Masi
by Io Friday, May. 12, 2006 at 9:28 AM mail:

Giorgiana masi, 29 anni dopo

l 12 maggio 1977, nell'anniversario della vittoria referendaria sul divorzio, i radicali decidono di tenere un sit-in in piazza Navona, nonostante l'assoluto divieto di manifestare in vigore a Roma dopo la morte, il 21 aprile, dell'agente Passamonti nel corso di scontri di piazza. Il movimento e i gruppi della nuova sinistra aderiscono all'iniziativa, per protestare contro il restringimento degli spazi di agibilità politica e il pesante clima repressivo, favorito dall'appoggio esterno del PCI al cosiddetto "governo delle astensioni", il monocolore democristiano guidato da Andreotti. Per far rispettare, a qualsiasi costo, il divieto, il Ministro dell'Interno Francesco Cossiga schiera migliaia di poliziotti e carabinieri in assetto di guerra, affiancati da agenti in borghese delle squadre speciali, in alcuni casi travestiti da "autonomi". Fin dal primo pomeriggio la tensione è molto alta. A quanti difendono il diritto di manifestare con brevi cortei e fortunose barricate, le forze di polizia rispondono sparando candelotti lacrimogeni e colpi di arma da fuoco. Anche numerosi fotografi, giornalisti, passanti e il deputato Mimmo Pinto sono picchiati e maltrattati. Con il passare delle ore la resistenza della piazza si fa più decisa, e vengono lanciate le prime molotov. Mentre nelle strade sono in corso gli scontri, i parlamentari radicali protestano alla Camera contro le aggressioni e le violenze della polizia, fra gli insulti di quasi tutte le forze politiche. Mancano pochi minuti alle 20 quando, durante una carica, due ragazze sono raggiunte da proiettili sparati da Ponte Garibaldi, dove erano attestati poliziotti e carabinieri. Elena Ascione rimane ferita a una gamba. Giorgiana Masi, 19 anni, studentessa del liceo Pasteur, viene centrata alla schiena. Muore durante il trasporto in ospedale.
Le chiare responsabilità emerse a carico di polizia, questore, Ministro dell'Interno, porteranno il governo a intessere una fitta trama di omertà e menzogne. Cossiga, dopo aver elogiato il 13 maggio in Parlamento "il grande senso di prudenza e moderazione" delle forze dell'ordine, modificherà più volte la propria versione dei fatti. Costretto dall'evidenza ad ammettere la presenza delle squadre speciali - tra gli uomini in borghese armati furono riconosciuti il commissario Gianni Carnevale e l'agente della squadra mobile Giovanni Santone - continuerà però a negare che la polizia abbia sparato, pur se smentito da vari testimoni e dalle inequivocabili immagini di foto e filmati. L'inchiesta per l'omicidio si concluse nel 1981 con una sentenza di archiviazione del giudice istruttore Claudio D'Angelo "per essere rimasti ignoti i responsabili del reato". Successive indagini hanno tentato, senza risultati significativi, di individuare gli autori dello sparo mortale in un "autonomo" deceduto da tempo, oppure nel latitante Andrea Ghira, uno dei tre fascisti condannati per il massacro del Circeo.

da http://www.reti-invisibili.net

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A Giorgiana
by un* Friday, May. 12, 2006 at 10:26 AM mail:

... se la rivoluzione d'ottobre
fosse stata di maggio,
se tu vivessi ancora,
se io non fossi impotente
di fronte al tuo assassinio,
se la mia penna fosse un'arma vincente,
se la mia paura esplodesse nelle piazze,
coraggio nato dalla rabbia strozzata in gola,
se l'averti conosciuta diventasse la nostra forza,
se i fiori che abbiamo regalato alla tua coraggiosa vita
nella nostra morte diventassero ghirlande
della lotta di noi tutte, donne,
se ...
non sarebbero le parole a cercare d'affermare la vita
ma la vita stessa, senza aggiungere altro.

Roma 12 maggio 1977

[per non dimenticare Giorgiana Masi, e per non dimenticare chi è Francesco Cossiga]

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12 maggio
by 12 maggio Friday, May. 12, 2006 at 12:00 PM mail:

12 maggio...
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le cose non cambiano
by Pablo Friday, May. 12, 2006 at 12:11 PM mail:

A volte si perdono di vista le cose più importanti, quelle che contano davvero.
Giorgiana è stata uccisa volontariamente.
E i responsabili della mattanza, come per Genova, sono stati tutti promossi.
Non dimentichiamoci di come andarono le cose.
Non dimentichiamo Giorgiana.

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Una ragazza di nome Giorgiana
by un* Friday, May. 12, 2006 at 1:23 PM mail:

Una ricca documentazione qui:

http://www.rifondazione-cinecitta.org/giorgiana.html

==============================

Una ragazza di nome Giorgiana
Giorgiana Masi

Che il pomeriggio sarebbe stato teso e violento lo si è capito quasi subito, quando. Poco dopo le 13, agenti di polizia e carabinieri hanno smontato tutte le apparecchiature per lo spettacolo musicale preparato in piazza Navona per celebrare l’anniversario del 12 maggio. Esponenti del partito radicale, hanno tentato di bloccare l’azione dei carabinieri striandosi sugli amplificatori , sono stati trascinati via in malo modo.Dalle 14 un anello di scudi, manganelli, elmi e moschetti ha circondato piazza Navona: << entra solo chi ci abita>> urlavano gli agenti a chi si avvicinava.

