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[Pisa] COR, La stampa sulla nuova accusa: associazione sovversiva
by by way of siringa rossa Saturday, Dec. 11, 2004 at 4:11 AM mail:

La magistratura pisana ha ipotizzato un nuovo reato, più grave (l'intenzione di sovvertire l'ordine democratico) e lo fa esattamente sulla base degli stessi dati di cui era in possesso prima, dati che avrebbero dovuto comportare la scarcerazione dei due indagati.



Avevano chiesto una proroga per completare le indagini sul DNA e le prove dattiloscopiche su centinaia di corpi di reato. Per Alessio e William questo rappresentava una speranza: finalmente la possibile conferma per la loro uscita dal carcere. Non è andata così, anzi. E' vero, non vi sono tracce del loro Dna né vi sono le loro impronte sui reperti analizzati. E questo avrebbe voluto dire in un paese "civile" e "democratico" che non vi erano più possibilità per tenerli in carcere. E invece la magistratura pisana ha ipotizzato un nuovo reato, più grave (l'intenzione di sovvertire l'ordine democratico) e lo fa esattamente sulla base degli stessi dati di cui era in possesso prima, dati che avrebbero dovuto comportare la scarcerazione dei due indagati.
Naturalmente la stampa si è di nuovo guardata bene dal leggere gli atti, non chiedendo neppure i risultati del test del Dna e delle prove dattiloscopiche.



Dalla stampa:



L'INCHIESTA Associazione sovversiva

Accuse più pesanti per i capi delle Cor Frediani e Perondi

La prosecuzione delle indagini affidata alla Procura Distrettuale Antimafia competente per i reati di eversione

di Giuseppe Meucci

PISA - Sovversivi e pericolosi, è bene che rimangano in carcere. Per il vertice delle Cor (Cellule di Offensiva Rivoluzionaria) le cose si complicano. A William Frediani e Alessio Perondi, che sono detenuti, ma anche a tutti gli altri giovani coinvolti nell'inchiesta è piovuta una nuova tegola fra capo e collo. Il Gip Luca Salutini ha infatti accolto la richiesta del pubblico ministero Antonio Di Bugno che aveva ipotizzato per loro una imputazione diversa dall'associazione per delinquere contestata nella prima fase dell'inchiesta, insieme a quelle più specifiche relative agli attentati e alle minacce.
Salutini ha condiviso la richiesta del Pm ed ha formulato una nuova accusa di associazione con finalità di eversione dell'ordine democratico. Questo ha comportato la notifica al Frediani e al Perondi di un nuovo ordine di custodia cautelare e la contestuale trasmissione degli atti alla Direzione Distrettuale Antimafia che ha sede presso la procura di Firenze ed è competente a indagare sui reati di eversione e terrorismo.
La nuova imputazione contestata fa sfumare per entrambi la speranza di ottenere in questi giorni la libertà provvisoria. Secondo il Gip Luca Salutini non è difficile identificare una vera e propria azione sovversiva nell'attività svolta negli ultimi mesi dalle Cor di cui è evidente la linea politica finalizzata al sovvertimento dell'ordine democratico.
Così come è altrettanto innegabile, sempre secondo il Gip e il pubblico ministero, che il Prediani e il Perondi, oltre ad essere Soci particolarmente attivi del circolo anarco-ambientalista «II Silvestre» che agiva alla luce del sole, erano anche direttamente presenti nei ranghi delle Cellule di Offensiva Rivoluzionaria. Quelle Cellule che, secondo la relazione semestrale dei servizi segreti al Parlamento, «si sono assunte la paternità di una serie di azioni terroristiche dal luglio 2003 ad oggi e sono state senza ombra di dubbio il gruppo più attivo nell'ambito della propaganda armata in Italia».
Parole pesanti, che hanno poi trovato puntuale riscontro nelle valutazioni che la procura della repubblica prima e poi l'ufficio del giudice per le indagini preliminari hanno fatto del gruppo eversivo pisano. Un gruppo all'interno del quale esistevano diversi livelli di responsabilità e di coinvolgimento ed il cui capo riconosciuto era proprio William Frediani, subito dopo il quale si collocava il Perondi. Sul ruolo del Frediani, estremista di destra (ai tempi del liceo) poi approdato all'estrema sinistra ed alla convinzione che si stia avvicinando il momento di riprendere la lotta armata propria delle Brigate Rosse, i magistrati non hanno avuto dubbi. Non solo è pacifica la sua appartenenza alle Cor insieme al Perondi ed agli altri indagati, ma in lui si può riconoscere «l'ispiratore, l'ideologo, l'organizzatore del gruppo».
Le Cellule di Offensiva Rivoluzionaria si presentarono sulla ribalta toscana più di un anno fa quando prese il via una lunga serie di attentati incendiari alle auto e alle abitazioni di esponenti politici di Alleanza Nazionale. Alle Cor viene anche attribuita la responsabilità delle minacce ai sindacalisti, ai giornalisti ed alla vedova del tenente Fregosi morto a Nassirya.



