Argentina - Comunicato di individualità anarchiche sulla repressione del 22 ottobre

Buenos Aires - Il 22 ottobre 2008, presso l'Obelisco, la Coordinadora por los Presos Políticos, assieme ad altri gruppi affini alla sua linea ideologica, aveva convocato una mobilitazione solidale per i 6 prigionieri politici paraguaiani sequestrati nel carcere argentino di Marcos Paz, al 70° giorno di sciopero della fame contro la loro estradizione in Paraguay.#

L'iniziativa aveva il fine di esprimere il ripudio contro la decisione del governo argentino che ha rifiutato l'asilo politico ed ha firmato l'estradizione in Paraguay, dove rischiano di trascorrere lunghi anni in carcere.

All'iniziativa abbiamo partecipato anche noi, compagni e compagne anarchici/che, anche se non abbiamo aderito alle parole d'ordine dei gruppi di sinistra lì presenti, ma abbiamo espresso la nostra solidarietà in maniera diretta verso i prigionieri paraguaiani. Il corteo s'è poi spostato fin sotto il tribunale, all'incrocio tra Lavalle e Talcahuano.

Lì, mentre dei manifestanti stavano cercando di bruciare alcuni pneumatici, la Guardia de Infantería (polizia antisommossa) ha dato il via ad una dura repressione, coadiuvata da numerosi agenti in borghese. Alla fine 24 compagni sono stati fermati.

In seguito ci siamo spostati davanti al 3° commissariato di polizia, in cui si trovava la gran parte dei fermati. Ma anche lì c'erano agenti antisommossa. Intanto i fermati erano già stati trasferiti alla Superintendencia de la Policía Federal (Villa Lugano).

Tra i fermati 7 sono minorenni e pertanto dovrebbero essere rilasciati a breve.

Per gli altri, oltre alle solite accuse in casi del genere (attentato e resistenza alle autorità, danneggiamento e lesioni) ci sono anche le imputazioni di associazione illecita ed incendio.

Due tra i fermati hanno accuse più pesanti e pertanto difficilmente verranno rilasciati, si prevede che li trasferiranno nel carcere di massima sicurezza di Marcos Paz.

Non ci sorprende che lo Stato faccia ricorso a tutti i mezzi alla sua portata per frenare o bloccare sul nascere qualsiasi iniziativa solidale. Non ci sorprende la brutalità dei pestaggi, delle umiliazioni e delle detenzioni a tempo indeterminato dei manifestanti... Conosciamo il nostro nemico.

Ma è urgente diffondere questa informazione, così come estendere la solidarietà verso i perseguitati e gli arrestati. La repressione colpisce qualsiasi lotta che vada al di fuori del minimo di tollerabilità per i guardiani dell'ordine.

Domani, 23 ottobre, ci sarà una nuova manifestazione alla luce di quanto accaduto oggi.

E' importante approfondire, incoraggiare e concretizzare qualsiasi altra iniziativa solidale dinanzi a questi avvenimenti repressivi.

Maggiori informazioni sui prigionieri paraguaiani:

noalaextradicion.blogspot.com

Libertà per tutti/e i/le prigionieri/e!

Per la distruzione di tutte le carceri!

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I 6 sono dei contadini appartenenti ad un movimento di sinistra, accusati del rapimento e dell'uccisione della figlia di un ex-presidente del Paraguay. Per sfuggire a quella che definiscono una montatura si erano rifugiati nell'ambasciata argentina per chiedere asilo politico. Ma una volta in Argentina sono stati arrestati e adesso sono in attesa dell'estradizione nel loro paese. Di qui lo sciopero della fame a tempo indeterminato.

nota dell'Archivio Severino Di Giovanni

Ven, 24/10/2008 – 10:44
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