Passare non era facile neanche per i giornalisti, più volte insultati e spintonati da agenti e funzionari della PS( un fotografo del” Il Tempo” è stato anche duramente pestato da agenti della Celere; Fabrizio Carbone della “Stampa” è stato preso a calci).

E’ stato davanti il Senato che si è acceso il primo incidente. Un giovane ha cominciato a passeggiare con le mani in alto in mezzo alla strada. Circondato da agenti è stato selvaggiamente picchiato. Un capannello si è subito radunato intorno agli agenti e ai carabinieri, c’erano oltre ai giornalisti e gruppetti di dimostranti, Mimmo Pinto, Lucio Magri, Massimo Gorla, Silverio Corvisieri, Adele Faccio, Mauro Mellini, Marco Pannella, tutti deputati. Poi le discussioni sono degenerate e Mimmo Pinto, insieme ad alcuni giovani, nonostante si fosse qualificato come deputato, è stato malmenato da agenti di polizia.

Poi è cominciata la sarabanda dei candelotti lacrimogeni, il primo lancio è partito da piazza San Pantaleo. Obiettivo un gruppetto di giovani fermo in via dei Baullari. Dal gruppetto in risposta sono partite due bottiglie vuote di aranciata. In risposta alla risposta, altri lacrimogeni ad altezza d’uomo.

Da questo momento in poi ogni gruppetto di più di due o tre persone che si affacciava nelle vie vicine a piazza Navona diventava un obiettivo.

Su corso Vittorio, mentre gruppi di giovani di tutte le forze politiche partecipanti alla manifestazione si riunivano a Campo de’ Fiori, cominciava il pattugliamento con jeep e mezzi blindati.

Da una di queste jeep, in coda a una colonna è partito un candelotto che ha colpito un giovane fermo sul marciapiede alla schiena, quando il giovane è caduto, su di lui un nugolo di poliziotti lo ga picchiato duramente.

Gli scontri gravi sono cominciati comunque dopo le 18 davanti a piazza San Pantaleo, dopo un lancio di lacrimogeni che era durato ormai diverse ore e che aveva reso l’aria irrespirabile, un gruppo di una trentina di giovani si è affacciato sulla piazza della Cancelleria gridando: << scemi, scemi, scemi>> ai poliziotti. Dai blindati e dallo schieramento di polizia ( funzionari presenti Squicchero e Improta) sono partiti i candelotti. Dall’altro lato è partita una sassaiola.

Di qui è scaturita una lunga serie di cariche e sassaiole, sotto una pioggia di candelotti lacrimogeni, parecchi giovani e alcuni agenti rimangono intossicati dai gas. Nel corso di queste cariche alcuni agenti hanno sparato con le loro armi, un giornalista dell’Ansa asserisce di aver visto due giovani feriti in via dei Baullari.

L’azione degli agenti in divisa era affiancata da quella dei numerosissimi poliziotti in borghese che ostentavano spranghe di ferro e pistole.

Parecchi passanti sono colpiti dai lacrimogeni, alcuni anche in modo serio.

In una strada non lontana da Campo de’ Fiori c’è stato un assalto ad una armeria. E’ stato sventato dall’intervento del proprietario del negozio e da alcun agenti.

La manifestazione si è frammentata in due tronconi – i “non violenti” a piazza Navona – mentre i gruppi più estremisti ergevano barricate nelle strade prima di abbandonare Campo de’ Fiori per andare a Trastevere, dove nel frattempo era arrivato un corte proveniente da Testaccio.

Su ponte Garibaldi i dimostranti hanno alzato una barricata, che , più tardi verrà cosparsa di benzina. E’ stato mentre si cercava di di sgomberare questa barricata che un carabiniere è stato ferito da un colpo d’arma da fuoco esploso dai dimostranti. Ai margini di questo scontro, senza che nessuno ne avesse il minimo sentore, c’è stata la tragedia. Giorgiana Masi 19 anni, abitante in via Trionfale nella zona Nord di Roma, secondo “Lotta Continua” militante del collettivo femminista del XVI liceo scientifico, una scuola della zona, è stata colpita da un colpo di pistola all’addome, mentre si trovava con il suo ragazzo, Gianfranco Papini, in piazza Gioacchino Belli, proprio a ridosso di ponte Garibaldi. Giorgiana Masi, dicono le impietose schede dell’ospedale , è morta alle 20.30 al Nuovo Regina Margherita a seguito della grave ferita.



Chi ha sparato? La polizia e i carabinieri ( la versione è stata data in ospedale dopo una riunione con il Gen Carlo Alberto dalla Chiesa) dicono che potrebbero essere stati dei giovani su un’auto ( Simca o NSU) o su una moto di grossa cilindrata ( Honda) , o comunque da un colpo vagante sparato dai dimostranti.

Due testimoni che hanno telefonato ad una radio privata parlano di colpi esplosi da due vigili urbani in motocicletta. Anche un’altra donna, Elena Ascione di 32 anni che passava nei pressi del ponte è stata ferita. In ospedale, rispondendo ai giornalisti ha affermato di essere stata colpita da proiettili sparati dalla polizia.

Chi era Giorgiana Masi? Suo padre che ha rotto per qualche secondo il silenzio e l’angoscia e l’angoscia in cui tutta la famiglia è calata ha detto che la giovane non faceva nessuna attività politica. “Lotta Continua”, come abbiamo detto, parla della sua militanza politica e femminista nel collettivo della sua scuola. Il suo fidanzato, interrogato per lunghe ore dai carabinieri, dice che erano andati a piazza Navona per firmare gli otto referendum indetti dai radicali e da altre forze politiche. Un atto di “ impegno” certamente non violento, finito così tragicamente. In ospedale la mamma e il papà di Giorgiana sono crollati per il dolore.

