Preoccupazione per Essid Sami Ben Khemais
Essid Sami Ben Khemais, uno dei tunisini arrestati dall'Italia bellica con la scusa del terrorismo islamico e che quattro anni fa aveva chiesto la nostra solidarietà per non essere mandato a morire in Tunisia, sarà scarcerato dopodomani, domenica 3 giugno.
In teoria dovrebbe uscire libero dal carcere di Carinola, dove ha scontato l’ultimo periodo di detenzione, sia perché, dopo 6 anni, è in fine pena ma soprattutto perchè la corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha bloccato l'espulsione che era scritta nella sua condanna.
Purtroppo però, come ci si immaginava, sembrerebbero esserci dei problemi.
L'avvocato Sandro Clementi che l’ha difeso nel primo processo e che ha presentato il ricorso alla corte di Strasburgo ottenendone il blocco (perché l’ espulsione per lui significherebbe morte sicura) ha, ovviamente e più volte, inviato sia ad Essid Sami che alla matricola del carcere di Carinola il documento con cui Strasburgo blocca l’espulsione.
Nemmeno una volta questo documento è arrivato nelle mani di Essid Sami, non solo, la matricola e il commissario delle guardie del carcere continuano ad affermare che a loro non risulta nulla e che loro lo consegneranno alle forze dell'ordine perché si proceda con l’espulsione.
La corrispondenza con Essid Sami incontra, da vari mesi ormai, grosse difficoltà.
Nei fatti le sue lettere arrivano irregolarmente anche ai suoi difensori e spesso lui non riceve quelle che i suoi difensori gli inviano e in ogni caso il carcere blocca la corrispondenza con chiunque altro. Una comunicazione così minima ed irregolare fa si che non sia semplice capire sino in fondo la situazione reale.
Potrebbe trattarsi semplicemente di un maltrattamento delle guardie per esasperarlo come potrebbe, invece, trattarsi di una disposizione “dall’alto”.
Nei fatti il processo che ha visto comparire in aula Essid Sami Ben Khemais e i suoi 5 coimputati è stato il cavallo di battaglia di questo stato, sul fronte interno, su cui poi si è innalzato il castello che in 5 anni ha portato all’arresto, solo in Italia, di centinaia di islamici e arabi con la scusa di un terrorismo che avrebbe, però, miracolosamente deciso di salvare l’Italia da qualunque attacco.
La loro condanna è stata così gradita dall'America che per essere riuscito ad infliggergliela il p.m. Dambruoso ha ritirato direttamente dalle mani di Bush il premio come miglior magistrato dell’anno.
Che ci sarà di così brillante nel condannare così tante persone per terrorismo avendo trovato solo ed esclusivamente alcuni documenti contraffatti?
Subito dopo sia Essid Sami che alcuni suoi coimputati vengono, sulla base degli atti italiani e su pressione degli inquirenti nostrani, condannati anche in Tunisia da un tribunale militare.
Vengono condannati in contumacia, quindi senza la possibilità di difendersi e con una sentenza che per alcuni, Sami compreso, non si capisce nemmeno se sia a 10 o 20 anni…. sarà militarmente discrezionale?!
La nuova normativa internazionale contro il terrorismo prevede che si possa essere condannati sullo stesso reato in ogni stato in cui si giunge o si è passati, si può quindi, scontare la stessa pena più e più di volte.
Non ancora appagati i governanti e i magistrati italiani due anni fa, poche settimane prima dello scadere della prima pena e senza mai essere uscito di carcere, spiccano un nuovo mandato d’arresto e di nuovo per terrorismo.
Ricordiamo che Essid Sami è stato arrestato nella primavera del 2001 e non dopo l’11 settembre.
Lui e altri avrebbero, prima del 2001 quindi, picchiato con un bastone (vera arma letale?) un agente dei servizi segreti tunisini che, pare, li pedinasse da tempo.
Questo, ovviamente sempre senza prove, è stato sufficiente per una condanna di reato con finalità di terrorismo e l’espulsione scritta su sentenza.
Questo processo, però, non ha ancora finito il suo iter
Infatti, anche se Sami ha già scontato la pena, si è ancora in attesa della cassazione e questo è un altro dei motivi per cui non può essere espulso.
Ma ancora:
Essid Sami nei prossimi giorni deve testimoniare ad un processo a Milano.
È stato chiamato ed accettato, come teste di difesa ammesso dalla corte, ad un processo contro 12 islamici tenuto dalla seconda sezione della corte d’assise di Milano presieduta dal giudice Nobili e De Santis. Espellendolo ora, oltre a mettere seriamente a rischio la sua stessa vita, si impedisce contemporaneamente ad altre 12 persone di difendersi come dovrebbero.
Ora la corte di Strasburgo ha bloccato la sua espulsione verso un paese che condanna attraverso i tribunali militari, e sappiamo tutti molto bene cosa significa, un paese che non rispetta i diritti dell’uomo e le cui torture dentro le carceri portano alla morte ma evidentemente questo blocco di Strasburgo ancor oggi “qualcuno” non lo sopporta volentieri.
Chiediamo di tenere alta l’attenzione su questa situazione.
No all’espulsione di Essid Sami Ben Khemais !
No alle espulsioni!
controrepressioneedeportazioni@hotmail.com
Sassari 1 giuno 07
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