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pubblicato il 25.09.14
Un fascista italiano è finito a combattere in Ucraina con i separatisti filorussi
·
Di Leonardo Bianchi set 24 2014

Nell�??Ucraina dell�??est la guerra continua senza esclusione di colpi, nonostante il cessate in fuoco (teoricamente) in vigore da due settimane e le recenti trattative di pace. Sabato 20 settembre, infatti, a Minsk è stata siglata un�??intesa che prevede la creazione di una �??zona cuscinetto�?� per le armi pesanti sulla linea del fronte, l�??istituzione di una �??no fly zone�?� (ad eccezione degli osservatori Ocse) e il ritiro dei �??combattenti stranieri�?��??un riferimento piuttosto chiaro ai militari russi che, secondo Kiev e l�??Occidente, prendono attivamente parte agli scontri.

I soldati stranieri in Ucraina, tuttavia, non sono solo russi. La presenza di �??volontari�?� di varie nazionalità che combattono da una parte e dall�??altra è ormai assodata. Nelle milizie filorusse, ad esempio, si contano francesi, spagnoli e anche americani.

Tra questi �??combattenti stranieri�?� ci sono anche degli italiani. Qualche tempo fa avevo intervistato un �??volontario�?� di estrema destra che combatteva nel Battaglione Azov, una delle più controverse formazioni paramilitari pro-Kiev che recentemente ha ricevuto gli onori militari dal presidente ucraino Petro Poroshenko.

Ora sembra che ci sia almeno un altro italiano che combatte nel Donbass�??ma dalla parte dei separatisti di Donetsk.

L�??8 settembre Pavel Gubarev, leader dei ribelli nonché �??governatore�?� della Repubblica Popolare di Donetsk, ha postato su Facebook questo status: �??Un mese fa un vero fascista italiano si è unito alla nostra milizia. Alla mia domanda su cosa l�??abbia spinto a farlo, lui ha risposto così: �??Loro (i nazisti ucraini) sono filo-americani. Uccidendoli combatto contro gli Stati Uniti.�??�?�

Il �??vero fascista italiano,�?� come ha scritto l�??esperto di estrema destra Ugo Maria Tassinari, si chiama Andrea Palmeri ed è un personaggio parecchio noto a Lucca (la sua città) e alle forze dell�??ordine. Da sempre nell'orbita dei movimenti neofascisti, lui stesso ha detto di non essere infastidito dall�??appellativo �??fascista,�?� �??perché valuto il positivo fatto dal fascismo.�?�

Il suo nome inizia a comparire a metà degli anni Duemila, quando sulla scena calcistica di Lucca irrompe il gruppo ultras di estrema destra �??Bulldog 1998�?��??uno dei più violenti nella storia recente del tifo organizzato�??di cui Palmeri è il �??generalissimo.�?�

Dopo una dura �??guerra�?� con gli altri gruppi di ultras lucchesi, i Bulldog fanno pulizia della �??marmaglia rossa�?� e riescono a impadronirsi della curva. Le violenze e le scorribande degli ultras, tuttavia, esondano fuori dallo stadio piuttosto in fretta. �??Il clima in città era assolutamente irrespirabile,�?� mi racconta un militante della sinistra lucchese che ha vissuto gli anni in cui i Bulldog e Palmeri spadroneggiavano a Lucca. �??I giornali dell�??epoca parlavano di lotta tra bande, di �??rossi e neri tutti uguali�??, ma in realtà era un massacro.�?�

I due casi più eclanti riguardano l�??aggressione a Edoardo Seghi, che il giorno di ferragosto del 2004 viene brutalmente aggredito nel centro storico, e l�??accoltellamento di Emanuele Pardini, inseguito e picchiato da un commando di Bulldog nella notte del 23 febbraio 2007. Da quanto mi dice il militante lucchese, la cittadinanza �?? a parte �??uno sparuto gruppo di persone politicamente coscienti�?� �?? non reagisce minimamente a questa escalation: �??Lucca è comunque una città piccolo-borghese, di estrazione cattolica, in cui vige la regola del farsi gli affari propri.�?�

Le violenze si arresteranno solo mesi dopo, al termine di �??mirate indagini�?� portate avanti da Digos e Ucigos, quando Palmeri e altri nove Bulldog finiscono in carcere con un�??accusa decisamente pesante: �??associazione per delinquere finalizzata ai reati di violenza privata, percosse, lesioni personali gravi, minacce, danneggiamento e porto ingiustificato di strumenti atti all�??offesa.�?�

Nel corso delle varie perquisizioni salta fuori di tutto, comprese mazze, coltelli e bandiere con svastiche e celtiche.

