Ogni giorno sui quotidiani di Torino

fonte http://www4.autistici.org/ojak/

Ogni giorno sui quotidiani di torino si leggono scempiaggini di ogni tipo: quella di oggi (6 settembre 2006) riguarda un gruppo di Rom (probabilmente “sgomberati” al pari di spazzatura molesta da una parte all’altra di questa magnifica città che non sta mai ferma, fuorchè quando si piazza sotto le ingombranti terga della fiat…) la cui unica responsabilità finora è quella di ESISTERE!! non vengano a dire che il problema è quello della occupazione abusiva di un terreno dell’Ordine Mauriziano (perchè si tratta di un ente con vicende talmente vergognose per le finanze comunali che si potrebbe affermare tranquillamente che quel terreno è mio, tuo, nostro….)

fonte lastampa.it

Nel fortino dei nomadi
dove la legge non arriva

Campo abusivo di Rom in riva al Sangone. I vigili: “Lì dentro non possiamo entrare”

GIUSEPPE LEGATO
TORINO
Sono arrivati che era l'alba del 2 agosto. E da allora nessuno è entrato in quel campo nomadi.
Sono cento, forse anche centocinquanta, ma il censimento è impossibile, perché per contarli bisogna entrare. E nessuno entra. Sono romeni? Pare di sì, pare però. Non si riesce a sapere esattamente nemmeno da dove vengano. E sempre per lo stesso motivo.

Nichelino, corso Unione Sovietica. Torino è vicina, la palazzina di caccia di Stupinigi vicinissima, il Carrefour - dove il 13 agosto scorso è stato abbandonato il piccolo Giorgio - pure. Tra i carrelli del supermercato e le roulotte ci saranno duecento metri, trecento al massimo.

Benvenuti nell'ultima Rom-City di Torino e provincia. Nata per caso un mese fa e diventata problema sociale adesso che il sindaco ha deciso di scrivere al prefetto e il prefetto di riceverlo lunedì prossimo. «Bisogna agire» dicono a Nichelino. Chiaro che sì. Intanto perché i Rom si sono stabilizzati in un terreno di proprietà dell'Ordine Mauriziano. Zona protetta, naturalistica e quant'altro che oggi è già una discarica a cielo aperto.

E poi c'è un problema di disagio sociale. Gli zingari hanno invaso la città: lavavetri ai semafori, questua davanti ai negozi, e nei piazzali dei supermercati. Insistenti e sempre più aggressivi. E allora la gente chiama il Comune e apre i rubinetti delle lamentele. Si sente di tutto. Commenti tutt'altro che politically correct. Esasperazione, ma da bollino rosso.

Un problema dunque bello e buono. Che diventa un problemone se anche il comandante dei vigili Rino Pagin, un veneto gentile e sceriffo allo stesso tempo, la mette giù in questo modo: «Noi, lì dentro, non possiamo entrare. In pochi minuti finiremmo circondati. Questi hanno sfondato pure le campane di cemento all’ingresso. pesavano quintali».».

Il villaggio abusivo sorge a fianco della tangenziale sud tra le uscite Stupinigi e Beinasco. Le roulotte dei Rom quasi nemmeno si vedono nascoste come sono nel fitto sottobosco di proprietà dell'Ordine Mauriziano. Camioncini, macchine sepolte dalla vegetazione, antenne di Sky e parabole satellitari appese agli alberi.