Alle nove di sera, dopo sette ore di guerriglia, le strade della città sono tornate tranquille, ma Giorgiana non le percorrerà mai più.

Resconti del 1977

Avvenimenti Italiani



Giorgiana Masi, la verità di Cossiga "Forse uccisa dai suoi compagni"

A distanza di quasi trent'anni parla l'allora ministro dell'Interno
"Venne colpita da un proiettile sparato dai dimostranti". Pannella: "Mente come ha fatto in passato"

Giorgiana Masi venne probabilmente uccisa da "fuoco amico" sul Ponte Garibaldi, a Roma, il 12 maggio 1977. E cioè, afferma Francesco Cossiga, ministro dell'Interno all'epoca dei fatti, "da colpi vaganti sparati da dimostranti, forse suoi compagni ed amici con i quali si trovava, contro le forze dell'ordine". Il "terribile dubbio", rivela Cossiga, serpeggiò allora tra i servizi investigativi e gli è stato confermato in tempi recenti dal Prefetto Fernando Masone, ex capo della Polizia. Ho taciuto fino ad ora, salvo che con un amico deputato di sinistra radicale - sottolinea il senatore a vita - per motivi di carità ". Secca e immediata la replica di Marco Pannella: "Cossiga, dopo avere in quella occasione clamorosamente mentito e fatto mentire dinanzi al Parlamento, adesso torna a mentire". La vicenda di Giorgiama Masi risale al 12 maggio 1977, l'anniversario della vittoria referendaria sul divorzio, quando i radicali decidono di tenere un sit-in in piazza Navona, nonostante l'assoluto divieto di manifestare in vigore a Roma. Nelle strade migliaia di poliziotti e carabinieri, affiancati da agenti in borghese delle squadre speciali. Scoppiano incidenti gravissimi. Due ragazze sono raggiunte da proiettili sparati da Ponte Garibaldi. Elena Ascione rimane ferita a una gamba. Giorgiana Masi, 19 anni, studentessa del liceo Pasteur, viene centrata alla schiena. Muore durante il trasporto in ospedale. "Scongiurai Marco Pannella - racconta ancora Cossiga - di disdire il comizio di Piazza Navona: egli non accolse il mio invito. Il reparto dei carabinieri che si trovava dall'altra parte del ponte, subito accusato di aver aperto il fuoco, per ordine dell'autorità giudiziaria fu disarmato da elementi della Squadra Mobile: alla perizia, risultò che nessun colpo era stato sparato. Da parte mia, rimossi dalla carica di questore di Roma un caro amico che però mi aveva falsamente informato non esservi in piazza poliziotti e carabinieri con le armi in mano, il che non era vero. Ma neanche dalle armi di costoro risultò fosse stato sparato il colpo mortale". Cossiga poi tira in ballo, in modo abbastanza inspiegabile, il sindaco di Bologna Sergio Cofferati, i delitti D'Antona e Biagi ("uccisi per invettive lanciate contro di loro in assemblee sindacali") e quelli che definisce "sindacal-rivoluzionari".

17 maggio 2005 “La Repubblica”



Cossiga continua a mentire su Giorgiana Masi

«Francesco Cossiga, dopo avere clamorosamente mentito e [..] fatto mentire dinanzi al Parlamento, adesso torna a mentire». Lo dice Marco Pannella oggi in replica alle parole che sono arrivate dal senatore a vita Cossiga sull'uccisione di Giorgiana Masi. Cossiga torna a mentire, afferma Pannella «naturalmente per coloro che su questi temi, dalle responsabilità per l'assassinio di Giorgiana Masi a quello di Aldo Moro, sono disposti a credere che sia animato dall'amore della verità». «In realtà - conclude Pannella - egli appartiene a una delle culture cattoliche (e comuniste) che fondano non solo sulla doppia ma sulla doppiezza della verita' i propri comportamenti e interessi nella vita civile e in quella istituzionale».Francesco Cossiga sostiene oggi, dopo quasi 30 anni dai fatti, che Giorgiana Masi, possa essere stata colpita da "fuoco amico", cioé da «colpi vaganti sparati da dimostranti». L'uccisione di Giorgiana Masi risale al 12 maggio 1977. A Roma, durante una manifestazione organizzata dal Partito radicale per l'anniversario della vittoria elettorale nel referendum sul divorzio, e per la raccolta firme per gli otto referendum che i radicali avevano promosso in quel momento. L'inchiesta sull'uccisione di Giorgiana Masi venne chiusa il 9 maggio del 1981 dal giudice Claudio D' Angelo con la dichiarazione di non doversi procedere per essere rimasti ignoti i responsabili del reato. Riproponiamo ai nostri lettori alcuni documenti d'archivio tra cui un filmato di ricostruzione realizzato a pochi mesi dai fatti di Ponte Garibaldi, alcuni documenti d'archivio radiofonici relativi ai momenti della manifestazione, oltre al "Libro bianco" realizzato negli anni successivi. (m.l.)

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Già pubblicato un anno fa e ancora del tutto attuale
by new dada Friday, May. 12, 2006 at 3:26 PM mail:





Un minimo di ricostruzione storica, cercando di uscire da schemi prefissati.

