Sequestrata al Niguarda a Milano

fonte avae-m

Paola Sbronzeri è una compagna impiegata alle PT, impegnata sindacalmente, che da quest'anno ha trovato il coraggio e la forza di opporsi al trattamento torturatorio impostole tecnologicamente, e a cercare di scrollarsi di dosso l'imposizione agli psicofarmaci che le sono stati imposti obbligatoriamente da quando ha compiuto due anni fa un piccolo gesto autolesivo, senza precedenti né seguito alcuno.

Pare che sua madre sia in contatto con l'ufficio psichiatrico, ma Lei è adulta e vaccinata, e vive sola. In questo paese la psichiatria sappiamo bene come opera. Qui ci appelliamo ad avvocati, lavoratori ed associazioni sindacali, affinché facciano la dovuta pressione civile a che l'ufficio neurologico-psichiatrico del Niguarda di Milano dimetta al più presto questa nostra compagna.

Chiariamo anche che non è il primo attacco subdolo e studiato a tavolino, anche come date (ricordiamo quello che è successo ad Eleonora Cavagnuolo durante le scorse feste natalizie), contro l'AVae-m, che sta per andare a congresso a fine settembre e che dà non poco fastidio ai baroni della tortura bianca.

Precisiamo che Paola ci aveva preavvertito alcuni giorni fa di ulteriori vessazioni in azienda, e aveva fissato per lunedì il colloquio con l'avvocato. Evidentemente qualcuno ha voluto impedirle questo colloquio.


fonte bollettino oism.info

Paola è rinchiusa nell'Ospedale Niguarda di Milano

In seguito all'appello ci siamo mossi come trasmissione il Nido del Cuculo ed abbiamo telefonato da casa al reparto in cui Paola è rinchiusa. Il primo tentativo telefonico fu condotto da Blister, il quale fu letteralmente insultato dall'infermiere che si rifiutò di passargli Paola. In serata abbiamo richiamato e (avendo trovato un altra infermiera che rispondeva al telefono) siamo riusciti a parlare con Paola.

Quando Paola ha preso a raccontarci di come sia stata sequestrata con la forza e con l'inganno, abbiamo sentito gli infermieri strapparle con la forza il telefono dalle mani e riattaccare.

Abbiamo richiamato più volte e si sono rifiutati di passarcela dicendo che era "contro il regolamento" usare quel telefono per i colloqui personali (nonostante prima ce l'avessero passata). Un infermiere ha preso la cornetta di mano alla sua collega e ci ha insultati e minacciati, ha detto che ci avrebbe denunciato, che "non dovevamo rompere". Ma noi invece romperemo i coglioni ECCOME!

Noi non siamo riusciti ad avere il numero di cellulare di Paola, e forse glie l'hanno sequestrato. Abbiamo lanciato un appello in diretta su Radio Blackout, invitando gli ascoltatori a telefonare al reparto in cui Paola è imprigionata contro la propria volontà.

Ora ci appelliamo a voi e vi chiediamo di esercitare pressione sull'Ospedale Niguarda, telefonando finchè non riuscite a parlare con Paola, a farvi raccontare la storia di cosa è accaduto! Il telefono del reparto è: 02/64442371

L'Ospedale Niguarda ha una lunga storia di violenze psichiatriche, e non è certo la prima segnalazione di violenze e soprusi che ci arriva da persone sequestrate da quest'azienda ospedaliera al soldo dello Stato e delle Farmaceutiche.

Se avete il numero cellulare di Paola inviatecelo a presidente@oism.info

Ho avuto modo di parlare con Paola, e posso garantire che sente il desiderio di comunicare con il mondo esterno e di chiedere aiuto, perciò non desisterò finchè non sarò riuscito a stabilire un contatto comunicativo continuativo con lei.

Oggi, durante la trasmissione il Nido del Cuculo, dalle 16:00 alle 17:00, affronteremo la questione e tenteremo di nuovo di entrare in contatto telefonico con Paola. Se avete notizie in merito, contattateci in radio ai seguenti numeri di telefono:

Tel (anche per dirette telefoniche) 011/24.95.669
Cell (anche per SMS) 346/66.73.263

Chi non è di Torino potrà ascoltarci via internet-streaming: www.nido-del-cuculo.anti-psichiatria.com/

Paola è vittima dell'incarcerazione arbitraria della psichiatria, quell'apparato di controllo sociale che svolge il lavoro di spazzinaggio silenzioso dei socialmente scomodi, per conto di uno Stato che esercita la repressione della dissidenza in nome della «cura».

NON RESTIAMO INDIFFERENTI! REAGIAMO!

Esercitate pressione contro l'Ospedale Niguarda, organizzate presidi e volantinaggio contro quel centro di segregazione e tortura.

Gio, 02/08/2007 – 12:45
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