Firenze - Campi di Concentramento

Vogliono aprire dei lager per immigrati a Firenze; uno nell'ex-CNR occupato di Viale Guidoni, l'altro in via Fosso Macinante alle Cascine

Veri e propri Campi di Concentramento, all' interno dei quali si è sepolti dal cemento e circondati dal filo spinato, privati perfino delle scarpe per non poter fuggire, regolarmente imbottiti di sedativi, senza poter vedere un avvocato perché “non c’è reato”. Solo la colpa di non avere in tasca il pezzo di carta appropriato. Li chiamano Centri di Prima Accoglienza, o Centri di Identificazione, o Centri di Permanenza Temporanea.
Non fatevi ingannare: sono campi di concentramento

Se fino ad oggi è stato il CPT di Bologna, gestito dalla Misericordia Fiorentina, a rinchiudere i rastrellati in Toscana, adesso anche Firenze avrà i suoi lager: i nostri democraticissimi PiDuisti, non paghi degli sgomberi delle case occupate e dei campi rom, delle retate contro gli ambulanti, delle chiusure delle piazze e dei fogli di via, si preparano a camuffare da emergenza umanitaria l’ennesima azione repressiva e di controllo sociale…

Contro la propaganda, che ha il compito di farci accettare in silenzio la brutalità dell’internamento "amministrativo" (lo stesso che ha portato ai campi di sterminio nazisti), è necessario fare un po’ di chiarezza.
I CPT sono stati istituiti in Italia nel 1997 dal primo governo Prodi, con la legge Turco-Napolitano, votata dalle forze politiche di ogni schieramento (compresi, indovinate un po’? le merde Verdi e Rifognazione, che ora vorrebbero chiuderli…). Nel 2002 la Bossi-Fini ha introdotto il reato di clandestinità, consentendo di imprigionare in galera chi non ottempera all’ordine di espulsione; ha inoltre istituito i Centri Di Identificazione, in cui i richiedenti asilo vengono internati per circa 20 giorni in attesa di risposta; i CDI servono anche come centri di detenzione “di transito”, in attesa del trasferimento a un CPT, o come campi di detenzione a pieno regime nel caso manchino dei CPT veri e propri.
Tra CDI e CPT c’è insomma una differenza solo formale: basti pensare che sono gestiti dagli stessi enti, spesso perfino dalle stesse persone, e che numerosi CDI si trovano all’interno di CPT (Ponte Galeria a Roma, B.go Mezzanone a Foggia, S. Anna a Crotone…).

Oggi, dopo le cronache di innumerevoli atti di pestaggi, abusi, autolesionismo, suicidio, rivolte, evasioni, la sigla CPT ha assunto il suono sinistro che si merita, e nella democratica Firenze la sinistra giunta non si può permettere di annunciare la creazione di un simile orrore. Ma con le parole giuste, e sollevando un po’ di polvere, qualunque porcheria passerà per necessaria.
E dunque prima si sproloquia di Centri di Prima Accoglienza, come risposta al “bisogno abitativo”: lo ha fatto l’Imperatore della Sicurezza Graziano Cioni a gennaio.
Poi si parla chiaramente di Centri Di Identificazione.
E il progetto di crearne uno proprio nell’ex-CNR, attualmente occupato dagli immigrati del Movimento di Lotta per La Casa, riproduce l’inganno che incredibilmente sposa sgomberi e detenzioni con l’intervento “umanitario” (come già visto a Bologna per le demolizioni cofferatiane dei campi rom, e a Firenze per lo sgombero dell’VIII Padiglione di S. Salvi, anch’esso da anni casa e rifugio di decine di immigrati).

NO AI LAGER PER IMMIGRATI

in qualsiasi forma, sotto qualsiasi nome

UN LAGER E' UN LAGER E CHI LI VUOLE E' UN BOIA

Aprile 2008
laboratorio contro la repressione a Villa Panico a S.Salvi, alla Riottosazquat al Galluzzo nelle piazze e nelle strade

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Lun, 12/05/2008 – 09:55
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