Indymedia Italia


Indirizzo mittente:
Indirizzo destinatario:
Oggetto:
Breve commento per introdurre l'articolo nella mail:


http://italy.indymedia.org/news/2005/12/938491.php Nascondi i commenti.

[Post dinamico] Comunicati stampa tav
by alice Tuesday, Dec. 06, 2005 at 4:42 PM mail:

post dinamico ftr tav

[05/12]Comunicati di solidarieta':

TAV: SCIOPERO ALLE EX MECCANICHE DI MIRAFIORI
collettivo politico scienze politiche Firenze
Officina della resistenza sociale
officina shake
solidarieta' libera modena
presidio a vicenza
solidarieta' dagli studenti della Sapienza
da brescia
MILANO: PROTESTA ANTI-TAV ALLA PRIMA DELLA SCALA
solidarieta' da bologna
Gruppo Anarchico "Su la Testa" - Massa -
Solidarietà dal Mario Lupo di Parma
Padova NOTAV cominciato presidio- volantino
presidio in solidarieta' a firenze
solidarieta' del network antagonista siciliano
documento unitario rsu mirafiori
sit - in in Abruzzo di solidarietà con le popolazioni della Val di Susa
COBAS COMUNICATO STAMPA E SCIOPERO IN VAL DI SUSA
la cub proclama sciopero generale
RAVENNA: MANIFESTAZIONE NO TAV..NO PONTE..NO CMC
LITTIZZETTO SOLIDALE CON FERITI VENAUS

Pubblica come commento a questo post comunicati di solidarieta' allo sgombero in Val di Susa

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

con la valle ribelle
by csoa Forte Prenestino Tuesday, Dec. 06, 2005 at 5:10 PM mail: forte@ecn.org

il nostro pensiero e i nostri corpi
dalla parte di chi si ribella
nelle valli e nelle metropoli

solidarieta' atttiva da tutt* quell* del Forte
alla Val Susa insubordinata

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
SOLIDARIETA'
by YA BASTA ! PARMA Tuesday, Dec. 06, 2005 at 5:13 PM mail:

YA BASTA ! Parma e' solidale con la pololazione della val susa.
RESISTERE PER ESISTERE !

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
solidarietà
by csa godzilla Tuesday, Dec. 06, 2005 at 5:35 PM mail:

alle popolazioni della valsusa colpiti dalla mano fascista dello Stato tutta la nostra solidarietà e sostegno attivo

continuare la lotta!

uniti vinceremo!

csa godzilla

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Sicilia - Solidarietà anarchica alla lotta in Val di Susa
by NucleoFAS"GiustiziaeLibertà" & FdCA Tuesday, Dec. 06, 2005 at 6:08 PM mail:

06/12/2005

In Val di Susa la violenza del Potere si è mostrata con tutta la sua inaudita ferocia.
Polizia e carabinieri hanno attaccato il presidio degli abitanti di Venaus che si oppongono alla devastazione della loro valle travolgendo tutto e tutti: donne e uomini, anche anziani, sono stati picchiati e insultati brutalmente dalle forze dell'ordine che hanno aggredito la gente cogliendola di sorpresa nel cuore della notte. Ai giornalisti presenti – picchiati anch'essi – è stato raccomandato di fotografare il meno possibile, mentre funzionari di polizia incitavano i loro uomini a "schiacciare" tutti con le ruspe.
La reazione degli abitanti della Val di Susa è stata, ancora una volta, generosa e solidale: l'autostrada, le strade statali e la ferrovia sono tuttora occupate e bloccate dai manifestanti; gli studenti sono scesi in piazza con i loro insegnanti; diverse fabbriche sono state occupate e i lavoratori stanno attuando scioperi spontanei e generalizzati.
A Torino, in Piemonte e in tutta Italia si moltiplicano le iniziative di solidarietà alla gente della Val Susa.
Compagne e compagni anarchici – da anni impegnati al fianco delle popolazioni aggredite dagli interessi incrociati dello Stato e del Capitale – stanno dando il loro contributo militante per sostenere la lotta di chi intende difendere la valle dalla cementificazione e dalla devastazione.
Le direttive del Ministero dell'Interno dimostrano chiaramente come quella della Val di Susa sia una lotta strutturale che intacca direttamente gli interessi vitali di un apparato di potere economico e politico che non riconosce alcuna ragione se non quella del profitto a tutti i costi.
Alla fine di novembre, ben settantamila persone sono scese in piazza per ribadire con fermezza le ragioni della loro lotta e per respingere tutti i tentativi di criminalizzazione perpetrati da chi – attraverso minacce e altre infamie – vorrebbe ridurre una lotta di popolo a una questione di ordine pubblico.
Con l'attacco squadrista di questa notte, lo Stato italiano svela la sua natura criminale con l'evidente sostegno dei suoi massimi rappresentanti: le dichiarazioni del Presidente della Repubblica nonché del Ministro delle Infrastrutture e di altri esponenti del governo sono gravissime ed eloquenti.
Allo stesso modo, le affermazioni degli esponenti dell'opposizione trasudano tutta l'ipocrisia e la cattiva coscienza di chi – come Prodi – ha concepito il progetto del TAV quando era al governo e adesso tenta di rifarsi una verginità politica sulla pelle delle persone.
Esprimiamo massima solidarietà alle popolazioni della Val di Susa e alla loro lotta.
Riconosciamo e apprezziamo le forti radici popolari di una lotta che si svolge negli stessi luoghi in cui donne e uomini contribuirono alla lotta di Resistenza contro il nazifascismo.
Sosteniamo e promuoviamo le ragioni e le rivendicazioni di una popolazione che attraverso la lotta dal basso ha dimostrato di saper riconoscere e prendere le distanze dalle chiacchiere e dalle false promesse dei politicanti di turno.
Invitiamo tutti coloro che hanno a cuore le ragioni delle popolazioni della Val di Susa a solidarizzare ovunque e attivamente con la loro lotta.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici – Sezione di Palermo

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Val di Susa: Ricordate Genova?
by Znet-It Tuesday, Dec. 06, 2005 at 6:13 PM mail:

Vi ricordate Genova?

È difficile dimenticare, ma spesso il ricordo rischia di ricadere nella ritualità! A quattro anni e mezzo di distanza la storia si ripete. Quello che è accaduto questa notte in Val di Susa è per quanti si sono dimenticati del luglio del 2001. Il governo è lo stesso, la polizia e i carabinieri gli stessi, gli interessi difesi gli stessi: quelli della rendita, del profitto, della globalizzazione neoliberista. Chi intende squarciare montagne e vallate, distruggere e danneggiare vite e ambiente, come non ha in nessun conto la democrazia (che ritiene essere un lusso che non si può permettere), così considera il dissenso di un popolo intero un ostacolo al suo potere e alla sua sete di guadagno, un problema d’ordine pubblico, da trattare in maniera militare .La redazione di queste news è a fianco delle popolazioni, dei lavoratori, dei militanti, degli attivisti, delle amministrazioni locali della Valle Susa e mette a disposizione i suoi spazi informatici per tutte le iniziative di informazione e autoorganizzazione che si intendono prendere. Inviare eventuali messaggi all’indirizzo giancarlogiovine@libero.it . Nel frattempo invitiamo tutti i nostri lettori a partecipare alle diverse manifestazioni cittadine che si stanno organizzando in diverse città d’Italia.

