Volantino Nuova Occupazione Fenix!

Una nuova occupazione

A Torino, negli ultimi anni, la repressione contro gli squat (le case occupate) si è inasprita.
Le decine di sgomberi delle nuove occupazioni unite agli sgomberi di case attive da anni come Fenix, Rrosalia e Alcova (le tre casette dei Giardini Ir-reali) hanno inferto un duro colpo al movimento delle
occupazioni ed alla pratica dell'autogestione e dell'azione diretta, attività incompatibili per definizione, con qualsiasi potere, compreso quello basato sulla delega del voto.
Ma la necessità di spazi -per vivere, per trovarsi, per creare- è una realtà e la nostra città offre una miriade di case abbandonate al degrado secondo la logica degli speculatori che spadroneggiano indisturbati e riveriti.
Chi vi si oppone per soddisfare bisogni e realizzare desideri viene trattato come un delinquente da una giunta di sinistra, "sensibilissima" ai problemi sociali. Così, il compagno Chiamparino ci ha dispensato decine di sgomberi, denunce, pestaggi ed arresti, battendo ogni record dei suoi predecessori. Infatti, dopo vent'anni di attività degli squat, politicanti e sbirri hanno accertato che qui si sviluppa la critica più radicale all'esistente, si attuano i modi di vita più inconciliabili alla sottomissione sociale e si trovano bene persone che stimano la coerenza, passando dal pensiero all'azione.
Una risorsa di dignità per tutti, il coraggio delle ragioni di chi non può possedere. Un pericolo per la stabilità del potere fondato sull'ingiustiza sociale.

Perciò, abbiamo occupato questo spazio in un quartiere, Barriera di Milano, dove ai non abbienti non è concesso o accessibile nulla se non le droghe pesanti.
Qui, vogliamo aprire uno spazio di controinformazione contro la repressione organizzata dello Stato: Fenix. La casetta occupata dove si trovava prima, in via Rossini angolo Corso San Maurizio -uno dei più bei graffiti della città che si trovava sui suoi muri è stato cancellato- , era stata sgomberata, in seguito ad una pubblica invocazione del sindaco, in quanto "covo" di antifascisti da lui giudicati "estremisti dalle idee aberranti". Nulla di ciò, noi siamo semplicemente anarchici.

Ricordiamo a tutti che questo spazio resterà aperto alla collaborazione ed alle proposte della gente del quartiere!

Osservatorio Astronomico contro la Repressione Fenix!
Via Niccolò Paganini, 30 angolo Via Bologna- a Torino!

Bus utili 49, 49 barrato 75
tram 18 scendere alla fermata Ponchielli

Lun, 04/06/2007 – 10:55

Le calunnie e le speranze scritte da Massimo Numa

Rieecco. Massimo Numa... Ma non se ne era mai andato...
Ecco qui l'articolo pieno di menzogne , calunnie e le sue personali speranze, fatte di sgomberi delle case e tentare con i suoi pessimi e volgari articoli di creare "lo squatters" come il nemico del quartiere, cosa questa si VERAMENTE FALSA!

Ieri Domenica tre Giugno durante il secondo giorno di occupazione ci sono stati molti contatti positivi con la gente del quartiere i quali ci stanno facendo tutta una serie di complimenti per il nuovo colore che è stato dato ai muri...Dimostreremo con foto com'era il posto e come è adesso dimostrando Che Massimo Numa E' IL SOLITO NAZI FASCISTA BUGIARDO!

Segue l'articolo di Massimo Numa

massimo numa La città okkupata

Dal "Nuovo Fenix" al "Mezcal squat", ma presto partiranno gli sgomberi

MASSIMO NUMA
TORINO
I writers e gli squat-imbianchini si sono dati da fare, rovinando a fondo l’ingresso della palazzina ex comando dei vigili - sino a ieri in buone condizioni - in via Paganini 30, angolo via Bologna. Portoncino color argento metallizzato, lingue di fuoco nell’atrio. E lucchetto e catena nuovi, per chiudere la porta sfondata. Adesso è il «Nuovo Fenix». Sventola l’immancabile bandiera dei No-Tav, sotto il grande striscione nero.

E’ l’ennesima «okkupa» di una stagione segnata sì da una profonda irrequietezza del movimento antagonista torinese più radicale, ma anche dalla rapida reazione dello Stato. La gente del quartiere osserva infastidita e preoccupata l’andirivieni degli anarchici. Non temono chissà cosa, incendi o bombe, ma i concerti di musica hip-hop, sì. Significa stare svegli sino all’alba, storditi da bordate sonore da migliaia di watt. Ma possono stare abbastanza sereni: fra pochi giorni il «Nuovo Fenix» sarà sgomberato, smantellato, spazzato via. Addio aperitivo e cena Bella Vita a favore dei detenuti e «contro la repressione», addio alle feste «no profit». Ieri sera, prima riunione, sotto lo sguardo tranquillo degli agenti della Digos. Déjà vu: ecco «Schizzo», il prof. Mario Frisetti, uno dei leader storici degli squat, che appende i manifesti dei No-Tav. Tutto vestito di rosso.

Il prossimo presidio a cadere, dopo via Paganini 30, potrebbe essere il «Mezcal squat» di corso Pastrengo a Collegno, dove - proprio in questi giorni - si sono tenuti incontri per organizzare le proteste in programma a Novara contro gli aerei F35 e le manifestazioni anti-Bush di Roma, il 9 giugno prossimo. La «casa» è di proprietà dell’Asl5, che non può più tollerare - anche per questioni normative - la presenza degli squatter all’interno del fabbricato occupato abusivamente da quasi un anno. E’ una lunga teoria, quella degli sgomberi forzati. Nel 2006, il Comune di Grugliasco, s’era liberato, non senza fatica, del «Maracaibo Squat», sede in una cascina di via Lupo. Cacciati una volta, due, tre. Sino a quando il centro sociale s’è trasferito nel più tollerante - sino a ora - Comune di Collegno.

Nel febbraio scorso, a Torino, era ingloriosamente caduto un altro avamposto: la Reggia Occupata, nell’ex Manifattura Tabacchi. Questa l’analisi degli squatters. Temi attuali: «..Siamo incapaci di rimanere in silenzio quando una città come Torino sembra sorda di fronte alle voci degli indesiderabili che vengono reclusi e deportati ogni giorno, quando la gente muore cercando di sfuggire a un controllo di polizia, o durante un controllo...Quando si tenta di zittire qualsiasi voce fuori dal coro». Poi un passaggio sulla Tav e No Dalmolin, la contestata base Usa di Vicenza: «...Siamo incapaci di rimanere a guardare quando una valle intera si mette di traverso per impedire la devastazione del suo territorio, o quando migliaia di persone si oppongono alla costruzione di una base militare, quando un intero campo nomadi si rivolta contro la polizia».

Conclusione: «...All'alba di martedì 6 febbraio 2007, i cani da guardia del questore Berrettoni l'hanno sgomberata, ma non hanno spento quel fuoco che ci brucia dentro. Perché l'inasprirsi della repressione non ha mai coinciso con il nostro abbassare il capo. Perché non saranno certo gli sgomberi, le espulsioni, i fogli di via, ad impedire che le lotte vivano. Hanno chiuso uno spazio liberato, ne apriremo altri cento». Una promessa e una minaccia.

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