Resoconto della tre giorni antipsichiatrica tenutasi a Barcellona.

Resoconto della tre giorni antipsichiatrica tenutasi a Barcellona.

Colectivo de psiquiatrizados en lucha y companeros

Chiedo scusa se qualche contenuto dovesse presentare qualche imprecisione e sicuramente qualche involontaria omissione, non è facile riassumerre una 3 giorni così densa per di piu' tradotta dallo spagnolo che capisco solo in parte (anche se c'erano traduttori non è semplice).

A Barcellona è nato il collettivo psichiatrizzati in lotta e loro amici, il collettivo si è formato di recente e con questa tre giorni ha unito il popolo critico al metodo psichiatrico spagnolo dopo un periodo di fondamentale isolamento (gruppi e individualità che agiscono in situazione isolata) o silenzio. Significativa la presenza libertaria.
Per chi non lo sapesse cito che la Spagna ha avuto una storia di insurrezione anarchica (1936) interrotta dal franchismo, e quindi la presenza anarchica è molto numerosa, matura e attiva, erano presenti anche esponenti della CNT (storico sindacato anarchico di base ricomposto dopo la morte del dittatore Franco). Molti usuari e ex-usuari (utenti ed ex-utenti), alcune persone con esperienze lavorative (educatori, psicologi) dai vissuti negativi oe antagonisti/boicottatori o propositivi di pratiche "altre", alcuni amici di psichiatrizzati attivisti interessati. In sala ci sono sempre state dalle 40 alle 60 persone partecipi al dibattito ognuno con il proprio bagaglio. Tra i numerosi "diagnisticati" presenti c'erano sia persone che hanno rifiutato la "cura" sia persone che "vogliono uscirne ma non sanno come fare" sia persone che la accettano perchè hanno paura di quella che chiamano "locura" (pazzia). Queste ultime in alcuni casi trovavano difficoltà a comprendere di non essere malate e facevano fatica a non muoversi nel linguaggio ufficiale della psichiatria (io sono schizofrenico ecc ecc).
Il livello dei dialoghi è stato comunque molto alto, poche ciancie inutili, nessuno scontro gratuito.

I temi fondamentali che sono emersi durante la tre giorni sono quelli classici a cui tutti ci ispiriamo:
I maggiori esperti di Salute Mentale sono gli psichiatrizzati.
Rifiuto della nozione di malattia mentale
Rifiuto dell'approcio farmacologico
Rifiuto della coercizione
Demistificazione della paura della sofferenza e della diversità (propria e altrui) dato che tali sono le paure che giustificano l'accanimento terapeutico psichiatrico.
Il dibattito è stato un catalizzatore di realtà e individualità e si si è via via indirizzato verso la continuazione del collettivo e la creazione di una rete di solidarietà e di attività: strategie di azione, di difesa, di creazione di rete d'aiuto ecc.

1a giornata:
Ero presente io con alcuni italiani e abbiamo parlato generalmente del tema della coercizione nelle forme piu' pesanti e quelle piu' sottili ma non meno insidiose (Il manicomio spostato direttamente nel cervello tramite il farmaco, la persona isolata nel manicomio dello stigma e autostigma della diagnosi ecc ecc), oltre che a varie tematiche legate al business del controllo sociale. Abbiamo poi parlato a grandi linee della situazione in Italia, sia psichiatrica che anti-contro-critica-psichiatrica, quindi anche della chiusura fittizia dei manicomi e del'inganno della psichiatria "democratica e light" fascista come tutte le psichiatrie, come si muovono alcune realtà quali collettivi e Telefoni Viola (non abbiano ovviamente usurpato il ruolo di portavoce limitandoci a dare un quadro generale delle suituazioni che conosciamo), i tentativi di Lojacono e Bucalo, i dibattiti, gli ultimi arresti di Bologna, l'invasione dei medici o degli "educandi" anche nei gruppi di auto-aiuto, ecc. Abbiamo reso nots l'esistenza delle reti europee e mondiali fornendo gli agganci (indirizzi web ecc) e parlando di alcuni eventi interessanti. Dato che nessuno sembrava conoscere le esperinze di Mosher, della Casa del Fuggitivo di Berlino, del Magnus Stenbock Hotel, dei gruppi di ascoltatori di voce e dei gruppi di auto-aiuto. Abbiamo anche citato il progetto "Rifugio Urbano" di Torino e dei nostri timori per come gli "specialisti pzykokyller stiano influendo negativamente sul progetto e alcuni documenti dell WNUSP soprattutto "guarigione" pubblicato sul sito di nopazzia www.nopazzia.it.

