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Giuseppe Meucci e le COR
by saperinformare Friday, Oct. 22, 2004 at 1:48 AM mail:

Un giornalista che possa ritenersi corretto, quando scrive articoli basati su ipotesi, dovrebbe almeno avere la dignità di usare il condizionale, e di non impiegare mai le virgolette per riferirsi a frasi sentite dire e non presenti negli atti di un'inchiesta.

Giuseppe Meucci, un giornalista della Nazione, che per fortuna di tutti scrive prevalentemente sulla cronaca locale di Pisa, potrebbe essere la chiave di svolta dell'inchiesta sulle COR (cellule di offensiva rivoluzionaria). Dai suoi articoli emergerebbe infatti una lucida convinzione sulla loro struttura e un appello ripetuto a legarle al gruppo della "compagna So" (cosa questa per altro negato anche dal Procurato Aggiunto di Firenze, dr. Fleury, come dichiarato nell'intervista di ieri sul quotidiano Il Giornale). Quasi una supplica perché So (mai nome di battaglia fu più infelice) ammetta qualcosa, dato che, come è arcinoto, un pentito o un collaboratore, pur di sparire di circolazione, firma e ammette tutto ciò che gli "inquirenti" ritengono opportuno che ammetta.
Ne sa qualcosa Paolo Dorigo, in carcere da anni, per la deposizione di una spia, che nessuno ha mai potuto interrogare. E così Meucci invece di dedicarsi ad esempio a sostenere la causa di Dorigo, del quale la Corte europea richiede da tempo la revisione del processo, cerca di incastrare qualche altro innocente. Perché? Questa è la domanda: Perché?
Basta leggere alcuni suoi articoli.
Mai ad esempio che usi nel porre ipotesi il tempo condizionale. Nei suoi articoli tutto è all'indicativo presente, come se fosse vero.
Viene logico suggerirgli, se è così sicuro delle cose che scrive, di presentarsi agli inquirenti e vuotare il sacco.

Qualche frase può rendere più chiaro il mio pensiero.
Nell'articolo dal titolo 'minestrone': "I 'misteri' di Cinzia Banelli: armi, COR e quarto uomo" (La Nazione, 11 settembre 2004 – notare la data) si esprime ad esempio nel paragrafo intitolato "Le Cor" in questo modo:
"Anche se non per intero, gli inquirenti li (notare il "li": si riferisce alle COR, che però precedentemente aveva chiamato Nuclei di offensiva rivoluzionaria; un lapsus?) ritengono duramente colpiti dopo i sette arresti avvenuti, soprattutto dopo quello del loro capo, lo studente pisano….Frediani".
Premesso che avrei piacere se qualcuno fosse in grado di spiegarmi i "puntini puntini" (che sono nell'articolo originale), si deduce come per Meucci, ma non per gli inquirenti (come risulta dagli atti ormai resi pubblici), Frediani venga considerato con convincimento il capo delle COR o dei NOR (come Meucci, e solo lui, le chiama). Quindi per questo amante della verità ciò che potrebbe essere una fantasiosa ipotesi è una certezza.
Abbiamo visto Frediani al comando dei NOR e delle COR, ma non basta.
Meucci (La Nazione del 21 ottobre 2004): "…il gruppo anarco-ambientalista capeggiato da William Frediani che sotto il nome del circolo "Il Silvestre" costituiva il nocciolo duro delle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria".
Quindi riassumendo: William Frediani sarebbe il capo delle COR, dei NOR, del "Silvestre", di un gruppo anarco-ambientalista, che però per definizione non ammetterebbe capi. Ma questo è lontano anni luce dal "pensiero" di un Meucci.
Per giunta nella cronaca di Pisa di questo lucido quotidiano vi è la dimostrazione lampante di come le fonti cui afferisce Meucci si prenderebbero in realtà gioco dello stesso.
Valga come esempio l'articolo a tutta pagina sulla cronaca locale dal titolo "William Frediani ha portato in carcere una copia del Corano" (La Nazione 8 agosto 2004) nel quale si legge:
"Quando i carabinieri e i poliziotti sono andati a prenderlo – per eseguire l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Luca Salutini (in cui viene accusato di danneggiamenti, incendio e attività sovversiva) – gli hanno detto di prepararsi una borsa con indumenti ed effetti personali, ma lui ha risposto: 'Non importa, porto solo questo' e ha mostrato appunto il Corano".
E invece l'informatore del sig. Meucci mentiva e il sig. Meucci sa chi è colui che ha mentito.
Frediani infatti portava in carcere indumenti, effetti personali e vari libri (quelli che stava leggendo preparando un esame) e lasciando sul proprio tavolo il Vecchio e il Nuovo testamento, quest'ultimo ritrovato ancora aperto.
E questa smentita viene pubblicata dal quotidiano "Il Tirreno", il 10 agosto 2004, smentita fornita dagli stessi inquirenti.
Dove sta allora l'azione delittuosa?
Sta nell'accettare notizie da informatori non attendibili, sapere che la persona oggetto dell'osservazione non può replicare, ignorare di aver fornito una notizia falsa e non smentirla mai.
Perché veniva a grandi lettere riportata questa notizia? Tralascio la risposta perché ovvia, ma sottolineo l'ombra di razzismo che soggiace a questa piccola operazione locale. Non si parla degli altri libri, né di quelli portati, come la Divina Commedia, né di quelli lasciati, come la Bibbia, ma solo di un libro che per La Nazione ben si può associare al "Male": il Corano.
Meucci fa finta di ignorare che in carcere ci sono in realtà, per questa inchiesta, due persone innocenti (Alessio Perondi e William Frediani), o forse è della teoria che il sistema giuridico italiano vada gettato nella spazzatura insieme alla presunzione di innocenza?

