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pubblicato il 4.11.08
Ancona: svastiche per profanare le tombe dei partigiani
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Blitz notturno a Tavernelle, imbrattato il colombario dei combattenti Tiraboschi, Barilatti e Tommasi

Svastiche per profanare le tombe dei partigiani

Corriere Adriatico, 2 novembre 2008

Ancona - Due svastiche alla base delle tombe dei partigiani ad Ognissanti. E’ la notte di Halloween, ma non c’è scherzetto che tenga. Uno sfregio mirato, compiuto solo lì. E studiato, considerato che neppure tutti sanno che c’è un colombario a Tavernelle dei soli combattenti. Forse in un raid notturno, compiuto scavalcando le recinzioni, oppure poco prima della chiusura di venerdì o subito dopo l’apertura di ieri mattina. Sono state due donne ad accorgersi di quanto era accaduto, ieri mattina di buon’ora. Di quelle due svastiche, emblemi nazisti, sulle tombe dei partigiani. Le donne hanno dato l’allarme alla polizia municipale, che ha allertato l’operatore reperibile di Anconambiente. I cancelli hanno aperto alle 7, per la due-giorni più intensa dell’anno nell’omaggio ai defunti. Gli addetti al cimitero di Tavernelle hanno lavorato senza sosta in questi giorni, per sistemare anche l’impossibile. Venerdì pomeriggio hanno fatto fronte anche a tre tumulazioni. Ma alle 18 quelle svastiche lì proprio non c’erano. Forse sono state fatte nella mezz’ora subito successiva, prima della chiusura dei cancelli, fino a venerdì alle 18.30. Forse qualcuno è entrato in azione ieri mattina, all’apertura. O forse è stato un blitz notturno. Comunque, un episodio choc nel cimitero che è stato scenario dell’omicidio Bonfitto e che l’altra settimana ha subito i contraccolpi dell’esplosione nella casa di via Passo Varano.

Due svastiche alla base delle colonne che fanno da cornice al colombario dei caduti per la guerra di liberazione. Quarantotto lapidi. Tra cui quella di Amato Tiraboschi - padre dell’onorevole e già sottosegretario Angelo -, cui è intitolata la via di Monte Dago. Antifascista, Tiraboschi ebbe un ruolo rilevante nella Resistenza delle Marche. Nel 1943 fu dapprima vice comandante e poi comandante della Brigata Garibaldi. Comandò la piazza partigiana di Jesi. C’è la lapide di Achille Barilatti - cui è intitolata la via delle Palombare -, uno dei più famosi partigiani marchigiani della resistenza che morì da eroe nella guerra di Liberazione: sacrificò la sua vita a favore di alcuni compagni che stavano per essere fucilati, salvandone cinque.

C’è la lapide di Gino Tommasi - cui è dedicata la strada in centro che va da via Piave a via Podgora -, medaglia d’oro al valore militare. Organizzò e comandò la Brigata Garibaldi marchigiana. Catturato e torturato, venne deportato in Germania finché la sua eroica vita fu stroncata dagli stenti nel campo di Mauthausen. Ma c’è anche una lapide che raccoglie un’intera famiglia. Gli Sgalla vennero fucilati dai tedeschi durante una lotta partigiana in Albania. La bambina aveva appena sei mesi.

“Purtroppo non è un episodio isolato - si rammarica Renato Bastianelli, partigiano, già presidente del consiglio regionale -. Stanno avvenendo un po’ in tutta Italia fatti di questa natura. E questa è una ragione in più per preoccuparsi. Dovrebbero essere le autorità preposte a questo, a far sì che ci siano controlli, a garantire una capacità di intervento, ma non mi pare che ci sia. La natura di quel che è accaduto ci dice che non è un fatto isolatoâ€.

In città, alcuni giorni fa, sono stati regolarmente affissi manifesti della Fiamma tricolore per un’iniziativa pubblica in piazza Pertini e l’inaugurazione della sede in via San Martino. Nello stesso manifesto, l’inneggio alla marcia su Roma del 28 ottobre: si cita quella di Costantino del 312 dC, ma nello stesso giorno del 1922 ci fu anche la marcia su Roma che segnò l’ascesa al potere del Partito fascista.