Eccoli qui i Rom: mimetizzati, invisibili e forse nemmeno identificabili. Perché tra le ipotesi più accreditate che si fanno al comando di Nichelino è che la maggior parte di questi Rom arrivi da fuori, direttamente dai Balcani. Non esistono all'anagrafe dei Comuni, ma neanche all'Afis della Questura. Fantasmi. «Il loro arrivo - dice il sindaco - è frutto probabilmente dell'apertura delle frontiere per la popolazione romena». Ma anche queste sono ipotesi. Perché lì dentro non si entra. Qualcosa di più credibile è una soffiata arrivata dagli ambienti dei sinti, nomadi stanziali che nulla hanno a che fare coi Rom e che pare abbiano dettato la linea: «Questi non entrano da nessuna parte, si trovino un posto fuori dai campi della zona». Poco c’entrerebbe in questa «linea dura» la questione etnica. Molto più probabile è che alla base delle espulsioni preventive ci siano motivi di equilibri di potere: centocinquanta nomadi in un nuovo campo sono pericolosi quanto basta per sovvertire gerarchie radicate da anni.

date poi un’occhiata alle scemenze apertamente razziste che scrive tale lorenzo mondo, di cui la stampa pubblica ogni cretinata gli passi per lo spazio minimo del cervellino e che non manca in questi giorni di discettare lungamente sulla irragionevolezza della solidarietà e sulla necessità della sicurezza e legalità rispetto alle “orde riversatisi nelle nostre lande”…

fonte lastampa.it

Solidarietà e bisogno di realismo

LORENZO MONDO
TORINO
Un campo rom sulla riva del Sangone, a 300 metri dalla Palazzina di Caccia di Stupinigi, in aggiunta al traffico di prostitute e ai ricorrenti scarichi di immondizie nei pressi della regale dimora. Solo a dirlo fa già impressione, per chi è attaccato a una certa immagine di Torino che si vuole divulgare tra i visitatori. Gli ospiti indesiderati sono un 150 e sembrano essersi materializzati dal nulla, come se si fossero fiondati direttamente qui dalla sempre più vicina Romania. Intravedi le solite roulottes e i ripari di fortuna da cui spunta qua e là un’antenna satellitare. Intravedi soltanto, perchè l’accesso è vietato agli estranei, neanche i vigili si azzardano a ispezionare il campo sorvegliato da energumeni; in compenso ne sciamano quelli che una giurisprudenza in fieri tende a considerare lavoratori atipici. Per dirla schietta, invadono Nichelino dove, per il momento, fanno i lavavetri o si dedicano all’accattonaggio. Stando ai residenti, manifestano una torva aggressività, e il sindaco ha chiesto un incontro urgente con il Prefetto. La vicenda arriva a buon punto per arricchire il contenzioso che, innescato a Torino dai lavavetri, si estende ai parcheggiatori abusivi e ai fuorilegge accreditati d’una soglia di tollerabilità rispetto a più loschi e criminosi attori.
Si aspetta anzi che qualche bello spirito estenda agli zingari di Nichelino l’offerta di un concorso per essere assunti a tempo pieno dal Comune o da volentersi privati. Anche se sembra disdicevole valorizzare l’accattonaggio per rimpinguare le casse pubbliche e, quanto ai lavavetri, occorrerebbe una città di cristallo per impiegarne tanti, quelli che ci sono e quelli che arriverebbero. Senza trascurare inoltre il problema di una abitabilità che, condizioni igieniche a parte, deve prescindere dalla conquista abusiva di spazi e terreni.
E’ sconfortante, davanti a troppe manifestazioni di illegalità, essere sottoposti al ricatto di chi pretende ogni volta di risalire alle cause prime di povertà, disagio e refrattarietà a comportamenti civili, gettandoti in faccia il dovere morale dell’integrazione. Senza chiarire per chi e per quanti, stabilire quali risorse siano disponibili per questa virtuosa ammucchiata. Si vorrebbe che, al di là di ipocrisie e tatticismi, si trovasse una voce ragionevole e univoca che afferrasse il problema per le corna, cercando di contemperare l’umana solidarietà con il necessario realismo e soprattutto con la sicurezza dei cittadini più inermi ed esposti. Che hanno un diritto di primazia, di non essere assimilati, come spesso accade, agli "ultimi".

sempre peggio

Ven, 07/09/2007 – 02:18
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