Il 21 Aprile 1977, a Roma, vi furono incidenti dentro l’universita’ e nel limitrofo quartiere di San Lorenzo. Il movimento dopo oltre un mese di stasi, tentava di rioccupare l’ ateneo.
La polizia attacco’ il corteo mentre stava per uscire dall’ Universita’.
Gli scontri avvennero soprattutto nella citta’ universitaria ma i pochi compagni che erano riusciti ad uscire trovarono validi rinforzi in alcune centinaia di giovani proletari di San Lorenzo, tra cui non pochi ultras romanisti di allora, al tempo rigorosamente schierati a sinistra.
La polizia presa tra due fuochi ebbe la peggio e’ si ritiro’ per un po’.
Allora la Via Marruccini fu bloccata con un autobus messo di traverso e i dimostranti rientrarono nella citta’ universitaria.
Un gruppo che non aveva partecipato agli scontri, non giovanissimi e tutti mascherati, agli ordini di un tizio che sembrava proprio un militare, aspetto’ dietro l’ autobus suddetto che sbucasse il primo poliziotto ( lo spazio non permetteva che ne passassero piu’ di uno alla volta ) e lo freddo’ a colpi di pistola.

La cosa era del tutto sproporzionata al livello degli scontri, assai blandi e leggeri, e provoco’ una pesante discussione nel movimento, anche se , dopo l’ uccisione di Lorusso a Bologna e i numerosi compagni feriti il 12 marzo a Roma e sempre a Bologna, nei ragionamenti non si andava troppo per il sottile
La stampa ipotizzo’ un improbabile intervento delle B.R. in soccorso del movimento e anche qualche compagno credette a questa cosa.
Che poi, con la miriade di pentiti degli anni successivi, risulto’ essere quello che era, una colossale cazzata.
Le B.R. quel movimento non lo capivano e sostanzialmente lo disprezzavano..
Realisticamente si trattava di tutta un’altra storia, ma si preferi’ non approfondire troppo e fu un grave errore.

Cossiga approfitto’ dell’episodio per vietare per un mese ogni manifestazione a Roma, fatto senza precedenti nella storia repubblicana.

Il 25 Aprile si svolsero piccoli cortei con qualche scaramuccia in alcune borgate, cui parteciparono anche alcune sezioni del Pci, che pure ad alto livello appoggiava in pieno il provvedimento di Cossiga.

Per paura di questa “contaminazione”, il Pci chiese ed ottenne da Cossiga l’ autorizzazione per il tradizionale comizio dei sindacati del 1 Maggio a S.Giovanni.

E li’ sia la polizia sia il servizio d’ordine della Cgil impedirono con la forza ai compagni del movimento di entrae organizzati in piazza. Ci furono centinaia di fermi e mazzate in questura a non pochi dei fermati.

Per il 12 Maggio era prevista da mesi la manifestazione dei radicali in Piazza Navona in occasione dell’ anniversario del referendum sul divorzio vinto tre anni prima.
Nonostante le richieste di Pannella, per i radicali Cossiga rifiuto’ di derogare al divieto come invece aveva fatto per i sindacati il 1 Maggio.
Il movimento decise, con pochissime defezioni, di partecipare all’ iniziativa di disobbedienza indetta dai radicali.
Ma d’accordo con gli stessi radicali, si decise di partecipare del tutto disarmati, senza nemmeno le aste delle bandiere.

Fu un massacro.

Persino deputati come Pannella, Pinto , Corvisieri, la Castellina furono riempiti di botte dai carabinieri, come chiunque si avvicinava a Piazza Navona.

Dopo un ora buona di pestaggi, un gruppo di compagni decide di reagire asserragliandosi in Campo dei Fiori, dove riceve l’ appoggio e la solidarieta’ fattiva della piccola malavita della zona.
Mani esperte aprono una bottiglieria e si improvvisano molotov con la benzina “succhiata” dalle auto in sosta.

Ma la polizia spara pesantemente ferendo alcune persone.
E’ in questa fase e non successivamente che vengono fotografati poliziotti travestiti da manifestanti che puntano le pistole ad altezza d’ uomo e, quantomeno in un caso, sicuramente sparano.

Alcuni parlamentari contrattano la possibilita’ di rompere l’ assedio con carabinieri e polizia e alla fine la spuntano. I manifestanti potranno allontanarsi verso Trastevere passando da Piazza Farnese.
Qui qualche furbacchione scarica le molotov artigianali avanzate contro la caserma dei Carabinieri della piazza, senza pero’ che questi reagiscano se non con qualche lacrimogeno.

Passa quasi un ora e su Ponte Garibaldi, quando gran parte dei manifestanti si e’ gia’ sciolta verso Trastevere, qualcuno spara prima contro i carabinieri schierati sull’ altra parte del Tevere (ferendone uno ad un braccio ) e poi con la stessa arma ( realisticamente un fucile o una carabina, cosa che non si nascone nella cintola, oltretutto il clima era gia’ estivo e si stava in maglietta a maniche corte ) dopo un po’ colpisce Giorgiana Masi, compagna di Lotta Continua e non radicale come si dice spesso, che passava con il fidanzato.
Il proiettile attraversa il corpo di Giorgiana da parte a parte e ferisce un altra ragazza, Elena Ascione, militante femminista.

Questi i fatti, nudi e crudi, che in effetti, dopo lo “strano” precedente del 21 Aprile e il fatto altrettanto “strano” del giorno dopo a Milano con l’ uccisione dell’ agente Custra’ senza che vi fossero incidenti seri in corso, avrebbero dovuto far pensare.

Ma il movimento era ormai alla frutta, stretto nella morsa repressiva mentre i gruppi armati ormai facevano un attentato al giorno, e di fatto ebbe l’ ultima fiammata in settembre a Bologna e nei giorni successivi a Roma, dopo l’ uccisione di Walter Rossi da parte dei fascisti a Balduina.