La redazione di ZNet Italia

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Massima solidarietà
by Antifascisti/e Veronesi Tuesday, Dec. 06, 2005 at 6:24 PM mail:

Massima solidarietà a tutti gli uomini e donne in lotta in Val Di Susa aggrediti dalla solita sbirraglia a guardia di uno stato sempre più assassino!!! Lo sgombero di oggi è un puro attacco fascista.
CON LA LORO VIOLENZA NON FERMERANNO MAI LE NOSTRE LOTTE!!!

NO PASARAN

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
solidarietà dagli anarchici reggio calabria
by (A) Tuesday, Dec. 06, 2005 at 6:41 PM mail:

Carissimi/e fratelli e sorelle, figli del rispetto e della libertà; questo attaccamento alla propria terra e al proprio ambiente, ci riempie di nuovo di speranza. Nel periodo in cui, tutto stà diventando partito e si dimenticano l'uguaglianza e la fratellanza, in un paese in cui la gente è oppressa fisicamente e mentalmente, la ribellione sale forte. Siamo giunti al fondo, ed è da quì che possiamo osservare il mondo, per poi risalire verso il sorgere della libertà. L'autogestione è la nostra strada, l'autorganizzazione l'albero maestro e la libertà la nostra bandiera. Ci batte il cuore come da innamorati, quando si lotta, stiamo seguendo attentamente tutte le vicende riguardanti il tav; e ci stiamo impegnando a creare informazione e soprattutto a portare attenzione quotidiana nella vita di ogni individuo. Stiamo creando dibattito ed esprimiamo la massima solidarietà con chi lotta per la propria terra!


QUESTA TERRA è LA NOSRTA TERRA!!!

(notav&noponte) "L'anarchia non è una forma di governo, ma uno stato dello spirito"

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
[bergamo] solidarietà con i valligiani della val di susa
by c.s.a. pacì paciana bg Tuesday, Dec. 06, 2005 at 7:11 PM mail:

Solidarietà con i valligiani della val di susa

In piena notte le ruspe e un migliaio di poliziotti hanno sgomberato violentemente il presidio di Venaus, in Val di Susa.
Manganelli, urla concitate, violenza gratuita sui manifestanti che resistevano ai cantieri per la costruzione di una linea ad altà velocità Torino - Lione.
Picchiavano duro, i poliziotti, proprio come a Genova, qualche anno fa.
Hanno picchiato un'intera valle, hanno picchiato chi si oppone alla distruzione di una valle e nel contempo pensa che nessuna decisione può passare sulla testa delle persone.
In questi giorni "il popolo no tav" sta dando una grande dimostrazione di cosa vuole dire determinazione e fermezza, così come di partecipazione allargata e collettiva.
Ci stavamo organizzando per portare la nostra solidarietà attiva a chi da settimane presidia Venaus per impedire la partenza dei lavori, ci stavamo organizzando per portare legna, caffè liofilizzato e qualche bottiglia di grappa per scaldarci, insieme, in Val di Susa.
Alla popolazione valsusina non può che andare la nostra solidarietà e il nostro abbraccio per la violenza poliziesca subita, per la militarizzazione di un territorio che vuole resistere.

Da un brigante valligiano, Vincenzo Pacchiana detto Pacì Paciana
c.s.a. Pacì Paciana - Bergamo

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
SOLIDARIETA' ALLA LOTTA DEI COMPAGNI E DELLA POPOLAZIONE DELLA VAL DI SUSA CONTRO I TAV
by NETWORK ANTAGONISTA SICILIANO Tuesday, Dec. 06, 2005 at 7:30 PM mail:




SOLIDARIETA' ALLA LOTTA DEI COMPAGNI E DELLA POPOLAZIONE DELLA VAL DI SUSA CONTRO I TAV

Solidarieta' alle popolazioni della Val di Susa che stanno resistendo contro le ennesime aggressioni del capitalismo e della sua polizia che non tiene in nessuna considerazione le esigenze di chi vive i territori ma rispondono soltanto a logiche di profitto e di accumulazione.
Il governo Berlusconi e l'opposizione di centro-sinistra hanno gia' decretato la devastazione di quel territorio come di tanti altri territori in Italia, attraverso inceneritori, ponte sullo stretto, centrali termoelettriche, ripetitori installati sui palazzi abitati e tanti altri esempi di aggressione ai territori all'ambiente ed alla qualita' della vita delle popolazioni.

SOLIDARIETA' ALLA LOTTA DELLA POPOLAZIONE DELLA VAL DI SUSA

NO TAV - NO PONTE - NO INCENERITORI!

CONTRO LE VIOLENZE DELLA POLIZIA!

SOLIDARIETA' AI COMPAGNI/E DEL PIEMONTE!



NETWORK ANTAGONISTA SICILIANO



http://www.ecn.org/excarcere

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
solidarietà da Palermo
by box1 autogestito Tuesday, Dec. 06, 2005 at 7:37 PM mail:

siamo solidali con chi in questo momento lotta in val di susa per difendere la propria terra e la propria libertà.
anche se lontani siamo con voi.
La repressione non fermerà le lotta.
RESISTENZA.

BOX1 AUTOGESTITO - PALERMO

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
solidarietà ai dimostranti
by libera Tuesday, Dec. 06, 2005 at 8:15 PM mail: anto181@yahoo.it

sono allibita dall'orrore dei manganelli, di quegli individui in divisa, sbattuti con FORZA sulle teste di tanta gente indifesa che manifesta un diritto sacrosanto. Forse sono loro ad aver bisogno di una botta in testa per rinsavire chissa!!!!

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
NO TAV - SOLIDARIETA'
by Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito Tuesday, Dec. 06, 2005 at 8:33 PM mail: info@leoncavallo.org

NO TAV - SOLIDARIETA' ALLA VAL DI SUSA
Solidali con i manifestanti di Venaus oggetto questa notte di cariche e sgomberi, un'operazione manu militari per permettere l'avvio della costruzione dei cantieri per l'alta velocità.
Solidali con l'intera Val di Susa, da tempo mobilitata per bloccare un'ulteriore scempio del suo territorio, già devastato dai lavori per le olimpiadi invernali 2006.
Solidali con chi è oggetto dei pericolosi colpi di coda di un governo ormai arrivato fine ciclo.
Partecipiamo e invitiamo alla partecipazione e alla diffusione: oggi 6 dicembre, dalle 18.00, presidio davanti alla Prefettura, via Vivaio angolo C.so Monforte.

LEONCAVALLO
Spazio Pubblico Autogestito
http://www.leoncavallo.org
info@leoncavallo.org

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Chiediamo le dimissioni dei Ministri Lunardi e Pisanu
by cittadini onesti Tuesday, Dec. 06, 2005 at 8:57 PM mail: ernestche.guevara@gmail.com

I rastrellamenti operati questa notte dalla polizia, inviata dal Governo Berlusconi in Val di Susa, testimoniano la drammatica situazione politica che il nostro Paese sta vivendo. Le primarie de L'Unione del 14 ottobre scorso hanno evidenziato la necessità di una maggiore democrazia fattuale, di cui l'Italia sente un costante bisogno. La violenza apolitica dimostrata da questo Governo si sta declinando, anno dopo anno, con i manganelli stesi sui corpi di anziani, donne, bambini, cittadini inerti e pacifici.

Piena solidarietà alle vittime di queste violenze. Pretendiamo le scuse formali e le dimissioni dei Ministri Pisanu e Lunardi.

I cittadini onesti di questo Paese

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
solidarieta da asti
by asti social forum Tuesday, Dec. 06, 2005 at 8:57 PM mail: pblu@libero.it

ASTI SOLIDARIETA' A NOTAV
Oggi c' è stato un presidio in Piazza S Secondo domani
MERCOLEDI' 7 DICEMBRE, DAVANTI ALLA
PREFETTURA, PIAZA ALFIERI, DALLE 17,30

HANNO SCELTO LA VIOLENZA
A Venaus questa notte le "forze dell'ordine" hanno brutalmente
aggredito i presidianti che stavano riposando nelle tende e nelle
baracche. Non c'è stata reazione. Ai sindaci veniva strappata la
fascia tricolore, poi erano manganellate anche per loro. Ci sono al
momento 15 feriti, di cui 2 in condizioni serie.
Tutta la Val Cenischia è isolata dalla polizia e pare vogliano
identificare e fermare tutti coloro che sono attualmente presenti al
presidio.
Intanto nel resto della valle sono partite manifestazioni spontanee: le RSU delle fabbriche hanno dichiarato sciopero; alcune stazioni ferroviarie e le statali sono di fatto impraticabili.
Al di fuori della Valle Susa si stanno organizzando presìdi di
denuncia e di protesta contro questa scelta che non ha certo la
forza di risolvere la situazione, ma solo di testimoniare la
spaventosa involuzione che sta subendo la democrazia in questo
Paese.

MERCOLEDI' 7 DICEMBRE, DAVANTI ALLA
PREFETTURA, PIAZA ALFIERI, DALLE 17,30.
ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE, SOCIAL FORUM, RIFONDAZIONE COMUNISTA DI ASTI


Emergenza in Val di Susa

La Val di Susa è in sciopero totale: fabbriche e scuole ferme, le strade statali, provinciali e l¹autostrada sono bloccate da manifestanti.
Anche l'autostrada è chiusa. Altri contingenti di polizia stanno arrivando nella valle, sorvolata da elicotteri. L¹operazione militare contro le comunità che
si oppongono alla linea ad alta velocità prosegue.
Questa notte, intorno alle 3, centinaia di poliziotti hanno dato l¹assalto al presidio di Venaus, che impediva l¹inizio dei lavori per il tunnel esplorativo [vero e proprio inizio del tunnel ferroviario di oltre 50 chilometri, e l'appalto per questo primo tunnel è della Cmc, cooperativa rossa della quale il responsabile economico dei Ds, Pierluigi Bersani, è stato dirigente], arrestando tre persone e ferendone oltre una decina, tra cui un cronista della Stampa e un fotografo della Repubblica. Scioperi spontanei anche in alcune fabbriche di Torino.
Bisogna difendere la Val di Susa. Chi può, ci vada subito: i sindaci fanno appello perché più gente possibile si unisca alla loro resistenza.
Altrimenti, si possono organizzare sit in più città possibili. Nel sito di Carta, le notizie minuto per minuto e la prima documentazione fotografica
dell'assalto notturno a Venaus.

COMUNICATO ASTI SOCIAL FORUM
TAV: PURTROPPO IL POTERE HA SCELTO LA VIOLENZA ...


A Venaus, questa notte, le "forze dell'ordine" hanno brutalmente aggredito i presidianti che stavano riposando nelle tende e nelle baracche. Non c'è stata reazione. Ai sindaci sono state strappate, una ad una, la fascia tricolore e il loro ruolo di rappresentanti - eletti - del territorio.

Tutta la Val Cenischia è isolata dalla polizia e pare vogliano identificare e fermare tutti coloro che sono attualmente presenti al presidio.

Intanto nel resto della valle sono partite manifestazioni spontanee: le RSU delle fabbriche hanno dichiarato sciopero; alcune stazioni ferroviarie e le statali sono di fatto impraticabili.
Al di fuori della Valle Susa si stanno organizzando presìdi di denuncia e di protesta contro questa scelta che non ha certo la forza di risolvere la situazione, ma solo di testimoniare la spaventosa involuzione che sta subendo la democrazia in questo Paese.

Anche noi, in tutta la provincia di Asti, desideriamo testimoniare pubblicamente la nostra piena solidarietà alle genti della Val Susa: siamo con loro, al loro fianco, condividiamo le loro legittime richieste. Non possiamo accettare che uno stato che si definisce democratico, possa calpestare uomini, donne e risorse naturali in nome di un inaccettabile e pretestuoso bisogno di sviluppo. Di pochi. A danno di molti.

Oggi e nei prossimi giorni, saremo simbolicamente a presidiare questo diritto alla salvaguardia del Bene Comune, a Venaus come ad Asti.

Chiediamo, inoltre, a tutte le forze politiche ed alle nostre Amministrazioni locali (Comune e Provincia di Asti, in primo luogo) di esprimere la loro netta condanna a quanto continua ad accadere lungo le strade della Val Susa e di chiedere a gran voce che la violenza del potere venga fermata, senza tentennamenti né balbettii. Occorre rimuovere la militarizzazione della Val Susa - subito ! - ed aprire immediatamente un tavolo di discussione partecipato e veramente democratico.

Questo è quanto chiedono alle nostre Amministrazioni tutte le Associazioni e la Società Civile della Rete dell'Asti Social Forum.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Solidarietà ai resistenti
by Novara Operaia Tuesday, Dec. 06, 2005 at 9:03 PM mail:

Solidarietà ai resistenti della Val Susa

L’azione di forza di polizia e carabinieri in Val Susa per rimuovere i presidi davanti ai cantieri Tav è l’ennesima dimostrazione di quale sia il vero volto del Capitale qualora vengono messi in discussione i suoi interessi.

Le azioni militari contro gli abitanti della valle impegnati nella lotta contro un opera micidiale per la loro salute, ma non per le potenti lobby affaristiche che sostengono tale progetto devono far riflettere profondamente chi ancora si ostina a considerare democrazia “l’opportunità di ragliare e basta” che la borghesia concede al Popolo Sovrano se comunque gli lascia fare i propri porci comodi.
La legalità è decisa dalla classe al potere (padroni, affaristi, speculatori, fascisti).
Per questo con estrema facilità si finisce per essere considerati illegali.

Solidarietà ai resistenti.

