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http://italy.indymedia.org/news/2005/03/745267.php Nascondi i commenti.

Caso Calipari: perche' il governo rischia a non fare la voce grossa
by un saluto a Nicola Calipari Sunday, Mar. 06, 2005 at 7:10 PM mail:

Il governo non puo', di fronte ai propri funzionari impegnati sul campo ed ora a rischio di omicidio da parte americana, che fare, almeno pro forma, la voce grossa sul Caso Calipari. Di piu': non puo' restare del tutto a mani vuote. Pena la mancanza totale di garanzie riguardo il minimo d'efficienza della nostra intelligence e del nostro contingente in Iraq. Un prezzo forse troppo alto persino per Berlusconi.

Il caso Calipari non puo' essere archiviato semplicemente e non solo per questioni, diciamo, politiche legate al "normale" scontro politico di casa nostra.

Non si tratta, infatti, di un omicidio che rientri nella casistica, nel novero dei rischi che si mettono comunque nel conto espletando certe attivita'.

Il caso Calipari e' eccezionale (anche nel senso etimologico: si tratta di una eccezione rispetto alla casistica) e va considerato tenendo ben presente chi fosse la vittima, chi lo ha assassinato e il contesto nel quale e' avvenuto l'omicidio.

Chi e' stato assassinato?

Non e' stato assassinato un "qualsiasi" soldato, un "qualsiasi" carabiniere, un "qualsiasi" poliziotto.
E non e' stato assassinato neanche un "qualsiasi" magistrato. Sono cose che succedono, specie a fare certi mestieri. E siamo tristemente abituati al loro accadere.

E' stato assassinato il vicedirettore del SISMI, il nostro Servizio Segreto Militare.
Dunque, un funzionario di altissimo livello, direttamente alle dipendenze del Governo.

Fa differenza, perche' ne' i soldati, ne' i carabinieri, ne' i poliziotti, ne' i magistrati, pur rappresentando lo Stato, sono, di fatto, la mano diretta del Governo. Lo era invece, per il ruolo svolto, Nicola Calipari.

In pratica, si e' sparato direttamente sul Governo Italiano, non su un suo lontano rappresentante.

E si e' privato il governo stesso di un Funzionario-chiave, difficilmente sostituibile, distruggendo non solo l'uomo e le sue capacita' professionali personali, ma anche la reputazione del Servizio e del Governo stesso, nonche' l'efficienza di almeno una parte dei collegamenti stabiliti da quel funzionario a livello personale, collegamenti che sono fondamentali nel lavoro di intelligence.

Quel che e' peggio e' che si e' eliminato, di fatto, il Capo del SISMI responsabile del fronte di gran lunga piu' caldo sul quale il Servizio e' impegnato, quello Iracheno.
E si e' anche eliminato un anello fondamentale della struttura informativa responsabile della protezione delle truppe italiane presenti in Iraq e dipendenti dai comandi alleati.

Ma non basta.

Sin qui si tratterebbe di un grave danno ma, tutto sommato, di un danno che poteva essere messo nel conto.
La perdita di un funzionario del genere su un fronte di guerra, per mano del nemico, e' prevedibile. puo' essere persino normale.
Si potra' obbiettare che possa essere prevedibile in ogni caso: siamo mortali, un incidente d'auto, una brutta caduta, un infarto, puo' capitare a tutti.

Chi lo ha assassinato?

Quello che non e' prevedibile, e' che non puo' essere messo nel conto, a nessun titolo, e' invece che un funzionario come Nicola Calipari sia assassinato dal fuoco furioso e mirato, non da un proiettile vagante, esploso di un blindato degli alleati principali nel teatro d'operazioni, gli Stati Uniti.
Stati Uniti dal cui comando centrale dipende in gran parte, nei fatti, la sicurezza e la capacita' operativa (ossia, vista la situazione sul campo in Iraq, tutto cio' che va oltre la pura difesa delle proprie basi e poco piu', non ultimi i rifornimenti), di tutto il contingente italiano e della Rete operativa dei Servizi del nostro Paese in Iraq.
Non si puo' incolpare, ripeto, un proiettile vagante per l'omicidio di Nicola Calipari: anche a non voler credere egli sia caduto vittima, con un altro uomo dei Servizi e con una giornalista sotto i riflettori come non mai, di un agguato intenzionale, e' ormai innegabile che sia caduto vittima, comunque, di un agguato, anche se chi lo ha materialmente eseguito ignorava di sparare su un alto funzionario di un governo amico che piu' amico non si puo'.

Per "agguato", intendiamoci, si intende una tecnica, non un fatto necessariamente motivato sotto il profilo, come dire, politico. E quello che e' accaduto, piaccia o non piaccia, dizionario alla mano, e' ben descritto, in italiano, dal termine "agguato" (a non voler usare, altrettanto appropriatamente, il termine equivalente di "imboscata").

Affermare, come si e' fatto da parte americana, che Calipari e l'altro funzionario del SISMI (un veterano in Iraq) responsabili del veicolo vittima dell'agguato, abbiano ignorato o, peggio, cercato di forzare un posto di blocco, e' ancor piu' grave, politicamente, che riconoscere, chiaro e tondo, di aver teso un agguato all'obbiettivo sbagliato.

Cio' equivale, infatti, ad aggiungere al danno dell'uccisione, gia' assai rilevante, come abbiamo visto, quello dell'insulto supremo di considerare il capo operativo del Servizio Segreto Militare di un alleato sul campo di essere un incompetente ed un irresponsabile totale. Ne' piu', ne' meno.

Ad aggravare un quadro gia' di per se' gravissimo concorre il contesto nel quale l'omicidio e' avvenuto.

Il contesto

Il contesto, come tutti sappiamo, e' quello del successo di un'operazione voluta dallo stesso Governo Italiano che era proprio sul punto di coronarsi. Un successo che, al di la' del puro e semplice dovere del nostro governo di proteggere e salvare la vita della nostra concittadina sequestrata, doveva anche essere un successo politico spendibile dal governo stesso in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
Ed e' anche quello, gia' ricordato, di un teatro di guerra dove le nostre truppe sono impegnate e dove il responsabile dei Servizi incaricati, tra l'altro, di prevenire attacchi contro di esse, viene eliminato non dal nemico, non da un proiettile vagante, ma dal fuoco violento, insistito e mirato degli stessi alleati americani dai queli dipende anche l'arrivo a destinazione dell'acqua minerale consumata dai nostri soldati.
Un successo viene cosi' trasformato in tragedia, in disastro. Con, nel migliore dei casi, la prospettiva di veder puniti i responsabili a non troppo gravi pene detentive.

Troppo poco, anche per il piu' cinico dei Macchiavelli.

Perche', oltre al danno umano, professionale e politico interno, oltre al rendere ancora piu' difficile per il governo, di fronte ad un'opinione pubblica gia' in larga parte ostile all'avventura irachena, sostenere un alleato che spara addosso ai propri uomini piu' importanti, l'omicidio di Calipari rende chiaro a chiunque, anche a chi non aveva occhi per vedere, che gli Stati Uniti oltre a non essere in grado di controllare il territorio, non sono neanche in grado di controllare i propri uomini, e non sono in grado di garantire la sicurezza non dal nemico, ma dai propri soldati, neanche ad un altissimo funzionario alleato a 700 metri dall'aereo della Presidenza del Consiglio, dalla quale dipende direttamente, che lo attende sulla pista dell'Aeroposto di Baghdad.

Il danno.

A questo punto il problema, per i sostenitori dell'avventura irachena, non e' piu' solo quello di tenere a bada l'opinione pubblica ostile.

Il problema, ora, e' quello di trovare qualcuno, possibilmente con lo stesso livello di competenza di Nicola Calipari, in grado di sostituirlo.

E questo non sara' facile, e certo lo sara' ancora meno sino a che il Governo Italiano non avra' mostrato di essere in grado di chiedere agli Stati Uniti, e di ottenere, garanzie straordinarie che il sostituto di Calipari non rischi, concretamente, di fare la stessa fine.