Abbiamo quindi tentato di capire la legislazione psichiatrica in Spagna e sono emerse alcune differenze sostanziali.
1-Lì ci sono ancora i manicomi
2-Non esiste una legislazione specifica sull'internamento obbligatorio ma solo una legge ordinaria che di fatto permette il TSO (encierro involuntario) e la solita trasformazione da ricovero volontario a involontario (ci vuole la firma di un giudice)
Per ora si direbbe meno praticato che in Italia, e sembra più facile sottrarvicisi. Ma soprattutto non esiste l'ASO (Accertamento Sanitario Obbligatorio) e pare che gli psichiatri non ti inseguano come invece fanno qui in Italia.
3-Riguardo all'ASO e alle "terapie coatte" attualmente un'associazione di familiari (parenti serpenti) sta chiedendo una legge per la terapia obbligatoria, appellandosi in questo al "buon nome della psichiatria italiana" che prenderebbero a riferimento come la psichiatria che funziona meglio...!!!... La proposta di legge per ora non è passata ma lo stesso questa associazione, appoggiata da un partito di destra sta continuando a proporla. Il parere dei presenti è che c'è un rischio reale che passi.

2a giornata:
Presentazione di un libro U.H.P. (Unìos hermanxs psiquiatrizadxs en la guerra contra la mercancia!) no copyright, scritto e curato da sopravvissuti alla psichiatria. Questo libro è la raccolta di 11 fanzine di informazione antipsichiatrica con critica alla psichiatrizzazione di massa, al potere psichiatrico, alla violenza dei metodi psichiatrici, al controllo sociale, informazioni sulle leggi e sui farmaci, consigli su come comportarsi, informarsi, informare le famiglie, piu' interviste, esperienze, brani storici, materiale utile "a riprendersi la propria vita in mano". Tutto il libro ha un taglio decisamente politico e non si disgiunge mai da una visione critica globale al presente capitalista-mercificatore e gli argomenti sono trattati via via in forma di denuncia al controllo sociale, alla critica all'attuale cultura di mercificazione delle cose e di esistenze. E' permeato quindi di uno squisito stile libertario e da un'attenta analisi sociopolitica, e quindi ha un taglio preciso che non isola l'esperienza antipsichiatrica da quella anticapitalista. (se possibile cercherò di farmi mandare il file del libro per metterlo in rete).

