Padova - Ruba, scappa, si tuffa e muore
fonte ilmattinodiPadova
La vittima è un marocchino clandestino di 26 anni: tragica morte dopo una fuga dettata dal terrore di essere catturato
Sorpreso a rovistare in un’auto è stato inseguito da italiani
Due ragazzi escono dalla pizzeria. C’è un immigrato che sta trafficando nella loro auto. Battibecco. E poi arrivano gli amici
Si è sentito braccato. Slim Bolouza, 26 anni, marocchino, clandestino, in Italia da nemmeno un mese, era stato sorpreso a rubare dentro un’auto parcheggiata davanti alla pizzeria Giardinetto di Voltabarozzo. Fuggito in bici, è stato avvistato dagli amici del proprietario dell’auto che hanno tentato di raggiungerlo. Bolouza terrorizzato da questa estemporanea caccia all’uomo, ha gettato a terra la bici e si è tuffato nello Scaricatore a poche decine di metri dal ponte di Voltabarozzo. E subito dopo è morto.
Il corpo di Slim Bolouza è stato ripescato dai vigili del fuoco mezz’ora dopo la mezzanotte di ieri. Per il medico legale della polizia di Stato Massimo Puglisi la causa della morte potrebbe non essere l’annegamento ma un malore provocato da un shock termico. Il giovane, tra l’altro aveva bevuto parecchio.
Spettatori del recupero del cadavere anche i sei giovani protagonisti loro malgrado di questa storia. Storia che mostra un’insopportabile sproporzione fra la causa (il tentativo di furto in un’auto) e l’effetto (la morte di un uomo). Storia che avrà sicuramente degli strascichi polemici, sebbene per la polizia si sia per il momento chiusa con il recupero della salma e la raccolta di riscontri e testimonianze che verranno inviati in procura.
Domenica sera: sono da poco passate le ventitré. Andrea A., 25 anni, padovano, e la sua ragazza, 24 anni, escono dalla pizzeria Il Giardinetto di Voltabarozzo e notano una persona frugare dentro la loro auto, una Volkwagen Polo. Il giovane affronta il ladro e lo apostrofa. Nel frattempo la ragazza chiama gli amici che li stanno aspettando sul piazzale del pub Chevalier in via Facciolati, dall’altra parte del ponte. E li avverte che Andrea sta litigando con un ladro. Il quale inforca la bici e scappa. I due fidanzati salgono in auto e si dirigono al pub (è a questo punto che la ragazza chiama il 113 per informare la polizia di un ladro in fuga). Due dei quattro amici al pub, però, decidono di affrontare il percorso inverso. Forse vogliono dare man forte ad Andrea, forse vogliono trovarlo e bloccarlo. I due vicino al ponte notano uno straniero in bici che assomiglia alla descrizione fornita al telefono dalla ragazza di Andrea. E decidono di seguirlo. E’ Slim Bolouza. Che comincia a pedalare sempre più veloce, ormai incalzato dall’auto con gli abbaglianti che lo inquadrano da dietro. Il magrebino gira sul lungargine, si ferma e getta a terra la bici. I due ragazzi (coetanei di Andrea) lo notano nascondersi sotto il ponte e a quel punto si fermano, temendo che ci siano altre persone.
All’improvviso i due lo vedono in acqua: sta nuotando a dorso verso l’altra sponda. Lo chiamano e nel contempo avvertono la polizia (seconda chiamata al 113) che dirotta sull’argine dello Scaricatore una pattuglia. Arrivato a tre quarti di fiume i due ragazzi (ma nel frattempo sono arrivati anche gli altri, due ragazze e due ragazzi) lo vedono bloccarsi e restare immobile, galleggiando in verticale sul pelo dell’acqua. Il corpo viene ripescato poco dopo dai pompieri. Bolouza era arrivato a Lampedusa il 16 marzo scorso. Il 2 aprile il suo arrivo in città da clandestino.
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