Dato che i neofascisti di Casa Pound vogliono presentare a Bologna un libro del loro caro amico Pierluigi Concutelli, è giusto fare un po di chiarezza su questo personaggio.
Pierluigi Concutelli, romano di origini marsicane, cresce a Palermo. Il 24 ottobre 1969 è arrestato con altri camerati mentre si addestrano allâuso di mitra, pistole e bombe a mano sulla collina di Bellolampo, vicino Palermo. Se la cava con una condanna a 14 mesi. Milita nel Fronte Nazionale con Ciccio Mangiameli (insieme nella primavera del 1971 compiono un attentato contro una sede della Giovane Italia) poi rientra nellâMSI come dirigente provinciale e presidente del Fuan. Accumula denunce per porto dâarmi, associazione a delinquere e lesioni, il normale cursus honorum di uno squadrista di talento, tra passione per le armi, molte mazzate, qualche botto dimostrativo, la politica di partito. La svolta coincide con il trasferimento della famiglia a Catania. Li Concutelli entra in contatto con gli oridinovisti passati in clandestinitĂ dopo che il Vicinale ha sciolto il gruppo nellâautunno del 1973.
Il 1974 è un anno pesante per lâestrema destra, e il fallimento dei progetti stragisti e golpisti scatena una durissima repressione. In questo quadro si innesta un riavvicinamento tra i gruppi âstoriciâ extraparlamentari, Ordine Nuovo e Avanguardia Nazionale, spesso divisi da una fiera rivalitĂ . Il luogo privilegiato della riunificazione è la Spagna, dove tanti rifugiati italiani, compresi alcuni ordinovisti, fanno capo a Delle Chiaie (leader di Avanguardia Nazionale) che, grazie al ruolo di âdelfinoâ di Borghese, ha un ferreo controllo della comunitĂ esule.
Ă proprio a Madrid, alla fine del 1974, che si aggrega il fronte contro la repressione, dando vita ad unâunica organizzazione, in cui Concutelli avrĂ una parte di rilievo, mentre in Italia il processo in corso a Catanzaro per la strage di piazza Fontana è lâoccasione di stringere i rapporti con i tanti camerati che vengono a testimoniare solidarietĂ a Franco âGiorgioâ Freda.
Giusto in quei mesi Concutelli avrebbe animato il Fronte unitario di lotta al sistema (Fulas), banda armata di area ordinovista, responsabile di attentati a Roma, in Calabria e in Sicilia.
Lo spettro ampio degli obiettivi, mirati e non piĂš circoscritti alla tradizionale lotta anticomunista, e la scelta di operare per campagne coordinate, segnano una discontinuitĂ con la stagione stragista e lâambizione di competere con il partito armato in crescita. Nel gennaio 1975 vengono compiuti attentati dinamitardi allo studio dellâavvocato Eduardo Di Giovanni (curatore con Marco Ligini del libro La strage di stato. Controinchiesta), allâabitazione del giornalista Willy De Luca e presso la redazione de Il Borghese, indirizzato al direttore, Mario Tedeschi.
Al tradizionale addestramento allâuso dâesplosivo e al procacciamento dâarmi, sâaccompagna unâintensa campagna di finanziamento attraverso rapine e spaccio di denaro falso nonchĂŠ una spregiudicata schedatura di militanti âautonomiâ, attivitĂ nella quale si inseriscono scambi di favori con ufficiali dei carabinieri.
Nellâinverno-primavera del 1975 si susseguono attentati in Sicilia e Calabria, ove il Fulas è animato da Concutelli, Mangiameli e altri ordinovisti: alla concessionaria Fiat di Catania, al catasto di Reggio, alla redazione de LâOra di Palermo, alcuni eseguiti in simultanea per dar prova dâefficienza.
Nel frattempo Concutelli è ancora attivo nellâMSI: in primavera si candida al comune di Palermo ma è bocciato, con meno di mille preferenze. Tra cui manca la sua: il giorno del voto, il 15 giugno, è in cella per una rissa elettorale. Ottenuta la libertĂ provvisoria chiede un permesso e a luglio si trasferisce in Puglia, dove organizza il sequestro di un giovane banchiere, Luigi Mariano. Il rapimento dura un mese e mezzo, dal 23 luglio al 9 settembre 1975. Lâostaggio viene liberato nelle campagne di Taranto dopo il pagamento di 280milioni. A settembre scattano i mandati di cattura contro un manipolo di ândranghetisti, Concutelli, i cugini Martinesi (Luigi e Antonio) e un gruppetto di fascisti toscani: Mario Luceri, Mario Pellegrini, Elio Fini.