E pensare che qualcuno, dalla lettura dei suoi articoli, potrebbe evincere, riguardo la persona di Meucci (che esplica l'attività di giornalista, "fatto di per sé del tutto lecito") "chiaramente la pericolosità del soggetto, dedito stabilmente ad azioni di questo tipo e, soprattutto, sorretto da convinzioni ideologiche" .. "che mostrano l'adesione convinta alla lotta violenta di classe di radice" anticomunista. (Riadattato dalla Sentenza del Tribunale del Riesame di Firenze del 16/08/04 con cui si respingeva la richiesta di arresti domiciliari per William Frediani – ritenuto un comunista e quindi un elemento di per sé pericoloso - da parte dei Giudici Dr. Nicola Moroni, Dr. Bruno Maresca, Dr. Giacomo Rocchi).
Comunque, se il sig. Meucci ritenesse opportuno riflettere su quanto scritto, potrebbe iniziare un percorso rieducativo verso la verità dell'informazione intervendo all'assemblea che si terrà a Pisa il 28 ottobre 2004 alle ore 21 presso il Centro Maccarrone (indetta dal Comitato contro la Repressione di Pisa).
Assemblea alla quale non troverà presente l'establishment politico pisano perché, come è ormai chiaro a tutti, al Sindaco di Pisa, Paolo Fontanelli, e a quello di Cascina, Moreno Franceschini, non interessa affatto che due loro concittadini siano ingiustamente detenuti, e ciò per non turbare gli equilibri, la correttezza dei rapporti, l'amicizia con i poteri forti, ecc, ecc.
Per fortuna la gente comune o non sa nulla di questi fatti o li considera minimi o si ritiene indignata del trattamento riservato a questi giovani.
Ma chi dà voce a queste persone?

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da giugno
by am.dr. Friday, Oct. 22, 2004 at 9:32 AM mail:

Panorama da giugno che sostiene stessa ipotesi


Da grandi vogliamo fare i brigatisti

di Giacomo Amadori
25/6/2004










Il loro credo è un misto di anarchia e marxismo. Colpiscono con incendi e minacce. Per gli investigatori sono legati a un circolo ecologista pisano. Che ha un modello: la stella a cinque punte.



