Terrorismo, operazione a Perugia. Arresti tra gli anarco-insurrezionalisti

fonte lastampa.it

I carabinieri hanno sgominato una cellula della Federazione anarchica informale
Cinque persone in manette. I magistrati: "Sono pericolosi"

PERUGIA - Operazione antiterrorismo in provincia di Perugia. I carabinieri del Ros, coordinati dalla procura del capoluogo umbro, hanno eseguito cinque arresti, mentre un'altra persona è indagata in stato di libertà. Sono tutti anarco-insurrezionalisti appartenenti alla Federazione anarchica informale. "E' una cellula pericolosa" dicono i magistrati. Sono state sequestrate apparecchiature informatiche e molti documenti, ora al vaglio degli inquirenti. Inoltre l'attenzione degli inquirenti si sta concentrando su "altre persone" probabilmente simpatizzanti dell'organizzazione.

Gli arrestati sono tutti originari di Spoleto, incensurati o con piccoli precedenti per reati contro l'ordine pubblico. Si tratta di Michele Fabiani, 20 anni, Andrea Di Nucci, 20, Dario Polinori, 21, Damiano Corrias, 25, e Fabrizio Reali Roscini, 42 anni. Devono rispondere a vario titolo delle azioni addebitate dagli investigatori al gruppo. Sono stati tutti accusati di avere violato l'articolo 270 bis del codice penale che incrimina le "associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico".

Tra l'altro, sono ritenuti responsabili anche dell'invio alla presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti, nello scorso mese di agosto, di una busta contenente due proiettili calibro 38 special e di un volantino di rivendicazione contenente minacce di morte. Nella lettera si parlava di questioni come i lavori per la Tav e del Rio Fergia, lo sfruttamento di una sorgente di acqua nella zona di Nocera Umbra, ma anche a un incidente avvenuto in un cantiere edile nello spoletino. Il gruppo è tra l'altro accusato di avere minacciato di morte il sindaco di Spoleto e alcuni carabinieri e di aver danneggiato alcuni cantieri edili.

L'indagine è stata denominata "Brushwood", prendendo spunto dal termine inglese che definisce la "boscaglia", spesso richiamata dagli arrestati anche nei volantini di rivendicazione quale ambito di riferimento per la "Guerriglia rivoluzionaria". Il gruppo minacciava anche un'"accelerazione armata alla guerra ecologista esplosa in Umbria" e aveva contatti in tutta Italia.

La sigla Fai è comparsa per la prima volta nello scenario eversivo nel dicembre del 2003, quando aveva rivendicato i pacchi bomba spediti a Romano Prodi, all'epoca presidente della Commissione europea, oltre che al presidente della Banca centrale europea e alle sedi di Europol e Eurojust.

(23 ottobre 2007)


fonte adnkronos.it

L'operazione da parte dei carabinieri del Ros

Blitz anti-terrorismo a Perugia, cinque arresti

Smantellata una cellula anarco-insurrezionalista denominata 'Coop/Fai', dedita al compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico. I provvedimenti riguardano cinque ragazzi originari di Spoleto poco più che ventenni

Perugia 23 ott. (Ign) - Cinque persone sono state arrestate questa mattina nell'ambito di una vasta operazione antiterrorismo eseguita in provincia di Perugia dai carabinieri del Ros coordinati dalla procura del capoluogo umbro. Una sesta persona risulta inoltre essere indagata in stato di libertà.

In manette sono finiti cinque ragazzi poco più che ventenni e originari di Spoleto. Si tratta di Michele Fabiani e Andrea Di Nucci, entrambi di 20 anni, Dario Polinori, 21 anni, Damiano Corrias, 26 anni e Fabrizio Reali Roscini, unico 42enne. Quasi tutti sono studenti incensurati o con piccoli precedenti per reati contro l'ordine pubblico.

A tutti viene contestata la violazione dell'articolo 270 bis del codice penale (Associazioni con finalità di terrorismo anche internazionale o di eversione dell'ordine democratico) con l'accusa di aver costituito, organizzato o comunque partecipato ad un gruppo di ispirazione 'anarchico- insurrezionalista' denominato 'Coop/Fai' (Contro ogni ordine politico-Federazione), dedita al compimento di atti di violenza con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico, operante in Umbria e con ramificazioni in altre località del territorio nazionale.

I cinque sono ritenuti responsabili anche dell'invio, nello scorso mese di agosto, di una busta contenente due proiettili calibro 38 Special marca Winchester ed un volantino di rifendicazione contenente minacce di morte all'indirizzo della presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti.

Lindagine, denominata 'Brushwood', avrebbe inoltre accertato la responsabilità della 'Coop/Fai' in merito a vari danneggiamenti, anche seguiti da pericolosi incendi, ai danni di cantieri ed edifici pubblici, vilipendio e ingiurie nei confronti delle istituzioni dello Stato e dei suoi rappresentanti, istigazione a delinquere furto e procurato allarme, minacce di morte nei confronti del sindaco del Comune di Spoleto e di alcuni militari dell'Arma dei carabinieri e detenzione di armi e munizioni.

Nel volantino inviato alla presidente Lorenzetti, inoltre, veniva solleciata l'adesione al compimento di azioni violente, dirette al sovvertimento dell'ordine democratico attraverso la pratica della lotta armata. Secondo quanto riferito dagli investigatori lo stesso gruppo eversivo aveva recentemente minacciato "una accellerazione armata alla guerra ecologista esplosa in Umbria" facendo chiaro riferimento ad una "campagna armata da realizzare nei prossimi mesi".

Nell'ambito dell'operazione sono state eseguite numerose perquisizioni in Umbria e Toscana, nel corso delle quali sono state sequestrate apparecchiature informatiche e numeroso materiale documentale, ora al vaglio degli inquirenti. Ad uno degli arrestati sono stato sequestrati anche cinque coltelli di grosse dimensioni.

Secondo gli investigatori l'operazione ha permesso, "per la prima volta in Italia di disarticolare una pericolosa cellula anarco insurrezionalista, il cui programma criminoso si inquadra in un più ampio progetto sovversivo ideato e già avviato dalla 'F.A.I. (Federazione anarchica informale)". In particolare secondo il comandante del Ros dei carabinieri, generale Giampaolo Ganzer, quella disarticolata in Umbria era una cellula ''in fase di crescita ma già strutturata e di livello di pericolosità crescente. Una cellula che stava sperimentando sul campo la propria capacità operativa''.

Mar, 23/10/2007 – 16:02
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