Bologna - La versione dell'infame Resto Del Carlino
fonte il resto del carlino
Dopo un diverbio e una colluttazione tra un gruppo di anarchici e alcuni poliziotti in piazza Verdi il 13 ottobre, erano state fermate cinque persone. La Digos di Bologna ne ha individuati e fermati altri quattro
Bologna, 31 gennaio 2008 - Quattro anarchici sono stati arrestati questa mattina dalla Digos di Bologna per i fatti di piazza Verdi del 13 ottobre scorso: quella notte scoppio' un diverbio e una successiva colluttazione tra un gruppo di anarchici e alcuni poliziotti.
Tutto inizio' perche' gli anarchici si erano opposti all'intervento dei sanitari del 118, giunti in piazza Verdi in soccorso di una ragazza palesemente ubriaca che si era sentita male, accusandoli di volerla portare via per sottoporla a un Tso (trattamento sanitario obbligatorio). Nell'immediatezza dei fatti cinque anarchici vennero arrestati, ma altri partecipanti alla rissa erano finora rimasti ignoti.
Questa mattina la Digos di Bologna, coordinata dal pm Valter Giovannini, ne ha fermati altri quattro. Sulla base di un'ordinanza di custodia cautelare, tre di loro sono finiti agli arresti domiciliari e uno in carcere, dove pero' gia' si trovava per altri fatti.
Le accuse, per tutti come per gli altri arrestati la notte tra il 12 e il 13 ottobre, sono violenza, minaccia, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, rapina (nella colluttazione un agente perse la ricetrasmittente che non venne piu' ritrovata) e tentata rapina (uno degli anarchici tento' di sottrarre la pistola a un poliziotto) in concorso.
Ai domiciliari sono finiti un modenese di 28 anni, nato a Sassuolo; un 23enne originario di Rovereto e un bolognese di 20 anni. È stato invece raggiunto dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere, ma era gia' in cella (anche se non alla Dozza), uno spagnolo di 31 anni originario di Girona.
Erano tutti militanti del circolo anarchico Fuoriluogo i nove anarchici che nella notte tra il 12 e il 13 ottobre scorso diedero vita a una rissa rivoltandosi contro la Polizia di Bologna in piazza Verdi. Quella sera, infatti, uscirono tutti insieme dalla sede di Fuoriluogo (in via San Vitale 80) pochi minuti prima dei fatti e subito dopo e' li' che si rifugiarono quelli di loro che riuscirono a scappare evitando l'arresto in flagranza. Lo provano i filmati delle telecamere con cui la Digos da tempo tiene monitorata la sede del circolo anarchico.
Questa mattina, mentre venivano eseguiti i quattro arresti (che con i cinque avvenuti in flagranza chiudono il cerchio intorno ai partecipanti alla rissa), in via San Vitale 80 i funzionari della Digos hanno perquisito il "covo" degli anarchici in cerca di documenti e materiale inerente all'indagine.
Il circolo anarco-insurrezionalista Fuoriluogo era gia' stato oggetto delle attenzioni della Procura di Bologna quando venne perquisito, nella primavera scorsa, nell'ambito delle indagini sull'opuscolo eversivo (intitolato "Legge 30 la classe operaia va all'inferno") che venne distribuito alla facolta' di Economia il 21 marzo 2007, poco prima del convegno in occasione dell'anniversario della morte di Marco Biagi, ucciso dalle Brigate rosse.
Per aver distribuito quell'opuscolo vennero indagate otto persone, accusate dal pm Paolo Giovagnoli di apologia del delitto di attentato e associazione a fini eversivi. Tra loro, c'e' anche la madre della piu' giovane tra gli anarchici arrestati oggi, Sara Carolei, bolognese di 19 anni.
Oltre a lei, in virtu' di un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Bruno Perla due giorni fa, questa mattina sono stati arrestati Sirio Manfrini (di Rovereto, 23 anni), Salvatore Soru (di Sassuolo, Modena, 28 anni) e lo spagnolo Juan Antonio Fernandez Sorroche di 29 anni.
Il pm Valter Giovannini aveva chiesto il carcere per tutti, il gip Perla l'ha accordato solo per Manfrini; gli altri vanno agli arresti domiciliari. Sorroche, pero', "pezzo grosso" dell'antagonismo e pregiudicato per fatti commessi nella zona di Trento, si trovava gia' in carcere a Poggioreale, dove sta scontando una condanna non definitiva a 10 mesi proprio per l'episodio bolognese di "solidarieta'" agli arrestati di piazza Verdi.
Due sere dopo la rissa, infatti, nella notte tra il 14 e il 15 ottobre altri cinque anarchici vennero arrestati perche' sorpresi a fare scritte di protesta sotto il portico dei Servi. I quattro arrestati oggi sono responsabili- lo provano le immagini e le testimonianze dei sei poliziotti assaliti quella sera- di concorso in violenza a pubblico ufficiale, resistenza a pubblico ufficiale, tentata rapina (secondo l'accusa qualcuno tento' di prendere la pistola a un agente), rapina (sparirono manette e ricetrasmittente), istigazione a delinquere, lesioni, minaccia e danneggiamento.
Si tratta, secondo il pm Giovannini, di un concorso morale e materiale nei reati, perche' nello svolgimento degli eventi i nove anarchici si diedero tra loro man forte nell'aiutarsi reciprocamente a protestare contro i poliziotti (due di loro brandirono una bottiglia e una scopa) e poi a fuggire, approfittando oltretutto della loro superiorita' numerica.
"Gli arresti di oggi- afferma il pm Giovannini- sono l'esito di una scrupolosa attivita' d'indagine seguita a un episodio (quello di piazza Verdi, ndr) che venne giudicato grave fin dall'inizio". Il pubblico ministero, che aveva firmato la richiesta di custodia cautelare in carcere per i quattro gia' il 23 novembre scorso, ha voluto ricordare oggi "la dura linea della Procura, piu' volte ribadita anche dal procuratore capo Enrico Di Nicola" contro forme di antagonismo che, "se rimangono legittime nell'espressione di idee, per quanto forti, colorite e antagoniste, smettono pero' di esserlo quando si passa ad atti violenti, verso chiunque e verso le forze dell'ordine".
Ma il pm Giovannini lancia in qualche modo un messaggio anche per gli anarchici, che hanno indetto un corteo nazionale di protesta, il 9 febbraio, a Bologna. "Qualcuno potrebbe pensare che gli arresti di oggi siano una provocazione in vista della manifestazione. Di certo non e' cosi', senza contare che ho chiesto questi provvedimenti oltre due mesi fa, ben prima che il corteo fosse programmato".
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