Una nuova generazione di «rivoluzionari» sta crescendo in Toscana, tra l'Arno e la Versilia, con epicentro a Pisa. Qui, vicino al tribunale, in via del Cuore numero uno, c'è un piccolo magazzino con alcune locandine scolorite appese all'esterno. È quasi sempre chiuso e non desta sospetti in chi passa. Ma quei pochi metri quadrati sono tra i più sorvegliati da 007 e investigatori di tutta Italia. Lì dentro ribolle la rabbia di un manipolo di trentenni ribelli difficilmente inquadrabili. Non sono anarchici di stretta osservanza (per questo gli insurrezionalisti della Fai li ignorano, ricambiati), ma neppure marxisti ortodossi; sono vegetariani, sfoggiano capelli raccolti in lunghe code e alle battaglie ecologiste, come quelle contro onde elettromagnetiche o a favore degli animali, associano la guerra ai partiti politici e ai sindacati.

Sono i giovani del circolo Il Silvestre, un gruppo anarcoambientalista sospettato in passato di bombe e bombette a sostegno dell'ecoterrorista svizzero Marco Camenisch, il loro guru, appena condannato in Svizzera a 17 anni di carcere. Secondo gli inquirenti sarebbero loro gli ideatori delle Cellule di offensiva rivoluzionaria (Cor), l'organizzazione anarcocomunista che, nel Pisano, dal luglio 2003 ha colpito decine di volte con attentati incendiari, volantini e sms gonfi di odio. Ultimo esempio: la macabra lettera minatoria inviata il 21 giugno a Paola Cohen Gialli, una signora ebrea colpevole di aver accettato la candidatura di An alle elezioni comunali di Livorno e di essere la vedova di Enzo Fregosi, il maresciallo dei carabinieri ucciso a novembre a Nassiriya (nel testo viene esaltata la resistenza irachena e riappare il lugubre ritornello «10-100-1000...» questa volta associato al nome di Fregosi).

L'ideologo del Silvestre è un ventisettenne bergamasco, Costantino Ragusa, dall'espressione fiera e con una barbetta curata che gli dà un aspetto da moschettiere e da metà giugno, insieme con altri quattro compagni, è agli arresti domiciliari. Un sesto ragazzo, il più giovane, è nel carcere di Prato incastrato dalle immagini di una telecamera. L'accusa, per tutti, come si legge nel mandato di arresto, è di aver partecipato «all'organizzazione denominata "Cellule di offensiva rivoluzionaria" costituita allo scopo di commettere più delitti di danneggiamenti, minacce aggravate, fabbricazione, detenzione e porto di esplosivo». Una «semplice» associazione per delinquere, da assommare alla propaganda sovversiva.

Ma per i carabinieri del Reparto operativo speciale non si tratterebbe di delinquenti comuni, bensì di un'associazione con fini eversivi. E per questo i militari sono a caccia di prove, che farebbero trasferire l'inchiesta da Pisa alla procura distrettuale di Firenze, competente in materia di terrorismo. Il 7 giugno nel casolare di San Giuliano Terme (Pisa), dove alcuni «silvestrini» vivono in una specie di comune, i carabinieri del nucleo operativo hanno scovato ritagli di giornali sulle imprese delle Cor e un documento, una sorta di risoluzione strategica, in cui le cellule lanciano una campagna per la rinascita in Italia della lotta armata e si presentano come «un'organizzazione di proletari comunisti, anarchici e antimperialisti», annunciando di fatto una saldatura tra galassie sino a oggi incompatibili.

Per questo hanno inviato lettere minatorie accompagnate da proiettili, hanno incendiato auto e portoni, azioni a cui hanno fatto seguire rivendicazioni scritte con uno stile sarcastico e brillante, diverso dal grigio registro br. Una copiosa produzione documentale, a fronte di piccoli attentati, che tradisce il desiderio di apparire sui giornali e che ricorda le gesta dei Nuclei territoriali antimperialisti del Nord-Est, che per nove anni hanno impegnato gli investigatori sino alla scoperta dell'inganno: si trattava dell'invenzione di un aspirante giornalista mitomane.