Altri interventi importantissimi quelli di due persone: Josep Alfons Arnaud (educatore sociale) e Santiago Augustin Ruiz (psicologo).
Cercherò di mettere al piu' presto in rete il loro intervento.
Sono persone "dissidenti" con esperienza nelle comunità per minori C.R.A.E. (Centro Residencial de Acción Educativa) e C.R.A.E.I. (Centro Residencial de Acción Educativa Intensiva - questo per i minori che hanno anche commesso reati). Entrambi sono posti da incubo: tutti i bambini sono per prima cosa messi sotto terapia e poi sotto regime di ri-educazione, e scopriamo così che la "civista" Spagna zapatera nasconde orfanotrofi dotati di celle d'isolamento ribattezzate allontanamento dal gruppo o qualcosa giu' di li', stanze vuote prive di materasso in cui i bimbi vengono lasciati anche piu' giorni a volte anche ammanettati, quando secondo gli "educatori" meritano un castigo.
All'entrata se posseggono numeri di telefono, cellulari, contatti ecc ne vengono privati. Clima da orfanotrofio punitivo. Uno dei 2 relatori (mi sembra Josep) ha resistito 3 giorni soli a lavorare li' dentro, dopo di che si è licenziato, ha organizzato una manifestazione con presidio di denuncia di cosa sono in realtà quei posti, il tutto fuori dalla struttura. All'interno i bambini hanno fatto una rivolta, sono stati duramente puniti per questo ma hanno fatto sapere che sono contenti che sia successo e chiedono ulteriore solidarietà. Da allora questo ex-educatore di adopera per denunciare queste barbarie. Augustin (membro della CNT, decisamente tosto), sorretto da qualche solidale invece continua a lavorarci da parecchi anni, la sua descrizione di cio' che fa è piu o meno stata questa: entro, so chi voglio aiutare di volta in volta, non mi guardo ne' a destra ne' a sinistra e ottengo i risultati denunciando, liberandoli o aiutandoli come posso di volta in volta.
(Spero che mi mandi presto le foto dei bambini legati che le mettiamo subito in rete con gli audio). I due non si conoscevano e si sono incontrati al dibattito. C'era una terza persona che ha provato a lavorarci ma anche lei ha resistito poco.
Attualmente (come succede per le carceri) queste strutture sono quasi tutte private e quelle ancora pubbliche sono in fase di privatizazione, per ogni bambino prendono migiaia e migliaia di euro al mese (fino a 9000 se ho capito bene...) quello che facevano notare è che questi bambini usciranno di li' emorginati, non istruiti, psichiatrizzati e che con le somme che le strutture si succhiano si potrebbero andare a studiare a Oxford, si potrebbe comprar loro una casa ecc ecc.
Nessuno dei presenti sosteneva la necessità di una riforma ma solo la chiusura totale di qualsiasi istituto per minori e il ricorso all'adozione come unico metodo di supporto.
PS: Il business carcerario è in crescente aumento e la privatizzazione fa gola agli sfruttatori di turno. Questa realtà era stata uno dei motori di giornate anticarcerarieche si erano svolte in tutta europa nel 2004 e che avevano colpito, tra l'altro anche Villa Cristina a Torino (Lager Caza di Cura Pzykyatrika Torinese)

Era presente anche un gruppo di Trans giovanissimi, attivisti molto seri e preparati che hanno spiegato la loro lotta che contesta la psichiatrizzazione e l'iter psicoterapeutico e farmacologico a cui devono sottostare per ottenere operazione o riconoscimento legale. Alla faccia dei Pax Zapateri, anche in Spagna i transessuali per poter ottenere il nome del sesso desiderato sui documenti devono prima sottoporsi a 2 anni di cura ormonale, ovvero una castrazione chimica (dicevano anche che questi ornomi danno assuefazione e che in molti si ritrovano a dover prolungare le "cure"). Questa presenza è stata molto gradita soprattutto alla luce di come la psichiatria abbia monopolizzato l'omosessualità come sua competenza infilandosi nella gestione delle strutture socializzanti Gay-Lesbo-Trans (vedi Arci-Gay in Italia ecc ecc) Il DSM IV ha eliminato l'omosessualità ma ha lasciato e ampliato i contenuti nel "Disturbo dell'Identità di Genere" ovvero la transessualità. Gli psichiatri ovunque nel mondo si spacciano per protettori della classe omosex e nella maggioranza dei casi gli omosex accettano questa "protezione", soprattutto i Trans che possono beneficiare del cambio di sesso quando accettano la diagnosi e ovviamente le "terapie e psicoterapie". Il gruppo presente non lo fa, nega di essere malato e rifiuta che la questione sia competenza psichiatrica. Esiste un gruppo simile anche in Italia.

