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[Genova] Diaz, richiesta di danni al Viminale
by da Liberazione Thursday, Jul. 15, 2004 at 4:10 PM mail:

Genova, i legali dei no global chiamano in causa il ministero dell'Interno. Intanto, al processo contro i manifestanti i filmati non sarebbero «genuini»

Diaz, richiesta di danni al Viminale

Hanno chiesto i danni morali e materiali al Viminale i legali dei 93 no global pestati e arrestati illegittimamente a Genova nel corso del sanguinoso blitz alla Diaz.
La richiesta è stata accolta ieri dalla gip Daniela Faraggi che sta conducendo l'udienza preliminare per gli abusi nel dormitorio del Genoa social forum, la notte tra il 21 e il 22 luglio 2001, per i quali sono indagati in 29 tra agenti e funzionari di polizia. La chiamata in causa del ministero degli Interni, dal quale dipendono gli indagati, ha fatto slittare al 23 settembre l'udienza preliminare quando si discuterà la memoria difensiva preparata dai pm Zucca e Cardona ma la mossa era necessaria per evitare che scadessero i termini. Irritati i difensori probabilmente perché speravano di venire a conoscenza proprio ieri delle 300 pagine dei pm e poter studiare le contromosse nella lunga pausa estiva.

Ma la lentezza sarà il minimo comun denominatore di tutti i procedimenti contro uomini delle forze dell'"ordine" in servizio a Genova all'epoca del G8. Anche l'udienza preliminare per le torture a Bolzaneto risentirà del blocco per ristrutturazione dell'aula bunker del Palazzo di Giustizia e si è già fermato il processo contro i 26 manifestanti colpiti dalla gravissima accusa di devastazione e saccheggio. Nell'udienza di martedì scorso, la difesa dei no global ha contestato la genuinità di gran parte dei materiali video, sui quali si poggia il cosiddetto teorema del saccheggio, selezionati e montati da un vigile urbano genovese, Vittorio Corda, per conto della procura. Corda, a detta del legal forum, non ha esperienze specifiche, non è testimone diretto degli eventi e non sono state previste forme di controllo del suo lavoro. Con tre ore di controesame, l'avvocato Dario Rossi, del Glf, si è soffermato su alcuni episodi specifici in cui il vigile avrebbe tagliato immagini di pestaggi di manifestanti a conclusione di cariche di polizia per evitare interpretazioni diverse da quelle sostenute dall'accusa. Un gran numero di reperti filmati, inoltre, presentano gravi anomalie. Almeno 16 su 192, secondo un altro legale, Emanuele Tambuscio, sarebbero indiscutibilmente non genuini e non integri e anche i nastri sequestrati nelle sedi di Indymedia nel febbraio 2002 avrebbero dei tagli sospetti effettuati dopo il sequestro. Alcuni materiali dovrebbero essere scartati e per altri ci vorrà una perizia tecnica prima di poterli utilizzare. La selezione di Corda e i tagli, spiegano i legali, hanno impedito la piena difesa degli imputati e questo potrebbe portare anche all'annullamento del rinvio a giudizio. Ora la procura dovrà rispondere entro il 31 agosto e la difesa potrà "controrispondere" entro due settimane. E il 17 settembre si riprende.

Tempi più lunghi anche per l'inchiesta sulle violenze in strada da parte di agenti di ps. I pm Zucca e Albini hanno chiesto una proroga al gip per poter identificare un funzionario visibile in un video a proposito dell'episodio che vede quattro celerini bolognesi accusati di aver costruito un verbale falso per arrestare due ragazzi spagnoli dopo la violentissima carica di Piazza Manin ai danni delle reti non violente del Gsf. Un filmato mostra come i due non hanno mai lanciato molotov, né fatto resistenza o aggredito i tutori dell'ordine come affermano gli agenti che però, di fronte ai pm, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Così, con i processi avviati tra Genova, Napoli e Cosenza, la città e le reti di movimento si preparano a ricordare il terzo anniversario delle giornate del luglio 2001 quando Genova, invasa da 300mila manifestanti, fu trasformata nella "Capitale europea della repressione" e Carlo Giuliani fu ucciso a 23 anni dalla pistola di un carabiniere dopo ore di scontri innescati dalle cariche indiscriminate di un plotone dell'Arma contro un corteo regolarmente autorizzato. Il caso è stato archiviato nel maggio dello scorso anno ma la famiglia e il movimento ne chiedono la riapertura così come continuano a chiedere una vera inchiesta parlamentare. Giuliano Giuliani, padre di Carlo, ha dichiarato ieri al Tg regionale ligure che una possibile riapertura può basarsi sul reato di vilipendio di cadavere. Un sampietrino che appare e scompare accanto al cadavere (nelle foto disponibili da tempo sul sito della controinchiesta, www. piazzacarlogiuliani. org) farebbe pensare i familiari a una sorta di vendetta per via delle false notizie, fatte circolare in quelle stesse ore, a proposito della presunta morte di un carabiniere per una sassata di un manifestante.

Checchino Antonini

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