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Dieci Gennaio
by IMC Italy Saturday, Aug. 31, 2002 at 4:24 PM mail:

Traduzioni da Indy e Pagina 12 tutti i pezzi (ricomincia el cacerolazo, repressione senza immagini in tv, così ho vissuto il cacerolazo, non solo vbuenos Aires) fanno parte del newswire di indyargentina. gli ultimi due pezzi: omenaje a las victimas e l'articolo sul cacerolazo) sono tratti da Pagina 12, quotidiano bairense.

Ricomincia el cacerolazo per le strade di Buenos Aires


Alle nove di sera è ricominciato el cacerolazo intorno la zona del Parque Saavedra. Fino alle 1,30 della mattina de venerdi diverse strade erano attraversate da manifestanti. A Juramento e Cabildo (Belgrano) vi sono circa un centinaio di manifestanti che manifestano accendendo fuochi per le strade. Davanti al Consiglio Comunale restano i segni di un impressionate cacerolazo, mentre quasi nessun mezzo di informazione trasmette notizie sugli eventi della notte. La televisione Nazionale ha qualche immagine di Plaza de Mayo, solo però riprese dall’interno di alcuni edifici. I mezzi di informazione hanno annunciato il termine delle manifestazioni quando nelle strade ancora la gente stava manifestando. L’odore dei fuochi accesi per le strade è forte per le strade di Belgrado e Saavedra, mentre anche il canale televisivo che trasmette le ultime notizie quasi in diretta non ha prodotto trasmissione alcuna. Mentre la gente manifesta la tv danno spazio alla riunione tra Duhalde e diverse organizzazioni. Alla Plaza de Mayo intanto sono giunte persone anche dalla provincia di Buenos Aires; di queste e di tante altre la televisione non parla, trasmette solo immagini di Plaza de Mayo piena di manifestanti, offrendo però un commento solo alle imprese di Duhalde.

Repressione della polizia senza immagini in tv:


Alle 2,40 della mattina di venerdi è cominciata nuovamente la dura repressione della polizia, nonostante la massa di manifestanti concentrati in Plaza de Mayo era assolutamente pacifica. Tutti i canali televisivi restano latitanti. Solo dopo che la repressione è cominciata alcuni canali hanno accennato alle proteste di tutta la notte precedente. In molti stanno resistendo nella piazza. All’arrivo della polizia che ha sparato gas lacrimogeni la maggioranza della gente è scappata ritirandosi . Alcuni stanno resistendo nella piazza.
Così ho vissuto el caerolazo con la mia famiglia:
Stavo in Plaza de Mayo con mia moglie e suo figlio, di otto anni.
Cantavamo protestando contro tutto quello che sta affamando l’Argentina; battendo le pentole con tanta rabbia. Abbiamo deciso di non seguire la disperazione dei più, e di fermarci alle spalle del monumento; abbiamo respirato tutti i lacrimogeni. Dei ragazzi ci hanno aiutato a portare Ivan (il bambino) al di fuori della piazza. Abbiamo preso un taxi con il bambino quasi svenuto per allontanarci da quel luogo. Quel maledetto del guidatore del taxi la prima cosa che ha fatto è stato prendermi l’orologio.
Siamo scesi qualche cuadras più avanti e abbiamo raggiunto la Avenida 9 de Juli; abbiamo incontrato tanta gente che proveniva dalla piazza e abbiamo discusso tra noi, chiedendoci se fosse efficace scendere in piazza in un prossimo cacerolazo, o restare nel proprio quartiere per occupare le strade di tutta la città. Tornando verso casa abbiamo potuto osservare i danni causati alle banche, i telefoni pubblici e alcuni supermercati danneggiati. A casa ho consultato indymedia e ho scoperto che i mezzi di comunicazione continuano a voltarci le spalle. Provo a fare zapping e niente! Solo poche immagini qua e là.

Non solo Buenos Aires


Mobilitazione nella città di Rosario
Circa 2000 persone si sono raggruppate per le strade di Rosario nella notte, presso il Monumento a la Bandera e hanno manifestato con un cacerolazo spontaneo, protestando contro la situazione di crisi che sta attraversando il paese e contro gli ultimi provvedimenti del Governo Duhalde che ha deciso di mantenere el corralito (il blocco generalizzato) e una riprogrammazione dei depositi.
Il cacerolazo è stato udito dai balconi dei palazzi del centro di Rosario, passate le 22,00, ed è continuato fino alla mezzanotte. La protesta è stata accompagnata dagli automobilisti che hanno suonato i claxon delle loro vetture.
Il cacerolazo ha contagiato i palazzi, da cui sono cominciate a uscire persone che volevano riunirsi ai vicini.
Neuquen (a sudovest di Buenos Aires)
Forte davanti al Banco Provincia del Neuquèn è l’odore della cipolla e dello stufato che bolle in un enorme pentola piazzata dai manifestanti in piazza.
L’odore dello stufato ha sostituito ieri il fumo penetrante delle gomme bruciate dai disoccupati che manifestavano, nel modo ormai classico.
Dopo lo spuntino i manifestanti sono ritornati ai tendoni che da lunedi hanno installato a Plaza Roca, davanti al Ministero dello Sviluppo Sociale, per reclamare i sussidi.
"Fino a che i funzionari non risponderanno alle nostre richieste non cederemo e continueremo a presidiare le strade" dice Jorge Marillàn, portavoce del Barrio en pie, disgustato dalla marcia indietro prodotta dal neo ministro Lara, rispetto alle promesse delle autorità locali.
Plaza Huincul (ACC) Una cinquantina di disoccupati occupano la strada di fronte l’edificio comunale bruciando pneumatici. Reclamano l’assistenza economica di 200 pesos e miglioramenti nelle loro condizioni di vita.
Accanto ai disoccupati manifestano donne e bambini, tutti decisi a resistere pur di farsi ascoltare in richieste che pur sono minime. A questi va aggiunto un gruppo di giovani che non potrebbero essere incorporati in eventuali piani transitori di aiuti perchè non possiedono la carga de familia, una carta-certificato di famiglia.
Neuquen, riprende la mobilitazione tra gli operai della Ceramica Zanon.
Gli operai reclamano la riapertura dell’impianto come ha ordinato una sentenza della Giustizia del Lavoro. La Giustizia in tutte le sue istanze ha decretato la necessaria riapertura dell’impianto, che è restato chiuso da settembre, e che dovrebbe provvedere comunque (con la vendita della merce trattenuta in surplus) a pagare una parte dei salari arretrati.