Nel frattempo, occorrera' rassicurare i militari italiani rinchiusi nel fortino del deserto di Nassirya. Tra i quali potrebbe cominciare a serpeggiare piu' di qualche dubbio sull'affidabilita' degli americani e sull'opportunita' di trovarsi accanto ad alleati del genere.

Senza dimenticare che il SISMI protegge non solo il contingente italiano e gli altri nostri concittadini in Iraq, ma anche la sicurezza del nostro Presidente del Consiglio e degli altri mebri del Governo.
I quali, forse, potrebbero contare su un maggior zelo da parte di chi li deve difendere se evitassero di fare dichiarazioni irresponsabili e gravemente offensive verso Nicola Calipari come quelle rilasciate da Gianfranco Fini.

Per il quale non ci sono spiegazioni da chiedere agli americani.

Possiamo stare pur certi che i colleghi in servizio di Calipari non siano dello stesso avviso.

Pertanto, il governo, anche non volesse, non puo', di fronte ai propri funzionari impegnati sul campo ed ora a rischio di omicidio da parte americana, che fare, almeno pro forma, la voce grossa sul Caso Calipari.
Di piu': non puo' restare del tutto a mani vuote. Pena la mancanza totale di garanzie riguardo il minimo d'efficienza della nostra intelligence e del nostro contingente in Iraq.

Un prezzo che, forse, nemmeno il governo Berlusconi puo' permettersi di pagare.

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finalmente
by sono contenta Sunday, Mar. 06, 2005 at 7:14 PM mail:

finalmente un ragionamento intelligente

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Brava !
by Militant X Sunday, Mar. 06, 2005 at 7:22 PM mail:

Occhio al newswire, che ne arriva un altro.

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x Militant X
by autore dell'articolo Sunday, Mar. 06, 2005 at 7:35 PM mail:

sono l'autore dell'articolo che si e' firmato "un saluto a Nicola Calipari". Intendendo con saluto, un doveroso omaggio ad un autentico eroe della Repubblica.

Stavo per postare anche io un articolo come il tuo, specie mettendo in rilievo, come te:
1. La richiesta di ritiro di tutti i giornalisti italiani dall'Iraq, che ora si spiega benissimo: era in corso l'azione di Calipari e qualcuno ha fatto sapere che era l'ultima volta che questo "lusso" di salvare ostaggi era concesso.
Anzi, come abbiamo visto, per qualcuno questo lusso era gia' scaduto. E ne ha fatto le spese proprio l'obbiettivo "migliore" per assassini siffatti.
Non si puo' spiegare altrimenti una tale richiesta di ritiro dei giornalisti metre ci si spiega che, d'altra parte, il paese si avvia alla normalizzazione (ma dove?) e che le elezioni hanno istaurato la democrazia... mah...
2. L'inquietante sparizione dalle cronache del convoglio di tre auto (s'era persino detto: dell'ambasciata italiana) e quello ancora piu' inquietante, del quarto uomo ricoverato con un polmone perforato a Baghdad.

Grazie anche all'ignota lettrice e ai suoi complimenti.

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Il govero nella m.
by commentatore Sunday, Mar. 06, 2005 at 8:16 PM mail:

Il Governo italiano è nella m. fino al collo, ma neanche gli americani sono messi molto bene se guardate la stampa internazionale

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La mia ipotesi
by "sono contenta" Sunday, Mar. 06, 2005 at 9:18 PM mail:

Rileggendo il tuo commento - che ho girato a tutta la mia lista - mi sono convinta che tu sei una persona "dell'ambiente", laureato, di alto livello e intelliente. Il che mi ha portato a rivalutare "l'ambiente".

La mia ipotesi - io sono solo una ricercatrice - era questa:
Che è stato un agguato e gli americani volevano ammazzarli tutti e tre.
Tanto è vero che, quando si sono accorti che erano ancora vivi, siccome erano in malafede hanno staccato il collegamento telefonico con Palazzo Chigi (se fossero stati in buona fede avrebbero preso la comunicazione e avrebbero detto "Sapete, c'è stato un tragico incidente).
Poi ci hanno pensato sù un po' prima di chiamare le ambulanze, ma NON POTEVANO "finirli" davanti ai loro soldati e soprattutto lasciando tracce incompatibili con l' "errore".

Chiarisco casa penso: che questa cosa sia stata fatta sul filo del rasoio sia da parte italiana che da parte americana. Ripetizione di quello che è avvenuto con le due Simone. Il rapimento - non importa da chi eseguito - era un ricatto del Governo americano nei confronti di quello italiano, (su che cosa non lo sappiamo, per ora) e questo spiegerebbe tutta la preoccupazione del nostro governo di recuperare l'ostaggio.
Gli italiani si sono comportati formalmente "da alleati" (circa) e gli americani pure (più o meno). Ma in realtà c'era una guerra in atto. Solo che una guerra tra alleati mica si può fare esplicitamente. Quindi per una parte era tutto formalmente a posto, per il resto no.
Gli italiani sapevano che dovevano sfuggire ai "cari amici", e i cari amici, che li controllavano, volevano farli fuori. Ma l'ordine dell'agguato chiaramente era stato dato attraverso un "codice rosso", non certo col numero di protocollo, lo sapeva solo chi ha sparato, perchè anche davanti ai LORO soldati dovevano sostenere la storiella dell'errrore, se no avrebbero potuto finirli DOPO visto che due non erano morti. Ma l'alibi non avrebbe retto più, tra l'altro lo si sarebbe visto anche dall'autopsia.
Credo che questo fatto sia politicamente tragico non solo per il governo italiano ama anche per quello americano

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vi do delle risposte
by compagno Sunday, Mar. 06, 2005 at 9:38 PM mail:

Caro compagno autore dell'articolo e compagna "sono contenta" vi voglio correggere.

Ho letto i vostri articoli e sono eccezionali, bravi sul serio.

Mi spiace solamente dovervi correggere su alcuni punti!


< un saluto a Nicola Calipari > dice:
Il governo non puo', di fronte ai propri funzionari impegnati sul campo ed ora a rischio di omicidio da parte americana, che fare, almeno pro forma, la voce grossa sul Caso Calipari. Di piu': non puo' restare del tutto a mani vuote. Pena la mancanza totale di garanzie riguardo il minimo d'efficienza della nostra intelligence e del nostro contingente in Iraq. Un prezzo forse troppo alto persino per Berlusconi.

Interessante.

Pero' basti leggere questo articolo per capire che e' vero l'esatto contrario, e come realmente andra' a terminare la faccenda:
Il pizzico di orgoglio NON lo ha avuto neanche D'Alema!

Vedere a: http://italy.indymedia.org/news/2005/03/743582_comment.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/02/725065_comment.php#727280

i seguenti titoli:
In questi giorni cade elicottero in Afganistan: 108 morti.Ieri a Ustica 81 morti civili.

Ustica

dei nostri morti a Ustica però nessuno ne parla più

Ustica: ancora nonsi sà nulla !

CERMIS, UNA STRAGE IMPUNITA

Strage della funivia morti tutti i passeggeri

Italia fuori dalla Nato Nato fuori dalla Europa

Strage del Cermis. Onorificenza ad uno dei piloti che causo' la tragedia

Strage del Cermis: una replica dei raid in Bosnia

Ciò che non si può dire Il racconto del Cermis
http://www.fvg.peacelink.it/aviano2000

Cermis: un'altra strage impunita

Nessuno gli ha ascoltati?
ASSASSINANO CITTADINI EUROPEI IN ITALIA, MA NON SONO PROCESSATI IN ITALIA; LI 'PROCESSANO' IN NORD AMERICA E LI ASSOLVONO PURE !!!!!!!

