Torino - Dal presidio davanti al palazzo di giustizia

Continua il processo agli antifascisti torinesi, accusati di devastazione e saccheggio.

Il PM Tatangelo ha incominciato la sua arringa e la sua versione dei fatti partendo dagli eventi accaduti davanti al CPT del 20 maggio 2005; E' poi iniziata tutta la requisitoria sulla manifestazione antifascista del 18 giugno 2005, conclusasi con una carica della polizia in via Po e con le conseguenti 10 denunce per devastazione (dei tavolini e delle sedie volate in aria durante la carica sbirresca) e saccheggio (alcuni gelati spariti e una cassetta delle offerte finita per terra e dal contenuto disperso nel caos del momento).
Tatangelo, dovendo arrampicarsi sugli specchi, ha dovuto ammettere come siano stati i poliziotti a partire per primi con i manganelli ed ha continuato con la sua delirante ipotesi che Tobia sia stato il responsabile dell'inizio degli scontri, spostandosi con velocità fulminea da una parte e l'altra del corte, nei 13 secondi in cui è durata tutta l'azione.

All'ingresso ingenti forze di polizia hanno presidiato le aule, e a dispetto dei precedenti processi, alcuni digos, tra cui quelli che sgomberarono il Maracaibo, e alcuni Ros, apparsi quest'estate allo sgombero dello stabile occupato per la 4 giorni di autogestione e anarchia, hanno schedato i solidali accorsi ad assistere alla "farsa" chiamata dallo Stato "equo processo", forse per evitare che accadano casi come quello di venerdì mattina scorsa.

Al di fuori del palazzo di (in)giustizia sono passati una settantina di solidali, alcuni giunti dal resto d'Italia hanno dato luogo a un presidio con musica e distribuzioni, che tutt'ora prosegue.

L'invito è a passare e a portare solidarietà.
Il primo grado del processo non si chiuderà qui, in quanto Novaro non avrà tempo di dibattere la difesa.

fonte piemonte.indymedia.org

Si è conclusa l'udienza di oggi che ha visto l'arringa del PM Tatangelo.
Le richieste di pena sono state per tutti gli antifascisti di 5 anni e 5 mesi per devastazione e saccheggio. Il PM ha richiesto il minimo della pena (8 anni) con le attenuanti generiche per tutti, anche per Tubia, che Tatangelo considera colui che ha dato ilo via agli scontri.
La tesi di Tatangelo (che si è presentato con un'ampia giurisprudenza sulla devastazione e saccheggio) è che al di là delle singole condotte di piazza degli imputati si deve considerare il contesto. Il problema per Tatangelo non sono i singoli casi di danneggiamento o lesione, ma la natura collettiva del reato.
Secondo il PM a giustificare l'accusa di devastazione e saccheggio non furono quindi i singoli atti lesivi ma il progetto che lui attribuisce ai manifestanti, di turbamento di Ordine Pubblico.

Il processo è stato rinviato al 20 novembre dove dovrebbe tenersi il giudizio.

Mar, 30/10/2007 – 14:53
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