Offensiva biotech in Europa: contaminazioni e sperimentazioni

fonte: Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer (Germania)
18 settembre 2007

Semi di colza: scandalo da contaminazione OGM in Germania
Semi prodotti dalla Bayer ritrovati nei semi convenzionali.

Le autorità tedesche hanno trovato semi di colza (rapa) geneticamente modificati in raccolti convenzionali. Un portavoce del Ministero per l'Ambiente del Nord Reno-Westfalia ha affermato che alcuni carichi provenienti dalla compagnia Deutsche Saatgutveredlung contenevano semi geneticamente modificati per resistere all'erbicida glufosinato. Il glufosinato è venduto dalla compagnia tedesca Bayer CropScience con i marchi LIBERTY e BASTA. Circa 1500 ettari sono già stati seminati con sementi geneticamente modificate.

Jan Pehrke della Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer commenta: "Né i commercianti di semi né gli agricoltori sono responsabili di questo pasticcio. La Bayer deve assumersi la responsabilità per gli organismi da lei creati e deve pagare i danni." La Bayer è il leader mondiale sul mercato dei pesticidi. La compagnia vende una intera gamma di semi resistenti al glufosinato, tra cui riso, cotone, granoturco e soia. Secondo Pehrke: "L'incidente dimostra che i rischi legati ai semi geneticamente modificati non sono controllabili a lungo termine. Chiediamo una applicazione rigorosa del principio di precauzione. La contaminazione continuerà a espandersi se non saranno applicati criteri di controllo stringenti e la norma accettata non diventerà quella della contaminazione zero."

Nel marzo del 2007 l'Unione Europea ha approvato l'importazione di semi di colza resistenti al glufosinato, ma nel 2004 fu respinta, per motivi ambientali, una richiesta di coltivazione di colza per la produzione di olio di semi di colza. La Bayer ha anche chiesto un permesso di importare riso e soia geneticamente modificati. Similmente al recente caso di contaminazione di riso a chicco lungo americano, il presente caso di contaminazione è da ricondurre probabilmente agli esperimenti su campo condotti alla fine degli anni '90.

Dal momento che la coltivazione di colza geneticamente modificate è proibita in Europa, le autorità tedesche hanno deciso l'immediata distruzione delle piante. Poichè, molto probabilmente, la contaminazione è continuata inosservata per anni, è altamente probabile che altre aree siano state colpite. La Coalizione contro i pericoli derivanti dalla Bayer chiede che nessun'altra varietà di raccolto geneticamente modificato venga approvato e chiede altresì la cancellazione dell'assenso all'importazione di semi di colza resistenti al glufosinato.

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fonte: CDG
[ 17 settembre 2007 ]

Grano GM, test sperimentali in Svizzera
Stabiliti nuovi limiti alle possibilità di ricorso

Tre coltivazioni sperimentali di grano GM sono state autorizzate in Svizzera dall'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM). I ricercatori dell'università di Zurigo e del Politecnico federale si propongono di osservare il comportamento, in campo aperto, di piante di grano nel cui genoma sono stati inseriti alcuni tratti di resistenza a diversi funghi patogeni. I test si svolgeranno dal 2008 al 2010 nei pressi di Zurigo e Losanna e dovranno far luce, oltre che sulla produttività delle nuove varietà transgeniche, anche su alcuni aspetti relativi alla biosicurezza. Oltre agli effetti sugli organismi del suolo e sugli insetti, verrà monitorato il livello di contaminazione incrociata con specie selvatiche affini, in considerazione della particolare struttura dell'agricoltura svizzera costituita da piccole e medie aziende. Il dipartimento all'ambiente ha previsto in questo caso particolare un protocollo molto rigido: le piante saranno collocate ad una distanza di almeno 300 metri dai campi più prossimi e l' area sarà anche controllata dalle forze dell'ordine per scongiurare possibili danni alle coltivazioni.

Il programma di ricerca, finanziato dalla National Science Foundation e il cui costo si aggira intorno a 12 milioni di franchi svizzeri, ha riaperto il fronte delle contestazioni. In Svizzera, infatti, dal novembre 2005, vige una moratoria di 5 anni ma, dopo il voto, le autorità non hanno bloccato le sperimentazioni al fine di chiarire gli effetti controversi della nuova tecnologia. Nel 2003, la decisione di effettuare esperimenti in campo aperto di varietà transgeniche di frumento transgenico è finita in una lunga battaglia legale e in una serie di emendamenti alla legge sull'ingegneria genetica. In base alle nuove norme, dalla fine del 2008, non sarà più consentito usare nel grano da sperimentare geni marcatori resistenti agli antibiotici. Tuttavia, il dipartimento all'ambiente ha stabilito alcuni limiti al diritto di opporsi ai campi sperimentali: potrà infatti presentare ricorso solo chi risiede entro un perimetro di 1000 metri dall'area autorizzata.
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fonte: CDG
[ 17 settembre 2007 ]

Gelato GM, gli esperti britannici approvano la proteina
La parola passa ai ministri degli stati membri

Il comitato di esperti britannici per gli OGM, l'Advisory Committee on Novel Foods and Processes (ACNFP), ha approvato in via definitiva la proteina transgenica alla base dei futuri gelati dietetici della Unilever. Secondo gli scienziati il prodotto soddisfa tutti i parametri di sicurezza anche se la presenza di lieviti GM dovrà essere indicata in etichetta per la commercializzazione nei paesi europei. La raccomandazione passa ora all'esame dei ministri UE che, trascorsi 60 giorni, dovranno approvare o bocciare con il proprio voto la richiesta avanzata dalla Unilever, proprietaria di molte marche di gelati quali Magnum, Algida, Sorbetteria di Ranieri, Eldorado e Carte D'Or.
L'uso del nuovo ingrediente nei preparati a basse temperature ha sollevato sin dall'inizio dubbi e proteste. Si tratta infatti di una particolare proteina ISP (Ice Structuring Protein), prodotta per fermentazione da lieviti GM. La proteina sintetica presenta le stesse qualità anti congelamento di quella naturale, estratta da un pesce artico per la preparazione di prodotti surgelati. Per l'azienda, però, è economicamente più vantaggioso ricavarla nei propri laboratori, anche perché la particolare struttura dei suoi cristalli permetterebbe la manifattura di gelati a basso contenuto di grassi. Già dopo il primo sì dell'Agenzia per la sicurezza alimentare britannica (FSA), nella fase di consultazione pubblica, i ricercatori indipendenti dell'Indipendent Science Panel (ISP) avevano criticato la valutazione dei rischi condotta dall'agenzia, ritenendola insufficiente. Nel loro studio hanno dimostrato che la proteina della Unilever non è sostanzialmente equivalente a quella prodotta dal pesce artico ma anzi costituisce un allergene proprio per la sua derivazione da lieviti GM. Il recente parere dell'ACNFP, sebbene favorevole, convalida le tesi degli studiosi indipendenti e a tal fine prevede l'etichettatura obbligatoria sul prodotto finale, a tutela dei soggetti allergici.

Mer, 19/09/2007 – 12:44
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