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fonte: l’Adige – 28.03.06 da Global Project Trento
Picchiati solamente perchè punk
La mamma di una vittima racconta: “Molti erano minorenni”
Martedì 28 marzo 2006
Nessun movente politico ma la spedizione punitiva di un gruppo di teste rasate che semplicemente poco sopportano il diverso modo di vedere il mondo di un gruppo di ragazzi, definiamoli punk o rockettari, che da tempo hanno il loro punto di ritrovo al parco di S. Marco. A parlare è la mamma di uno dei giovani aggrediti sabato sera in città. I ragazzi non vogliono etichette. Non sono no-global e men che meno fanno parte della corrente di destra. “Sono dei ragazzini, molti dei quali minorenni, che di politica non si interessano assolutamente” – ribadisce la mamma. Secondo la versione dei fatti del gruppo che si considera “vittima” dell’agguato, tutto sarebbe nato nel primo pomeriggio quando le teste rasate avrebbero colpito con due sberle un amico dei punk che da solo stava transitando in città. Qualche ora più tardi, quando quest’ultimo gruppo si sarebbe infoltito, tutti insieme i giovani sarebbero passati davanti al gazebo allestito in piazza Pasi dagli esponenti di Fiamma Tricolore. Qui non ci sarebbe stato alcuno scontro e nemmeno provocazioni di sorta anche se Paolo Motta, coordinatore regionale, aveva segnalato la presenza di quel campanello di persone, che nulla aveva a che fare con il suo movimento, ad un poliziotto di quartiere. La vicenda sembrava chiusa lì. Invece, verso le 18 e 15, il gruppo di teste rasate è entrata con spranghe in ferro e bastoni al parco e ha preso di mira i ragazzi. Mio figlio mi ha raccontato che loro erano una decina. La maggior parte erano minorenni e nel gruppo c’erano anche 2-3 ragazzi che non fanno parte del gruppo di punk ma che si trovavano lì per caso. In ogni caso molti sono stati colpiti e alla fine si sono ritrovati con gli occhi neri e botte ovunque. Alla domanda sul perchè i feriti non si siano presentati in questura o da altra forza di polizia per sporgere denuncia contro gli aggressori la mamma è chiara: “Hanno paura. Questa guerra va avanti da tempo. Due anni fa un loro amico era stato pestato dalle stesse persone. Soprattutto quando li incontrano in città da soli non li lasciano passare “indenni”. Anche l’altra sera sono andati lì con l’intento di spaventarli a morte”. E a quanto pare ci sono anche riusciti. Se dei testimoni non avessero lanciato l’allarme e non fossero intervenuti vigili e polizia probabilmente il bilancio dell’aggressione sarebbe stato diverso anche perchè diversa è l’età dei due gruppi che si sono trovati di fronte. “I nazi – spiega la mamma – sono giovani sui trent’anni. Molti dei quali lavorano. Gli amici di mio figlio sono dei ragazzini. Lui ha 18 anni, ma altri ne hanno 16, 17”. Le indagini della Digos intanto proseguono anche se non essendoci querele l’inchiesta diventa più finalizzata a raccogliere informazioni sui vari movimenti e sui fenomeni giovanili che a stabilire responsabilità di tipo penale.
P.T.
Testimonianza del pestaggio da Global Project
Trento – Testimonianza del pestaggio di Fiamma Tricolore
Sabato 1 aprile 2006
Proponiamo la testimonianza di una ragazza che ha risposto ad alcune domande.
“…poi sono venuti al parco San Marco, verso le sei, saranno stati una quindicina, noi saremmo stati dieci, però loro avevano tutta un’altra età: tra loro c’erano due “armadi” sui trent’anni, noi siamo tutti tra i sedici e i vent’anni.”
Intervistatore: loro erano armati di bastoni?
Sì, erano armati di spranghe di ferro: non mazze enormi, ma paletti bianchi
I: Forse di un gazebo?
Paletti bianchi, lunghi di più di mezzo metro, 2/3 cm di diametro.
I:Come facevano a sapere che eravate al parco, qualcuno vi ha seguiti?
Beh, loro sono arrivati dopo mezz’ora, quaranta minuti, mi hanno detto che uno di loro lavora vicino al parco, quindi deve averci visti lì qualche altra volta: un ragazzo è già stato picchiato da loro, sempre al parco. Sabato, invece, ricordo di averli visti arrivare correndo, senza dire una parola: hanno preso tutti quelli che non sono scappati in tempo. Almeno un pugno, in ogni caso, se lo sono preso quasi tutti, prima di riuscire a scappare… ma loro avevano le spranghe. Alla fine a “rimanere lì” è stato **** (16 anni), con tre o quattro fasci che si accanivano su di lui. Anche un altro era messo male, una cosa allucinante, gli hanno fatto tanto male… Poi se ne sono andati: hanno dato qualche sprangata e sono scappati subito. La polizia è arrivata dopo due minuti: strano perché sono sempre lì che girano nel parco, ogni due minuti ci chiedono i documenti; invece, vedendo quindici rasati con le spranghe in giro per il centro alle sei di pomeriggio di sabato, a nessuno è venuto in mente di controllarli. Quando sono arrivati invece hanno preso alcuni di noi e li hanno portati in Questura. In faccia ne ho visto solo uno dei fasci, ma non saprei riconoscerlo, non essendo vicina a questi ambienti. Comunque erano tutti vestiti simili, e qualcuno di noi, parlandone dopo, sostiene di aver riconosciuto un certo “Motta”.
L’intervistatore mostra alla ragazza un volantino di Fiamma Tricolore, sul quale indica l’immagine di uno dei candidati al Parlamento: Questo c’era al pestaggio?
Sì, questo mi sembra di ricordarlo, ma chi è?
I:È Paolo Motta!
Giovedì 6 aprile 2006 19:07 Trento
Nessuno spazio ai fascisti, ripuliti i muri del centro
Dieci giorni fa, in pieno giorno nelle vie del centro, un gruppo di militanti di Fiamma Tricolore armati di spranghe picchiava alcuni ragazzi tra i 16 e 20 anni.
Oggi “Rete_Studenti Trento” e “Tanaliberatutt@” hanno ribadito che il fascismo e i personaggi che con le loro parole e le loro azioni lo propagandano non hanno cittadinanza.
Durante il presidio, a pochi metri dal luogo dell’aggressione, la piazza è stata dedicata a Dax, poi durante un percorso nel centro città sono state cancellate tutte le scritte e i simboli fascisti trovati sui muri. Inoltre sono stati appesi dei volantini che spiegano alla città chi sono alcuni dei candidati della Fiamma Tricolore:
Paolo Motta – militante del Veneto Fronte Skinheads (di cui è stato anche presidente), ora segretario provinciale della Fiamma Tricolore.
E’ candidato alla Camera per la Fiamma. Dai risultati dell’inchiesta risulta essere uno degli autori del pestaggio nel Parco S.Marco.
Emilio Giuliana – consigliere comunale a Trento nella lista An – Fiamma Tricolore è conosciuto per le sue esternazioni su gay e lesbiche, definiti malati da curare in cliniche speciali, o sugli immigrati. E’ tuttora vice-presidente della Commissione Pari Opportunità del Comune di Trento. E’ candidato alla Camera nelle liste di Fiamma Tricolore.
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