Missione improbabile
La coriacea e inaspettata resistenza Hezb'Allah nel Libano meridionale ha imposto un brusco cambiamento di rotta nella gestazione del "Nuovo Medioriente" da parte delle potenze occidentali. Dopo 34 interminabili giorni di conflitto aperto assistiamo - perpless* - ad una forzata rinuncia dell' unilateralismo in salsa "zioneocon" ed al conseguente revival dell' ONU, in cerca di riscatto dopo le pessime performances collezionate negli ultimi anni. La controversa risoluzione 1701 e la relativa tregua hanno consentito ad Israele di salvare la faccia dopo aver devastato buona parte del Libano, come ha permesso ad alcune nazioni europee di acquistare un ruolo tutto nuovo nello scacchiere internazionale.
Unica vera vittima di questa ennesima guerra resta il popolo libanese, martoriato dai bombardamenti e ostaggio degli interessi economici e geopolitici alla radice del conflitto.
In questo fumoso scenario spicca per intraprendenza il governo italiano che vede nel responsabile della Farnesina Massimo D'Alema - quello della guerra in Kosovo, per intenderci - uno dei protagonisti più spericolati delle trattative in corso con il mondo arabo. Il risultato di cotanto lavorìo diplomatico è la missione UNIFIL II che raccoglie contingenti militari cromaticamente ben assortiti: dalla Russia alla Malesia, dalla Cina alla Germania, dalla Turchia all' Indonesia, solo per citare i più pittoreschi.
Una sfilata di stellette agli ordini di Francia prima e Italia poi, che tanto ha sgomitato per rilanciare la mimetica "Made in Italy".
Meno alla moda la questione palestinese, probabilmente il fulcro della crisi Mediorientale. A Gaza e in Cisgiordania Tshal continua a massacrare nella quasi totale indifferenza dei media e delle diplomazie.
Le opinioni sulla "MIssione Improbabile" sono assai controverse.
Abbiamo deciso di raccoglierle in un Post Dinamico che restituisca le
differenti letture dell'attuale situazione e che offra a chi legge
l'opportunità di formare una propria opinione in merito.
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