Concutelli si rifugia nella base romana di via Sartorio (un locale che Avanguardia Nazionale ha messo a disposizione della Milizia rivoluzionaria) e, sviluppando una scaletta di Delle Chiaie, stende un documento sul soldato politico che è sequestrato dopo il blitz di dicembre nel covo.
Con lâaiuto dellâex marò Peppino Pugliese, si rifugia allora in Corsica, a Erbalunga, posizione ideale per il pendolarismo con lâItalia.
In questo periodo Concutelli avrebbe partecipato con Delle Chiaie e Flavio Campo a due operazioni contro rifugiati baschi in Francia, attentati che hanno causato tre vittime.
Concutelli partecipa, come responsabile militare, al vertice in una villa dei Castelli romani e al summit di dicembre 1975 a Nizza, dove lo scontro tra Graziani (Ordine Nuovo) e Delle Chiaie (Avanguardia Nazionale) fa abortire il processo unitario.
Subito dopo il vertice dei Castelli, Concutelli avrebbe ridotto in fin di vita il vicepresidente della Dc cilena Bernardo Leighton, esule a Roma, e la moglie. Per lâattentato la giunta militare avrebbe pagato a Delle Chiaie 100milioni.
Dopo la spaccatura di Nizza anche Concutelli rompe con Delle Chiaie. Nel febbraio del 1976 si allontana dalla Spagna portandosi per ricordo un Ingram, mitraglietta Usa in dotazione alla polizia madrilena.
Il ritorno in Italia è faticoso: Concutelli deve ricostruire unâorganizzazione dopo la rottura con Avanguardia Nazionale. Il gruppo dirigente di Ordine Nuovo è latitante allâestero, con pesanti accuse di stragismo. In Lotta Popolare, che doveva costituire lâorganizzazione di facciata del movimento unitario, gli ordinovisti sono in minoranza. In un paio di mesi Concutelli fonda i Gruppi di azione ordinovista, in cui affluiscono i suoi camerati di Catania, la cellula di Perugia, il forte nucleo tiburtino.
Il 10 luglio del 1976 uccide il pm Vittorio Occorsio, che aveva condotto processi contro Ordine Nuovo. Pochi giorni dopo organizza una rapina in una villa a Tivoli per procurarsi armi (e ci scappa il morto) e poi un colpo alla Banca del Ministero del lavoro, con un bottino di 460milioni di lire.
Quando il cerchio delle indagini si stringe, Concutelli ripara allâestero e rientra solo quando è disponibile un nuovo alloggio sicuro a Ostia.
Il 13 febbraio 1977 viene arrestato, alla vigilia di un attentato contro il pm Vigna.
Lo stesso giorno del sequesto Moro, Concutelli è condannato allâergastolo per lâomicidio di Occorsio, pena confermata in appello, a tempo di record. Nel periodo successivo vengono scoperti numerosi tentativi di evasione. Intanto il 13 aprile 1981, lui e Mario Tuti, leader della banda armata Fronte Nazionale Rivoluzionario, uccidono nel cortile del carcere di Novara Ermanno Buzzi, condannato in primo grado allâergastolo per la strage di Brescia, perchĂŠ confidente dei carabinieri, provocatore e corruttore di minorenni. Saranno entrambi condannati allâergastolo.
Il 10 agosto 1982, nel carcere di Novara, strangola con una rudimentale garrota Carmelo Palladino, fedelissimo di Delle Chiaie, arrestato nellâinchiesta sulla strage di Bologna e sospettato di aver causato la morte di Giorgio Vale (militante di spicco di Terza Posizione e Nar) svelando il nome dellâaffittuario del suo nascondiglio.
Dopo il secondo omicidio in carcere Concutelli è sottoposto al regime di massimo rigore, in totale isolamento nei cosiddetti âbraccetti della morteâ.
Durante i processi è arrogante con i giornalisti e i giudici e rivendica gli omicidi come esecutore e mandante militare. Mai rinnegherĂ lâadesione alla lotta armata.
Oggi Concutelli gode di uno stato di semilibertĂ grazie alla casa editrice milanese Orion, che gli affida la responsabilitĂ dellâufficio romano.
Fonte:
Indymedia EmiliaRomagna
documentazione
r_emiliaromagna