Bergamo- Ieri mattina, intorno alle 7.30, in via Ponchia a Monterosso si è presentato un ingente numero di forze dell’ordine. Gli abitanti del quartiere si sono subito allarmati, temendo un lockdown mirato o un coprifuoco a causa dell’emergenza sanitaria. Invece, le decine e decine di uomini della questura si trovavano li per porre sotto sequestro la cascina di via Ponchia, immobile in cui da ormai 6 anni ha casa il Kollettivo Autonomo Popolare. La Kascina Autogestita Popolare Angelica “Cocca” Casile nasce nel novembre del 2013, e da allora è sempre stata un luogo di promozione culturale e sociale, in cui negli anni si sono succedute tantissime iniziative, come concerti, dibattiti, cineforum, pranzi popolari, labortori e attività per grandi e bambini. Un punto di riferimento per tanti abitanti del quartiere di Monterosso e della città. Da ieri mattina l’edificio è stato posto sotto sequestro su disposizione della procura, dopo la richiesta del comune, proprietario dell’immobile. Già da parecchi mesi il comune aveva fatto sapere l’intenzione di sgomberare l’immobile, al fine di destinarlo ad una struttura per madri sole e in difficoltà: progetto che, a detta della giunta, sarebbe stato gestito dalla Comunità Ruah. Quella stessa Comunità Ruah indagata per condotte illecite e truffa ai danni dello Stato. Nel 2019 il comune vinse un bando europeo che garantisce fondi da destinare alla ristrutturazione di due cascine dismesse, in via Serassi e in Borgo Palazzo, per la realizzazione di progetti di housing sociale: non viene menzionata nel progetto la cascina di via Ponchia. Perchè i membri della giunta già un anno fa dichiaravano pubblicamente che la cascina di Monterosso sarebbe andata alla Comunità Ruah, senza gare d’appalto nè bandi? Forse perchè Ruah, a cui la giunta Gori sembra voler affidare ogni aspetto della solidarietà, ha garantito di stanziare un milione di euro per la ristrutturazione dello stabile? Non è dato sapere. Quello che intanto è sotto gli occhi di tutti e tutte è che uno spazio liberato e autogestito, in cui si sono organizzati tanti momenti di socialità e solidarietà oggi non esiste più. Uno spazio che, insieme a molte altre realtà cittadine, ha partecipato al progetto Super Bergamo durante i mesi più bui del lockdown, per dare un aiuto concreto alle persone che abitano la nostra città.
Dopo la notizia del sequestro della Kascina, la Lega cittadina ha espresso la sua soddisfazione, attribuendosene il merito: il consigliere Ribolla già mesi fa presentò un’interpellanza per chiedere lo sgombero. Vedere il Pd e la Lega esprimere all’unisono il proprio compiacimento sulla questione dimostra ancora un volta come queste due forze politiche abbiano molti punti in comune su temi quali sicurezza e legalità. Sia a livello nazionale (pensiamo alle politiche migratorie di Minniti, ministro Pd, e di Salvini) che nella nostra città, in cui la giunta Gori continua a reprimere il “degrado”, a distribuire multe e daspo ai senzatetto, implementare i controlli polizieschi, costruire e impacchettare l’immagine della città vetrina e del decoro: tutte politiche che potrebbero benissimo essere portate avanti dalla Lega. Il collettivo della Kascina, insieme a decine di solidali, ha organizzato ieri sera un corteo molto partecipato che si è mosso per le strade di Monterosso, arrivando di fronte alla Kascina, in cui sono stati murati gli ingressi, circondata da un numero spropositato di agenti in assetto anti sommossa. Il Kollettivo e le numerose persone che hanno attraversato la Kascina in questi anni han fatto sapere che non si fermeranno; le mobilitazioni, le assemblee e le azioni continueranno nei prossimi giorni.