MA GUARDA CHE SORPRESA, C'ERA FORSE DA ASPETTARSELO ?

http://italy.indymedia.org/news/2005/02/725065_comment.php#727280

altri titoli e altro link

Strage del Cermis. Onorificenza ad uno dei piloti che causo' la tragedia

http://italy.indymedia.org/news/2005/02/725065_comment.php#727280

LE 81 VITTIME DELLA STRAGE DI USTICA

Insomma il fatto che l’arma azzurra giochi sporco di fronte alla morte di 81 persone e che, specie all’inizio, il governo italiano sia più di ostacolo che di aiuto all’inchiesta giudiziaria è la prima vera risposta ad una domanda che ancora oggi in molti si pongono: chi ha abbattuto il Dc9 di Ustica?

LE 81 VITTIME DELLA STRAGE DI USTICA
La morte in una serena notte d'estate http://www.misteriditalia.com/ustica/81vittime/

LA STRAGE DELLA VERITA'
L'ottantaduesima vittima http://www.misteriditalia.com/ustica/stragedellaverita/

BOLOGNA-USTICA
Ipotesi per due stragi incrociate http://www.misteriditalia.com/lestragi/bologna/bologna-ustica/

USTICA E IL PARLAMENTO
La strage di Ustica nelle audizioni della commissione stragi
http://www.misteriditalia.com/ustica/audizioni/

http://www.misteriditalia.com/ustica/

http://www.misteriditalia.com/ustica/

Sono tutti morti i passeggeri della funivia del Cermis: e neanche un processato nel'intera aviazione usa in Europa !!!

Strage della funivia morti tutti i passeggeri: a quando una manifestazione popolare di protesta davanti alle ambasciate americane?

Per NON scordare i nostri morti.

http://italy.indymedia.org/news/2005/02/725065_comment.php#727280

http://italy.indymedia.org/news/2005/02/725065_comment.php#727280

Strage del Cermis: una replica dei raid in Bosnia
Cermis:un'altra strage impunita e non l'ultima
Anche a me è subito venuto in mente il Cermis. Lunghe indagini, poi tutto sembra dimenticato

ed anche a:

http://italy.indymedia.org/news/2005/02/740333_comment.php
http://italy.indymedia.org/news/2005/02/727771_comment.php

Finirà così: Silvio e George concorderanno al telefono una versione per salvare il culo ad entrambi. Nessuno pagherà.
I cecchini saranno decorati e diventeranno tutti generali.

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ti sbagli commentatore
by petomane folle salito sull'Aventino Sunday, Mar. 06, 2005 at 9:43 PM mail:

Questo governo Berluscono NON e' nella merda, E? DI MERDA!

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Quello che mi stupisce....
by Militant X Sunday, Mar. 06, 2005 at 10:43 PM mail:

Quello che mi spaventa e' quanto sia basso il livello di coscienza su quanto sta accadendo. C'e' un clima pessimo. Per esempio le modifiche alla costituzione sono pericolosissime. E tutto lascia pensare che si stia facendo piazza pulita degli ultimi uomini d'apparato cui e' rimasto uno straccio di coscienza democratica. Anche sul caso Sgrena indymedia, fatte poche eccezioni, non ha mostrato alcuna capacita' di analisi.
E' come se tutti vibrassero di emozione davanti ai televisori, ma pochi o nessuno riuscisse a fare delle analisi per suo conto.

Comunque sono d'accordo su quanto hai scritto. Anche se l'invito ai giornalisti mi pare sia rimasto a meta' tra una concessione ai rapitori (che non volevano giornalisti) e un avvertimento nei confronti della stampa indipendente.

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rispondo
by autore dell'articolo Sunday, Mar. 06, 2005 at 10:47 PM mail:

A "compagno":

< Pero' basti leggere questo articolo per capire che e' vero l'esatto contrario, e come realmente andra' a terminare la faccenda:
Il pizzico di orgoglio NON lo ha avuto neanche D'Alema!>

Forse non mi sono spiegato.

Io non ho mai pensato a nessun pizzico d'orgoglio.

Ne' mi pare di avervi fatto alcun riferimento, neanche indiretto.

Io facevo riferimento, casomai, alla necessita', per il governo italiano, di mantendere in piedi alcuni equilibri dai quali dipende la propria sopravvivenza. Niente di sentimentale (figurarsi!), niente di morale (quale?), ma cose alquanto pratiche.

Quindi niente orgoglio, solo fatti.

Provo a rispiegare.

La perdita di un funzionario prezioso come Calipari potra' essere anche gradita a qualcuno (e' accertato si trattasse di un funzionario autenticamente onesto e democratico, dunque visto il calibro medio dei nostri governanti e generali non e' difficile pensare che ci sia chi non e' granche' dispiaciuto della sua scomparsa), ma e' e resta indubbiamente un problema per il governo, che si trova improvvisamente scoperto rispetto a tutta una serie di possibili emergenze in Iraq.

Le relazioni personali hanno ancora una notevole importanza nel lavoro d'intelligence (almeno, in un certo modo di fare intelligence, che e' poi anche il nostro) e anche se Calipari, che di relazioni ne aveva intessute parecchie e decisive (prova ne siano i suoi successi), fosse morto d'appendicite, la sua scomparsa sarebbe comunque una grana difficile da regolare. Lo e' ancora di piu' considerando di quale morte peculiare sia morto e, in conseguenza di questa, quanto difficile sara' piu' del solito per il suo successore riallacciare i fili spezzati.

E questo non ci lascia, a livello intelligence, scoperti solo sul fronte rapimenti, magari potendo contare sul fatto che, visti gli appelli al ritiro di ONG, giornalisti e uomini d'affari, si possa sperare nel proverbiale stellone e non avere nuovi rapimenti da gestire a breve termine.

L'assassinio di Calipari colpisce in blocco l'autorevolezza e l'affidabilita' degli uomini dei nsotri servizi sul campo in Iraq: perche' mai i loro interlocutori Arabi dovrebbero sperare di poter fare buoni affari (di questo si tratta, alla fine, in tante fasi del lavoro di intelligence, c'e' sempre un do ut des) con gente alla quale gli americani accoppano il capo?
Un successore di Calipari "creativo" potrebbe persino tentare di sfruttare questa vicenda per accreditare una nostra piu' marcata differenza dagli USA, e farla fruttare, ma si starebbe avventurando su un terreno fittamente minato, che potrebbe portare a cattive sorprese... (Per semplificare: e se l'emissario dei rapitori cui si vanta la differenza dagli USA lavora per essi?)

Fin qui il danno in Iraq, e si tratta di un danno grave, perche' il controspionaggio in Iraq (ora indebolito) protegge i nostri soldati da attentati e i nuovi attentati vanno evitati a tutti costi, perche' e' molto pesante gestirli a livello d'opinione pubblica e, forse, a questo punto, anche a livello di una parte delle forze armate...

Per quanto riguarda il resto e per essere brutali e diretti: la sicurezza fisica di Berlusconi e del governo dipende in larga parte dall'efficienza del Servizio Segreto. Servizio che non e' composto da mammole, ma che non ama essere abbandonato al proprio destino. Un Servizio che si sente "coperto" adeguatamente dal proprio governo lavora meglio di uno che si sente abbandonato e tradito.
E' quindi nell'interesse della propria sicurezza che Berlusconi deve far arrivare ai nostri 007 qualche rassicurazione concreta.

Per quanto riguarda le altre questioni, con l'eccezione del Cermis (che mi sembra davvero un incidente, per quanto gestito assai male), si tratta di situazioni del tutto diverse da quella in oggetto.
Qui si e' assassinato un funzionario, sabotata un'operazione costosa ed accuratamente preparata, creato un disastro politico. Si e' toccato direttamente un funzionario di alto grado, impegnato su un fronte chiave, direttamente dipendente da Palazzo Chigi.
E' qualcosa che, a gente dotata di pelo sullo stomaco chilometrico come i nostri governanti, fa suonare campanelli d'allarme assai piu' forti della fine di 81 ma sconosciuti innocenti nei cieli di Ustica.

