Napoli - Militari Usa derubati

4 maggio 09
Caserta - Prima le valigie che spariscono dai terminal degli aeroporti, ora l’intero arredamento di casa, vestiti e perfino decorazioni natalizie che spariscono nel nulla. È quanto è accaduto ad almeno una quindicina di militari USA di Napoli e Caserta che hanno anche creato un apposito blog. Si chiama “Victims of Naples” ed é un blog creato per raccontare le esperienze di militari Usa derubati dei propri averi durante il trasloco di rientro dalla Campania negli Stati Uniti. All’indirizzo web http://victimsofnaples.blogspot.com si confrontano le esperienze dei marinai americani accomunati dai furti.
Conclusa la missione in una delle basi in provincia di Napoli o di Caserta i loro mobili, vestiti, computer erano stati imballati, ma all’arrivo negli Usa i pacchi risultavano “alleggeriti” o in un caso completamente vuoti. I primi accertamenti compiuti dalla ditta statunitense incaricata dei traslochi dei militari punterebbero l’indice contro una specifica azienda napoletana, di cui non si fa il nome, alla quale erano stati subappaltati alcuni dei trasporti incriminati. Oltre che sul blog, i casi dei militari derubati durante il trasloco - una quindicina quelli finora emersi - sono stati resi noti da uno dei giornali della marina americana, “Navy Times”, e dall’edizione europea di “Stars & Stripes”, periodico dei militari Usa.

dal mattino di Napoli

Allarme on line, nasce il blog «Victims of Naples»: scomparsi mobili, vestiti, computer e perfino decorazioni natalizie

L’indirizzo internet è semplice, ma è terribilmente imbarazzante per la nostra città: victimsofnaples.blogspot.com (non c’è bisogno del www iniziale) è il blog sul quale si incontrano i marinai americani che hanno vissuto la stessa brutta esperienza con il trasloco da Napoli agli Stati Uniti, e che cercano di unire le forze per ottenere ascolto e rimborsi da parte del governo statuinitense Finalmente a casa. Il marinaio americano, con moglie e figli, torna negli Usa dopo due anni d’esperienza nella base di Napoli: nel giardino c’è il container dove sono stati stivati e trasportati (a spese del governo Usa) mobili, abiti, oggetti personali. Il marinaio apre il container e lo trova vuoto… All’inizio è rabbia, poi smarrimento. Immaginate se, da un giorno all’altro, qualcuno vi portasse via non solo argenteria, quadri, computer (chi ha vissuto il rientro in casa dopo una visita dei ladri, conosce la sensazione), ma anche il letto matrimoniale, la cucina, i lampadari, perfino lo scatolone dell’albero di Natale con lucine intermittenti e palline colorate. Tutto sparito. Questa storia è capitata ad almeno quindici famiglie di marinai americani di rientro negli Usa provenienti da Napoli.
Le prime indagini compiute dall’azienda statunitense che ha subappaltato il lavoro a una ditta locale, hanno stabilito che i furti sono avvenuti in partenza, cioè qui, a Napoli. Nella città in cui la Marina americana è stata già costretta a piazzare centraline di controllo dell’aria ed ha effettuato campagne di controllo su acqua e suolo, per garantire l’incolumità dei suoi uomini dinanzi all’allarme immondizia. Quello dei traslochi è un «lavoretto» fin troppo facile da portare a termine. Ai dipendenti della marina americana viene offerto un servizio completo di trasloco: per evitare problemi e tensioni, una squadra di operai si presenta al giorno e all’ora stabilita e si occupa di tutto. Arriva nelle case (anche in quelle protette, nella base di Gricignano), impacchetta vestiti, mobili, computer, biciclette e qualunque altro oggetto si trovi nell’appartamento del militare, poi sistema tutto su un container che viaggerà in nave verso gli Stati Uniti. È facile capire che, se gli uomini che si occupano dei trasporti hanno deciso di compiere un furto, hanno tempo e possibilità di fare man bassa. Proprio come è capitato ai quindici marinai che, adesso, hanno deciso di consorziarsi per ottenere rimborsi e hanno creato un blog per raccogliere le loro storie. il sito internet si chiama «Victims of Naples»; la traduzione è elementare, «vittime di Napoli», un poderoso (ma giustificato) schiaffo telematico alla città.
Le autorità americane stanno indagando. Anche se è importante sottolineare che nell’occhio del ciclone è finita una sola ditta di trasporti, quella che si è occupata, guarda caso, di tutti i traslochi dove si è registrato un furto. Le altre ditte napoletane che lavorano in subappalto per i traslochi dei militari americani, sono al di sopra di ogni sospetto e, da anni svolgono il lavoro con serietà e professionalità. Però quell’unica ditta di trasporti ha messo in crisi l’intero sistema. L’altro giorno il giornale interno dei militari americani, «Stars&Stripes», nell’edizione europea, a firma della reporter Lisa M. Novak registrava la preoccupazione delle mogli dei marinai in partenza verso casa: «Chi ci assicura che i nostri vestiti, i mobili, e i ricordi, arriveranno veramente nelle nostre case, una volta partiti da Napoli?».

«Mi hanno lasciato solo due sedie rotte»
Proteste dall’Arizona al Connecticut: città ad alto rischio «Mi chiamo Greg Schreiner e sono anche io una vittima del trasloco.
Tutte le mie cose sono state spedite da Napoli all’inizio di dicembre del 2008 e sono state prelevate dalla ditta Rosy Packing. Quando la spedizione è arrivata in Arizona, il contenitore era completamente vuoto». Il blog «Victims of Naples» si apre con il racconto del tecnico informatico di seconda classe della marina americana, che chiede agli altri colleghi marinai di raccontare le loro storie, ma prima vuol parlare del suo caso. Greg è stato a Napoli in compagnia della moglie, Pascale. È stata proprio lei ad aprire il container del servizio traslochi, nella nuova casa in Arizona: "È stato un colpo al cuore – spiega la donna – abbiamo spezzato i sigilli pensando di trovare tutte le nostre cose. E non abbiamo trovato nulla». Gli Schreiner non esagerano quando dicono «nulla» perché del loro trasloco era rimasta solo «Una sedia da computer col piede spezzato e la nostra poltrona reclinabile. Poi più nulla. Non c’era nemmeno un abito, non c’erano più pentole, mestoli, piatti e bicchieri. Non c’erano gli apparecchi elettrici, i libri, i mobili. Hanno portato via perfino le decorazioni natalizie…». A Debbie Moors è andata un po’ meglio perché qualcosa l’ha trovata. In una intervista rilasciata a «Stars&Stripes» racconta che, nel suo caso, il furto è stato compiuto con maggiore metodicità: «Da ogni pacco era stata sottratta qualcosa, ma ogni pacco era stato, poi, accuratamente richiuso con lo stesso imballaggio».
Solo uno degli scatoloni del trasloco della Moors ha riservato una brutta sorpresa: «l’ho aperto e dentro ci ho trovato solo il termometro del forno. Nient’altro…».[...]

Ven, 08/05/2009 – 11:32
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