Carcere - Lettera di Mauro Rossetti Busa sulla morte di Federico Perna a Poggioreale

Riceviamo e diffondiamo:

Un argomento sul detenuto Federico Perna, deceduto l’8 novembre 2013


Il quotidiano “La stampa” riportava la data del decesso del detenuto l’8 novembre, ma la notizia è stata data dopo l’8 novembre solo perché la mamma di Federico Perna si è rivolta al quotidiano, in cui tra l’altro si suppone che il detenuto abbia subito un pestaggio. Un altro caso Cucchi! Beh, il carcere di Poggioreale ha sempre avuto la fama di essere un carcere repressivo, che inculca il terrore nella mente dei detenuti. Il clima che si respira nel carcere di Poggioreale è quello degli anni ‘80/’81, quando avvenivano pestaggi e altre angherie di ogni genere, sempre con la complicità dei tribunali e del Ministero. Il carcere di Poggioreale è sempre stato un laboratorio di morte, dove ogni ora avvengono tentativi di suicidi, che ormai, quando avvengono questi fatti, tutto viene tenuto segreto per non creare allarmismi. Dice la mamma di Federico che Federico non doveva restare in carcere. Beh, vorrei dire una cosa in merito a questo. Nelle patrie galere dello Stato ci sarebbero centinaia di detenuti che non dovrebbero stare in carcere perché non sono compatibili con il regime carcerario perché malati e questo deve pure saperlo anche la signora Ministra Annamaria Cancellieri e i signori Magistrati di Sorveglianza che spesso e volentieri se ne fottono della relazione sanitaria del carcere, oppure lo fanno quando ormai il detenuto ha già un piede nella fossa. A Federico Perna, nel carcere in cui era detenuto, erano state diagnosticate cirrosi epatica ed epatite C, era stato dichiarato incompatibile con il regime carcerario da diversi medici e più volte ricoverato nei centri clinici del carcere. Questa è la prova evidente che i Tribunali di sorveglianza non applicano le leggi sulla salvaguardia della salute dei detenuti in generale, perché l’unica legge che loro sanno applicare è quella di tenerli in carcere il più a lungo possibile per far sì che non possano più nuocere al bene della collettività sociale. Federico aveva un quadro clinico compromesso, almeno questo dicono le relazioni dei medici di diverse carceri. Federico non doveva essere ricoverato nei centri clinici delle carceri ma scarcerato o quanto meno essere ricoverato all’ospedale. Che il caso di Federico sia finito in Parlamento non significa che queste vicende non accadano più e non risolve il problema in se stesso. La signora Cancellieri Annamaria è molto ben informata del fatto che all’interno delle carceri non ci sono soli i detenuti ammalati di epatite C ma ma ci sono anche detenuti affetti da altre patologie come HIV e cardiopatici. Certo, come ho detto, vengono presi in considerazione i referti medici solo quando si ha già un piede nella fossa o si muore in carcere. È inutile che la Cancellieri finga di non sapere pensando di risolvere il problema mandando i soliti “paraculi” dopo che c’è stato il morto/i. Sa bene, e meglio di me, che se esistono dei responsabili del decesso di Federico verrà insabbiato con il compiacimento non solo dei magistrati. Certo Federico non è quella detenuta che la Cancellieri ha fatto scarcerare, è un piccolo criminale, per la cronaca, a cui forse non spettava lo stesso trattamento, il cui unico trattamento è quello di essere morto forse per un presunto pestaggio, già con un piede nella fossa. La prova lampante è che alla mamma di Federico non abbiano saputo dire con certezza dove è morto suo figlio, dandole versioni diverse. Prima le hanno detto che Federico è morto nel centro clinico del carcere di Poggioreale per un attacco cardiaco, poi che è morto in ambulanza o in ospedale.
È chiaro che si voglia nascondere la verità, che Federico è morto nel carcere di Poggioreale(…)

Lettera dal carcere di Terni (AS2)
2 dicembre 2013
Mauro Rossetti Busa

Gio, 12/12/2013 – 22:12
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione