Quando il dissenso è eversione
All'alba di oggi 42 persone sono state raggiunte da procedimento giudiziario aperto dalla procura di Cosenza per 270/bis, associazione sovversiva e cospirazione mediante associazione.
Tra questi, 11 uomini sono stati trasferiti al Carcere Speciale di Trani e 2 donne al carcere di Latina, mentre per altre 6 sono scattati gli arresti domiciliari.
I capi di imputazione che hanno mosso il Gip sono di cospirazione politica mediante associazione al fine di turbare l'esercizio di governo, propaganda sovversiva tesa a sovvertire violentemente l'ordine economico. Contestati anche reati di danneggiamenti nel Social Forum di Genova e Napoli.
Napoli,Cosenza,Taranto,Reggio Calabria,Vibo Valenzia, queste le città dove è stato eseguito il provvedimento.
Il trasporto al SuperCarcere di Trani non ha permesso ai fermati nemmeno un contatto con il proprio avvocato.
Oggi viene portato avanti un durissimo attacco alla libertà di dissenso e di lotta; il carcere è l'unica risposta delle istituzioni al grido di resistenza contro la disoccupazione, l'esclusione, la povertà, l'abbandono.
Ad essere incriminato è il tentativo di costruire nel meridione d'Italia una rete politica fondata sui bisogni reali. Quando il movimento diventa coscienza e comincia a lavorare sul nonlavoro, il diritto alla casa, l'acqua, il diritto alla sanità, ecco che viene criminalizzato.
L'operazione vede ovviamente la collaborazione dei media mainstream e della loro profonda etica che, come sempre in questi casi, salta fuori in tutto il suo splendore. Molti quotidiani infatti (come La Repubblica e La Stampa) dedicano appositi articoli ai dati anagrafici di coloro che sono stati colpiti dal provvedimento, cosi' come siti web (kataweb per citarne uno a caso) e persino radio popolare si prodiga nella lettura in diretta di nomi e cognomi. E' questa ancora una volta l'informazione che viene proposta: piano spazio alle veline della questura e privacy alla gogna, sperando di ricavare qualche euro in piu' dalle vendite.
Questo tipo di "operazioni in grande stile" punta il dito contro chi dissente e stringe il cappio intorno al collo dei disoccupati, degli studenti, dei lavoratori della Fiat in lotta, degli immigrati.
Ancora c'e' da ribadire inoltre che con criteri e leggi di questo tipo potenzialmente siamo tutti una grossa associazione sovversiva: la vaghezza dell'applicabilità del 270 bis, la sua estendibilità e la sua capacità di coinvolgere qualunque comportamento appena appena ragionato e non impulsivamente spontaneo potrebbe giustificare arresti di massa.
Infondo tutti hanno un amico black block....
Nella mattinata di oggi alcuni ragazz@ dell'Istituto Universitario Orientale hanno scovato degli agenti della Digos per i corridoi dell'Università. Poco dopo la porta d'entrata di una delle aule autogestite del Palazzo Giusso, chiusa solitamente con un lucchetto, è stata ritrovata sfondata. Il Rettore del''IUO, interpellato dagli studenti, ha dichiarato di non
aver concesso alcun permesso alla Digos di entrare all'interno del palazzo universitario, atto vietato dalla legge per qualsiasi agente delle forze dell'ordine. Dopo una breve discussione la Digos si è allontanata e pare che non abbia portato via alcunchè dall'aula.
Non è la prima volta che le aule occupate e autogestite dell'Università Orientale sono oggetto di perquisizioni illegali e provocazioni di questo tipo.
comunicato del collettivo dell'Orientale
Documenti della Rete del Sud Ribelle
Cronaca corteo del 16/11 | Altre azioni del 16/11 | Azioni del 15/11
verso la manifestazione di sabato 23 a Cosenza
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