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pubblicato il 20.10.08
Pavia: chiude Forza Nuova
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Forza Nuova chiude la sezione pavese in Borgo Ticino: si tratta di un'ammissione di colpa e di un tentativo di anticipare la chiusura da parte della magistratura, per evitare di rendere conto dell'agguato premeditato. Soprattutto, si tratta della vittoria di tutta la Pavia antifascista che ha saputo mobilitarsi immediatamente, secondo le pratiche democratiche e non violente che da sempre la contraddistinguono, evitando, nonostante la legittima rabbia, di cedere alle provocazioni.

Mercoledì notte solo la nostra responsabile gestione della piazza ha evitato il peggio: oltre 200 giovani si sono subito autorganizzati in cordone: per permettere ad altrettanti di continuare la festa universitaria all'interno del CSA; per evitare ulteriori violenze fasciste; per impedire la fuga ai fascisti rinchiusisi nella loro sede di scappare, come già fatto da alcuni degli aggressori appena dopo l'agguato, approfittando di un furgone pronto all'uso.

E' la città intera che li ha rifiutati: centinaia di giovani, magari intervenuti per la prima volta al Barattolo, sono rimasti, arrabbiati, indignati ma lucidi e determinati, in presidio fino alle 4.30 di mattina, hanno partecipato all'assemblea per la stesura dei comunicati fino alle 7 e si sono riprsentati il giorno dopo alle 18 per esigere la chiusura della sede.

Ringraziamo anche i numerosi che con la loro testimonianza hanno permesso che la verità emergesse senz'ombra di dubbio fin dagli istanti successivi all'aggressione.

Anche per rendere omaggio a questa forma di partecipazione e coraggio civile perseguiremo con ogni mezzo chiunque in questi giorni abbia diffuso menzogne tentando di coprire l'agguato fascista.

Attendiamo di vedere i risultati dell'indagine della magistratura e le prese di posizione delle istituzioni ma già sappiamo che, nella migliore delle ipotesi, non faranno altro che giungere alle conclusioni che andiamo ribadendo da sempre: forza nuova è un partito fascista e in quanto tale non può essergli concesso il minimo spazio di visibilità e agibilità politica.

Che i forzanuovisti si risparmino la fatica di cercare un'altra sede: la città continuerà a rifiutarli, ovunque troveranno lo stesso trattamento che centinaia di studenti e lavoratori pavesi gli hanno riservato i giorni scorsi.

Pavia ha finalmente conquistato una fondamentale vittoria: per la prima volta una città ha costetto alla chiusura una sede fascista. Da qui dobbiamo partire per ottenere lo scioglimento di Forza Nuova. Il giorno dopo l'aggrssione il segretario del partito, Roberto Fiore, dichiarava: "La Lega aveva fatto promesse e su queste si è giocata la vittoria elettorale. Promesse buttate al vento, semirinnegate, svuotate di ogni valore: i fucili li useremo noi" - Roma, 16 ott. (Apcom): parole che svelano oltre ogni ragionevole dubbio il progetto politico di Forza nuova: ricostituire il partito fascista e ritrascinare il paese nelle pagine più nere della sua storia.

Ribadiamo che l'obiettivo dell'agguato premeditato dell'altra sera era quello di intimidire i frequentatori del Barattolo che, con la propria partecipazione, promuovono quotidianamente un'idea di socialità basata sull'inclusione sociale e sul confronto tra le culture. Attività culturali e ludiche (dibattititi, cineforum, concerti), sportello d'assistenza ai migranti e doposcuola per i ragazzi migranti, corsi di italiano e di alfabetizzazione informatica. Queste sono le attività promosse da persone che rifiutano la semplicistica e sensazionalistica definizione di "antagonisti" non limitandosi a predicare ma praticando ogni giorno l'inclusione sociale, la difesa del territorio costruendo nuove forme del vivere comune.

In questi giorni abbiamo ricevuto attestati di solidarietà da molte parti: ben venga, ma adesso ci aspettiamo che la solidarietà si trasformi in atti concreti, a partire dal consiglio comunale di luendì sera durante al quale chiediamo di condananre quanto succeso e di riconoscere la reale natura di questi eventi: non si tratta di azioni criminali perpetrate da singoli individui, bensì l'applicazione materiale di una prassi politica storicamente ben definita, lo squadrismo, fondamento di un movimento politico ben definito, il fascismo.

