Tra diffide e repressione
Un'ondata repressiva, manifestatasi con una serie di diffide da parte del Rettore Giovanni Latorre, si sta abbattendo contro due realtà studentesche dell'ateneo calabrese: il Collettivo
Zenith ed il Filo Rosso.
Le motivazioni risultano diverse:
inadeguatezza delle aule ad ospitare concerti; presenza ingombrante, lungo lo spazio di ponte antistante l'aula Zenith, delle cosiddette "suppellettili", ovvero di opere d'arte realizzate con materiali di ricliclo; pagamento di prezzi "simbolici" per concerti che si sarebbero dovuti tenere gratis; restituzione di una macchina fotocopiatrice.
Le attività di Filo Rosso e Collettivo
Zenith sono state prese di mira e con esse tutti coloro che ne sostengono l'esistenza.
Ci si chiede perché solo oggi si rileva la questione
dell'inagibilità e della pericolosità delle aule, visto che, come avviene da mesi nel Collettivo Zenith e da anni al Filo Rosso, si svolgono concerti, si pagano sottoscrizioni, si realizzano opere d'arte.
I giorni successivi alle diffide gli studenti hanno convocato diverse
assemblee, alle quali hanno partecipato numerosi studenti e docenti. Il
Filo Rosso ha allestito dei banchetti informativi e di raccolta
firme ed hanno organizzato una pacifica
occupazione del rettorato.
Per quanto riguarda il collettivo Zenith, che ha comunque subito uno sgombero notturno delle installazioni artistiche collocate nella zona antistante l'aula occupata, la vicenda sembra volgere verso una
tregua che lascia comunque un amaro in bocca: il Rettore ha stabilito che l'aula Zenith resterà al collettivo fino a Settembre, mese entro il quale il collettivo dovrà estinguersi oppure si dovrà costituire come associazione alla quale saranno concessi altri locali decisamente distanti dalle aule ora occupate.
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