Novara Operaia

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Beppe Grillo: anch'io sono Valsusino!!
by pop Tuesday, Dec. 06, 2005 at 9:03 PM mail:

La polizia ha sgomberato con la forza le persone nel presidio di Venaus, in Val di Susa.
I comitati della Val di Susa hanno scritto in un comunicato che la polizia ha manganellato donne, anziani, giornalisti.

Il manganello al posto del dialogo.

Chiedo alla polizia a questo punto di manganellare ogni italiano onesto, ogni italiano non prescritto, ogni italiano che difende i propri diritti, ogni italiano non colluso con la criminalità, ogni italiano non condannato in via definitiva.

Ce ne sono ancora tanti.
Siamo ancora tanti.
Siamo tutti valsusini.

Questo è il fallimento della politica.

IO SONO VALSUSINO!

Beppe Grillo, http://www.beppegrillo.it

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Solidarietà ai resistenti
by Novara Operaia Tuesday, Dec. 06, 2005 at 9:08 PM mail:

Solidarietà ai resistenti della Val Susa

L’azione di forza di polizia e carabinieri in Val Susa per rimuovere i presidi davanti ai cantieri Tav è l’ennesima dimostrazione di quale sia il vero volto del Capitale qualora vengono messi in discussione i suoi interessi.

Le azioni militari contro gli abitanti della valle impegnati nella lotta contro un opera micidiale per la loro salute, ma non per le potenti lobby affaristiche che sostengono tale progetto devono far riflettere profondamente chi ancora si ostina a considerare democrazia “l’opportunità di ragliare e basta” che la borghesia concede al Popolo Sovrano se comunque gli lascia fare i propri porci comodi.
La legalità è decisa dalla classe al potere (padroni, affaristi, speculatori, fascisti).
Per questo con estrema facilità si finisce per essere considerati illegali.

Solidarietà ai resistenti.

Novara Operaia

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
solidali e uniti nella lotta
by mich85 Tuesday, Dec. 06, 2005 at 9:16 PM mail: mich.85@hotmail.it

sono con voi.mi fa piacere vedere ke c'è ancora la voglia d manifestare la propria contrarietà. nn mollate

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Solidarietà
by CUB Confederazione Unitaria di Base Firenze Tuesday, Dec. 06, 2005 at 10:31 PM mail:

La Val di Susa baluardo di democrazia (speriamo non sia l'ultimo)

" Quel che accade in Val di Susa riguarda tutti noi: Italiani, Europei, donne e uomini del mondo. In quella valle si sta consumando il sacrificio della democrazia, immolata sull'altare neoliberista del business a vantaggio di pochissimi e a spese della collettività e dell’ambiente.
" Dopo che una intera comunità si è ribellata ai dictat dei poteri forti che hanno deciso di fare profitti scavando un buco attraverso le Alpi, appare finalmente il volto di un potere ormai lontanissimo dai cittadini.
" Una intera comunità non si è limitata a dire che non vuole “fastidi nel cortile di casa” (cosa per altro legittima), ma ha fatto concrete proposte alternative, assieme a tecnici e lavoratori dei trasporti, alla nuova linea TAV, facendo vedere che un altro modello economico e democratico è possibile. Allora si è scatenata la reazione di chi non ha altra prospettiva che i propri interessi economici.
" Mentre una interara classe politica e sindacale non fa che difendere, con arroganza e disprezzo, gli interessi di quelle poche aziende che si dovrebbero spartire i 20 miliardi di Euro necessari per il traforo, le forze dell'ordine si scatenano mostrando il loro volto peggiore e facendo seriamente dubitare di essere al servizio della collettività.
" La notte scorsa, in Val di Susa, l'ultimo velo di pudore è caduto dalla faccia di chi straparla di democrazia. Le “forze dell'ordine” hanno caricato con violenza inermi e pacifici cittadini che stavano, appunto, “esercitando la democrazia”.
" Chi sceglie il manganello come risposta da contrapporre agli argomenti dei cittadini, sta celebrando il funerale di democrazia e libertà.
" In Val di Susa non si difende solo una valle dallo scempio ambientale: si sta difendendo quel che resta della coscienza democratica di un intero paese.
" Non è retorica se diciamo: “Siamo tutti Valsusini”

=============
Da RAInews 24
"Un mio consigliere di 65 anni che dormiva sotto una tenda - ha raccontato Ferrentino - è stato colpito. Non si tratta cosi' la gente. Non avrei mai pensato che potessero arrivare a tanto in uno Stato di diritto. Bastava un preavviso di dieci minuti per consentire alle persone di allontanarsi". "Quella di stanotte e' stata una decisione politica. Cosi' hanno incendiato la valle Susa".

Quello che è accaduto nella notte è il fallimento della politica: a sostenerlo sono i sindaco di Venaus, Nilo Durbiano e il presidente del Consiglio provinciale, Sergio Vallero. Amareggiato, il primo cittadino dichiara che "la politica ha fallito per l'enorme presunzione di chi sta a Roma e a Torino" e che "adesso, in queste condizioni, il dialogo diventa sempre più difficile". "Ha colpito - prosegue il sindaco - la violenza dell'operazione di sgombero. Hanno abbattuto le tende, usato i manganelli, ma le nostre ragioni non si abbatteranno con i manganelli".
=============
6 dicembre 2005

CUB - Confederazione Unitaria di Base - Firenze

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
SOLIDARIETA' DA NAPOLI
by PINO DE STASIO Tuesday, Dec. 06, 2005 at 10:50 PM mail: PINODESTASIO@TISCALINET.IT

CARI COMPAGNI,AMICI,FRATELLI DELLA VAL DI SUSA,
SOLIDARIZZO CON LA VOSTRA BATTAGLIA DI LIBERTA' CONTRO UN'IDEA DI SVILUPPO CHE VA CONTRO GLI INTERESSI DELLE VOSTRE DELICATE REALTA' AMBIENTALI.
LA SORDITA' DEI GOVERNI E DEL POTERE CENTRALE , MISTO AD AZIONI DI VERA E PROPRIA VIOLENZA , L'USO DEI MANGANELLI DI FRONTE A POPOLAZIONI CHE MANIFESTANO PACIFICAMENTE , INORRIDISCE ME E NON SOLO.
SONO CON VOI
PINO DE STASIO
CONSIGLIERE p.r.c. OTTAVA CIRCOSCRIZIONE NAPOLI

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Solidarietà ai ribelli Valsusini
by Collettivo VV Wednesday, Dec. 07, 2005 at 1:37 AM mail:

Solidarietà a tutti i valsusini.

Pisanu dimostra ancora una volta la sua idea di "normalità" continuando ad imporre il potere con la forza. Il fascicmo in Italia non è mai sparito, ha solo cambiato abito.