La nostra solidarietà va anche ai borghigiani che hanno dovuto subire in questi giorni una decisa militarizzazione del quartiere.

Restano in tutto questo da chiarire alcuni punti oscuri, soprattutto sull'operato della questura: l'intervento è stato tardivo e la gestione della piazza mercoledì notte improntata alla provocazione ed alla minaccia: solo la fermezza e la lucidità dei manifestanti, prima e dopo l'arrivo di Polizia e Carabinieri, ha impedito che la situazione degenerasse.

Devono ancora spiegarci perché ai feriti è stato impedito di sporre denuncia in Pronto Soccorso, come normalmente avviene; perché, se c'era bisogno di salvaguardarli da eventuali altri aggressori a piede libero, sono stati invitati ad andare in questura autonomamente; perché vi sono stati trattenuti fino alle 9.30 della mattina seguente ascoltati semplicemente come persone informate dei fatti senza che gli fosse permesso sporgere finalmente denuncia; perché negli uffici della questura è permesso affiggere calendari e locandine fasciste.

Da oggi Pavia è tornata ad essere territorio liberato dalla presenza fascista: è una vittoria di tutto il movimento, della sua determinazione e fermezza; una vittoria che solo con la continua vigilanza antifascista potrà essere manenuta.




rassegna stampa

I responsabili del partito di estrema destra: «Ricostruzione dei fatti a senso unico, anche noi sporgiamo denuncia per i fatti di mercoledì»

Forza Nuova saluta via dei Mille

Cambierà sede. I giovani del Barattolo: «Non basta, deve lasciare Pavia»

I ragazzi di sinistra chiedono che le forze politiche prendano posizione sulla vicenda in consiglio comunale

PAVIA. Forza Nuova cambierà indirizzo, lo annunciano i responsabili del movimento in un comunicato. Lascerà via dei Mille, finirà presumibilmente lontana dal centro sociale il Barattolo. La difficile coesistenza tra i giovani di estrema destra e quelli di sinistra, oggi gomito a gomito, non sarà più un problema. La notizia rallegra solo in parte i rappresentanti del Barattolo: «E' una vittoria per le forze democratiche della città - spiega Alessandro Cajani dell'associazione i Corsari - , ma chiediamo, dopo i fatti allucinanti dell'altra notte, che nessuna sede di Forza Nuova apra in città, tanto meno in periferia dove il controllo sugli estremisti di destra sarebbe ancora più problematico». Alcuni dei giovani picchiati mercoledì non si sono ripresi completamente.
«No, infatti: alcuni di noi sono tornati al pronto soccorso, c'è chi ha mal di testa, chi dei forti dolori alla schiena, d'altronde perché stupirsi, l'altra notte siamo stati picchiati selvaggiamente». Continua Cajani: «Quanto all'annunciata chiusura della sede di Forza Nuova in via dei Mille, riteniamo si tratti di una mossa strumentale: che senso ha chiuderla adesso alla vigilia di un molto probabile provvedimento di sequestro da parte della magistratura?». Lo spostamento della sede di Forza Nuova non rasserena i giovani del centro sociale il Barattolo: «Noi tutti siamo dell'idea che un partito dichiaratamente neofascista non possa avere una rappresentanza in città - dice ancora Cajani - poco conta che si trovi in centro o in periferia, dove tra l'altro sarebbe persino peggio. Forza Nuova è un movimento fuori legge, che propugna idee che dovrebbero indignare tutte le persone democratiche». Il pensiero corre di nuovo ai fatti di mercoledì notte: Conclude Cajani: «E' stata una vittoria del movimento antifascista perché le ragazze e i ragazzi del Barattolo hanno impedito, facendo cordone davanti alla sede di Forza Nuova, subito dopo l'aggressione squadrista ai suoi militanti, che i responsabili dell'agguato fuggissero e che altri si facessero male. Abbiamo fatto cordone in attesa dell'arrivo delle forze dell'ordine. Chiediamo che il consiglio comunale di lunedì (domani per chi legge, ndr) si esprima su questi fatti in modo chiaro, inequivoco: perché l'altra notte non si è trattato di atti di violenza privata, ma di una vera azione squadristica orchestrata contro di noi».
Diametralmente opposta la versione dei fatti di Daniele Spairani, responsabile provinciale di Forza Nuova: «Spetterà alla magistratura chiarire la dinanica dei fatti, non so spiegarmi perché tutti gli indagati appartengano a Forza Nuova. I nostri ragazzi stanno sporgendo denuncia contro ignoti. Comunque, è vero che stiamo cercando una nuova sede e abbiamo già dato la disdetta a quella di via de Mille». Conclude Spairani: «Ero di sopra quando ho sentito venire giù la vetrina del circolo. Mi risulta che da parte dei ragazzi di Forza Nuova vi sia stata una reazione a una determinata situazione. Siamo rimasti asserregliati nella sede, fuori ci minacciavano di morte, le nostre, e forse non solo le nostre, auto sono state distrutte. Abbiamo subito una violenza privata, e forse anche un sequestro».
Nella notte di mercoledì sono rimasti feriti otto giovani del centro sociale, nove gli indagati, tutti appartenenti a Forza Nuova, sul posto sono intervenuti agenti di polizia, carabinieri e finanzieri.