Il capitolo di ieri, Tavernelle. L’addetto di Anconambiente ha lavorato fino al primo pomeriggio per porre rimedio al fattaccio, almeno visivamente. E’ stata necessaria anche una mano di bianco, per cancellare il prima possibile l’affronto. Alle 15.15, mentre nella cappella del camposanto il sacerdote celebrava messa, non si vedeva già più nulla. L’operatore ha avuto anche l’accortezza di spostare davanti ai basamenti due piante, a copertura ulteriore.

Attonito il sindaco Sturani. “Proprio domani (oggi; ndr) è prevista la cerimonia a Tavernelle, l’omaggio alle tombe degli ex sindaciâ€, dice il primo cittadino. Un altro elemento che potrebbe aver spinto qualcuno ad agire. Il giro - descritto nel sito Internet del Comune - comprende anche l’omaggio ai caduti delle guerre. Il comparto 7, dove si è consumato lo sfregio, si trova nella parte più storica del cimitero di Tavernelle. Dall’ingresso monumentale si scende a sinistra, per delle scalette. Il colombario si trova sulla sinistra, nel muraglione che è di fatto la cinta del camposanto. Fuori vanno e vengono le auto delle persone a Tavernelle per un saluto ai cari estinti. Dentro, la rabbia per un gesto mirato e studiato.




AL CIMITERO DI TAVERNELLE

Svastiche ai piedi del sacrario
dei partigiani, "affronto alla memoria"

DA IL RESTO DEL CARLINO

Ad accorgersi dei due simboli, ieri, sono state due donne che si erano recate sulle tombe dei propri cari. I segni, probabilmente disegnati con della vernice spray, sono stati subito cancellati. Ma le razioni non si placano

Ancona, 2 novembre 2008 - Svastiche alla base del sacrario dei partigiani al cimitero di Tavernelle. Ad accorgersi dei due simboli, ieri, sono state due donne che si erano recate sulle tombe dei propri cari. I segni, probabilmente disegnati con della vernice spray, sono stati subito cancellati.
La profanazione del colombario (48 lapidi, tra cui quelle di personaggi illustri e simboli della Resistenza come Amato Tiraboschi, Achille Barilatti e Gino Tommasi) - che risalirebbe alla tarda serata di venerdì o alla notte tra venerdì e sabato -, ha fatto immediatamente gridare allo scandalo.

‘’Siamo dinanzi a una provocazione intollerabile, a un gesto inqualificabile, estraneo al costume democratico della città e della nostra provincia’’. Così il segretario priovinciale del Pd Lodolini commenta l’episodio delle svastiche tracciate ai piedi del colombario dei partigiani nel cimitero di Tavernelle ad Ancona.
’’Tali gesti deprecabili - aggiunge - confermano la necessità di un impegno conseguente sul piano della vigilanza da parte delle autorità preposte al rispetto della legge e della mobilitazione culturale e civile’’.

Il presidente dell’Anpi Marche Nazareno Re definisce l’atto vandalico "purtroppo solo l’ultimo, in ordine di tempo, degli affronti alla memoria della città e dei suoi figli migliori’’. Così, ricordando che un segno simile è stato tracciato qualche giorno fa anche accanto alla porta dell’Anpi.

Quelle svastiche, afferma Re, rappresentano ‘’lo stato di degrado culturale e morale in cui tanti giovani sono oggi abbandonati. Qualcuno li ha convinti che quel simbolo, ormai abitualmente ostentato anche negli stadi, rappresenta il mito della forza guerresca, del superomismo, della superiorità razziale. Purtroppo, nelle famiglie e nelle scuole nessuno dice loro che invece quel simbolo rappresenta il periodo più tragico della storia d’Europa’’. ‘’Stamattina abbiamo portato ai nostri caduti a Tavernelle la corona e l’affettuoso omaggio dell’Anpi e con noi c’erano tanti anconetani. I conti con le svastiche li abbiamo chiusi 63 anni fa; ciò che ci rammarica e ci allarma - conclude Re - è invece il cupo destino che aspetta questi giovani imbrattatori’’.

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