NoPisanuNoTAV

Collettivo VV

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Solidarietà da Messina No tav No ponte
by laboratorio contro il ponte Wednesday, Dec. 07, 2005 at 3:16 AM mail:

Mentre si assiste all'ennesima aggressione da parte della polizia nei confronti di chi lotta per difendere i propri territori ed il proprio futuro, d'altro canto si ascolta levarsi il coro di quanti, pur condividendo l'obiettivo generale, cioè quello delle grandi opere, criticano il governo perché non è riuscito a costruire "consenso" intorno a tali progetti. Ecco come sinistra e destra differiscono di fatto oggi in italia sulla questione delle grandi opere e della tutela del territorio. Non è assolutamente in discussione il fatto in sè, ma meramente la modalità "partecipativa" da opporre a quella coercitiva operata dal governo sin qui.
Timidamente vorremmo dire ad entrambi che noi abbiamo altri progetti per le nostre terre e, scusate se è poco, SIAMO GLI ABITANTI.
Non abbiamo alcuna voglia di vedere disintegrati i nostri luoghi e con essi il nostro futuro per cedere al ricatto del "progresso" che esige dei sacrifici. Basta. Che si tratti di veloci corse di merci da un magazzino ad un altro o di mere manovre speculative per le lobbies del cemento noi ricordiamo, una volta di più se ce ne fosse bisogno, che Sicilia o Val di Susa, Abruzzo o Val d'Aosta , Toscana o Campania NON SONO COLONIE e su quello che i nostri governanti chiamano sviluppo abbiamo qualche perplessità.
Oggi lottiamo e lotteremo per tutelare insieme ai nostri territori un' idea altra di mondo nel quale non le merci ma le persone possano circolare liberamente, nel quale l'ambiente sia tutelato e valorizzato, non distrutto ed annichilito, dove le risorse siano distribuite in maniera equa e non siano arraffate da pochi a scapito dei più a cui rimane solo la devastazione ed il deserto .
Per questo lottiamo e per questo continueremo ad essere nelle valli piemontesi, sullo stretto di Messina, ai piedi del Gran Sasso ed in tutte gli altri posti dove sarà necessario.
Per questo pur da oltre mille chilometri di distanza, con enorme emozione, diciamo nostra la lotta che migliaia di donne e uomini con determinazione conducono in Piemonte, perché è la stessa che conduciamo noi in riva allo stretto, si chiama RESISTENZA

Solidarietà a tutt*
Laboratorio contro il ponte - MESSINA

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
solidarietà dall'officina 26 settembre
by stefo Wednesday, Dec. 07, 2005 at 8:18 AM mail: officina26settembre@gmail.com

solidarietà agli sgomberati di Venaus, ai presidi e a tutta la Val di Susa dall'Officina 26 settembre - Bassano del Grappa - VI.
La repressione non ci fermerà
NO tav
No sbirri

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Ennesimo fallimento del Berlusca
by Arnault Wednesday, Dec. 07, 2005 at 10:20 AM mail: arnault@box.enel.it

Ennesimo fallimento del governo Berlusconi. Non mi pare che ci fossero tanti di quei "eversori", almeno che presidenti dell'Associazione Alpini e lavoratori lo siano.
Ad ogni modo quando lo stato utilizza la forza contro i cittadini è sempre un suo fallimento. Se ci sono violenti e/o gente che vuole stornare un sacrosanta protesta e gli apparati dello stato non in grado di individuarli e di isolarli, allora quelli non sanno fare il loro lavoro.
Infine da Genova a Venaus, il marchio del governo è il manganello.
Assoluta solidarietà a chi ha subito e a chi continua i blocco.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
solidarietà da rifondazione di busto arsizio
by antonio corrado (capogruppo PRC a busto a.) Wednesday, Dec. 07, 2005 at 11:26 AM mail: prc.busto@tin.it

in solidarietà alla lotta in val di susa, anche a busto arsizio (prov. di varese) oggi noi manifestiamo, insieme ad officina shake e ad altri compagni, la nostra preoccupazione. in piazza san giovanni dalle 18 presidio di solidarietà.
perchè ancora oggi in italia si possa manifestare liberamente e si possa scendere in piazza per i nostri diritti.
non vorrei venire a mia volta manganellato se, come prima o poi faremo, scendessi in piazza contro il disastro ambientale che l'inceneritore quì sta creando

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Grazie
by Andrea Rostagnol Wednesday, Dec. 07, 2005 at 12:04 PM mail:

Car* compagn*, un forte abbraccio e un bacio a tutt* voi.
Vorrei dirvi tante cose, ma credo basti questo: grazie.
E siate forti, che mai sarete soli.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
messaggio a Madre Terra
by Elisa Lukrezia Zappa Wednesday, Dec. 07, 2005 at 12:37 PM mail: lukrezia@libero.it

Speriamo che l'azione di chi protesta sia un messaggio udibile per Madre Terra. Speriamo che possa "sentire" passi e voci(calci e botte). Auguriamoci che ci aiuti a trovare l'energia necessaria per non addormentarci, sempre.
Forse ciascuno dovrebbe pensare a come si sentirebbe se il "LUOGO PIU' AMATO" fosse in pericolo a causa di speculazioni e vista corta...
Rispetto profondamente coloro che partecipano alla protesta.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
No Tav e olimpiadi
by guida turistica Wednesday, Dec. 07, 2005 at 12:45 PM mail:

Ehm... scusate, anarchici dei centri sociali... ma lo sapete che state manifestando a Venaus accanto a proprietari di seconde case, ricchi albergatori, proprietari di terreni espropriati dalla TAV, commercianti e guide turistiche che prendono finanziamenti dalla stessa Regione che organizza le Olimpiadi?

Lo sapete che quelli che sono contro la TAV sono invece a favore delle Olimpiadi, a tal punto da aver messo a disposizione le seconde case per i parenti degli atleti?

Lo sapete che i contrari alla TAV sono volontari per le Olimpiadi? E che nel Toroc e nei Tour Operators locali ci sono molte persone che non vogliono la TAV, ma prendono finanziamenti olimpici?

Giusto perchè lo sappiate, perchè urlare "NO TAV, NO OLIMPIADI" è ridicolo, dato che, lo ripeto, chi non vuole la TAV vuole invece le Olimpiadi... ed è ovvio, dato che la TAV danneggia il turismo, mentre le Olimpiadi lo favoriscono.

Comunque, continuate pure a manifestare accanto ai proprietari terrieri valsusini.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Amr Progetto Comunista: solidarietà
by Progetto Comunista Wednesday, Dec. 07, 2005 at 2:55 PM mail: giovani@progettocomunista.it

L'Amr Progetto Comunista condanna i gravi fatti avvenuti in Val di Susa: gli apparati dello stato borghese ancora una volta dimostrano, con le violenze ai danni di lavoratori e manifestanti, che la difesa degli interessi del capitalismo si traduce nella repressione violenta di chi manifesta il proprio dissenso.
Progetto Comunista sostiene i manifestanti no tav, i lavoratori che hanno proclamato lo sciopero, gli studenti che stanno occupando e la popolazione della Val di Susa che si sta mobilitando: è necessaria una mobilitazione generale, fino alla cacciata del governo.