3a giornata
Intervento di Martin Urquiza un antropologo che ha parlato anche di
un'iniziativa in corso: radionikosia.org una radio itinerante, ospitata da alcune radio, che cura delle trasmissioni fisse ascoltabili anche in streaming fatta da persone psichiatrizzate. Anche lui rispetto a diagnosi e farmaco è stato molto radicale, ha tracciato una sorta di storia della folla citando il vissuto del fenomeno in culture lontane nel tempo o nello spazio e poi foucault e antonin artaud.

Tavola rotonda degli psichiatrizzati ovver dei maggiori esperti di salute mentale (la spiegazione dei contenuti l'ho gia' messa all'inizio).

Chi volesse la mail del colectivo de psiquiatrizados in lucha y
companeros eccolo: capelcc@gmail.com


Il testo che presentava l'iniziativa:

Aquí us deixem el resum del contingut de les jornades.
JORNARDES SOBRE SALUT MENTAL (BARCELONA)

Situació actual a Itàlia.
A càrrec de Paola Peste.
Divendres 16 de novembre, 19:00

Col·labora amb diferents editorials nocopyright a l'elaboració i difusió de material informatiu. Actualment està treballant a la versió actualitzada de "Effecti collateralli" (edicions Nautilius), llibre que tracta sobre els efectes secundaris de la medicació. Condueix amb Tristano Ajmone [president de OISM (Observatori Italià sobre la Salut Mental) www.oism.info, un programa radiofònic de cultura i pràctica antipsiquiàtrica: Il Nido Del Cuculo a la radio lliure Radio Blackout.
Per a poder valorar en primera persona la realitat psiquiàtrica treballa com a educadora a un pis tutelat per a persones psiquiatritzades gestionat per una cooperativa social. El que ens explicarà anirà al voltant d'aquesta experiència. Per tant, el tema serà el de la coerció (fins i tot el control) de la persona psiquiatritzada a tots els seus aspectes essencials: físic, químic, ambiental o social, de pensament, de la sexualitat, de les seves activitats, dels seus diners...
Coerció és lligar a les persones, és aplicar-les un TSO (Tractament Sanitari Obligatori), internar-les a un manicomi o a estructures pseusosanitàries. Coerció és lligar mèdicament el pensament d'una persona en el moment que expressa la seva naturalitat, les seves necessitats, els seus conflictes (impedint, de fet, trobar una sortida al laberint en el que s'ha ficat i es veu aïllada, denominat "patologia psiquiàtrica", definició que rebutgem), i arribant a provocar-li mecanismes de patiment, tancament, aïllament, evasió mental i patologies físiques (els anomenats efectes col·laterals). Coerció és substituir a les persones a la presa de decisions sobre les seves vides, ja siguin importants o quotidianes, proposant-li això com indispensable i atribuint-li incapacitat d'entendre o voler. Coerció és el control psicològic que s'efectua mitjançant la desvalorització de l'altre i de si mateix per mitjà de l'aplicació de l'estigma del diagnòstic, desvalorització que s'efectua mitjantçant la privatització de la dignitat (fins i tot si es proclama el contrari). Tot això s'anomena hipòcritament "cura" o "teràpia", i es fa en nom del "be de la persona"... Allò cert és que el interès de la psiquiatria no es el be de les persones anomenades "usuàries", és el be de l'altre: de la familia (que així es treu un problema al si de la qual sempre es desenvolupa el germen de l'incòmode), de la societat (que pretén aparentar ser ordenada i feliç), dels enormes interessos de les farmacèutiques, dels interessos de la classe treballadora del sector (psiquiàtres, psicolegs/gues, educadors/es...) Els i les quals no coincideixen en res amb els dels i les "usuàries", a qui haurien d'ajudar.

