pubblicato il 7.05.13
Monaco, al via il processo sugli omicidi neonazisti ·
Dieci gli omicidi imputati all??Nsu: uccisi 8 turchi, 1 greco e una poliziotta tedesca
Monaco, al via il processo sugli omicidi neonazisti
Laura Lucchini
Fa discutere la complicità di servizi segreti deviati ma non si parlerà del fallimento della polizia
Beate Zschäpe, ultimo membro della cellula terrorista di estrema destra Nationalistischer untergrund (resistenza nazionalista)
Comincia tutto con un furgone bianco Fiat affittato da un prestanome, André Eminger. I neonazisti Uwe Böhnhart e Uwe Mundlos viaggiano dalla località di Chemnitz a Colonia, è l??anno 2000 e mancano pochi giorni a Natale. Dentro un negozio di alimentari di proprietà di un immigrato iraniano nascondono una bomba in un barattolo di latta tra gli scaffali. Alcune settimane più tardi la bomba esplode. La figlia del proprietario rimane gravemente ferita. Lo scopo era quello di uccidere, ma al primo tentativo non viene raggiunto. Ci saranno altri tentativi, in dieci di questi l??obiettivo verrà centrato.
Inizia oggi a Monaco il processo tedesco per terrorismo politico più spettacolare dagli anni di piombo. Al centro del dibattimento si trova Beate Zschäpe, ultima membro della cellula terrorista di estrema destra Nationalistischer untergrund (resistenza nazionalista), la accompagnano quattro presunti aiutanti esterni del gruppo, tra cui il prestanome Eminger. L'Nsu è considerata responsabile della morte di 10 cittadini, 8 turchi, un greco e una poliziotta tedesca, omicidi perpetrati impunemente in un arco temporale di 10 anni sull??intero territorio della Repubblica federale. Gli si attribuiscono inoltre due attentati con bombe e quattordici rapine in banca. Stando agli avvocati, nessuno degli imputati aprirà bocca. Si tratta di un processo storico, il cui inizio è stato preceduto da dure polemiche.
Zschäpe formava insieme a Uwe Böhnardt e Uwe Mundlos il gruppo di estrema destra più violento che sia mai stato scoperto in Germania dalla Seconda guerra mondiale. I due soci si suicidarono nel novembre 2011 quando la polizia li seguiva da vicino in seguito ad una rapina in banca. Ricevuta la notizia, Zschäpe fece saltare in aria con l??esplosivo il nascondiglio dei tre nella località di Zwickau (a est), si pensa che il protocollo prevedesse anche il suo suicidio, ma non ne ebbe il coraggio e dopo un tentativo disperato di fuga si consegnó alla polizia. Il ritrovamento di una pistola Ceska 83 accanto ai cadaveri dei due suicidi fornì la chiave per la soluzione dei dieci omicidi fino ad allora rimasti irrisolti.
Sono questi i fatti oggetto del dibattimento. Quello che il processo non potrà spiegare è il colossale fallimento della polizia, i servizi segreti e la giustizia nelle indagini sulla cellula. L??inchiesta della procura federale aperta dopo l??arresto di Zschäpe ha mostrato come i servizi segreti interni del Verfassungsschutz (Bfv) hanno sistematicamente occultato, ignorato o addirittura distrutto documenti fondamentali riguardo al trio. Quattro comandanti hanno dovuto presentare le dimissioni, mentre in parlamento sono state costituite quattro commissioni con il fine di chiarire l??origine del fallimento.
Il deputato socialdemocratico Sebastian Edathy, a capo di una delle commisioni nel Bundestag, ha definito «scandalose» le circostanze che hanno permesso che la cellula operasse indisturbata, nell??ambito di un??intervista con alcuni giornalisti stranieri. «Ci sono stati gravi errori di orientamento ma anche troppe persone sbagliate in posizioni di responsabilità», ha detto Edathy riferendosi anche ai cosiddetti V-Leute, informatori infiltrati nell??estrema destra che nel caso dell'Nsu arrivarono ad essere complici dei criminali.
Negli anni immediatamente dopo la caduta del muro, il paese aveva già vissuto un??ondata di crimini di estrema destra, di cui il più eclatante fu l??assalto a Rostock di un alloggio di refugiati, di fronte all??impassibilità della polizia e la gioia dei vicini. Il neonazismo piantò allora saldamente le sue radici in particolare nelle zone della defunta Ddr. ? esattamente in questi anni ed in questi luoghi che si forma e radicalizza l'Nsu.
Ciononostante in seguito agli attentati dell??11 settembre 2001 e l??allerta mondiale voluta da Georg W. Bush contro il terrorismo islamico, anche la Germania ridisegnò le sue priorità. «La consegna politica fu di minimizzare la minaccia neonazista», ha ammesso Edathy. Nel caso dell??Nsu ci sono state piste che non furono prese in considerazione e avvertimenti che furono ignorati. Solo un esempio: un ex neonazista, criminale e con antecedenti fu assoldato dai servizi segreti del Brandeburgo come informatore e «denunciò che il trio stava cercando di comprare armi». Non solo avevano messo a lavorare un personaggio dubbio su un tema delicato, «ma non informarono nemmeno la polizia riguardo all??intenzione di comprare armi da parte dei terroristi».
Con 9 omicidi irrisolti perpetrati con la stessa arma contro cittadini stranieri, perché non si prese mai in considerazione il movente razzista? ? questa la domanda che si pongono tanto i famigliari delle vittime, come l??opinione pubblica e i cittadini che lo scorso sabato hanno marciato a Monaco in segno di solidarietà con le vittime.
Il procuratore generale federale Harald Range ha assicurato, in un incontro con l??Associazione della stampa estera (Vap), che il processo si dedica a «un gruppo isolato» che non poteva contare sull??appoggio di una rete di collaboratori in tutta la Repubblica federale. Si tratta di una tesi contestata dalla commisione del Parlamento presieduta da Edathy, che ammette: «se vivi nella clandestinità per tredici anni, specialmente in Germania, e se dipendi dall??appoggio logistico di esterni per poter commettere crimini, probabilmente devi organizzarti una rete estesa di collaboratori». Testate come Die Zeit, parlano di un totale di forse 120 possibili aiutanti. Eppure a processo ce ne sono ora solo quattro.
L??impressione che per anni i servizi segreti tedeschi siano stati quantomeno «ciechi dall'occhio destro» sembra aver trovato ulteriore conferma nelle scorse settimane, quando la polizia dell??Assia ha svelato l??esistenza di una rete di comunicazione tra i neonazisti in carcere e i gruppi armati fuori. Secondo rivelazioni apparse nel fine settimana sulla Frankfurter Allgemeine Sonntagszeitung, anche in questo caso, i servizi segreti hanno ignorato segnalazioni fatte in questa direzione. Dalle pagine di Bild spunta anche una lettera dal carcere recapitata clandestinamente all??Nsu. Questa è tutta un'altra storia. I fatti sembrano però indicare che se la Germania vuole veramente chiudere la scomoda vicenda, dovrà andare ben oltre al processo di Monaco.
http://www.linkiesta.it/processo-monaco-beate-zschape
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