Amr Progetto Comunista

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
SOLIDARIETA' DA NAPOLI - NO TAV - NO PONTE - NO INCENERITORI
by NOTAV_NAPOLI Wednesday, Dec. 07, 2005 at 4:29 PM mail:

Stamattina, 7 dicembre 2005, un consistente gruppo di attivisti dei movimenti di lotta napoletani e del sindacalismo di base ha manifestato la propria solidarietà militante alla popolazione della Val di Susa.

Attorno alle ore 12 è stato bloccato un Eurostar in partenza per Roma mentre venivano distribuiti volantini ai passeggeri ed a tutti coloro che sostavano nella Stazione Centrale. Dopo questa azione di propaganda i compagni si sono recati nell’atrio della Stazione Centrale dove è continuata la propaganda e la controinformazione contro l’affaire/TAV. La Mobilitazione continuerà nei prossimi giorni fino all’appuntamento nazionale del 17 Dicembre.

TESTO DEL VOLANTINO DISTRIBUITO:

Ancora una volta la sacrosanta protesta di una intera popolazione contro un opera faraonica, dannosa per la salute delle popolazioni, che distrugge il territorio, che non risolve il problema dei trasporti è stata attaccata e repressa dalla polizia su ordine del governo.

La TAV (la cosiddetta linea ad Alta Velocità), come la costruzione del maxi-Inceneritore di Acerra o come il faraonico progetto del Ponte sullo Stretto di Messina sono un colossale affare per politici, ditte costruttrici e per i loro clan di riferimento.

Tutto ciò mentre le Ferrovie e Treni Italia penalizzano il trasporto per i pendolari, per i lavoratori peggiorando quotidianamente la qualità del servizio. Del resto, in questi anni, mentre i Governi hanno continuato a tagliare le spese sociali le Ferrovie hanno licenziato, privatizzato ed esternalizzato numerosi servizi privilegiando, esclusivamente, le grandi opere speculative e le operazioni di facciata.

ORA BASTA!!

Esprimiamo il nostro appoggio alla lotta NO TAV!!

Fermiamo l’azione degli speculatori e degli affaristi!!

Difendiamo il territorio, la salute, i diritti e le nostra condizioni di vita!!


NO TAV - Napoli

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
REBOC aderisce a corteo da Susa a Venaus
by REBOC Wednesday, Dec. 07, 2005 at 5:29 PM mail: no_cocacola_it@yahoo.it

In seguito alla gravissima repressione poliziesca effettuata la scorsa notte a Venaus dalla Polizia di Stato ed in piena solidarietà con il Comitato NO TAV, la REBOC (Rete Boicottaggio Coca-Cola) annuncia che la manifestazione di boicottaggio della Coca-Cola sponsor della Fiaccola Olimpica, già prevista a Roma e vietata dalla Questura, confluisce nel Corteo da Susa a Venaus.

- CONTRO LE CENSURE E LE REPRESSIONI DI STATO
- CONTRO GLI INTERESSI ECONOMICI PRIVATI CHE CALPESTANO I DIRITTI DEI POPOLI
- CONTRO LA VIOLENZA DELLA POLIZIA IN ITALIA E DEI PARAMILITARI IN COLOMBIA

- RIPRENDIAMOCI VENAUS
- RIPRENDIAMOCI I NOSTRI TERRITORI
- RIPRENDIAMOCI LE NOSTRE VITE

BOICOTTA LA TAV - VAL DI SUSA ESIGE GIUSTIZIA
BOICOTTA COCA-COLA - SINALTRAINAL ESIGE GIUSTIZIA

ARRIVIAMO!!!

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Comunicato di solidarietà ed iniziativa di informazion del Roma NordEst Social Forum
by Roma NordEst Social Forum Wednesday, Dec. 07, 2005 at 5:56 PM mail: fiumerosso@hotmail.com

<b>Comunicato di solidarietà ed iniziativa di informazione

In relazione ai gravissimi fatti accaduti in questi ultimi giorni in Val di Susa, ma anche rispetto alla lotta che coinvolge ormai da parecchi anni le popolazioni della Valle contro la costruzione del mostro TAV, il Roma NordEst Social Forum esprime la sua completa solidarietà verso le donne e gli uomini che si stanno battendo contro un'opera che è solo l'ultimo dei simboli del neoliberismo più becero, quello che tende a spendere i soldi pubblici per interessi di pochi privati, quello che si disinteressa della salute delle persone, quello che ignora i disastri ambientali, quello che utilizza il manganello e le pistole contro chiunque si opponga alla sua logica. TAV in questo momento non è solo un'opera insensata, inutile e dannosa, ma anche l'emblema degli interessi bi-partisan, della mancanza di democrazia, della necessità di rispettare il territorio e chi nel territorio vive. Inoltre il Roma NordEst Social Forum annuncia la sua partecipazione alla manifestazione nazionale in programma a Torino il prossimo 17 dicembre.

Il Roma NordEst Social Forum organizza in collaborazione con Il Casale Podere Rosa, un incontro/dibattito informativo sul tema: TAV, perché è giusto combatterlo. L'incontro avrà lo scopo di rendere noti i punti di vista che i media mainstream stanno nascondendo, le ragioni dei più deboli, che per una volta sono la stragrande maggioranza di un'intera popolazione. L'appuntamento è per martedì 13 dicembre, alle ore 21,00 presso Casale Podere Rosa, Via Diego Fabbri snc, Roma.

Per informazioni:
http://www.romanordestsocialforum.org
http://www.casalepodererosa.org
fiumerosso@hotmail.com

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Solidarietà attiva e militante !
by Da Brescia Wednesday, Dec. 07, 2005 at 11:44 PM mail:

Partenza h6 all'Esselunga di via Milano - costo 5 euro. Prenotare !!! 030 45670

Pullman per la val di Susa domani mattina da Brescia. La partenza è alle h6 dall'Esselunga di via Milano. Il costo del pullman è di cinque euro. La prenotazione è davvero gradita. Chiamate lo 030 45670 per lasciare il vostro nome.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Solidarietà al movimento NO TAV : Tornare sui monti
by Csa Castellazzo Ivrea Thursday, Dec. 08, 2005 at 12:38 AM mail:

Come i partigiani che difesero le città e le valli siete voi, compagn* valsusin*; contro chi sfrutta le nostre vite per il proprio profitto non bisogna mai abbassare la testa. Continuate così! Fino alla vittoria!

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Le mani sulla Valsusa
by AgitProp-Fg Thursday, Dec. 08, 2005 at 1:24 AM mail:

Parlano del TAV come di un’opera necessaria: unirà Lisbona a Kiev, ridurrà di oltre 2 ore il viaggio da Torino a Lione, snellirà il traffico su ruota. Mentono.

La nuova linea ferroviaria è perfettamente inutile e non risponde a bisogni reali. I calcoli del traffico di merci tra Italia e Francia sono sovrastimati e irrealistici, un potenziamento della linea è già in corso e nessuna promessa tecnica potrà essere mantenuta.