Rivelazioni. Su un sito internet William Frediani spiega la sua strategia per "strappare il mondo dalle mani degli imperialisti"

PISA - Ma che cosa sono esattamente le Cor e quali obbiettivi si propongono? Su Intemet è possibile trovare ampi stralci di lettere e interventi di William Frediani che, evidentemente hanno letto e valutato anche i magistrati. Dopo aver premesso che «partecipa con il cuore e con la militanza giornaliera alla causa della lotta antimperialista e della resistenza al crimine capitalistico, William Frediani aggiunge «che le masse popolari possono farcela a strappare il mondo dalle mani degli imperialisti. Chi lotta per la libertà, l'uguaglianza e l'autodeterminazione dei popoli non può essere fermato. Occorre farla finita con le fobie anti-arabe propagandate dai missionari razzisti della 'civiltà bianca'. Occorre spazzare via il loro credo antiterroristico e affermare chiaramente che i popoli che resistono, in particolare quelli iracheno e palestinese, non sono 'terroristi', ma uomini e donne gloriosi in lotta per il fondamento della libertà: l'auto-determinazione». Questo atteggiamento fìloarabo e di aperta condivisione degli attentati compiuti in Irak sarebbe stato all'origine - secondo i magistrati – di uno degli episodi moralmente più censurabili fra quelli attribuiti al Frediani: la lettera di pesanti minacce alla giovane donna di fede ebraica, vedova del tenente Fregosi ucciso a Nassirya.



Il capo delle cellule contesta i giudici e lancia proclami
"Vittima della repressione in un paese in guerra"


PER DUE VOLTE — spiega William Frediani in una lettera apparsa su Internet nei giorni scorsi — mi sono avvalso della facoltà di non rispondere e continuerò a farlo. Non ho niente da dichiarare e del resto trovo ingiusto per la mia persona parlare con chi mi ha privato della libertà. Sarebbe fare un torto a me stesso e, in fondo anche alle mie idee. Che siamo un paese in guerra mi sembra sciocco ricordarlo. Che in un paese in guerra la repressione contro gli oppositori al sistema sia intensificata fino alle sue estreme conseguenze, mi sembra altrettanto superfluo da scrivere».
Ieri un comunicato stampa diffuso dalla Procura della Repubblica informa che «le molteplici azioni poste in essere dalle Cor in Pisa, Roma e altre località, relative a fatti già contestati agli indagati e confermati con ordinanze del Tribunale di Firenze, sono state giuridicamente riqualificate quale associazione con finalità di eversione, imputazione che riguarda tutti gli indagati»

Articolo della Nazione 7 novembre 2004



Attentati, per le Cor scatta l'accusa di terrorismo
Restano in carcere Frediani e Perondi: il gip convalida le richieste del pm


