Delucidazioni a Paolo dal Coll. No pasaran
La litigiosità, il particolarismo esasperato improduttivo e controproducente a cui accennavi nel tuo post è senz’altro un aspetto negativo della realta’ siciliana e nello specifico palermitana. Non tanto però rispetto ad un ideale di “unita’ per l’unita’” cui sacrificare le reciproche differenze o le necessarie denunce politiche contro ogni opportunismo. Se mai il portato negativo di questi caratteri della politica di “movimento” a Pa è costituito dalla confusione che falsità e calunnie, come quelle di alcuni post di un rifondino seguiti al nostro comunicato sul fermo del fascista Calderone, intendono generare. A dire il vero qui è una pratica alquanto diffusa. Rifondazione comunista per es. l’ha adottata spesso nel tentativo di combattere ogni gruppo politico che si organizzi alla sua sinistra, bollandolo come terrorista, o altro. Ma, se si conoscono gli elementi in campo, se si ha una qualche esperienza di lotta all’opportunismo, se si segue criticamente il dibattito in rete non dovrebbe essere difficile anche da lontano comprendere, magari a grandi linee, la reale situazione. Comunque, per chiarezza alcuni spunti di verità storica non guasteranno di certo, se non altro a te che in buon a fede sei caduto nella trappola di questo post.
Dopo l’occupazione della Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, avvenuta a cavallo tra il ’97 ed il ’98, il “Comitato Studentesco Antifascista contro il governo Prodi”, promosso dal Coll. No pasaran, occupò permanentemente un’aula (box) della facoltà, ribattezzata “Box2 autogestito RIBELLARSI È GIUSTO!”. Al termine del 2000, dopo tre anni di attivita’ politica comunista rivoluzionaria, il Box2 ha cessato la sua attività come spazio autogestito. Le iniziative politiche del Coll. no pasaran, invece, sono continuate senza mai interrompersi all’esterno della facoltà. Tutto qui. Non occorrono grandi capacita’ per intuire che qualsiasi spazio politico autogestito in una facoltà è fisiologicamente provvisorio. Ma evidentemente i nostri cari “concorrenti credono di restare in eterno all’universita’. Ci battemmo fondamentalmente contro: -la vera funzione della struttura universitaria; -Il baronato (compresa la lobby dominante di “sinistra”); -Il qualunquismo di certi individualisti di destra sedicenti anarchici; -l’opportunismo di Ds e Rifondazione; -la linea baronale tra gli studenti (soprattutto della lobby dominante di “sinistra”) espressa da uno straterello studentesco di piccola borghesia intellettuale in carriera; -le squadre fasciste di Alleanza Nazionale. Furono organizzate manifestazioni antifasciste , antirazziste, antimperialiste, ecc. Naturalmente ci adoperammo per la diffusione del pensiero autenticamente marxista, rivoluzionario e contro il revisionismo storico.
Una fotografia rappresentativa della reazione degli elementi opportunisti alle attività politiche del Box2 fu quella di un Consiglio di Facoltà (dedicato praticamente alla questione dell’occupazione “illegittima” del box2) in cui Rifondazione e pseudo-anarchici fecero fronte unito con fascisti di AN, DS, studenti in carriera legati alla lobbie baronale di “sinistra” e preside Ruffino, da tempo impegnato a sgomberarci, per sconfiggere il “pericolo” rosso in Facolta’.
Ovviamente, dopo queste premesse potrai immaginare il vero motivo del veleno sputato dal riformista dei post precedenti le cui stupide calunnie riassumiamo e smascheriamo di seguito:
-“IL COLLETTIVO RIVOLUZIONARIO NO PASARAN SCAPPA DALLA FACOLTA DI LETTERE”: Scappati da chi? Da che cosa?
-“ MENTRE ERA IN CORSO L'INFILTRAZIONE DEI FASCISTI A LETTERE …NO PASARAN SE NE VANNO”: Affinché chi ignori i fatti, non pensi che nel bel mezzo di un aggressione i compagni siano scappati, come l’ambigua frase suggerirebbe, specifichiamo che la parola “infiltrazione” è impropria e strumentale alla calunnia. Si tratta di un tragicomico elemento di An, uno studente, che dall’inizio del ’97 (altro che infiltrazione improvvisa) consumava il suo tempo a contrastare da destra la leadership Ds tra i baroni con sgrammaticati documenti presentati al consiglio di facolta' che lo coprivano puntualmente di ridicolo. Qui “infiltrazione” starebbe a significare: presentazione al preside di una richiesta di uno spazio autogestito da parte di questo individuo. Quando parliamo di aggressioni fasciste noi ci riferiamo ad aggressioni vere, calci, pugni, cacciaviti, caschi,15 contro uno. Lo spazio, il preside lo ha concesso a questi bambocci riformisti in cambio della promessa di fare i bravi bambini, altrimenti li avrebbe combattuti come ha combattuto noi. Altro che regalini.