Condanna per l'aggressione» I capigruppo consiliari uniti


PAVIA. I capigruppo del consiglio comunale di Pavia condannano all'unanimità l'aggressione operata da esponenti di Forza Nuova a otto giovani frequentatori del "Barattolo". La presa di posizione è giunta ieri mattina, con un documento ufficiale. L'episodio di mercoledì notte accomuna, nella censura, tutti i partiti, da Rifondazione comunista ad Alleanza nazionale. Un segnale forte che dovrebbe essere ribadito, domani sera, con la lettura di un documento in apertura di consiglio comunale.
La conferenza dei capigruppo, alla presenza del sindaco, ha espresso una «ferma condanna per l'aggressione subìta da otto giovani frequentatori del "Barattolo" da parte (così come accertato dalla Digos di Pavia) di nove persone appartenenti al gruppo politico di Forza Nuova».
Gli stessi capigruppo, dopo avere espresso solidarietà ai ragazzi ingiustamente aggrediti, ribadiscono «l'impegno del consiglio comunale e dell'amministrazione, in nome della cultura democratica, della civiltà secolare del diritto e della legalità, a stigmatizzare e condannare tutte le espressioni e manifestazioni di dileggio aggressivo provenienti da settori politici organizzati della città sia nel presente che nel futuro; all'osservanza di un codice di rispetto che non lasci spazio alla violenza; ad evitare con ogni mezzo il rischio che si alimenti, anche inconsapevolmente, il conflitto sociale».
Inoltre i capigruppo di palazzo Mezzabarba sollecitano la cittadinanza «a collaborare affinchè in città si mantenga il clima di convivenza civile che da sempre contraddistingue la nostra comunità» e invitano «gli organi competenti a porre in essere tutti quegli atti tesi a fare in modo che situazioni simili non si ripetano». Un invito abbastanza esplicito ad adottare provvedimenti a tutela dell'ordine pubblico. (f.m.)
agina 13 - cronaca

IL COMITATO

«Quartiere degradato»

PAVIA. La famiglia del dottor Ettore Brusotti abita in via dei Mille a una cinquantina di metri dal centro sociale il Barattolo. La convivenza, in questi anni, non è stata facile: «La questione è complessa, non mi sento di dare dei giudizi. Di sicuro per chi vive non è semplice accettare il fatto che i concerti comincino alle undici di sera quando al mattino bisogna alzarsi per andare a lavorare». Negli ultimi tempi però le cose sono un po' migliorate: «Qualcosa è stato fatto, la giunta si occupa maggiormente della questione, una volta il centro era terra di nessuno, dove si permetteva la vendita illegale di cibi e bevande in un edificio non a norma». Ma le perplessità del dottore, promotore in passato di un comitato, non si limitano al problema rumore: «Qualche passo avanti è stato fatto, resta però un punto irrisolto: il centro dovrebbe essere a disposizione di tutta la cittadinanza, aperto a tutti e non solo dei giovani, come d'altronde prevedeva il lascito. La questione non è risolta, con il risultato di avere una vita di quartiere sfilacciata e degradata».

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