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Il 19 marzo è stata da tempo convocata una manifestazione a Rimini, perché fermare la guerra significa tagliare le radici del militarismo nostrano, quello che si traveste da "missione umanitaria" Rimini sta per divenire lo scalo dai marines diretti in Iraq ma soprattutto è la base degli elicotteristi di stanza a Nassirija, dove nella battaglia dei ponti i "nostri" soldati di pace hanno ammazzato centinaia di uomini, donne e bambini. Per questo motivo, il 19, giornata di azione antimilitarista internazionale abbiamo scelto di essere a Rimini.
GIORNATA ANTIMILITARISTA INTERNAZIONALE
Tutte le guerre contro di noi, noi contro tutte le guerre
CONTRO tutti gli eserciti / PER la diserzione CONTRO tutte le frontiere / PER la libera circolazione di ogni individuo CONTRO tutti i nazionalismi / PER la solidarietà tra gli oppressi CONTRO la devastazione sociale prodotta dal capitalismo / PER l’autogestione e l’uguaglianza CONTRO tutte le religioni / PER il libero pensiero
CONTRO LO SFRUTTAMENTO E LA REPRESSIONE GLOBALE, PER LA GLOBALIZZAZIONE DELLE LIBERTÀ Sabato 19 Marzo Manifestazione a Rimini Punto di incontro alle 14,30 all'Arco di Augusto
IFA - Internazionale delle Federazioni Anarchiche FAI - Federazione Anarchica Italiana http://www.federazioneanarchica.org cdc@federazioneanarchica.org -----------------------------------------------------------
Tutti a Rimini! In Iraq, in Afganistan, nei Balcani ci sono truppe e mezzi militari italiani impegnati in aggressioni e occupazioni che provocano quotidianamente morte, miseria e distruzione. In Italia c’è un’economia di guerra che taglia continuamente i salari, la sanità, l’istruzione, le pensioni ed i servizi sociali per finanziare le cosiddette “missioni di pace”: sporche operazioni neocoloniali, interventi diretti a favorire, difendere e consolidare interessi economici e politici dei governi occidentali. Quello italiano fa, come sempre, la sua schifosa parte (aggressione militare alla Jugoslavia ieri col sinistro D’Alema, aggressione militare all’Iraq oggi col destro Berlusca). In Iraq dal 20 marzo 2003 (anno di inizio della seconda guerra del Golfo) ci sono state 100.000 vittime tra i civili (in gran parte donne e bambini) e la guerra continua con l’uso, da parte delle forze militari di occupazione (USA in primis), di armi di distruzione di massa come napalm, gas tossici e bombe a frammentazione. Però, si sono svolte “libere elezioni democratiche”: con i fucili di centocinquantamila soldati a stelle e strisce puntati su un intero popolo. In Italia si costruiscono tranquillamente portaerei da guerra da 3 miliardi di euro e l’industria armiera esporta morte in tutto il mondo, ovunque è possibile fare affari (negli ultimi dieci anni le esportazioni di armi italiane sono salite da 300 a 600 milioni di euro). Il territorio del belpaese è pieno zeppo di burattini in uniforme e basi militari (e ci sono almeno novanta ordigni nucleari, cinquanta nella base USA di Aviano e quaranta nei depositi di Ghedi di Torre), mentre la propaganda e la retorica nazionalista, militarista e patriottarda è incessante e nauseante. La guerra moderna richiede individui specializzati, professionisti nel “mestiere” di uccidere, controllare e reprimere; ed intorno soltanto assuefazione, consenso, rassegnazione ad un presente feroce e spietato. A due anni di distanza dall’inizio della seconda guerra del Golfo, sabato 19 marzo partecipiamo alla manifestazione antimilitarista internazionale a Rimini, città che subisce la presenza di un aeroporto civile-militare prossimo scalo dei marines diretti in Iraq e base per gli elicotteristi italiani di stanza a Nassirija. Contro tutti gli eserciti, per la diserzione! Assemblea Antimilitarista e Antiautoritaria
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