Report presidio per Abder

fonte http://www.infoaut.org/

Si è tenuto ai Murazzi sulle rive del fiume, dove a fine agosto, è morto Abder, un presidio di commemorazione organizzato dalla comunità marocchina e dal Csa Murazzi.
Il giovane marocchino è morto annegato nel Po dopo una collutazione con le forze dell'ordine, che hanno di fatto rinunciato a salvarlo dalle acque del fiume. In 200 ci si è radunati per l'ultimo saluto e per denuciare come la morte di Abder sia la conseguenza del clima securitario che le giunte delle città stanno applicando con rigore e forza, individuando nel popolo dei "dannati" il problema principale. La sua morte è di fatto una pena di morte applicata dalla tolleranza zero. Non possiamo accettare che nel nome di una finta sicurezza ci rimetta la vita un giovane immigrato clandestino nel silenzio più assoluto e in una condivisione strisciante dell'opinione pubblica perchè indicato come piccolo spacciatore di droghe leggere. Lavavetri, mendicanti, venditori di oggetti, writers sono diventati l'obbiettivo su cui convergere da destra e da sinistra, spostando l'attenzione della gente dai reali problemi di sicurezza che gli italiani hanno: non si arriverà alla fine delle mese; le famiglie sono sempre più indebitate e strozzate dagli interessi di mutui e prestiti, ma almeno saremo tutti più sicuri, senza scritte sui muri, senza vedere agli angoli delle strade o ai semafori spaccati di quella disperazione che rappresenta questo mondo.

Sabato dalle 16 si terrà un presidio a Porta Palazzo, in corso Giulio Cesare


fonte repubblica torino

Un centinaio di marocchini e italiani ricorda il giovane caduto nel Po mentre sfuggiva a un controllo

Preghiera ai Murazzi per Abdher

Una donna grida "assassini", altri invitano i poliziotti a dire la verità
Gli anziani della comunità e l´imam hanno invitato alla calma alcuni esagitati

Un mazzo di rose gialle per Abdher Hemane Kihalafa adagiato sulla sponda del Po, uno striscione appeso e un centinaio di ragazzi marocchini e italiani che si stringono per pregare e chiedere giustizia per la sua morte. Dicono: «aveva solo 21 anni, è assurdo morire così. Una vita spezzata è sempre fonte di sofferenza. Oggi vogliamo ricordare la morte di un ragazzo». Rimangono ai Murazzi davanti al locale "Giancarlo", almeno per un´ora, dalle sei del pomeriggio, proprio nel punto in cui il giovane è annegato. Invocano "verità", e i loro animi surriscaldati dai dubbi e dai racconti sulle manganellate che il ragazzo in fuga avrebbe (secondo qualcuno) ricevuto, mentre fuggiva dalla guardia di Finanza, sono tenuti bassi dai più anziani, da chi non vuole lo scontro. Alla fine tornano tutti a casa e il gruppo si scioglie con un nuovo appuntamento: sabato alle quattro un altro corteo sfilerà da Porta Palazzo con lo stesso obiettivo.
C´erano i parenti, tra cui il fratello Mostafa, gli amici e i giovani dei centri sociali del Murazzi e di Askatasuna: hanno pregato e lanciato palloncini bianchi nel Po. «Onore per il mio caro fratello morto a 21 anni. Abbiamo fiducia nella giustizia italiana e nelle sue leggi» dice Mostafa al microfono. Ha saputo dell´autopsia, che esclude che suo fratello sia stato picchiato. E commenta: «Lui sapeva nuotare benissimo, andavamo sempre in piscina. Ora manderò il corpo di mio fratello in Marocco, e io anche parto, me ne andrò per sempre da Torino e dall´Italia».
L´imam Said Sadek pronuncia la prima sura del Corano, poi una preghiera per il profeta Maometto, una per il defunto e un´ultima più generale per tutti i presenti. La rabbia esplode subito dopo. Dopo che i giovani dei centri sociali dei Murazzi hanno detto che «la morte di Abder non deve essere inutile». Secondo Askatasuna, la responsabilità è delle forze dell´ordine, e non ci sono dubbi. Qualcuno grida: «perché le telecamere funzionano solo per i venditori di collane e non per queste cose?». E allora scrosciano gli applausi. Una donna grida nella lingua marocchina e accende la scintilla: «Assasini, assassini» si mettono a gridare in coro gli amici del giovane, pieni di rabbia. Vogliono che qualcuno delle forze dell´ordine scenda a parlare con loro, a «chiedere scusa». E´ allora che intervengono i più anziani: «basta, noi siamo venuti qui perché volevamo la civilizzazione. Ora restiamo calmi. Noi dobbiamo avere fiducia nella giustizia». Pochi minuti di concitazione, i più carichi di rancore si tranquillizzano e se vanno, con una promessa: «Sabato ci saremo tutti». Mario Carossa, segretario della lega Nord commenta così: «Mi ha lasciato preoccupato assistere al presidio, devo dare atto ai religiosi presenti per non aver permesso di strumentalizzare questo episodio».


TORINO: MAROCCHINO ANNEGATO, AUTOPSIA ESCLUDE LESIONI

Torino, 3 set. (Adnkronos) - Nessun segno di lesione. E' quanto sarebbe emerso dall'autopsia eseguita oggi sul corpo del giovane marocchino annegato la scorsa settimana a Torino dopo essersi gettato nel Po nel tentava di sfuggire alla Guardia di finanza impegnata in controllo antidroga.
L'esame autoptico non avrebbe quindi evidenziato segni di violenza portando quindi ad escludere l'ipotesi avanzata da alcuni amici della vittima su alcuni colpi inferti al giovane prima di finire in acqua. A quanto si apprende altri elementi emersi nel corso delle indagini porterebbero gli inquirenti ad avvalorare ulteriormente i risultati della perizia.
(Ato/Pe/Adnkronos)

Mer, 05/09/2007 – 15:00
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