Presentació del llibre U.H.P. ("¡Uníos hermanxs psiquiatrizadxs en la
guerra contra la mercancía!")
Dissabte 17 de novembre, 11:30

UHP és una compilació dels textos que formaven els 11 números del fanzine Enajenadxs i una sèrie d'articles, ponències i altres materials més recents sobre aquest entramat de diagnòstics, tancaments i fàrmacs que denominen “Salut Mental”. Però, com solem dir al presentar-ho, no es tracta d'un punt i final, d'una forma de concloure o donar per resolt el tema, sinó que pretén ser un punt i seguit: un pont entre la teoria desenvolupada els últims anys i les possibles pràctiques futures encaminades al desmantellament de l'ordre psiquiàtric i la seva dominació. Una lluita que creiem imprescindible per a qualsevol col·lectiu o individualitat que pretengui plantar-li cara al Sistema.
Sent conscients del paper repressiu que la psiquiatrització massiva juga a la nostra societat i la violència dels seus mètodes, disfressats de cura i ciència, i partint de la convicció que la llibertat i la lluita contra el que ens oprimeix són per si mateix terapèutiques, ens proposem transformar els patiments íntims en col·lectius i inventar estratègies amb les quals disminuir el patiment a través de l'escolta i el suport mutu. Pot semblar utòpic, però qui dugui anys psiquiatritzat/da sap que és l'únic camí, l'única estratègia possible per a prendre'ls, d'una vegada per sempre, les nostres vides.

Situació dels i les menors als CRAE (centres residència d'acció educativa).
A càrrec de Josep Alfons Arnau (educador social).
Dissabte 17 de novembre,17:00

“És veritat que no hi ha mes cera que la crema, i massa vegades crema malament. I és mentida que no quedi foc en els llavis per a incendiar aquest arenal...”J .

S'accepta que uns/es quaranta mil menors estan a Espanya tutelats per l'Estat per via dels organismes d'atenció a la infància i adolescència que són autonòmics, és a dir, declarats en situació de desemparament.
D'ells/es a Catalunya més de dos mil viuen en cases llars i residències:
Hospicis moderns a la majoria dels casos (que prenen noms com el de C.R.A.I.) Quina és la raó per a que es mantingui institucionalitzat en residències a tal nombre de menors? Per quins l'hospici no ha desaparegut sinó que només s'ha modernitzat? És lícit plantejar-se referent a això la següent hipòtesi: La matriu d'aquest problema sembla compondre's de dos factors:
El prescindir del fet que una institucionalització llarga – de més d'un any- d'un/a menor en residències sempre li crea problemes, amb l'alta probabilitat d'aparició del cridat síndrome de la institucionalització (baixa acte-estima, ansietat, baixa autonomia i greus problemes per a la socialització) NO situant-se els recursos destinats a la infància en desemparament en la prioritat, i el focalitzar, de l'ajuda a les famílies amb problemes – econòmics i d'habilitats socials- per a cuidar dels seus fills/as i, quan és impossible en interès del/la menor que segueixi vivint amb la seva família nuclear d'origen, el NO optar per l'acolliment en família extensa o en defecte d'això, si això no és possible, en família aliena.
L'existència d'un entramat de relacions de l'administració- en el marc de la privatització salvatge dels serveis d'ajuda social- amb un "sin fin" d'entitats privades dedicades a allò “social” que fan de l'existència dels hospicis moderns (a Catalunya C.R.A.I.s) un negoci, entre altres formes a través de la creació de patrimoni immobiliari (els edificis dels hospicis moderns)

Què està passant als centres de menors? cel·les d'aïllament, medicació forçosa, motins, fugides,...
A càrrec de Santiago Agustín Ruíz (psicòleg).
Dissabte 17 de novembre, 17:00

ETS CONSCIENT DEL DANY QUE FAS A L@S XAVALS EN EL TEU TREBALL?

Hola,

T'escrivim aquestes línies pensant que alguns/es dels/les que treballeu a Centres de Menors esteu oberts/es a reflexionar sobre el paper que us està tocant fer.
Anem a parlar tant de la teva situació com de la dels/les xavals/es amb qui et relaciones dia a dia.