Però questa volta in manette sono finiti in sei e nessuno ha confessato bluff, né si è dichiarato prigioniero politico (un costume tipicamente brigatista, rifiutato dalle Cor). Più semplicemente hanno respinto le accuse: per il loro avvocato, Massimo Focacci, lo stesso di Camenisch e di alcuni presunti br toscani, quei fogli non sarebbero stati scritti dai suoi assistiti: «Questi ragazzi non hanno nulla a che fare con un'organizzazione di tipo marxista. Il mittente, anonimo, gli ha spedito quella roba nella speranza che fosse pubblicata su due riviste ideologicamente vicine al Silvestre. Sono solo i destinatari, così come altri giornali».

Per gli inquirenti, invece, i ragazzi del circolo pisano si sarebbero mandati la «risoluzione» per poterla diffondere senza timore di essere indicati come autori. Una tesi difficile da dimostrare. Così la prova più concreta in mano ai magistrati resta la chioma riccioluta e fluente di Alessio Perondi, 21 anni, studente di scienze naturali: non poteva passare inosservato mentre transitava davanti a una telecamera con due taniche in mano, le stesse, per gli investigatori, con cui le Cor hanno dato fuoco a un cantiere nelle vicinanze. È la sua faccia di presunto terrorista-bambino la principale crepa nella difesa degli anarchici pisani. In più nella lettera a Cohen Gialli le Cor hanno minacciato di morte la signora in caso di arresti tra i militanti. Quasi la conferma che quelli fermati dai carabinieri sono loro compagni.

Del resto in passato i giovani di via del Cuore avevano mostrato un'inquietante esaltazione per le imprese delle nuove Br: il 30 marzo 2002, pochi giorni dopo l'omicidio di Marco Biagi, la polizia sorprese tre ragazzi del Silvestre mentre affiggevano volantini intitolati «È morto un bastardo». Due di loro oggi sono indagati per le Cor, il terzo, trasferito a Roma, potrebbe essere il collegamento nella capitale. Il manifesto, invece, nei mesi scorsi, è stato trovato nel computer della presunta terrorista Cinzia Banelli, accompagnato da una gelida postilla: «Falso Br».
La mancata attenzione da parte dei brigatisti non avrebbe, però, scoraggiato gli autori, se è vero che sono militanti delle Cor: infatti queste hanno intitolato la loro cellula romana a Mario Galesi, il br ucciso nel 2003 sul treno Roma-Firenze, e hanno spedito alla sua compagna in carcere, Nadia Desdemona Lioce, il loro «primo documento chiarificatore». Purtroppo per loro, lei non lo ha mai potuto leggere.

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sede assemblea
by mauro Saturday, Oct. 23, 2004 at 8:09 PM mail:

L'assemblea del 28 ottobre si terrà presso il Complesso Concetto Marchesi (via Betti
Zona Cisanello – entrata Liceo, primo piano) e non al Centro Maccarrone, come indicato nell'articolo.

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solidarietà a chi?
by Juandeldiablo Sunday, Oct. 24, 2004 at 10:38 AM mail:

Ma solidarietà a chi? A chi va di notte ad appiccare il fuoco a casa di famiglie rischiando di fare una strage? A chi fa saltare in aria le macchine? A chi minaccia di morte e invia pallottole ai sindacalisti?
La solidarietà, se foste veramente quegli antifascisti e democratici che vi definite, la dovreste dare agli esponenti di AN e dei sindacati colpiti dagli attentati, non ai presunti colpevoli di questi fatti.
Come al solito regna tra di voi una contraddizione costante e continua, e una falsità sconcertante

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by Garuda Sunday, Oct. 24, 2004 at 11:12 AM mail:

Scusa ma cosa centra il tuo commento?
Qualcuno chiede solidarietà?
Si parlava di un certo modo di fare giornalismo che somiglia molto al tuo modo di fare commenti.
Ve la fate e ve la dite.

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