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AVETE CERTAMENTE QUALCOSA DA NASCONDERE!!!
by luther_disobb Monday, Nov. 25, 2002 at 6:16 PM mail:

IL QUESTORE BUONCORAGLIO PREDICA LA TOLLERANZA ZERO E VIA CORELLI CUSTODISCE I SUOI SEGRETI

Oggi, 23/11/02, nel ambito della giornata nazionale di visite ai C.P.T.
in tutta Italia, una delegazione del Tavolo Migranti del Social Forum di
Milano ha visitato il centro di Via Corelli , nel tentativo di
visualizzare le condizioni dei migranti li detenuti e di verificare
eventuali violazioni dei diritti.




La delegazione era composta dalla Onorevole Luana Zanella dei Verdi, un
cine operatore con telecamera, compagni e compagne appartenenti al Social
Forum di Milano e al movimento disobbedienti.




Lo scopo dell’ingresso era quello di riprendere la struttura e di
raccontare attraverso le immagini e le parole, la situazione all’interno
del Lager.




TUTTO QUESTO NON È STATO POSSIBILE




Durante la precedente visita di sabato 16/11, ci avevano detto che non
era possibile vedere la lista delle persone recluse perché dovevamo
chiederla prima. Oggi non c’è l’hanno fornita ne anche alla vista di un
parlamentare che ha, per legge, il diritto di parlare con chiunque e
avere a disposizione tutti gli strumenti.




Perché questo diniego? Di cosa avete paura? Con chi non dobbiamo parlare
e che cosa non dobbiamo sapere?




Non ci è stato possibile distribuire i volantini che contenevano le
informazioni sui diritti che hanno le persone detenute all’interno del
centro ne anche affiggerli ai muri, con la scusa che contenevano delle
imprecisioni. Non hanno consentito di effettuare nessuna ripresa perché
non eravamo autorizzati.




Perché non si deve informare gli uomini e le donne dei loro diritti? Cosa
volete nascondere? Cosa è che la società civile non deve vedere?




COSI RISULTA PIÙ FACILE ESPELLERLI O TRATTENERLI!!!


COSI NON SI SA!!!




Continueremo a chiedere di entrare nel Lager, e continueremo ad imporre
le nostre condizioni perché noi




NON ABBIAMO NIENTE DA NASCONDERE


VOI CERTAMENTE SI!!!




Movimento dei e delle disobbedienti di Milano


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lotta dura
by wiz Monday, Nov. 25, 2002 at 6:48 PM mail:

Con un linguaggio da guerra santa (le forze dell’ordine quale “esercito del bene” che protegge i cittadini dagli immigrati, l’“esercito del male”, come ha affermato di recente il presidente del Consiglio), lo Stato sta organizzando quotidianamente retate ai danni degli immigrati. Le loro case vengono devastate, i clandestini vengono rastrellati per strada e deportati, rinchiusi nei lager ed espulsi nella più totale indifferenza. In numerose città sono già in costruzione nuovi centri di detenzione. La legge Bossi-Fini, degna continuazione della Turco-Napolitano, vuole limitare i permessi di soggiorno in base alla durata esatta del contratto di lavoro, schedare tutti gli immigrati, trasformare la clandestinità in reato e rafforzare la macchina delle espulsioni.
Il meccanismo democratico della cittadinanza e dei diritti, per quanto allargati, presupporrà sempre l’esistenza di esclusi. Criticare e cercare di impedire le espulsioni degli immigrati significa al tempo stesso realizzare una critica in atto del razzismo e del nazionalismo; significa cercare uno spazio comune di rivolta contro lo sradicamento capitalista che ci coinvolge tutti; significa ostacolare un importante quanto odioso meccanismo repressivo; significa spezzare il silenzio e l’indifferenza dei civilizzati che rimangono a guardare; significa infine mettere in discussione il concetto stesso di legge, all’insegna del principio “siamo tutti clandestini”. Si tratta, insomma, di un attacco a uno dei pilastri della società statale e di classe: la competizione fra poveri, la sostituzione, oggi sempre più minacciosa, della guerra etnica o religiosa alla guerra sociale.
La macchina delle espulsioni ha bisogno, per funzionare, del concorso di molte strutture pubbliche e private (dalla Croce Rossa che cogestisce i lager alle ditte che forniscono servizi, dalle compagnie aeree che deportano i clandestini agli aeroporti che organizzano le zone d’attesa, passando per le associazioni dette di carità che collaborano con la polizia). Tutte queste responsabilità sono ben visibili e ben attaccabili. Dalle azioni contro i centri di detenzione (come è successo un paio di anni fa in Belgio e qualche mese fa in Australia, quando delle manifestazioni si sono concluse con la liberazione di alcuni clandestini), a quelle contro le “zone di attesa” (come in Francia, ai danni della catena di hotel Ibis, che fornisce le proprie stanze alla polizia) o per impedire i voli dell’infamia (a Francoforte, un sabotaggio dei cavi a fibre ottiche aveva messo fuori uso, qualche anno fa, tutti i computer di un aeroporto per un paio di giorni), mille sono le pratiche che un movimento contro le espulsioni può realizzare.
Oggi come non mai è nelle strade che si può ricostruire la solidarietà di classe. Nella complicità contro le retate della polizia; nella lotta contro l’occupazione militare dei quartieri; nell’ostinato rifiuto di ogni divisione che i padroni vorrebbero imporci (italiani e stranieri, immigrati regolari e clandestini); nella consapevolezza che ogni oltraggio subito da qualsiasi espropriato della Terra è un oltraggio a tutti - solo in questa maniera gli sfruttati di mille Paesi potranno finalmente riconoscersi.

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bologna
by lisa Monday, Nov. 25, 2002 at 7:32 PM mail:

a bologna è successa la stessa cosa, due parlamentari sono entrati, fuori il bsf e anche un consigliere comunale, "perchè il suo nome non era nella lista".

soprattutto, niente dati, niente di niente, solo le presenze. nessuna risposta ai parlamentari, che a richiedere, e ottenere, i dati hanno diritto per il pieno svolgimento della propria attività istituzionale.

però credo che ci sia un'imprecisione, nel primo post.
dei cpt non si occupa la questura, bensì la prefettura.

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