di Candida Virgone

PISA. Il gip Luca Salutini ha confermato le richieste del pm Antonio Di Bugno: per i giovani pisani accusati di far parte delle Cor, le Cellule di offensiva rivoluzionaria, è scattata l'accusa di terrorismo prevista dal 270 bis. Sarà ora la procura distrettule di Firenze, competente in materia, ad occuparsi del caso che ha visto a Pisa il verificarsi di una ventina di episodi di minacce e attentati incendiari. Attentati contro sindacati, giornalisti, esponenti di partiti politici, aziende, società interinali. Restano dunque in carcere Alessio Perondi, 21 anni, e William Frediani, 28 anni, arrestati nell'ambito dell'inchiesta sul gruppo eversivo che si ritiene legato al circolo anarco-ambientalista n Silvestre, inchiesta che da giugno ad ora ha portato dietro le sbarre ben otto persone, tutti soci o simpatizzanti dell'associazione ecologista che ha sede in via del Cuore. Ieri mattina così ai due giovani pisani, che senza il provvedimento sarebbero stati scarcerati a giorni, è stata notificata in carcere la nuova ordinanza di custodia cautelare con l'accusa di associazione a delinquere con finalità di eversione. Una pesante accusa di terrorismo. A notificare l'atto i carabinieri del Rono, il reparto opera• tivo del nucleo operativo diretto dal maggiore Eugenio Bonacci, e gli agenti della Digos, diretta dal dottor Salvo Calabrese, nel carcere di Pisa a Frediani ed in quello di Torino a Perondi.
La stessa imputazione riguarda tutte le persone indagate nel corso di questa inchiesta. Per tutti dunque l'accusa è di terrorismo.
Come si ricorderà le indagini portarono dietro le sbarre il 6 giugno scorso Alessio Perondi, cascinese, studente universitario di scienze naturali, accusato di un attentato avvenuto a Navacchio al cantiere della Edilcostruzioni per la ristrutturazione di una palazzina dell'Arma: ad inchiodarlo un filmato compromettente. Pochi giorni dopo, in un casolare di Agnano, furono arrestate altre 4 persone: Leonardo Landi di 37 anni, Gioacchino Somma, 33, e Benedetta Galante 25. Finì in carcere impropriamente in quella occasione anche una ragazza pisana ventenne che però è risultata totalmente estranea alle indagini e che era andata nel cascinale a trovare un amico.
Qualche settimana dopo lo stesso provvedimento scatta per l'affittuario del cascinale, esponente di spicco del Circolo, Costantino Ragusa.
A fine luglio, dopo l'attentato incendiario ad una giovane esponente di An, nella sua casa di Porta a Lucca, Giovanna Maria Fusco, finì agli arresti domiciliari William Frediani, studente di Conservazione in beni culturali. Stesso provvedimento fu preso per altri due simpatizzanti del Silvestre, Giuseppe Buonamici e Francesco Gioia, 25 anni, di Rosignano. Il 6 agosto per Frediani però scattò l'arresto e la detenzione in carcere, mentre Gioia sparì di casa: il giovane si troverebbe ora in Spagna da dove su un sito internet avrebbe mandato un messaggio agli amici. Gli atti dunque sono stati trasmessi alla procura della Repubblica di Firenze, competente per i rati di eversione e terrorismo.

Da Il Tirreno 7 dicembre 2004



Gli anarchici di Pisa diventano terroristi

Arrestati in estate per le «Cor», ora sono accusati di eversione. Rimarranno in carcere

Alessio Perondi sarebbe uscito dal carcere questa mattina, William Frediani avrebbe dovuto aspettare ancora un mese. Entrambi erano stati accusati nell'estate scorsa di far parte di quelle «Cellule di offensiva rivoluzionaria» con base a Pisa, che nell'ultimo anno hanno rivendicato una ventina di piccole azioni soprattutto nei confronti di esponenti di An, sedi di Cisl e Uil, agenzie di lavoro interinale e caserme. Da ieri, però, l'imputazione per loro, come per gli altri dieci indagati, è «associazione sovversiva finalizzata all'eversione» (270bis) con il risultato che i due rimarranno in carcere almeno per altri sei mesi. Quando furono arrestati dai carabinieri di Pisa - Perondi il 7 giugno Frediani e Francesco Gioia (ora latitante) ad agosto - i tre, insieme ad una decina di indagati, erano tutti accusati di «associazione per delinquere finalizzata al confezionamento, la detenzione e il trasporto in luogo pubblico di esplosivi». Proprio l'Arma aveva tenuto a specificare che le azioni degli arrestati «non sono (erano ndr) finalizzate a creare terrore diffuso» e che quindi l'idea di accusare questo gruppetto, composto per lo più da anarco ambientalisti vicini al centro sociale Silvestre, di essere dei terroristi non stava né in cielo né in terra.