Poi, e' ovvio, la realpolitik trionfa sempre.
Ma, come dicevo, almeno pro-forma, la voce a Berlusconi tocchera' alzarla, possibilmente ottenendo almeno un qualche "aiutino" in cambio. Nel suo esclusivo interesse.

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spaventa anche me
by autore dell'articolo Sunday, Mar. 06, 2005 at 11:36 PM mail:

Cato Militant X,

Anche a me spaventa il livello di coscienza su quanto sta accadendo. Sono arrivato a pensare che sono io il cretino allarmista e che le modifiche alla costituzione sono poca cosa, visto che nessuno sembra non dico allarmato, ma persino interessato.

Quanto agli uomini d'apparato, e' pacifico che siano in cattive acque da prima di Genova, che non si spiegherebbe se quelli dotati di coscienza democratica fossero stati ancora in numero significativo.

Mi ha stupito, lo confesso, l'esistenza, ancora oggi, di un Calipari e in un posto come quello che occupava.

Esistenza e, purtroppo, fine drammatica che e' improvvisamente diventata un'occasione importantissima per far capire a molti l'importanza per tutti, proprio tutti, anche quelli che di solito gli "sbirri" li detestano senza se e senza ma, quanto sia importante, vitale, avere forze dell'ordine democratiche. Una garanzia per tutti, cui non si deve rinunciare.

Calipari era stato impegnato nel Siulp: sarebbe bello sognare la ri-nascita di sentimenti come quelli che, negli anni 70, portarono alla fondazione del primo sindacato di polizia.

"Anche sul caso Sgrena indymedia, fatte poche eccezioni, non ha mostrato alcuna capacita' di analisi."

Boh, le analisi le fanno quelli che scrivono, non "indymedia".
Indymedia e' largamente impregnata di spammatori, psicopatici, infiltrati, fascisti, radicali, ragazzini, imbecilli. Nonche' gente che non sa distinguere -o fa fatica- tra un Lauro ed un Calipari. Tra questi ultimi, ahime', mi sembra ci possa essere qualche admin, spero di sbagliare.
Ma il problema di fondo e' un altro: il movimento ha iniziato la sua parabola discendente a Genova, non viceversa. E si vede, anche su indymedia.

"Comunque sono d'accordo su quanto hai scritto. Anche se l'invito ai giornalisti mi pare sia rimasto a meta' tra una concessione ai rapitori (che non volevano giornalisti) e un avvertimento nei confronti della stampa indipendente."

I rapitori possono, ed e' comprensibile, visto che in alcuni casi e' vero, temere che alcuni giornalisti siano spie.
Ma anche gli americani hanno chiarissimamente espresso la stessa opinione e prima dei rapitori: do you remember the Hotel Palestine bombing?
In ogni caso, ritirare anche quelli di fatto embedded e da hotel sono stati ritirati, credo, piu' per timore che fossero rapiti che altro.
Per i motivi che temiamo tutti.

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per "sono contenta"
by autore dell'articolo Sunday, Mar. 06, 2005 at 11:40 PM mail:

<Rileggendo il tuo commento - che ho girato a tutta la mia lista - mi sono convinta che tu sei una persona "dell'ambiente", laureato, di alto livello e intelliente. Il che mi ha portato a rivalutare "l'ambiente".>

Ehm, mi fai arrossire, ti ringrazio di nuovo dei complimenti, e mi permetto un paio di domande...
Di quale "ambiente" parli, piu' esattamente...? (forse sono meno intelligente di quanto sembri!)
Posso chiedere su che lista hai girato l'articolo?

Quanto alle tue ipotesi, mi sembrano plausibili e abbastanza solide dal punto di vista logico. Il guaio e' che, in mancanza di fatti concreti, resta solo una buona sceneggiatura, buona, ma pur sempre tale.

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per l'autore
by sono contenta Monday, Mar. 07, 2005 at 12:17 AM mail:

Parlo dell'ambiente dell'intelligence, che è fatto anche di "non operativi", per esempio analisti, che in tutti i paesi devono essere persone particolarmente intelligenti.

La mia lista è quella dei miei amici, tra cui ci sono anche giornalisti e professori universitari, sempre gente onesta e indipendente.

Io sono abituata all'analisi, perchè faccio un lavoro di ricerca e il mio campo è antropologia-storia. Ho scoperto un'infinità di "segreti del potere" perchè il sistema è lo stesso dai tempi della preistoria. Se la cosa ti interessa possiamo concordare un invio di file attraverso email secondarie.
Ma ti devo dire che io delle persone intelligenti mi fido sempre, e poi non ho grandi timori di spionaggi: ho sempre pensato che chi legge le mie comunicazioni ha l'occasione di imparare qualcosa

ciao

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Due parole per andare a nanna
by Militant X Monday, Mar. 07, 2005 at 12:17 AM mail:

Quello che mi pare manchi alla tua analisi, caro autore, e' che i fascisti vanno verso i servizi di sicurezza come le api verso il fiore. Affidare un governo quinquennale ai fascisti garantiva il fatto che se ne sarebbero appropriati in modo totale.
Hai ragione a dire che una polizia democratica e' importante. Ma fatti i dovuti conti, non mi sento di biasimare chi ha smesso di porsi il problema.

Anche durante il governo D'Alema il ministero della Difesa (da cui dipende il SISMI) non e' stato affidato ad un uomo chiaramente di sinistra (mentre era stato allegramente affidato a Previti durante il Berlusconi I°).
Quando poi e' partita la guerra con l'Iraq sono rimaste ben poche speranze che sopravvivesse qualche spazio li' dentro per persone ispirate da qualche straccio di valore democratico.
La storia dei servizi italiani e' stata un susseguirsi di "purghe". Ogni volta che i falchi hanno superato determinate soglie critiche gli anticorpi democratici del paese sono riusciti in qualche modo a mettere alla porta i peggiori, che comunque difficilmente sono finiti davanti a un tribunale e che hanno goduto spesso di ottime pensioni.
Berlusconi non deve essersi occupato troppo del problema servizi. Fini invece deve essersene occupato con grande meticolosita' nel corso di questi anni.
La loro divergenza sulla questione rapimenti dei giornalisti e' palese. Mentre Berlusconi pensa all'audience e ai sondaggi, e cerca ad ogni costo di dare un colpo al cerchio e uno alla botte, Fini ragiona ormai con le categorie dei poteri transnazionali. Vede un impero mondiale futuro che si sta formando e sbava per diventarne uno dei primi satrapi.
Per Berlusconi invece, conta soprattutto che gli italiani siano contenti e abbiano fiducia in lui. E per questo scopo sarebbe anche disposto a fare qualche piccolo sgarbo a Condoleeza e Bush.
Se l'operazione Sgrena fosse andata in porto, il berlusca sarebbe finito perfino nelle grazie del "Manifesto" (ma vedi un po te!).

Per Fini invece il bastone conta decisamente piu' della carota. Non guarda di buon occhio il potere mediatico del berlusca e, carico d'invidia, lavora pazientemente per farlo saltare.
Tra l'altro Fini ha gia' capito che la situazione economica italiana volge verso il peggio. E come ogni fascista che si rispetti, cerca disperatamente un appoggio nelle forze di polizia, nei servizi, nell'esercito. Soprattutto perche', noto nei suoi ambienti come "er cacchetta", teme profondamente ogni cosa, e in particolare che la gente lo prenda a pedate nel culo come merita.

Con la pazienza del burocrate, avra' persuaso quattro quinti del Sismi che la politica dei riscatti e' sbagliata. E deve aver realizzato questa brillante operazione sotto gli auspici di Condoleeza.
Quindi, caro amico, di Calipari in questo momento non fregava nulla a nessuno. Se lo sono tolto dai coglioni scientemente. Per far capire a tutti quel che c'era da capire. Fine delle politiche democratiche, fine della mediazione intelligente. Si preannunciano tempi durissimi, non tanto e non solo per la sinistra, ma per chiunque ragioni con la propria testa.
Con la fuoriuscita dei giornalisti democratici dall' Iraq si preannunciano massacri e una dittatura d'occupazione allo stato puro. Non servono piu' mediatori intelligenti. Servono solo scagnozzi armati e pronti a sparare su tutto quel che si muove.