1. L@s educadors: Un treball que no és el qual pensaves.
Quan vas acabar d'estudiar segurament estaves il·lusionat/da amb el teu futur professional. Pensaves que anaves a tenir la sort de tenir una ocupació útil. Imaginaves que seria dur tractar amb nois/es que havien comès delictes, o que vivien en un entorn hostil, però pensaves que podries ajudar a que sortissin de la marginació.

Estudiant havies après que la majoria dels/les xavals/es que estan tancats/des procedeixen de famílies pobres, que molts/es han patit maltractament, abandó, abusos físics i/o sexuals… Vas aprendre també que la violència amb la qual resolien qualsevol conflicte era només l'últim recurs que van aprendre davant un món que els tracta a ells/es amb violència física i econòmica des del seu naixement. Et van ensenyar que quan una persona és molt jove, els canvis a millor poden ser molt ràpids. Que envoltats/de d'un entorn sa, amb les nostres necessitats cobertes i rebent estímuls positius els éssers humans podem superar qualsevol situació difícil.

Des del teu primer dia de treball hagueres de notar que la realitat era molt diferent. L'entorn en el qual anaves “a intervenir” no era pacífic, i els/les xavals a més no et rebien precisament amb un somriure en els llavis. Et vas veure envoltat/da en una guerra amb els/les nois/es en la qual vas acabar per fixar-te únicament en els cops que rebíeu al teu “costat” (les estadístiques de baixes psicològiques o per agressions entre els/les educadors/es farien tremolar a qualsevol). No obstant això, vas decidir continuar amb això. Si no vas llençar la tovallola canviant la teva ocupació per qualsevol altre, vam imaginar que serà perquè tens interès per ajudar a els/les xavals/es a viure millor o perquè vols aplicar professionalment allò que has estudiat. Ets conscient que cap d'aquests dos objectius es compleix?

2. No ajudes als/les nois/es a viure millor.
Davant dels teus nassos estan passant coses que els/les destruïxen emocionalment, que els/les empenyen encara més al cicle de violència en el qual viuen. Per exemple: Les cel·les d'aïllament duen temps eliminant-se dels centres sanitaris avançats. Han demostrat ser contraproduents. T'has plantejat com reaccionaries tu quan tenies 14, 15, 16 anys si et tanquessin 24 hores en una habitació sense absolutament gens que fer? Això és una forma de tortura. De debò creus que és bo per a ells/es? Que els/les educa d'alguna forma? Que els/les fa ser més felices? Que reduïx la seva agressivitat? Els llibres que trobes en qualsevol facultat de psicologia indiquen que l'aïllament, la falta d'intimitat i les teràpies basades en el càstig potencien l'agressivitat tant en humans com en animals. Medicar de forma crònica als/les menors va contra la seva salut. Els ansiolítics, antidepressius, anticonvulsius, etc que dónes als/les xavals/es (de vegades ficant-se'ls al menjar) són medicaments pensats per a ser emprats per breus períodes de temps, o en moments de crisis. Llegix els prospectes. Estàs danyant el seu sistema nerviós i estàs creant dependència.

3. I perquè ocorre tot això?
La situació en la qual estàs ficat/da ve de lluny. Aquest pas extrem arriba amb la privatització dels serveis socials i la cessió de la tutela o l'aplicació de mesures judicials a ONG´s que en realitat són empreses privades. Els teus caps reben per cada xaval/la una quantitat enorme de diners, i en lloc d'invertir-lo a crear per a ell/ella un ambient agradable i saludable, gasten una part en “contenir-li” i la resta ho deriven a altres fins. És més dur per a tu i per als/les xavals/es, però més econòmic per a ells. Com es queden amb els diners?
Per a començar els seus sous no són de mil i escaig euros com el teu.
Però el gros ve a través de l'intercanvi de favors: Constructors, laboratoris farmacèutics, empreses d'alimentació i seguretat, investigadors universitaris… Tots volen tenir accés al gran pastís que són els/les nens/es i per això han de tenir contents als directius de les ONG´s que els guarden. Per això els donen grans dietes per anar a congressos, els paguen per escriure llibres, per presentar projectes o estudis, per fer ponències… Encara que el sou en paper dels teus caps no sigui tan alt, tingues per segur que els seus ingressos a fi de mes multipliquen els teus.