Ormai gli spazi di massa erano chiusi.

E sicuramente questi episodi avevano di molto contribuito a chiuderli.

Cossiga e’ notoriamente uno squallido bugiardo che qualche volta, per ricattare chissa’ chi, mischia alle menzogne qualche verita’.

Una cosa e’ certa, lui di questa vicenda sa tutto da ventotto anni.

E, comunque siano veramente andate le cose, in gran parte la responsabilita’ e’ la sua.






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Lettera a "Il Manifesto" di circa 4 anni fa
by ACUTO OSSERVATORE CON BUONA MEMORIA Friday, May. 12, 2006 at 3:47 PM mail:



Caro Manifesto,
quale affezionato lettore avevo seguito distrattamente la polemica tra i componenti del complesso musicale "Modena City Ramblers" ed il consorzio "1° Maggio", organizzatore del concerto CGIL-CISL-UIL di Piazza S.Giovanni, polemica relativa all'esecuzione, da parte dei Modena, della canzone partigiana "Bella ciao", cosa non gradita al Consorzio predetto.

Distrattamente avevo semplicemente pensato che l'esecuzione di "Bella ciao", a pochi giorni dalla performance televisiva di Santoro, poteva creare problemi rispetto alla diretta televisiva del concerto ed ulteriori polemiche che ne' il Consorzio citato ne' CGIL-CISL-UIL probabilmente volevano.

Cosa squallidina, ma segno oggettivo dei tempi, tanto piu' che i "Modena " se ne erano fregati ed avevano eseguito il pezzo, con grande successo di pubblico.

Leggendo pero' la replica dei "Modena" sul "Manifesto" di oggi, notavo per la prima volta che il presidente del Consorzio citato e' il Sig.Marco Godano ed allora la mia distrazione e' molto diminuita.

Si da' infatti il caso che il Sig. Marco Godano sia stato per circa 15 anni un dirigente di un gruppetto m-l chiamato "STELLA ROSSA" nel quale, giovanissimo e per pochi mesi, anche chi scrive ha militato.

Il gruppetto "STELLA ROSSA" era noto per una maniacale, agiografica e persino caricaturale esaltazione del mito della Resistenza, tanto che per lungo periodo nel giornale ononimo le sole foto pubblicate erano quelle di partigiani in armi.

Tra l'altro credo che, proprio in quel periodo - la seconda meta' dei 70 - sia cominciata l'ascesa imprenditoriale e di organizzatore di "eventi" del Sig. Godano e di altri suoi attuali accoliti nel Consorzio "1° Maggio , visto che il servizio d'ordine di STELLA ROSSA, di cui il Godano era uno dei massimi responsabili, era allora solito "proteggere" i concerti organizzati dall'impresario David Zard dalle contestazioni del movimento rispetto ai prezzi eccessivi dei concerti stessi.

Si sa, i tempi cambiano e, pur senza indulgere a revisionismi e pentitismi, non e' detto che le rigidita' ideologiche di quei lontani anni non possano essere rivisitate e contestualizzate oggi con freddezza e disincanto.

Ma allora, in questo senso, credo che il Sig. MARCO GODANO, invece di tentare di censurare "Bella ciao" per non dispiacere a Berlusconi ed ai nuovi vertici RAI, POTREBBE PIU' UTILMENTE CONTRIBUIRE AD UNA "RISCRITTURA" PACATA ED INTELLIGENTE DEL PASSATO, AIUTANDOCI TUTTI A CHIARIRE, AD ESEMPIO, I LATI OSCURI DI UN ALTRO "EVENTO", CHE NELLE INTENZIONI INIZIALI AVREBBE DOVUTO ANCH'ESSO ESSERE UNA FESTA DI PIAZZA E CHE INVECE PURTROPPO FINI' IN MODO MOLTO TRISTE.

"Evento" del quale, solo pochi giorni fa', si e' consumato - nel silenzio generale dei media, Manifesto compreso - il venticinquennale.

DO YOU REMEMBER GIORGIANA MASI ?

Saluti comunisti.

12/5/2002

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una discussione su indy dell'anno sorso
by sempre il "memore" Friday, May. 12, 2006 at 4:28 PM mail:

[Giorgiana Masi] stasera a chi l'ha visto
by antidalemiano Monday, May. 23, 2005 at 8:33 PM mail:



chi l'ha visto stasera

tra pochi minuti inizia una puntata dedicata ai fatti del 12 maggio 77, dopo le dichiarazioni di Kossiga sul "fuoco amico".




curiosità
by curioso Monday, May. 23, 2005 at 9:13 PM mail:




avevo letto su un commento a un post su giorgiana:

"Io mi iscrissi a Stella Rossa,
praticai l agopuntura e giocai ad hockey su prato . .. ... "
frase di Federica Sciarelli, conduttrice oggi di Chi l'ha visto

(qualcuno puntava il dito su questa organizzazione ml "stella rossa)

insomma non è strano che ad occuparsi del caso sia proprio una ex militante di stella rossa?



post
by antidalemiano Monday, May. 23, 2005 at 9:16 PM mail:




questo il post in cui si discuteva dei fatti del 12 maggio 77

http://italy.indymedia.org/news/2005/05/792667



roba da matti ....
by gianni Monday, May. 23, 2005 at 9:58 PM mail:




Federica Sciarelli su quella vicenda sa veramente tutto.

Era la compagna di banco di Giorgiana.

