Sono indagini difficili quelle dei carabinieri sull'assalto al circolo di Casapound, avvenuto nella notte tra il 17 e il 18 febbraio scorso. A partire dai testimoni che, dicono gli inquirenti, sono spesso reticenti. Tutto ciò impedisce agli uomini dell'Arma di trafiggere l'alone di mistero che circonda ancora la distruzione di arredamento e impianti elettrici del circolo di via Poloni tra via Valverde e via Marconi. Non parlano le vittime di quell'assalto svoltosi anche a suon di cazzotti a due aderenti a Casapound. Non spuntano le identità degli aggressori, una quindicina di giovani che al termine della loro «impresa», sono fuggiti inghiottiti nel nulla, oramai da dieci mesi. A fare le spese di quell'assalto, anche il barista e un altro iscritto a Casapound. Sono stati picchiati da alcuni giovani di quel gruppo, entrato come una sola furia umana nei locali del circolo, «Cutty sark». Di rumore ne devono aver fatto parecchio se ad accorgersene sono stati anche i residenti di via Poloni. Sono stati loro ad avvertire gli uomini dell'Arma quella notte. In questi mesi, i carabinieri non hanno mai mollato la presa e sono arrivati ad una prima conclusione. Chi è entrato nella sede di quel circolo che si ispira allo scrittore e poeta Ezra Pound (seppur la figlia ha contestato con tanto di causa civile l'associazione del padre con movimenti di estrema destra), erano appartenenti a Forza Nuova, rivelano gli inquirenti. Sono stati loro ad entrare quella notte quando nel circolo erano rimasti solo in cinque e sei. D'altro canto che ci fosse qualcosa di anomalo in quell'assalto, lo si era capito subito. I dirigenti veronesi di Casapound non avevano emesso alcun comunicato stampa all'epoca, disegnando fin da subito uno scenario di lotta intestina ai movimenti dell'estrema destra. E i carabinieri di Verona hanno capito subito che c'era qualcosa di strano. L'assalto a Casapound rappresenta un «fatto chiave» nei rapporti tra i due movimenti. ? noto che tra Casapound e i «cugini» neofascisti, guidati da Roberto Fiore, non corra buon sangue da tempo. L'oggetto della contesa riguarda su tutti, la conquista dell'adesione di giovani, simpatizzanti dell'estrema destra. E anche per questo motivo che i dirigenti non nascondono tutto il loro astio reciproco anche se mai in pubblico. Il sentore più recente di questa spaccatura la si è avuta in occasione della visita del premier Mario Monti, avvenuta il primo dicembre. Quel giorno, ci sono state due manifestazioni una di Casapound e l'altra di Forza Nuova a poche centinaia di metri di distanza l'una dall'altra. Per tutta la durata della protesta, durate oltre due ore, carabinieri e polizia sono rimasti in stato di massima allerta per evitare che i giovani delle due organizzazioni neofasciste entrassero in contatto. Un ulteriore segnale di una tensione mai sopita. Gli inquirenti continuano a lavorare anche per impedire nuovi fatti di violenza. Ma la strada, sembra di capire, è ancora tutta in salita.G.CH..
Fonte:
larena
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