QUÈ ÉS EL QUE PASSARÀ.
Un grup de gent ens estem ajuntant per a denunciar tot això. Alguns/es treballem amb menors, altre som xavals/es que patim o hem patit els centres i la resta som gent solidària que no vol permetre que segueixin les tortures. Ens organitzem d'igual a igual, sense importar com hem arribat fins a aquí. Creiem que a tu també pot interessar-te actuar, o almenys això esperem. Ja s'ha comprovat que la “justícia” no està del costat de qui està oprimit, així que actuarem nosaltres mateixos/es.
Anem a denunciar públicament als membres d'aquestes “ONGs”, als directors dels centres, als funcionaris que fan els ulls grossos, i també a aquells/es educadors/es que sent conscients del que hi ha col·laboren amb aquest horror. El camí serà dur, i és possible que si ens ajudes perdis el teu lloc de treball. Sent sincers/es, creiem que tots aquests centres no són salvables i han de ser destruïts. Si no desitges donar-nos un cop de mà, ho entenem. Però almenys hauries de reflexionar i pensar si et compensa seguir col·laborant amb una situació que et fa mal a tu i maltracta als/les xavals/es.

Esperem notícies teves.
Tindràs notícies nostres.

Per a contactar: centrosychicxs (at) hotmail.com

Construcció històrica/cultural de la bogeria.
A càrrec de Martín Urquiza (antropòleg)
Diumenge 18 de novembre, 11:30

"No hi ha solució per a l'enigma de la condició humana, el misteri de l'existència no és develable. Les preguntes del perquè del perquè insisteixen. Mentrestant cal permetre que la vida s'instal·li en nosaltres.....Cal seguir. Desconfia dels apòstols de l'absolut."
Tomás Abraham. Filòsof

La construcció històrica/cultural de la bogeria. Foucault i l'apropiació de la bogeria per part de la psiquiatria. La noció de malaltia i els seus reduccionismes: conseqüències semàntiques i fàctiques. La necessitat de des-nomenar de malaltia la identitat del boig, ajudar-lo a sortir del "ser malalt" per a tornar a ser. Propostes per a relativitzar la idea de bogeria (sense oblidar el patiment) a partir d'una mirada transcultural, transversal, lateral. "Chamanismo" i bogeria. La visió de la bogeria en altres societats. La necessitat d'articular nous territoris d'escolta social que s'estructurin fora de les idees estereotipades al voltant de la bogeria. La Plaça Íntima. La inter-territorialitat com la necessitat de generar espais "altres" des d'on contar idees "altres" sobre la bogeria. Artaud. La noció d'obra.

Taula Rodona: Psiquiatritzats/des, experts/es en salut mental.
Diumenge 18 de novembre, 17:00

Són les persones que han estat psiquiatritzades les que saben perfectament que és la enfermetat mental i el patiment psíquic. Són les persones, que al viure el patiment en primera persona saben més que qualsevo altre expert/a sobre la seva enfermetat o el seu patiment.
Sistemàticament se'ls nega la veu, la opinió, la sabiesa que han anat acumulant al llarg de la seva experiència amb la enfermetat o el patiment, al negar-les com a interlocutor "vàlid" per estar "allenades", per estar "incapacitades". Creiem que arribat el moment d'acabar amb aquest silenci. Amb aquesta taula rodona ens agradaria crear un espai en el que també psiquiatritzades parlin i comparteixin els seus coneixements amb la restam de donar'ls-hi veu. Perque són els/les psiquiatritzats/des també experts/es en salut mental.

Ven, 23/11/2007 – 15:20
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