E' lei che e' stata ripetutamente sentita dalla Digos nel 2000/2001 sulla vicenda.

E' lei l' ispiratrice delle sortite di Kossiga




quel post sembrerebbe scomparso
by ken parker Monday, May. 23, 2005 at 10:11 PM mail:




anche io avevo letto quel post che pero' adesso sembrerebbe scomparso dall' archivio di indymedia ( strano, roba della settimana scorsa ).

comunque le perplessita' sul fatto che sia proprio la Sciarelli, militante all' epoca in un certo gruppo ( piu' volte accusato di essere al servizio del ministero degli interni e persino di essere gente del Mossad israeliano e poi confluito in molti dei suoi dirigenti in Forza Italia ) ed anche notoriamente "intima" di Cossiga ad organizzare questa pagliacciata sono del tutto giustificate.



non è scomparso niente
by antidalemiano Monday, May. 23, 2005 at 10:15 PM mail:




ho sbagliato il link evidentemente
http://italy.indymedia.org/news/2005/05/792902_comment.php#793030



continuando con la dietrologia
by antidalemiano Monday, May. 23, 2005 at 10:23 PM mail:




dalla famosa intervista a Kossiga:

«[..] negli ultimi tempi ho espresso un solo voto con autentico entusiasmo».
Per chi?
«Per Federica Sciarelli. Ho preso la tessera da giornalista apposta per votarla alle elezioni dell'Ordine. Poverina, ha dovuto pure fare causa alla Mondadori per smentire quel pettegolezzo falso sul nostro conto. Un giorno mi chiamò trionfante: aveva vinto la causa».
E lei come rispose?
«Purtroppo».



il link all'intervista a kossiga
by antidalemiano Monday, May. 23, 2005 at 10:32 PM mail:




http://www.claudiocaprara.it/archives/005372.html




La storia ....
by alias Tuesday, May. 24, 2005 at 12:27 AM mail:




La storia e' complessa e incasinata e risente sia delle contrapposizioni del passato sia del clima di "revisionismo" che si respira.

E' recente la vicenda Lollo-Mattei-Primavalle.
Come far comprendere, in quel caso, che se e' vero che quella tanica fu portata fuori la porta CHIUSA di casa Mattei, come dice Lollo, dai militanti di PotOp esplose pero' soltanto cinquanta minuti dopo e all' interno di casa Mattei ?

I giudici stessi arrivarono a questa conclusione, condannando i potoppini solo per incendio aggravato ( cosa che ha permesso la prescrizione ) ma come puoi far capire ad un ventenne di oggi che quella cosa avvenne per incidente, che i Mattei se la portarono in casa, che aspettarono quasi un ora per chiamare la polizia e che probabilmente la fecero esplodere loro inavvertitamente ?

Qualcosa di simile avviene per Giorgiana.

Come fai capire allo stesso ventenne che quel giorno un gruppo di provocatori, considerati da tutti gente legata alla polizia e a qualche servizio segreto, ma che ostentavano un nome "di sinistra" hanno completato l' opera non riuscita dei poliziotti "ufficiali" che sparavano a Piazza della Cancelleria ?

Come glielo spieghi ? E infatti si e' rinunciato da quel giorno a spiegarglielo.

E mo' esce fuori una tizia che, per carita', in perfetta buona fede in quel gruppo aveva brevemente militato, che magari non subito ha poi capito qualcosa e l' ha pure raccontata in anni recenti alla Digos romana ( comunque non solo lei )senza che succedesse nulla e magari e' pure un po' incazzata per questo.

Visto che fa la giornalista e visto che e' pure molto in confidenza con Kossiga, realisticamente decidono insieme di cercare di riaprire la questione, utilizzando i mezzi che hanno, lei la sua trasmissione su Rai3 e lui i legami con un grande quotidiano da cui l' articolo di Repubblica e la pagliacciata di questa sera a "Chi l' ha visto ? "

Naturalmente i sentimenti che spingono i nostri due potrebbero essere molto diversi.

Il boia, che ammette di sapere tutto da molti anni se non da subito, vuole scagionare se stesso e la polizia "ufficiale" dalla morte di Giorgiana ma non puo' dire tutto quello che sa senno' emergerebbero i legami strani di quel gruppo di provocatori, quelli di allora e quelli attuali con ambienti berlusconiani.

La giornalista, che di Giorgiana era buona amica, forse vuole soltanto levarsi qualche sassolino nella scarpa, vendicare l' amica e anche se stessa da gente da cui si e' sentita tradita, gente a cui probabilmente era anche sentimentalmente legata in quei lontani anni.
Ma pure lei, che ha fatto una discreta carriera, non vuole probabilmente bruciarsi del tutto e quindi rimane nel vago.

Ma come fanno lei e il Presidente a fare finta di non sapere, come hanno fatto stasera, che l' inchiesta e' gia' stata riaperta ( e forse richiusa ) soltanto qualche anno fa e che ne parlo', sia pure in modo distorto, piu' volte anche il principale quotidiano romano ?

Come fa a sostenerlo lui a cui non mancano certo i canali informativi, compresa la bella giornalista ?

E soprattutto come fa a sostenerlo lei che di quella inchiesta riaperta era uno dei testimoni-chiave, forse il principale ?




dietrologia utile
by acronimo Tuesday, May. 24, 2005 at 10:04 AM mail:




In anni precedenti al 1977 - nel 1972 o 73 - Adriano Sofri defini' quel gruppetto stalinista come "una diramazione dell' Ufficio Affari Riservati del Ministero dell' Interno".