Omaggio alle vittime


Da ieri una targa commemorativa è stata posta presso ogni luogo in cui sono morte le vittime del massacro delle ultime ore del governo di De La Rua.
Un corteo che dalla Plaza de Mayo ha raggiunto i luoghi delle città, teatro della morte dei manifestanti colpiti dalla repressione; il Grupo de arte Callejero (arte di strada) ha scritto con una tecnica artistica particolare, che utilizza resina e poliestere i nomi dei caduti e una frase: Assassinato dalla repressione della polizia nella ribellione popolare del 20 dicembre del 2001.
Man mano che il corteo ha attraversato la città si è radunata sempre più gente; la manifestazione è stata indetta da H.I.J.O.S., Colectivo de Acciòn Directa, Mesa de Escrache Popular, el Sindicato Indipendiente de Mensajeros y Cadetes e Madres de Plaza de Mayo.
Il ripudio della repressione e della violenza scatenata dalle istituzioni e processo e la pena per gli autori materiali e intellettuali di questi crimini sono state le parole d’ordine della manifestazione, insieme all’intenzione di lasciare una traccia storica per le strade della città.
In ogni parte della camminata collettiva parlavano i familiari delle vittime, gli amici, i manifestanti. Raccontavano chi erano, come li hanno uccisi, come era la loro vita fino a poco prima del loro assassinio.
Hanno alzato altari di legno e li hanno riempiti di candele, fiori, foto e lacrime.


Dall’Articolo di Sergio Kiernan, di Pagina 12, quotidiano bairense.

Erano quasi le dieci di sera, le famiglie avevano terminato la cena e già terminavano i programmi politici e i notiziari. Hanno cominciato a suonare las cacerolas, come una risposta conclusiva agli annunci economici del giorno del ministro Lenicov. Ha manifestato la classe media come ripeteva una donna scesa in piazza e ha manifestato essenzialmente per una ragione: il denaro.
"Ladri" e "terminerà l’abitudine di rubare" sono stati gli slogan quasi esclusivi della notte.
Il cacerolazo è cominciato in diversi punti della città ed è andato crescendo di partecipazione e di intensità. Non c’erano canti ne bandiere, e nessuno aveva interrotto il percorso, ma ugualmente il tono della protesta stava montando. Alle dieci Belgrano si riversava dai palazzi elle strade.
Tutti i quartieri della città hanno inscenato forti proteste, in strada, nelle case, dalle automobili.
Alle 23,00 è cominciato il concentramento davanti al Congresso. Tanta gente di diversi quartieri è giunta , con la polizia che si è limitata ad osservare, alternando nei propri cordoni una donna e un uomo in segno di distensione. Un gruppo di poliziotti che si è avventurato nel camminare davanti all’edificio del Congreso è stato attaccato solo verbalmente al grido di "asesinos!".
La massa dei manifestanti formavano un serpentone che ha raggiunto la Plaza de Mayo, sventolando bandiere argentine, senza alcun cartello di partito.
Il malumore e la protesta di chi considera ormai di subire la confisca dei propri depositi bancari si elevava. C’era chi rivendicava la restituzione fino all’ultimo peso dei propri depositi, invocando il non abbandono della convertibilità, chi chiedeva il ritorno in patria di Menem, dal Cile, per restituire tutto ciò che ha rubato; una donna spiegava all’unica telecamera presente che la middle class argentina è stanca di essere derubata ed è stufa della corruzione dilagante.
Tra tanti una donna avvertiva i potenti: "il cacerolazo non è solo per il corralito e i soldi, ma anche per la mancata punizione di chi, corrotto, ha abusato del proprio potere".
La massa fluttuante si è riversata in Plaza de Mayo, dove la prima fila di barriere metalliche che proteggevano la Casa Rosada sono state allontanate e messe per terra quasi con gentilezza dai primi manifestanti. La prima fila di manifestanti ora si trovava davanti una fila di poliziotti con casco, scudo e manganello, questa volta senza più donne poliziotto. Anche le macchine, lateralmente al corteo hanno raggiunto la piazza, suonando il claxon e battendo pentole.
Per tutta la città era evidente la spontaneità e la non-organizzazione del corteo, con manifestanti in coppia, in gruppetti, con magliette della propria squadra di calcio, coppie con bambini, signore con tacchi alti, vestiti eleganti, gente di tutte le età, signori con il proprio cane da portare a spasso.
La classe media bairense si trovava faccia a faccia con la polizia, in un clima disteso, senza incidenti, violenza, con la sola violenza del battere la propria cacerola per protestare contro il nuovo piano economico.
(è l’una e l’edizione della notte della Pagina 12 va in stampa, e termina il racconto del corteo. Di lì a poco la polizia aggredirà i manifestanti con gas lacrimogeni, facendone fuggire la stragrande maggioranza ormai impaurita).

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