A sei mesi da quella valutazione la procura pisana cambia idea. Lo fa sulla base di un documento che aveva in mano da luglio scorso. Un documento programmatico, non un semplice volantino, in cui le Cor auspicano l'unione delle differenti sigle «rivoluzionarie» anarchiche e antagoniste in un'unica organizzazione antagonista. In realtà di testi altrettanto pesanti ma meno articolati le Cor ne hanno firmati tanti nel corso della loro carriera. Alcuni inneggiavano perfino al «compagno Mario Galesi» (il neo Br ucciso durante la sparatoria che ha preceduto l'arresto di Nadia Lioce). Eppure fino all'estate scorsa, quelle parole ai magistrati non erano sembrate sufficienti per parlare di eversione.

La decisione di ieri da parte del gip Luca Salutiniè l'ultimo atto firmato a Pisa. Per il reato di associazione sovversiva l'indagine passa a Firenze. Sarà questa procura a dover giudicare gli elementi raccolti fin ora. Perondi, 21 anni, è finito in carcere il 7 giugno, incastrato da una telecamera a circuito chiuso che lo immortalava mentre acquistava una delle taniche utilizzate nell'attentato del 30 ottobre 2003 contro la caserma dei carabinieri in costruzione a Navacchio. Massimo Focacci il suo avvocato ha spiegato più volte che Perondi è gravemente malato ed avrebbe bisogno di uscire dal carcere.

William Frediani, 28 anni, è considerato il capo del gruppo. Passato dall'estrema destra all'estrema sinistra e quindi agli anarchici, secondo la procura avrebbe scritto al proprio computer il documento che rivendicava una molotov lanciata contro l'abitazione di Giovanna Fusco, giovane esponente di An a Pisa. (1)

SA. M.

Il Manifesto


(1) Il Comitato ha inviato alla giornalista la richiesta di rettifica in quanto tracce del documento di rivendicazione dell'atto incendiario al portone dell'abitazione di Giovanna Fusco sono state rinvenute, non sul computer dell'indagato, come erroneamente riportato, ma su un computer della città, ad accesso libero.



Come si vede negli articoli citati non si trovano tracce di DNA. E la cosa è ovvia, tutti si rifanno alle soliti fonti, che si guardano bene dal dirlo, anzi di proposito talora forniscono informazioni inesatte.



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Lettera sul Manifesto del 10/12
by Comitato contro la Repressione - Pisa Thursday, Dec. 16, 2004 at 8:18 AM mail: antirepressione[at]yahoo.it

Alcune precisazioni

Caro manifesto, l'articolo, «Gli anarchici di Pisa diventano `terroristi'», a firma Sa. M. del 7 dicembre, è nel giusto e rispecchia il sentimento che la stragrande maggioranza delle persone ha nella città di Pisa. Sono, però, contenute alcune inesattezze, che riguardano William Frediani, il quale, ad esempio, non sarebbe dovuto uscire tra un mese, ma il 21 dicembre, anzi sarebbe dovuto uscire il 7 novembre scorso a scadenza della custodia cautelare (custodia prorogata di 45 giorni, per altro, in ritardo - ricorso al Tribunale del riesame di Firenze il 10 dicembre - con il pretesto di concedere tempo per effettuare ricerche dattiloscopiche e di Dna su più di 400 corpi di reato: William ha allora sperato nell'esito di queste prove, che sono risultate in effetti negative, ma anche questo fatto è stato ignorato dalla Procura di Pisa). Quello che interessa è l'ultima frase riportata nell'articolo («William Frediani, 28 anni, è considerato il capo del gruppo. Passato dall'estrema destra all'estrema sinistra e quindi agli anarchici, secondo la procura avrebbe scritto sul proprio computer il documento che rivendicava una molotov lanciata contro l'abitazione di Giovanna Fusco, giovane esponente di An a Pisa»). Nell'ordinanza di trasmissione degli atti a Firenze si legge che il computer in cui si sarebbe ritrovata la rivendicazione dell'atto contro la Fusco è un computer ad accesso pubblico dell'Istituto di storia dell'arte. Questo fatto è ovviamente di estrema importanza e meriterebbe dunque la vostra attenzione. Per altro proprio il riscontro del documento su quel computer «a libera disposizione» può divenire uno dei cardini della difesa. Vi ringraziamo per il lavoro da voi svolto, auspicando un ulteriore interessamento in questa vicenda, così piena di lati oscuri. Cordiali Saluti.
Comitato contro la repressione, Pisa

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