Il vero affare è il tunnel. L’opera costerà, nei vent’anni previsti per la sua realizzazione, oltre 20 miliardi di euro. L’equivalente di quattro ponti sullo Stretto, molto più del ben più lungo Gottardo. Soldi pubblici. Soldi di tutti, che il governo stanzia (per il 63% del totale) con una facilità sconcertante. Soldi che finiranno principalmente a due ditte. La prima è la Rocksoil, di proprietà della famiglia del ministro Lunardi. La seconda è la Cmc, cooperativa “di sinistra”. E’ evidente: il grande affare è bipartisan. Per questo il centrosinistra non muove un dito.

Per gli interessi di questi speculatori l’intera valle sarà sottoposta ad altissimo rischio cancro.
I detriti della montagna perforata finiranno nella più grande cava d’amianto d’Europa, a Balangero. Detriti radioattivi, giacché il cuore dei monti contiene uranio. Gli abitanti delle valli hanno già assistito al raddoppio della ferrovia, alla crescita dell’autostrada ricavata nel letto della Dora (e per la quale attendono ancora i rimborsi dell’esproprio), all’edificazione dei nuovi argini, ancora non finiti, alle gallerie autostradali sul fronte di frana. Hanno subito l’alluvione del 2000. Hanno visto sorgere l’elettrodotto di Venaus e la centrale elettrica di Pont Ventoux. Ora l’Alpetunnel di Lunardi, Berlusconi e dell’Unione. Basta per dire basta?

Il sostegno alla causa della Valsusa, specie in questi giorni di inconcepibile repressione poliziesca, non si traduce nell’appoggio alla battaglia persa di qualche fanatico ambientalista. E’ solidarietà ad una causa per cento ragioni ragionevole e oltremodo giusta: il diritto dei cittadini alla salute, alla vita, alla difesa del proprio patrimonio storico, ambientale, economico. Diritti che nessuna carica può sloggiare.

Contro la disinformazione, la burocrazia dei tecnocrati, la nuova Tangentopoli piemontese, gli accordi bipartisan sulla pelle delle persone. Contro il TAV.

--------

Collettivo comunista AgitProp
Laboratorio politico Jacob
via Mario Pagano, 38 - Foggia

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Solidarietà alle masse popolari della Val Susa
by CARC Thursday, Dec. 08, 2005 at 2:23 AM mail: resistenza@carc.it

Questa notte mentre parte dei manifestanti della Val Susa dormivano sul luogo del presidio contro la TAV che da settimane coraggiosamente tengono in piedi, la polizia ha caricato selvaggiamente, provocando numerosi feriti con donne, anziani, uomini con nasi e arti fratturati! Dopo Napoli e Genova 2001 ecco che nuovamente si mostra il vero volto della borghesia italiana e del suo governo: oggi la Banda Berlusconi. Nella “democratica” Italia appena le masse popolari protestano e manifestano legittimamente per difendere i loro diritti, le condizioni di vita conquistate con l’impegno e con la lotta, i nostri governanti e rappresentanti, “democraticamente” eletti, ci ricordano che loro non sono al parlamento, da noi eletti, per salvaguardare i nostri interessi, bensì i loro e solo i loro. Il potere e la violenza sono nelle loro mani, loro possono esercitarli e li esercitano se la gente non fa ciò che loro dicono! Loro possono caricare, picchiare operai, lavoratori, donne e addirittura mentre dormono (sono proprio dei vigliacchi), noi non possiamo neanche difenderci! Zitti e buoni, ci dicono!
Le masse popolari in Val di Susa non hanno alcuna intenzione di tacere, né di cedere. Le masse della Val di Susa non sono contro il progresso; sono contro speculatori e affaristi che speculano sulla loro pelle e sulla loro vita. Il progetto TAV porterà soldi a palate nelle tasche delle imprese che la costruiranno, soldi a palate nelle tasche di chi possiede i treni e solo altro inquinamento, malattie alla gente e ai lavoratori della zona. Viaggiare non costerà meno, i lavoratori non si possono permettere di viaggiare con i prezzi che ci sono e con gli stipendi che prendono! Pensiamo quanti morti è già costata la TAV tra i lavoratori! E’ a questo che gli abitanti della Val di Susa giustamente e legittimamente si ribellano!
La lotta delle masse popolari della Val di Susa è la lotta di tutti quelli che ogni giorno da Scanzano ad Acerra lottano contro gli inceneritori, da Torino a Palermo nelle fabbriche in sciopero per il contratto, per le pensioni o per la sanità. Sono il simbolo di tutti quelli che ogni giorno lottano per tutte ciò che la classe operaia e le masse popolari hanno conquistato, per difendere una vita dignitosa, per fermare quella classe di ricchi e parassiti che vivono nel lusso e vogliono continuare a vivere nel lusso e per questo chiedono a tutti i lavoratori ancora sacrifici!
In tutta Italia operai, lavoratori, studenti si stanno mobilitando a sostegno della lotta della Val di Susa!
Certo i lavoratori italiani non si sono fatti schiacciare neanche dal Fascismo, e quindi oggi rispondono con decisione all’arroganza e alla violenza degli sgherri al soldo della borghesia ricca e parassita.
Mobilitiamoci tutti a difendere il diritto di sciopero e di manifestare per gli abitanti della Val di Susa e per tutti i lavoratori.
Mobilitiamoci tutti per affermare che solo le masse, i lavoratori possono decidere della loro vita e della vita dei loro familiari.
Le masse popolari, i lavoratori, gli operai vogliono un mondo migliore, un mondo nuovo, di giustizia, libertà, uguaglianza!

Mandiamo a casa la Banda Berlusconi, la banda di fascisti, razzisti e speculatori. Lavoriamo per avere nostri rappresentanti che siano realmente difensori degli interessi dei lavoratori e delle masse popolari. Raccogliamoci nelle piazze, organizziamoci, uniamoci in un blocco comunista che raccolga quanto di più avanzato, onesto generoso e combattivo il movimento delle masse popolari produce e che diventi centro di promozione, orientamento e sostengo di tutte le lotte dei lavoratori e delle masse che resistono al peggioramento delle condizioni di vita e che vogliono costruire un mondo diretto e gestito dai lavoratori e non da parassiti.


Solidarietà con quanti hanno subito la violenza della polizia!
Sosteniamo la lotta delle masse popolari della Val di Susa! La loro lotta è lotta di tutti i lavoratori!


COMITATI DI APPOGGIO ALLA RESISTENZA – PER IL COMUNISMO (CARC)
e-mail: resistenza@carc.it http://www.carc.it
Fip 05.12.05 MI via Tanaro 7

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
[AOSTA] Massima solidarietà con il popolo No Tav !
by Coordinamento valdostano Thursday, Dec. 08, 2005 at 12:22 PM mail:

Comunicato della Delegazione del Coordinamento valdostano contro il ritorno dei TIR/Associazione per la Difesa del Monte Bianco


"Coordinamento valdostano contro il ritorno dei Tir", anche a nome dei No Tir della valle di Chamonix, ha rammentato che la Regione Autonoma Valle d'Aosta e le istituzioni locali francesi si sono formalmente dichiarate contrarie ad ogni ipotesi di raddoppio del Tunnel del Bianco.