A distanza di qualche anno dai primi arresti, i giudici stabiliscono che i Bulldog (nel frattempo discioltisi) �??operavano come una struttura verticistica quasi militare e facevano della violenza il loro cavallo di battaglia.�?� Palmeri, in quanto capo del gruppo, è quello che finora ha preso la pena più alta: cinque anni e sei mesi di reclusione in appello, in attesa del giudizio finale della Cassazione.

Le sue imprese calcistiche non finiscono però qui. A ottobre del 2008, nel corso di una partita a Sofia tra la nazionale e la Bulgaria segnata dagli scontri tra le opposte tifoserie, Palmeri viene immortalato mentre brucia una bandiera bulgara e fa il saluto romano. Due anni dopo viene condannato in primo grado a due anni e due mesi di reclusione per il reato di lancio di oggetti e violazione della legge Mancino. In appello, tuttavia, arriva l�??assoluzione per entrambi i capi d�??accusa perché �??il fatto non costituisce reato.�?�

Lontano dagli stadi e dal tifo organizzato, Palmeri continua a farsi notare per aggressioni che puntualmente finiscono nelle aule giudiziarie. Nel 2012, secondo la versione della polizia e dei testimoni, Palmeri colpisce con un tirapugni un giovane fuori da una discoteca in Versilia, mandandolo al pronto soccorso.

Il 9 marzo 2013, al culmine di una serata ad alto tasso alcolico, Palmeri irrompe in un locale nel centro di Lucca e comincia a puntare Stefano Benassi, colpevole di avere un aspetto troppo �??di sinistra.�?� Secondo il racconto fatto da quest�??ultimo, Palmeri prima avrebbe iniziato a gridargli in faccia �??viva il Duce!�?� facendo il saluto romano, poi gli avrebbe puntato un coltello alla gola. Una volta uscito dal locale, Palmeri ha sferrato un pugno a Benassi nell�??occhio sinistro, causandogli gravi lesioni e costringendolo a sottoporsi a un intervento chirurgico.

Qualche giorno dopo il pestaggio, Palmeri dirà a Il Tirreno di non avere �??alcun ricordo di quella notte�?� e ammetterà di avere �??un grosso problema da risolvere: devo smettere di bere e curarmi seriamente.�?� Al termine della stessa intervista si dice �??quasi certo�?� di finire in galera�??e nel giugno del 2013 ci finisce sul serio.

Dopodiché gli viene notificata la sorveglianza speciale, con cui Palmeri non può allontanarsi dal comune di Lucca senza l�??autorizzazione del questore, e a febbraio del 2014 arriva la condanna in primo grado a tre anni e dieci mesi di carcere per il pestaggio di Benassi.

Ma Palmeri, nonostante le buone intenzioni espresse dopo l�??aggressione, non l�??ha �??finita una volta per tutte.�?�

Nel luglio di quest�??anno i quotidiani locali riportano che è scomparso da Lucca �??fin dall�??inizio di giugno,�?� violando gli obblighi di sorveglianza. Mentre ci si chiede dove possa essere finito e si vocifera su una sua presenza nell'Europa dell'Est, sul suo profilo Facebook cominciano ad apparire foto del genere.

A giugno, commentando sulla pagina Facebook dello scrittore Nicolai Lilin, Palmeri articola la sua posizione sulla crisi ucraina.

All�??inizio di agosto è lo stesso Palmeri a rivelare di trovarsi nel Donbass per combattere �??contro l�??imperialismo americano,�?� chiedendo ad �??amici ed amiche�?� di pregare per lui �??perché possiamo rivederci presto e perché la vittoria sia con noi che siamo nel giusto.�?�

Palmeri riferisce a un sito di essere a Lugansk �??a casa di una contadina,�?� e racconta le condizioni in cui si trova: �??Qui non c�??è né acqua né luce, non funziona né il telefono né internet, c�??è un popolo in rivolta, dai bambini ai vecchi, e stiamo partendo per un combattimento molto duro. L�??unica cosa è pregare.�?�

A ulteriore riprova della sua presenza nel Donbass, qualche giorno fa l�??ex capo dei Bulldog ha caricato una foto su Facebook che lo ritrae con un fucile in mano, in compagnia di altri due miliziani armati.

In un�??intervista del 2011 Palmeri, alla domanda su �??cosa farà da grande�?�, rispose con queste parole: �??Ho tanti progetti, vedremo cosa riuscirò a fare.�?� Intanto la guerra non accenna a placarsi, e le milizie dall'una e dall'altra parte continuano a riempirsi di "volontari" che arrivano da tutto il mondo.

http://www.vice.com/it/read/fascista-italiano-ucraina-donbass-290

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