Qui il vento ha iniziato a fischiare.

Ti auguro una buona notte.

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x militant, mai sentito parlare di infiltrazioni?
by Selene Tuesday, Mar. 08, 2005 at 12:30 PM mail:

Caro militant credo che chi comanda veramente, che nn sono i politici, usi indifferentemente sia i neri che i rossi, a secondo di quello che gli serve, senza neanche bisogno del loro consenso, perchè li infiltra

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x Militant X
by autore dell'articolo Tuesday, Mar. 08, 2005 at 12:42 PM mail:

Pare, sottolineo, pare, che le cose stiano andando come io avevo previsto. Forse persino oltre le mie previsioni.
L'intervento di Fini alla Camera sembra fugare ogni dubbio su quale sia la posizione dei nostri Servizi in relazione all'agguato, si', agguato, americano.
Forse persino oltre le righe, grazie anche ad un possibile avvertimento notturno...

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Adesso cosa succederà?
by Selene Tuesday, Mar. 08, 2005 at 2:21 PM mail:

Ma adesso Fini ha smentito gli amercani. Cosa succederà?

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risposta
by autore dell'articolo Tuesday, Mar. 08, 2005 at 4:18 PM mail:

Cosa succedera'? Sta gia' succedendo.
Berlusconi, se ho ben capito, ha gia' riconvocato per la terza volta Sembler a Palazzo Chigi. Un record senza precedenti nella storia delle relazioni USA-Italia.
Si e' dichiarato insoddisfatto delle spiegazioni USA. Anche questo, senza precedenti (il mediocre D'Alema impari).
Sta facendo il diavolo a quattro per ottenere dagli USA qualcosa che corrisponda a quanto ipotizzavo io nel mio articolo. Per trasformare la catastrofe in vittoria politica senza precedenti, senza ritirare le truppe dall'Iraq. Se gli riuscira' (se) tanto di cappello. E tappeti rossi verso la porta della pensione per gran parte dell'attuale leadership del centro-sinistra. In assenza di tale pensionamento, prepariamoci ad un nuovo ventennio. Nella sostanza e nella durata. Se ci va bene.

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Vittoria politica?
by Selene Tuesday, Mar. 08, 2005 at 4:43 PM mail:

Eh no, caro autore, la cosa potrebbe al massimo ridare un po' di fiato a quei pochi berlusconiani residui che si sono sentiti finora ghettizzati. Gli altri, la maggioranza, votano guardando tristemente il portafoglio. L'effimera vittoria di B. la dimenticherebbero subito. Stai tranquillo, non lo voeranno più.
Non che gli altri siano molto meglio.

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Eh no...
by x Selene Tuesday, Mar. 08, 2005 at 4:49 PM mail:

Ho scommesso una cena nel miglior ristorante della mia città (che mi costerebbe anche il sangue) che il nano rivincerà le prossime politiche. L'apprendista stregone ha risvegliato la vocazione autoritaria di questo paese. Tutta roba già vista.

Senza contare che l'altro giorno ho sentito dire a Prodi che tra un anno (sic - tra un anno) sarà pronto il programma dell'Unione.

E dopo la cena si andrà in montagna col parabello in spalla.

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Per trasformare la catastrofe in vittoria politica gli U$A lo stanno gia' aiutando sai?
by x autore dell'articolo Tuesday, Mar. 08, 2005 at 4:56 PM mail:

Gli usa e getta faranno qualsiasi cosa pur di non perdere un valido alleato militare come l'Italia in questa sporca guerra!

Ci ritireremmo mai?
Non credo: guardate quanti soldati inglesi sono morti gia' all'inizio della invasione ed ancora stanno li'!

Mi spiace dirvelo, ma le vostre discussioni al limite sono ... speculazioni INUTILI!

Comunque complimenti per lo sforzo.

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Commento letto in un altro post
by Selene Tuesday, Mar. 08, 2005 at 7:27 PM mail:

.... dovrebbe essere chiaro invece che in un ambito militare la responsabilità è sempre della catena di comando, e che l'assenza di informazioni è essa stessa una informazione che produce risultati.
Se io ti ordino di sparare su tutto quello che si muove tranne che in presenza di ordini contrari (lasciar passare)... e poi non ti avviso che sta per arrivare una macchina da far passare... beh, è come se di avessi ordinato di ucciderli.
E' molto piu' semplice che non presupporre *piani* concordati a tavolino.
I nervi informativi (dove si prendono le decisioni) erano a giorno del fatto che gli italiani stavano operando per qualcosa... la macchina era gia' transitata per posti di blocco.... e cosa succede? L'ultimo anello curiosamente non viene avvisato (cosi' dicono) dell'arrivo.

Non averlo fatto, se cosi' fosse, equivale ad un ordine preciso di esecuzione.

Non cambia di una virgola le responsabilità.

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L'ha detto il ministro ...!
by Luciano Tuesday, Mar. 08, 2005 at 9:59 PM mail:

Io trovo che sia molto significativo che il Ministro degli Esteri abbia smentito la versione americana.

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Ipotesi
by altro autore Wednesday, Mar. 09, 2005 at 12:22 AM mail:

il discorso potrebbe essere così: volevano uccidere Calipari e gli altri per smantellare la rete del controspionaggio italiano in Iraq. La cosa è organizzata così: la pattuglia messa all'agguato ha l'ordine di sparare a vista, ma non sa a chi e perchè.
Siamo in territorio controllato dagli americani, con sulla pista l'aereo della Presidenza del Consiglio italiano, piani di volo, carburante, orario di partenza. Al Comando sanno benissimo chi aspetta.
Calipari e il maggiore del SISMI sanno bene del pericolo americano. La Sgrena no.
Quello che gli americani non si aspettavano era che ne sarebbero rimasti vivi due, e non hanno avuto il tempo di organizzare nel giro di poco tempo una messa in scena "spendibile" per finirli. Anche se ci hanno pensato perchè hanno lasciato passare due ore prima di informare il governo italiano.
Il quale si è affrettato a riportarli rapidamente in Italia, benchè feriti.
Anche trattenere il satellitare del vicedirettore del Sismi indica la loro malafede.
Per loro (degli americani) sfortuna adesso hanno due testimoni vivi.

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risposta
by autore dell'articolo Wednesday, Mar. 09, 2005 at 12:47 AM mail:

"Mi spiace dirvelo, ma le vostre discussioni al limite sono ... speculazioni INUTILI!"

Forse sono _inutili_.

Se e' vero che lo sono, credo sia possibile chiedersi _quali_ discussioni siano _utili_ su indymedia (come altrove, dopo tutto).
Tu forse sai gia' tutto cio' che c'e' da sapere.
Io penso di poter sempre imparare qualcosa.
Questione di punti di vista.

Senza rancore e con rispetto. Naturalmente.

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Perchè?
by "sono contenta" Wednesday, Mar. 09, 2005 at 8:39 PM mail:

Se è stato, come pensiamo oramai in molti, un agguato per uccidere Calipari, e non la Sgrena, dobbiamo chiederci: PERCHE?
Perchè gli americani mettono in atto una operazione ostile così GRAVE verso un alleato?
Dovremmo analizzare questa questione adesso. Per smantellare la rete del controspionaggio italiano in Iraq è stato detto. Ma perch? Perchè avevano bisogno di farlo? Perchè hanno rischiato tanto?

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prima di tutto
by a.d.a. Wednesday, Mar. 09, 2005 at 11:08 PM mail:

Prima di tutto credo dovremmo precisare meglio la domanda: quali americani?

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Quali americani?
by "sono contenta" Wednesday, Mar. 09, 2005 at 11:17 PM mail:

>quali americani?