Chi era nel 1977 il Ministro dell' Interno se non il boia Kossiga ?

Alla fine i conti tornano lo stesso.

Anche se certo e' difficile spiegarlo oggi a chi allora non era nemmeno nato.



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ancora
by memore Friday, May. 12, 2006 at 4:45 PM mail:

Kossiga, come fa dai tempi in cui “esternava” dal Quirinale, mischia elementi di verita’ con clamorose bugie.

Dubbi seri su come fossero veramente andate le cose ce ne furono da subito, anche nell’ ambito di movimento.

Quel giorno la polizia sparo’ per ore, ci furono molti feriti, e gli spari erano per uccidere.

Pero’, nel caso di Giorgiana, c’era un elemento assai contraddittorio.

Era stata uccisa con la stessa arma che una mezz’ ora prima aveva gravemente ferito un carabiniere dall’ altra parte del Tevere.

Realisticamente si trattava di una carabina o comunque di un'arma lunga da tiro, visto che con un proiettile calibro 22 ( quindi molto piccolo e poco potente ) fu ferito un carabiniere da una parte all’ altra del Tevere e fu uccisa Giorgiana che fu passata da parte a parte dallo stesso proiettile che poi feri’ gravemente un’altra compagna manifestante.

Come dicevo, dubbi ce ne furono moltissimi anche tra i compagni ma di fronte ad uno stato ( per bocca dello stesso Kossiga ) che rivendicava fermamente il fatto, quasi se ne vantava, gli stessi dubbi passarono in secondo piano.

Lo stesso Pannella insinuo’ il dubbio che agenti provocatori ( anni dopo si parlo’ di Gladio e lo stesso Kossiga alluse in quel senso ) avessero sparacchiato sia contro i carabinieri che contro i dimostranti, allo scopo di alzare il piu’ possibile la tensione politica.

E per la verita’ qualcosa di simile era gia’ avvenuto due mesi prima sempre a Roma durante i durissimi scontri del 12 Marzo 1977 con oltre trenta feriti, da una parte e dall’ altra, feriti da colpi di arma fuoco.

Negli anni novanta fu fumosamente riaperta l’ inchiesta ma con elementi a dir poco allucinanti, basti pensare che la principale testimonianza era di quel “pallonaro” di Angelo Izzo che sosteneva di aver saputo in carcere che ad uccidere Giorgiana fosse stato il suo vecchio camerata Andrea Ghira.

Ghira, che oltretutto pare fosse già morto un anno prima di quel fatto, usci’ quasi subito di scena.

Ma l'inchiesta continuo’ stancamente, rincorrendo fantasmi vicini alle B.R. ed altre amenita’ senza riscontro.

Fino a che, nel 1999, un noto esponente dell’ autonomia operaia romana ( tutt’ ora in servizio permanente effettivo nelle lotte sindacali e nel movimento no global ), ascoltato su altra vicenda di quegli anni, forni’ alla Digos elementi che portavano sulle tracce di un gruppo sedicente marxista – leninista, gia’ allora guardato con sospetto all’ interno del movimento e che in anni successivi, passando per il fiancheggiamento al Psi di Craxi, e’ approdato quasi interamente nel giro di Forza Italia.

L’ esponente di Autonomia non parlava di cose che sapeva in prima persona, ma riferi’ il racconto fattogli da un giovane sottoproletario di Trastevere, anche lui in quegli anni militante autonomo, poi morto di overdose nei primi anni novanta, che aveva casualmente assistito alla vicenda dalla finestra di casa.

Ma, nonostante una serie di riscontri positivi ( tra l’ altro uno degli indiziati era il fidanzato della compagna di banco di Giorgiana, ora notissima giornalista, ma anche lui è un assai noto organizzatore di "eventi" musicali e non ), l’inchiesta verra’ definitivamente archiviata dalla Procura romana nel 2002.

E sapete perche’ ? Perche’ erano uscite anche chiare compromissioni dei personaggi del gruppo sedicente m-l non soltanto con l’ attuale centrodestra ma soprattutto con un preciso servizio segreto straniero, per intenderci quello che passa per essere il “servizio” piu’ efficiente dell’ intero pianeta ( non parlo della Cia, quindi credo ci siamo capiti ) ed anche compromissioni tali da rendere credibile anche il coinvolgimento di Gladio cui alludeva in tempi lontani Pannella.

E’ difficile immaginare che il buon Kossiga ignori tutti questi passaggi della vicenda e che abbia taciuto a suo tempo per “carita’ cristiana”.

Non fosse altro perche’ la nota giornalista di cui parlavamo prima ( la compagna di banco di Giorgiana ), anche lei ascoltata dalla Digos nell’inchiesta, è notoriamente molto amica dello stesso Kossiga, sin dai tempi del Quirinale.

Ma comunque Kossiga sostiene di aver saputo quasi subito ( e quindi non negli anni novanta ) i temini della vicenda dal Questore di Roma di allora, Fernando Masone.

E quindi ha realisticamente taciuto, mentendo, allora cosi’ come parla, omettendo la sostanza della questione, adesso.

