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Occupazione migrante a Milano 24/11/2005
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Più case per tutti

Nella notte tra il 15 e il 16 di novembre una comunità di circa 300 persone composta per la maggior parte da rifugiati politici eritrei, sudanesi e somali, ha occupato uno stabile in via lecco 9.
Questa occupazione e' nata dalla volonta' di persone in possesso di regolare permesso di soggiorno per motivi umanitari, di vedere riconosciuti i propri diritti rimasti finora solo sulla carta.
Gli occupanti hanno chiesto una soluzione definitiva al problema abitativo che permetta loro di condurre una vita dignitosa, lontano dal degrado e dalla precarietà conosciuti finora; un problema sentito da molti e ormai non più rimandabile: comunità di migranti, giovani, famiglie a reddito di sopravvivenza aspettano da anni che vengano proposte delle soluzioni a un fenomeno che è in espansione e che non si può affrontare rimandando all'infinito interventi sociali.
Il comune non ha perso tempo e in una seduta straordinaria ha votato con una maggioranza trasversale una delibera che ha imposto alla prefettura l'immediato sgombero dell'edificio, abbandonato da più di 10 anni.
Ancora una volta una situazione umanitaria gestita come un problema di ordine pubblico.
Solamente dopo la decisione della prefettura di rimandare lo sgombero a data da destinarsi, il comune aveva accettato di aprire una trattativa, rimanendo però su posizioni molto distanti da quelle che sono le richieste degli occupanti e continuando d'altro canto a spingere per lo sgombero.
Il 27 Dicembre lo stabile di Via Lecco e' stato sgomberato. Dopo aver passato una notte all'addiaccio, i migranti sono stati portati via dal presidio fuori lo stabile e "temporaneamente" trasferiti in container (tra l'altro insufficienti per capienza), ma non smettono di rivendicare un posto dignitoso in cui vivere.


Aggiornamento:
Nella notte tra il 10 e l'11 di gennaio i 62 migranti di origine sudanese hanno attraversato la frontiera con la Svizzera per rivendicare il loro diritto alla casa presso la sede di Ginevra delle Nazioni Unite. Intercettati dalla polizia cantonale, sono stati condotti presso la sede della protezione civile di Castel san Pietro dove, grazie ad uno sciopero della fame, sono riusciti ad ottenere un incontro con un funzionario dell'ONU. A causa delle prese di posizione delle istituzioni milanesi e del totale disinteresse del governo italiano, sollecitato ad intervenire dalle autorità svizzere, la situazione rimane bloccata e i migranti continuano a rifiutare il rimpatrio. Nel frattempo il gruppo di rifugiati di origine eritrea dopo aver rifiutato l'ennesima proposta inaccettabile da parte del comune di milano, il 16 gennaio sono stati cacciati dallo stabile di via Pucci.

Interpellanza parlamentare sull'occupazione

Rassegna stampa

Raccolta Post e Rassegna stampa dal giorno dello sgombero:
27.12. | 28.12.

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