Quelli che in questo momento decidono, suppongono. A meno che non dobbiamo ipotizzare una schizofrenia del governo americano che non sarebbe una novità (vedi "Il malaffare" di Roberto Faenza, interessantissimo libro basato esclusivamente su documenti Cia e FBi declassificati)

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x Don Camillo
by Peppone Wednesday, Mar. 09, 2005 at 11:29 PM mail:

scrivi su Libero, anche se stato incarcato dall'ambasciata americana

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...
by a.d.a. Wednesday, Mar. 09, 2005 at 11:42 PM mail:

>A meno che non dobbiamo ipotizzare una schizofrenia del >governo americano che non sarebbe una novità

Ecco, appunto.

La cosa mi pare assai verosimile.

In questo caso il Governo Italiano ha agito con la piena collaborazione (e coinvolgimento) dei leader dell'opposizione parlamentare e non solo: la frequentazione diciamo intensa del direttore del Manifesto presso l'ufficio di Letta dice tutto e non si spiega certo con una gentilezza particolare da parte di un ex-collega, a suo tempo direttore (de Il Tempo).
Mi sembra difficile che, in questo clima, si possano essere sviluppate smagliature o vi sia stato spazio per faide dentro casa nostra. Forse Fini non ha gradito, ma ha dovuto, molto a malavoglia, ingoiare e, per una volta, fare buon viso a cattivo gioco e tenere al guinzaglio gente come Ascierto, tanto per capirci.

Viceversa, negli USA le faide sono in pieno sviluppo. Tra vincenti e perdenti negli apparati del Dipartimento di Stato, del Pentagono, dei numerosi Servizi.
E' li' che vanno cercate le "smagliature", i tragici "errori".

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dissidi americani?
by "s. c." Thursday, Mar. 10, 2005 at 12:04 AM mail:

>Viceversa, negli USA le faide sono in pieno sviluppo. Tra vincenti e perdenti negli apparati del Dipartimento di Stato, del Pentagono, dei numerosi Servizi.
E' li' che vanno cercate le "smagliature", i tragici "errori".

Molto interessante, anche si deve sempre ipotizzare una quinta colonna in Italia in questi casi (ma potrebbe essere CHIUNQUE)
Comunque vai in biblioteca a leggerti Il Malaffare perchè è estremamente istruttivo e illustra una costante della politica americana

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Aggiungo
by "s. c." Thursday, Mar. 10, 2005 at 12:17 AM mail:

La tua ipotesi è interessantissima e si accorda con le idee di Meyssan (servizi francesi) sull'11/9: un colpo di stato ALL'INTERNO del governo americano. Una componente del governo che "passa avanti" creando il fatto compiuto, che gli altri devono inghiottire e convalidare.
Su quale componente è facile fare illazioni:armi e petrolio, armi, di cui sono soci occulti quei Windsor-Hannover filonazisti (il che spiega la posizione di Blair)+ gli israeliani sionisti (sion in ebraico vuol dire armamento)capeggiati dai Rotschild.

Non tutti gli interessi economici americani coincidono con quelli di questo gruppo. Questo potrebbe spiegare faide e resistenze e la volontà di eliminarle con questi atti estremi.

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cretino
by Don Camillo Thursday, Mar. 10, 2005 at 12:49 AM mail:

"sion in ebraico vuol dire armamenti"?
Ma da dove cazzo hai preso il dottorato?
la strunz university?
sion e' un monte in Israele.
idiota!

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Il regime sta crollando
by La dittatura mediatica non serve Thursday, Mar. 10, 2005 at 12:55 AM mail:

LA RESISTENZA IRACHENA PRESTO CACCERA' GLI AGGRESSORI!

IL GENOCIDIO DEL POPOLO IRACHENO DEVE FAR RIFLETTERE
TUTTI I POPOLI DEL MONDO: IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA
ORRENDI MOSTRI!

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eallora?
by Don Camillo Thursday, Mar. 10, 2005 at 1:00 AM mail:

Ammettiamo che la resistenza irachena, come la chiami tu cretino, caccera' gli invasori, come li chiami tu, cretino, cosa vuol dire?.
I seguaci di Saddam ritorneranno al potere?
e migliaia di innocenti iracheni saranno di nuovo trucidati e sepolti vivi con gli occhi bendati.
Bravo.
Ecco la vostra natura sinistroide da Stalin, polpot kim e Castro.

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Vergognati e vai a letto!
by comunista Thursday, Mar. 10, 2005 at 1:04 AM mail:

Abbi la dignità di vergognarti!

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sinistroide
by no vergognati tu e fatti una sega Thursday, Mar. 10, 2005 at 1:09 AM mail:

Non hai commenti perche' sai che e' la verita' e che se la resistenza caccia gli americani e va al potere sara' tutto un deja vue e ci saranno rapppresagle, massacri di curdi e di shiiti proprio come ai tempi di Saddam o come in russia ai tempi di Stalin.

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beh
by x don camillo Thursday, Mar. 10, 2005 at 1:12 AM mail:

perchè secondo te gli americani sono dei gentlemen in Iraq? ma vai a cagare sul sito del Pentagono.

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Iraq libero!
by precario Thursday, Mar. 10, 2005 at 1:16 AM mail:

Il tuo linguaggio violento e pieno di insulti è in perfetta sintonia con gli aggressori USA.Non rispondo
a chi insulta e giustifica l'aggressione USA.Gli usa sono responsabili di un'orrendo genocidio e di torture di massa.
Guardati le foto dei bambini colpiti dalle cluster bombs e poi capirai da che parte sta la virtù e dove il dispotismo, la malvagità e le tenebre.

IRAQ LIBERO!

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ah
by Don Camillo Thursday, Mar. 10, 2005 at 1:18 AM mail:

Contro il lavaggio del cervello la ragion non vale.
Dante.

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x admin
by Peppone Thursday, Mar. 10, 2005 at 8:59 AM mail:

Don Camillo è pregato di non disturbare questa interessante discussione con le sue scemenze, sta impestando tutta Indy, gli admin dovrebbero accorgersi dei provocatori che depistano e hiddarli

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Riprendiamo il discorso saltando i disturbatori
by Peppone Thursday, Mar. 10, 2005 at 12:15 PM mail:

<<La tua ipotesi è interessantissima e si accorda con le idee di Meyssan (servizi francesi) sull'11/9: un colpo di stato ALL'INTERNO del governo americano. Una componente del governo che "passa avanti" creando il fatto compiuto, che gli altri devono inghiottire e convalidare.
Su quale componente è facile fare illazioni:armi e petrolio, armi, di cui sono soci occulti quei Windsor-Hannover filonazisti (il che spiega la posizione di Blair)+ gli israeliani sionisti (sion in ebraico vuol dire armamento)capeggiati dai Rotschild.

Non tutti gli interessi economici americani coincidono con quelli di questo gruppo. Questo potrebbe spiegare faide e resistenze e la volontà di eliminarle con questi atti estremi.>>

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Strana notizia
by chissà se c'è una relazione ... Thursday, Mar. 10, 2005 at 2:30 PM mail:

(ANSA)-ROMA, 10 MAR- Il Brasile chiedera' ufficialmente l'intervento dell'Italia per cercare di risolvere il caso del brasiliano rapito il 19 gennaio scorso in Iraq. Joao Jose Vasconcelos Jr., ingegnere di 49 anni, fu rapito nei pressi della citta' di Beiji. Nell'attacco furono uccise altre due persone: un britannico addetto alla sicurezza e un iracheno. Per il Brasile l'Italia puo' svolgere un ruolo determinante nella vicenda perche' ha in Iraq sia una presenza militare sia un efficiente rete di intelligence.

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Altro che strano
by Selene Thursday, Mar. 10, 2005 at 10:52 PM mail:

>Per il Brasile l'Italia puo' svolgere un ruolo determinante nella vicenda perche' ha in Iraq sia una presenza militare sia un efficiente rete di intelligence.