La sostanza della questione e’ che, anche se non sono stati materialmente poliziotti in divisa ad uccidere Giorgiana, sempre di un omicidio di stato si tratta.





vediamo se indovino
by manolesta Tuesday, May. 17, 2005 at 3:10 PM mail:




... Esilarante intervista di Federica Sciarelli: Io mi iscrissi a Stella Rossa,
praticai l agopuntura e giocai ad hockey su prato . .. ...
( da Dagospia ).

il servizio straniero di cui si parla non e' quello con la kippa ?
lo stesso che, a detta di Franceschini, cerco' anni prima di contattare le B.R. - che rifiutarono - allo scopo di destabilizzare piu' possibile l'Italia e quindi rendere un "bastione assoluto" occidentale il loro stato nell' area ?

e quel gruppo marxista- leninista, ora che ci penso, non era formato in grade parte da personaggi di origine ebraica , a partire dal grande capo dal cognome inequivocabile ?

e kossiga, grande esperto di "intelligence", fa ancora oggi il finto tonto ?

a chi sta mandando i suoi soliti segnali mafiosi ?




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vorrei sapere
by curioso Friday, May. 12, 2006 at 4:48 PM mail:

sono curioso: ci sono prove concrete per affermare, come fa new dada, che il proiettile che feri' un poliziotto a ponte Garibaldi fu esploso dalla stessa arma che uccise Giorgiana Masi?

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è assodato .....
by new dada Friday, May. 12, 2006 at 4:57 PM mail:

è assodato dalle perizie balistiche dell'inchiesta

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grazie
by curioso Friday, May. 12, 2006 at 5:10 PM mail:

grazie new dada.

La cosa mi interessa perche' una cosa simile potrebbe essere successa anche per la morte di Lorusso a Bologna qualche giorno prima (ucciso da un proiettile entrato di fronte, mentre dava le spalle, scappando, alla polizia che sparava verso via Mascarella), ma in questo caso certezze non ce ne possono essere perche' il proiettile lo trapasso' e non fu mai recuperato... ( e la vulgata di movimento su questo particolare e' sempre stata confusa: la versione che avevo sempre sentito io è che Lorusso fu colpito alle spalle mentre scappava, ma l'autopsia e le testimonianze dicono altrimenti)
anche in questo caso Cossiga aveva tutti i motivi per soffiare sul fuoco...

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si ma....
by new dada Friday, May. 12, 2006 at 5:57 PM mail:

si, ma cerchiamo di non esagerare.

Nel caso di Lorusso i carabinieri ammisero tranquillamente di aver sparato ad altezza d'uomo, in quella via ci sono ancora i buchi nel muro,la pallottola che lo uccise era effettivamente d'ordinanza dei CC ed uno di loro fu processato ed assolto soltanto sulla base della legge Reale che di fatto permetteva agli sbirri ogni sopruso.

Realisticamente Lorusso, che era appena arrivato sul posto e non doveva essersi reso conto pienamente della situazione, stava camminando in senso opposto agli altri manifestanti o si era voltato per guardare, per cui fu colpito in quel modo.

Quanto sostengo, non da solo, da anni su Giorgiana non ha nulla di "revisionistico" o di difesa dell' operato degli sbirri che quel giorno a Roma cercarono scientemente i morti.

Dico semplicemente che, nel caso specifico di Giorgiana, le cose andarono in modo diverso CON LA STESSA COMPLICITA' DELL'APPARATO DI STATO, che ha infatti coperto altrettanto scientemente i probabili assassini per tutti questi anni.

Ignorando testimonianze, insabbiando inchieste e quant'altro.

Kossiga rimane comunque, anche nell'ipotesi che io formulo, il principale responsabile del fatto, quello che, per inconfessabili motivi, l'ha coperto per un quarto di secolo.

Salvo poi, in vecchiaia, per capriccio, tirare fuori in modo distorto e strumentale qualche barlume di verità per ricattare qualcuno che lui sa .......

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preciso
by curioso Saturday, May. 13, 2006 at 4:17 PM mail:

Per la precisione: la pallottola che uccise Lorusso non fu mai trovata, quindi non fu possibile stabilire con precisione chi l'avesse effettivamente ucciso. I carabinieri - anzi IL carabiniere sparò ripetutamente da via Irnerio verso via Mascarella, ma secondo la maggioranza dei testimoni oculari (e anche da quelli che non deposero) Lorusso stava dando le spalle ai carabinieri e stava scappando coi compagni. Il processo stabilì che comunque il caramba aveva sparato per legittima difesa, quindi non era necessario stabilire da dove proveniva il proiettile, nel senso che anche se fosse stato del caramba a quel punto chi se ne frega ma il dubbio resta.

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E' destino .....
by uno che c'era .... Saturday, May. 13, 2006 at 6:26 PM mail:

E' destino che quando si cerca di fare chiarezza sulla tragica morte di Giorgiana ci si trovi regolarmente di fronte a due tipi di reazione, opposti ma di fatto convergenti.
Quelli che ti danno dell'"infame" e che pur pensando tutto il male possibile di quel miserabile gruppo di provocatori sionisti che si chiamava Stella Rossa-Partito della Rivoluzione Socialista ritengono sbagliato rimettere in discussione la storia, anche se la sostanza politica dell'omicidio di regime non cambierebbe di una virgola.
E quelli che, in buona o mala fede, approfittando del caso di Giorgiana vorrebbero, in una logica neorevisionista, rimettere in discussione tutta la storia italiana degli anni sessanta e settanta, assolvendo lo stato e i suoi apparati militari di tutte le sue immani e criminali colpe.
E' soprattutto a causa del convergere di questi due tipi di reazioni, insieme alla chiara volonta' politica, di centrodestra e di centrosinistra ( radicali compresi), di non parlare delle responsabilità israeliane in questa e in altre tragiche vicende di quel periodo, che la chiarezza invocata su Giorgiana non è mai stata fatta.
E purtroppo non credo che sarà più possibile farla.

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