-“ SE NON CI FOSSIMO STATI ALTRI COMPAGNI A CONTINUARE LA LOTTA ANTIFASCISTA…”: Continuare che? Ma quale lotta? Che vanno raccontando? Amano vivere al riparo da ogni contrasto, che come si vede, attizzano solo contro i compagni. Si sprecano in inchini verso le autorita’. Comodamente tra una materia e l’altra coltivano l’hobby della politica ricreativa. Sono i cosiddetti “Ruffinoboys”, al servizio della direzione ulivista di questa facoltà. Chiamala lotta!
-“ NO PASARAN DOVE ERANO QUEST'ANNO QUANDO L'IMBIANCHINO SQUADRISTA SAMMARTINO È TORNATO…?”: Eravamo proprio li’ ed abbiamo osservato direttamente il livello di prostrazione e l’assoluta mancanza di autonomia politica di questi lacchè. Ma per chi non conosce i fatti è bene riepilogare. Bartolo Sammartino, dirigente nazionale di AN, attualmente Vice sindaco, Assessore alla Cultura, Turismo e Sport di Palermo e’ stato protagonista di più aggressioni squadriste a Lettere. Nel 2000 con un blitz aveva guidato un manipolo di neofascisti in facoltà per imbiancare e deturpare i murales, simbolo dell’occupazione ‘97/’98 (break pubblicitario: i murales sono quasi tutti del coll. no pasaran). La questione squadristi imbianchini tornerà sulle pagine dei quotidiani nei giorni successivi al 9 maggio del 2002, in occasione di una nuova visita di Bartolo Sammartino nella Facoltà di Lettere e Filosofia, questa volta in qualità di vicesindaco e senza tuta da imbianchino. Ora che il centro-sinistra non è più al governo è diventato di moda fare certi girotondi intorno alla parola “Antifascismo” (chiaramente, a patto che quest’ultimo non resti che una parola). Nei fatti la facoltà è rimasta senza una vera opposizione studentesca, gli studenti di Rifondazione ed i sedicenti anarchici convivono pacificamente con l’istituzione universitaria ed il preside può giocare all’antifascismo di facciata. Questo è stato chiaro, appunto, il 9 maggio del 2002, in occasione di una iniziativa fascistoide provocatoria, la proiezione del film “I cento passi”, alla quale doveva assistere il vicesindaco neofascista Bartolo Sammartino. Il preside Ruffino ha colto la palla al balzo per rispondere all’invasione di campo di Bartolo Sammartino del 2000 (e non per antifascismo). Sullo sfondo di queste lotte tra partiti borghesi è stato veramente umiliante constatare l’assoluta mancanza di autonomia degli studenti più politicizzati. Anche gli studenti vicini a Rifondazione Comunista hanno fatto da coro a questo show del preside, qualcuno di loro si è riconosciuto scherzosamente tra i “Ruffinoboys”. Nessuno di questi studenti ha fatto criticamente riferimento ai provvedimenti fascisti del preside verso i compagni del Box2 nel tentativo di sgombero del 1999; nessun riferimento alla cancellazione ed alla censura da parte del preside di alcuni murales prima ancora che questo sport si estendesse agli squadristi. Interi murales scomodi sono scomparsi, come per esempio quello che raffigurava il papa con la scritta “Woitila? No grazie”. Le accuse mosse allo squadrista Bartolo Sammartino si adattano bene anche allo stesso preside Ruffino, che contro i veri comunisti in Facoltà non esitò addirittura a vietare l’affissione dei volantini o dei tatzepao sulle pareti interne, giustificando il provvedimento con motivi estetici e riducendo gli spazi d’espressione con bacheche per contenere l’abbondante pubblicità delle attività dei compagni del Box2. L’antifascismo o è autonomo dalle scaramucce tra partiti borghesi o è strumentale a logiche di dominio di classe che qualsiasi compagno ha il dovere di combattere alla stregua delle manovre neofasciste.
-“TUTTE QUELLE SPRANGHE E BASTONI IN MANO AI COMPAGNI DI NO PASARAN NON LE HO VISTE”: Consigliamo occhiali.
-“NON C’ERAVATE SOLO VOI”: Certo c’era anche chi apriva la porta ai fasci, ai presidi ed agli sbirri. Ricordi? “Facciamoli entrare, discutiamone,…il dialogo…”. Chissa' da che parte stava il nostro “critico” e che intende per “difendere la facoltà”, poiche' questa unità di intenti non c’è mai stata in seno all’occupazione.
Come vedi caro Paolo non inventiamo niente. Saluti comunisti.
Contro riformismo e calunnie borghesi Ora e sempre resistenza.
Collettivo comunista rivoluzionario No pasaran
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