Milano, scontri fra rom e polizia poi l'accordo sul campo di Triboniano

fonte lastampa.it

Quasi cento nomadi in rivolta contro la polizia. Lancio di oggetti contro gli agenti
Causa scatenante: l'esclusione di un gruppo dall'assegnazione di container

MILANO - Giornata di tensione in via Barzaghi tra Rom e polizia. Dopo i focolai di incendio al campo di Triboniano un centinaio di persone ha lanciato oggetti contro le forze dell'ordine. A scatenare le proteste sarebbe stato un gruppo di rom escluso dall'assegnazione di container che avrebbe prima fronteggiato i rom "regolari" del campo e poi, con taniche di benzina, avrebbe dato fuoco a rifiuti e masserizie dell'area bonificata. Poi, in serata è arrivato l'accordo a calmare gli animi.

E così, alle persone che non hanno diritto a rimanere nei prefabbricati, perché escluse dalle liste redatte dal comune, è stata offerta la possibilità di trascorrere la notte nei dormitori della città. I rom hanno accettato anche la condizione di separare gli uomini dalle donne e i bambini, ma domani dovrebbe riunirsi un Tavolo per cercare una soluzione più a lungo termine.

Davanti all'ingresso del campo nomadi era arrivato anche il vicequestore vicario Nino D'Amato e quasi contemporaneamente una trentina di carabineri. D'Amato ha intavolato una breve trattativa con un portavoce dei rom che dopo poco hanno iniziato a sgomberare l'ingresso dell'insediamento dai due cassonetti che sbarravano la via.

La giornata è stata molto tesa. A decine si sono asserragliati in un'area attigua al campo con tre bombole di gas e rifiuti. Via Barzaghi è rimasta bloccata. I vigili del fuoco sono intervenuti per controllare i piccoli focolai di incendio che sono stati appiccati ma che non hanno creato particolare allarme. Soltanto un agente è rimasto contuso ed è stato trasportato all'ospedale. Sul posto sono accorsi una sessantina di poliziotti e una trentina di vigili. E la situazione è gradualmente tornata alla normalità.

Questa mattina, davanti alla sede del comune di Milano, una ventina di Rom avevano protestato contro la procedura di sfratto che il Comune ha predisposto in questi giorni per il campo di via Triboniano. "Vogliono portarci via tutto - ha detto Ion Lautari, arrivato dalla Romania in Italia 13 anni fa - Il Comune dice che noi, per entrare nella graduatoria, dobbiamo avere figli minorenni. Ma io ho 53 anni e i miei figli sono già grandi. Volete dirmi come devo fare?". "Per noi Rom è difficile trovare lavoro - gli ha fatto eco Vintila, delegato nazionale sulla questione dei Rom Romeni - Adesso vogliono pure toglierci dal campo".

Le proteste hanno coinciso con l'assegnazione a 53 famiglie delle roulotte del campo del Triboniano, alla periferia Nord-Ovest di Milano. Le famiglie escluse, meno di 20, sono state costrette a lasciare il campo perché non rientravano nei parametri fissati dall'amministrazione cittadina, avevano cioè precedenti penali o non avevano figli minorenni a carico. Una delegazione di Rom è stata anche ricevuta da Carmela Madaffari, direttore centrale dei servizi sociali del Comune, che si è detta disponibile a valutare caso per caso la situazione delle famiglie escluse.

Al ritorno da Palazzo Marino però, i nomadi hanno trovato le ruspe che smantellavano le loro baracche. Gli occupanti hanno così cominciato a dare fuoco ai rifiuti ammassati, causando alcuni focolai che i vigili del fuoco sono riusciti però a controllare. Nel pomeriggio le famiglie di Rom hanno cercato di entrare in un altro insediamento, il campo numero 1, ed è cominciata una lite fra loro. Nel frattempo è sopraggiunta la polizia in assetto antisommossa che si è frapposta tra i Rom e i vigili del fuoco che stavano spegnendo le fiamme. Poi l'annuncio dell'accordo e la tensione è tornata gradualmente alla normalità.

(21 giugno 2007)


fonte corriere.it

Feriti tre vigili, sequestrate bottiglie incendiarie

Scontro tra nomadi al campo rom

Gli esclusi dalle assegnazioni all'assalto dell'insediamento di via Triboniano. Baracche e roulotte in fiamme

Di questa guerra tra poveri, restano un topone schiacciato dai rivoltosi in corsa, tre bernoccoli su altrettanti vigili, sette nomadi contusi, baracche e baracche bruciate, un arsenale di bottiglie incendiarie mollate sotto il sole, e la posizione del Comune che non cambia: «Chi non sta alle regole, va via». Indietro non si torna. Anche se la tolleranza zero voluta da Letizia Moratti — e non solo: lunedì scorso mozione bipartisan per numero chiuso e azzeramento dei campi abusivi — non può non registrare l'ultima novità dell'infinita saga di via Triboniano: adesso, i nomadi litigano tra loro.
Alle 15, un centinaio di zingari romeni ha mosso contro i duecento connazionali ai quali Palazzo Marino ha concesso 53 roulotte e il permesso di abitare nell'area, a differenza dei sovversivi che «non rispettano i due requisiti richiesti, ossia figli con meno di 14 anni e carichi pendenti alle spalle». Il centinaio ha: attaccato i medesimi connazionali, dato fuoco a un prato di baracche e rifiuti, risposto alle cariche della polizia locale, minacciato di lanciare taniche di benzina e bombole del gas, infine alzato una barricata con un cassonetto. Dietro il cassonetto, si sono trincerati minacciando di deporre le armi a una sola condizione («Roulotte anche per noi») e insultando don Virginio Colmegna: «Via, fazista ».

Ven, 22/06/2007 – 10:33
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