Ma questa cosa detta DOPO quello che è successo????

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Interessante, si'.
by a.d.a. Thursday, Mar. 10, 2005 at 11:47 PM mail:

La notizia e' interessante, si.
Anche nella sua (apparente?) contraddittorieta'.
A noi sembra segnalare, invece, che i Servizi Italiani non paiono affatto aver tirato i remi in barca a seguito dell'assassinio di Nicola Calipari.
E la cosa e' piuttosto indicativa.
Ma vediamo i fatti.

L'iniziativa Brasiliana, ufficialmente, parte dall'ambasciatore a Roma, Itamar Franco, che la propone al proprio governo attraverso il proprio ministero degli Esteri.

Fa seguito ad un lancio ANSA che parte da Baghdad il 5 marzo, proprio il giorno dopo l'omicidio di Calipari ed il ferimento degli altri occupanti dell'auto mitragliata dagli americani.
Il lancio annuncia, sulla base di "fonti" locali, la morte dell'ostaggio brasiliano, un ingegnere civile 50enne impegnato nella ricostruzione, caduto in un agguato mentre si recava all'aeroporto di Baghdad per lasciare l'Iraq.
E' il 19 gennaio 2005. Il rapimento e' rivendicato dalle Brigate dei Mujaheddin in collaborazione con Ansar Al-Islam.

E' bene tener presente che Itamar Franco, l'ambasciatore a Roma, non e' un diplomatico di carriera. Si tratta di un politico di grandissimo rilievo ed esperienza, ex governatore dello stato di Minas Gerais, ex presidente della Repubblica, con grande esperienza internazionale.

Itamar spiega alla stampa del suo Paese che il Brasile -contrario alla guerra- non ha forze nel Paese Arabo, non ha rappresentanza diplomatica, non ha uomini dei propri Servizi. Elogia i successi dei nostri Servizi nel liberare gli ostaggi e rivela che essi sono gia' impegnati nel rappresentare in Iraq gli interessi del grande Paese Latinoamericano.
Dichiara di aver appena ricevuto (queste dichiarazioni le rilascia il 9 marzo) rappresentanti dei nostri Servizi a Piazza Navona. Che lo hanno visitato anche il giorno prima. Che la collaborazione con i nostri Servizi e' "continua".
Che la proposta, "urgente", spedita al proprio governo e' tesa a "intensificare" i rapporti con i nostri Servizi.
Non solo per il caso dell'ostaggio, João José Vasconcelos, ma anche per possibili situazioni future.
E che non solo il suo paese, ma anche la Francia, che come il Brasile non ha una rete informativa sul campo, ha chiesto aiuto, per i propri ostaggi, "ad un altro paese".

Se Itamar Franco non gioca d'azzardo e non bluffa (e vista la sua esperienza personale e' lecito dubitarne) c'e' da sospettare che il braccio di ferro scatenatosi tra Italia e USA con la tragica fine di Nicola Calipari abbia proporzioni e profondita' piu' grandi di quanto appaia e che superano i confini del nostro Paese.

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grazie
by "comincio ad essere stupita" Friday, Mar. 11, 2005 at 12:40 AM mail:

Come al solito i tuoi chiarimenti sono di straordinario interesse. Se pensiamo a quello che sta succedento in America Latina, con la costituzione di un blocco economico sudamericano, e il consequenziale sottrarsi del "cortile di casa" al mortale abbraccio nordamericano ...
Qui però comincio a stupirmi della posizione dell'Italia. Siamo forse vicini a un rovesciamento di alleanze???
E se è così, è perchè i topi scappano dalla nave che affonda?

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finalmente
by grazie Friday, Mar. 11, 2005 at 1:39 AM mail:

anch'io penso che il vero obiettivo era Calipari e il polverone che si sta alzando su Giuliana sia voluto per eitare di fare troppe domande. Ma tutto ciò mi fa paura..questi sono disposti ad un attentato pur di non rinunciare alle nostre basi e alla nostra docilità. credo che, più che dividerci tra di noi, sarebbe il caso di creare un fronte comune per cercare di capire e non trovarci con leggi liberticide in nome dell'unità nazionale. Spero che comincino a parlare le gole profonde e non sottovaluterei Andreotti che si è sempre schierato contro questa guerra e non a caso ha parlato del sequestro Moro..troppo navigato per riportare casualmente ciò

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vedere
by il riformista Friday, Mar. 11, 2005 at 1:50 AM mail:

Il Riformista riporta che in realtà la lotta è da cercarsi tra il pentagono e la cia, nel senso che la Cia non ha informato il Pentagono dell'arrrivo di Calipari...io spero che tutto questo non finisca con un attentato a cariche istituzionali per accellerare progetti eversivi...per questo è meglio leggere e tener d'occhio i fogli della destra nostrana ed estera smaccatamente fiancheggiatori della linea guerrafondaia...da loro è possibile capire su quali linee di propaganda tendono a muovrsi. in questo senso Squalo è utilissimo

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E' una questione internazionale
by "s. c." Friday, Mar. 11, 2005 at 12:43 PM mail:

Una guerra tra agenzie americane (e loro referenti) che coinvolga uno degli ultimi alleati dell'America non è solo una questione interna americana, è una questione di politica internazionale. Quindi la spiegazione è ancora diversa, anche perchè la tesi del'errore è insostenibile.
Nella sostanza è un pesante "avvertimento mafioso" e un atto di guerra.

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il signor ambasciatore americano in Italiaaaaaaaaaaaaaaaaaa
by e questo? Friday, Mar. 11, 2005 at 1:34 PM mail:

http://italy.indymedia.org/news/2005/03/749300_comment.php#749400

pensate che trattiamo con questo tipo qui!

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Discussione molto intressante
by Joe Friday, Mar. 11, 2005 at 6:07 PM mail:

Mi compiaccio per l'alto livello mentale dell'articolo e dei commentatori, a parte qualche intervento sciocco di disturbo.
Che aggiungere?
Berlusconi e Fini mi sembrano intenzionati, dalle espressioni del viso ( gli occhi sono specchio dell'anima ) a cambiar linea d'ora in avanti. Ci riusciranno? Con Martino e Giovanardi alle loro costole è difficile. Bisognerebbe che Prodi non premesse troppo sull'acceleratore. Ora, forse, un'unità nazionale è davvero necessaria. Non per combattere il terrorismo, quanto per difendere l'Italia dal terrorismo pilotato. Ci siamo intesi?

La vicenda Calipari. Non sapevo che fosse vicedirettore del S.I.S.M.I., ma immaginavo che avesse una carica importante. Mi spiace molto per lui, come a tutti, sia a livello statale sia a livello personale. Essendo ora gli Stati Uniti usciti allo scoperto, vi saranno tempi duri anche per loro d'ora in avanti. Non li avevo mai visti così in difficoltà. Certo, c'è un filo diretto da Moro a Calipari, ha ragione Andreotti. Chi ha orecchie per intendere intenda.

Sono convinto che Berlusconi presto lascerà a Fini il compito di sbrogliare la matassa. E Fini vi riuscirà per un po' di tempo, poi lascerà a Prodi il gravoso problema. E Prodi cercherà altre alleanze. Con Francia e Germania al fianco si può essere più sicuri. Bush sa benissimo che dell'Italia non ci si può fidare, perché dice una cosa e ne fa un'altra, perciò ha sguinzagliato la Rice sul suolo francese. Lo storico alleato era la Francia, non l'Italia. Ho paura ma verranno tempi duri pwer noi, per questo è necessario essere tutti uniti. Speriamo non muoia il Pontefice, altrimenti i Cavalieri di Malta metteranno sul seggio vaticano un loro protetto, che benedica l'avvento della democrazia consumistica in tutte le plaghe della terra. Ogm compresi.

Lo smantellamento della nostra Costituzione avrà come seguito la necessità per l'Italia di rientrare in un organismo politico più vasto. Non mi sembra che Berlusconi ne sia perfettamente cosciente o, se lo è, lo teme. Nulla avviene per caso. E' Berlusconi il frutto del progetto piduista oppure altri, accovacciato sonnolente a mo' dippopotamo come se niente fosse? E' il momento di sostenere Berlusconi, forse, sia pur da lontano.

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negroponte, messaggio cifrato?
by a.d.a. Friday, Mar. 11, 2005 at 6:22 PM mail:

Un'osservazione al volo.
A me sembra che la notizia relativa al fatto che la pattuglia che ha mitragliato Calipari, la Sgrena, il maggiore "Corsaro" (e altri?) sarebbe stata sul posto a protezione di Negroponte, sia tanto insensata (non spiega un bel nulla e meno che mai spiega perche' mai avrebbero messo proprio dei novellini, ci viene detto, a proteggere, sparando -alla cieca, dicono- alla prima auto che passa, un personaggio di importanza quasi pari a quella di Bush. Che poi non si sa perche' giri in auto e non in elicottero blindato) nella sostanza da suggerire una lettura inequivoca come messaggio cifrato, mica poi tanto.
Negroponte e' stato recentemente chiamato a coordinare le numerose intelligence USA. COORDINARE.
A piu' tardi.

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Giusto!
by Joe Friday, Mar. 11, 2005 at 6:57 PM mail:

A.d.a. sai quel che dici. La notizia su Negroponte l'ho appena rigettata anch'io, prima di leggere il sensato commento tuo. O erano novellini, o proteggevano Negroponte, l'una e l'altra cosa insieme non stanno in piedi. Sono d'accordo con te anche su un'altra cosa, è stato un atto di guerra, sia pure occulto. Ho scritto la stessa cosa oggi prima di leggerti.
La vera questione è come uscire da questa intricata situazione. Rimango dell'idea che tempi non facili vi saranno nei prossimi anni sia per noi sia per gli americani, fatte le debite proporzioni.

Noi ci siamo fatti dei nemici e loro pure.

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Da Misna
by "s.c." Friday, Mar. 11, 2005 at 9:09 PM mail:

1- LOTTA AL TERRORISMO: SECONDO ANNAN, UN'ALTRA STRADA È POSSIBILE
La lotta al terrorismo e il rispetto dello Stato di diritto possono, anzi devono, convivere, perché il terrorismo mira soprattutto a colpire lo stato di diritto e quindi qualsiasi concessione è una sconfitta. Lo ha detto il Segretario Generale dell'Onu Kofi Annan che giovedì di fronte a 200 leader politici ed esperti mondiali riunitisi per il vertice sul terrorismo di Madrid ha presentato una "strategia globale" in 5 punti fondata proprio sull'imprenscindibile binomio lotta al terrorismo e stato di diritto. Un' "Alleanza di civiltà" che crei un nuovo ordine mondiale per la lotta al terrorismo, ha spiegato Annan riprendendo la proposta del premier spagnolo Jose Luis Rodriguez Zapatero, e che approvi "una convenzione generale che condanni il terrorismo in tutte le sue forme" basandosi su una definizione che comprenda "chiunque causi la morte o danni a civili innocenti o inermi". Annan ha sottolineato quindi che il terrorismo è una minaccia diretta "contro i valori essenziali difesi dall’Onu", ovvero, "il primato della legalità, la protezione dei civili, il rispetto fra popoli e culture differenti e il regolamento pacifico dei conflitti". Per questo, ha detto il Segretario Generale, deve essere l’Onu a guidare la lotta contro questo flagello, coordinando questa strategia attraverso un apposito ufficio. Annan ha poi presentato i cinque punti, detti "le cinque D", dalla prima lettera in inglese di ciascun punto, della sua strategia. 1) 'Dissuading disafected': Scoraggiare i settori delle popolazioni mondiali afflitti dall’insoddisfazione e dal malcontento dallo scegliere il terrorismo per raggiungere i propri obiettivi. E per far questo ci vuole "una campagna globale vigorosa" che coinvolga "tutte le autorità politiche, culturali e religiose di tutti i Paesi, ai quali spetterebbe il compito di denunciare le tattiche terroristiche come criminali e inaccettabili, sempre". 2) 'Denying terrorists their means': sottrarre ai terroristi i mezzi per compiere gli attentati. Ovvero impedire aiuti finanziari, ma soprattutto "controllare, mettere in sicurezza e quando possibile eliminare i materiali tossici, nucleari o biologici, e implementare i controlli di stoccaggio e di esportazione". 3) 'Deterring countries from supporting terrorist groups': dissuadere gli Stati dal sostenere i gruppi terroristici. Benché negli ultimi tempi diversi stati abbiano smesso di comportarsi in tale maniera, continua ad essere necessaria una "linea dura" con coloro che contravvengono a questo criterio cruciale. "Tutti gli Stati devono sapere che se daranno un qualsiasi tipo di supporto ai terroristi il Consiglio di Sicurezza non esiterà a prendere nei loro confronti misure coercitive" ha detto Annan. 4) 'Developing state capacity to prevent terrorism': aiutare a crescere, attraverso gli aiuti internazionali, democrazie 'deboli' che "genuinamente non hanno i mezzi per costruire le capacità politiche e di buon governo a cui aspirano". 5) 'Defending human rights': difendere e rispettare legalità e diritti umani nella lotta al terrorismo. A questo proposito, pur senza far nomi, Annan ha affermato che i provvedimenti presi da alcuni Stati per combattere il terrorismo "infrangono le libertà fondamentali e il rispetto dei diritti umani". "Compromettere il rispetto dei diritti umani non serve alla lotta contro il terrorismo. Al contrario facilita il raggiungimento degli obiettivi dei terroristi, causando cedimenti nei più alti valori morali delle democrazie e provocando tensioni, odio e sfiducia nei confronti delle autorità proprio da parte di quei settori di popolazione da cui il terrorismo recluta i suoi uomini" ha concluso Annan. (a cura di Massimo Zaurrini)[MZ]


Mi sembra una bella presa di distanza dagli USA!!!


2- PRESIDENTE IRAN IN VISITA PER PARLARE DI PETROLIO E TRATTORI
È cominciato oggi il primo dei tre giorni di visita di Stato del presidente iraniano Mohammad Khatami in Venezuela. È previsto un primo incontro del capo dello Stato iraniano con il suo omologo Hugo Chávez, quindi una visita di Khatami al Parlamento venezuelano, dove terrà un discorso. Il capo di Stato di Teheran è giunto a Caracas su invito di Chávez, che tiene molto a rafforzare relazioni che lui stesso ha contribuito a creare in prima persona fin dal suo primo mandato presidenziale (in precedenza tra i due governi c’era una sostanziale freddezza). Iran e Venezuela sono tra i Paesi più attivi in seno all’Opec, di cui sono rispettivamente il secondo e il quarto produttore di petrolio (ma Caracas detiene il record delle più ampie riserve petrolifere sotterranee conosciute al mondo, circa 300.000 milioni di barili). I due capi di Stato si incontreranno tre volte tra oggi e domenica, quando Khatami terminerà il suo terzo viaggio venezuelano (Chávez è stato quattro volte a Teheran). È prevista la firma in calce a una serie di accordi, non solo di carattere energetico. Oltre che una più stretta cooperazione nel campo petrolifero, i due Paesi avvieranno un’impresa mista per la produzione di trattori, che almeno in una prima fase saranno assemblati in Venezuela con tecnologia e materiali iraniani. Altri progetti comuni saranno realizzati nei settori chimico e del cemento. La visita di Khatami in Venezuela è destinata a non fare piacere agli Stati Uniti, che vedono in Chávez un destabilizzatore e nel presidente iraniano il capo di uno dei Paesi appartenenti a quello che George W. Bush definì, nel corso del suo primo mandato alla Casa Bianca, l’‘asse del male’.[LL]


Mi sa che si sta incominciando a fare terra bruciata intorno agli americani

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