Oltre che dagli striscioni dedicati al Monte Bianco, Martinat è stato anche accolto da una bandiera dei No Tav valsusini. A simboleggiare che il problema del Bianco e quello della Val di Susa non sono proteste locali, ma occasioni per lanciare una nuova politica dei trasporti nelle Alpi: fondata sulla riduzione dei traffici inutili, sulla rapida introduzione dell'Eurovignette (tassa sul traffico pesante) e sul potenziamento delle linee ferroviarie esistenti. La Torino/Lione è un'opera inutile che costerà ai contribuenti miliardi di Euro e che, se andrà bene, sarà completata oltre il 2020. I cittadini del Monte Bianco vogliono respirare ora!

Il Ministro Martinat dopo aver dichiarato che i sindacati sono delle "bocciofile senza trasparenza" e che nessuno sa in che attico viva il Segretario della Cgil Epifani, ha affermato che i No Tav sono dei terroristi, perché diffondono notizie infondate sull‚amianto. Ha poi concluso che le grandi opere sono comunque necessarie per garantire un posto al sole all‚Italia nella competizione globale.
Naturalmente, secondo la tradizione democratica dell‚era post fascita del dopo Fiuggi, alla fine dell‚intervento di Martinat non è stato possibile alcun dibattito.
In compenso, un gruppo di camerati di "Azione Giovane" ha pensato bene di
strappare il Nostro striscione, mentre noi stavamo civilmente ascoltando il loro delirante Ministro ! Gli abbiamo ricordato da vicino i fondamenti della libertà di pensiero e di espressione.

Dalle ore 9 di mercoledì 30/11/05, giornata in cui è prevista la resistenza dei cittadini e dei Sindaci della Valsusa all'apertura del cantiere Tav di Venaus, un presidio di No Tir valdostani e francesi sarà sulla strada per il Traforo del Bianco a chiedere una nuova politica dei trasporti nelle Alpi.

Tous ensemble!

Alexandre Glarey, Coordinamento valdostano contro il ritorno dei TIR/Associazione per la Difesa del Monte Bianco

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
QUESTO E' UNO STATO DI POLIZIA
by Proletari comunisti Red Block Thursday, Dec. 08, 2005 at 2:06 PM mail:

comunicato solidarietà

QUESTO E' UNO STATO DI POLIZIA

Manganelli e ruspe contro uomini donne e bambini che protestavano per difendere il proprio territorio.
Dopo numerosi giorni di mobilitazioni e di presidio della zona della Val di Susa, da parte degli abitanti che dicono no alla Tav, il presidio è stato sgomberato nella notte tra il 5 e il 6 dicembre. Tra le 3 e le 4 del mattino i servi al servizio dei governanti hanno caricato vigliaccamente i manifestanti che stanno bloccando l’avvio del cantiere Tav, scagliando i loro infami manganelli contro di loro senza guardare in faccia nessuno.
Si è trattato di una premeditata aggressione contro chi lotta per difendere i propri diritti. Nè provocazioni nè tafferugli hanno fatto scattare l’assalto, ma solo la volontà dello stato e delle sue squadracce di dare una lezione ad un popolo che ormai da troppo tempo dava fastidio con le sue infinite mobilitazioni che non facevano altro che ritardare l’inizio dei lavori, lavori che, a parere del ministro Lunari, saranno fatti comunque!

Le cariche di oggi in Val di Susa sono l'ennesima dimostrazione di come questo governo si stia via via smascherando sempre più, mostrando il vero volto del moderno fascismo che fa della repressione l’arma essenziale per difendere i propri interessi di classe.
Dalle cariche contro gli studenti da Roma a Bologna alle cariche contro gli operai che giustamente protestano per il diritto al lavoro, a tutte queste mobilitazioni di coloro che lottano e si ribellano, lo stato risponde con la violenza gratuita delle squadracce in divisa, che compiono il lavoro sporco di attuazione di una politica antipopolare e antidemocratica che si prefigge l’obiettivo di spegnere le scintille di protesta contro questo stato di cose.

Esprimiamo la nostra solidarietà alla popolazione in lotta della Val di Susa. E' necessario proseguire nella lotta senza farsi intimidire da queste azioni vigliacche.
Diamo un segno concreto contro la repressione del governo. Costruiamo un momento di grande mobilitazione cittadina in occasione del 12 dicembre ‘05, importante data da ricordare nell’ambito della lotta contro la repressione dello stato!

Proletari comunisti Red Block


versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
dalla sardegna.........
by sardi Thursday, Dec. 08, 2005 at 3:10 PM mail:

Solidarietà alla Val di Susa da Cagliari

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
SOLIDARIETA’ ALLA LOTTA IN VAL DI SUSA
by Battaglia Comunista Thursday, Dec. 08, 2005 at 3:34 PM mail:

IL MANGANELLO E’ L’UNICA RISPOSTA CHE LA BORGHESIA SA OFFRIRE

Ancora una volta, la borghesia, il suo stato, le sue forze dell’ordine hanno gettato la maschera, dimostrando che il sistema del profitto è più che disposto a schiacciare brutalmente chiunque osi anche solo ostacolarlo. L’alta velocità non solo è inutile: di più, è semplicemente nociva per la salute delle persone, per i già fragilissimi equilibri ambientali, per le tasche dei proletari, chiamati a finanziare una torta di miliardi di euro da spartirsi tra imprenditori (cooperative “rosse” comprese), finanzieri e politici di ogni colore.
Ancora una volta, la pur generosissima determinazione dei valligiani mostra in maniera lampante i limiti politici di una lotta di tipo “gandhiano”: qualsiasi movimento della “società civile” è destinato, per forza di cose, ad essere riassorbito dal sistema o a naufragare sugli scogli dell’impotenza, se non si innesta – e si alimenta – sulla lotta di classe proletaria. Ma che sia una lotta vera, fuori e contro i falsi amici “di sinistra” (che si barcamenano ipocritamente tra gli equilibrismi elettorali) e i sindacati, sempre pronti a intercettare i segnali di rabbia operaia per soffocarli immediatamente sul terreno della concertazione e degli scioperi addomesticati. E che la rabbia – più che legittima! – serpeggi tra i lavoratori della Val di Susa, lo dimostrano gli scioperi, anche spontanei, scoppiati in questi giorni.
Ancora una volta, emerge con drammaticità la debolezza delle sparute forze coerentemente anticapitaliste, cioè del partito rivoluzionario. I compagni/e singoli e sparsi, che pure esistono, dovrebbero trovare un motivo in più per rimboccarsi le maniche e dare il proprio attivo contributo allo sviluppo dell’organizzazione di e nella classe. L’inarrestabilità della crisi capitalista, il conseguente deterioramento delle condizioni di vita del proletariato e il sempre più ricorrente uso del manganello, quale risposta al profondo malessere sociale, dovrebbero essere motivi più che sufficienti per superare esitazioni e incertezze. Solo un partito rivoluzionario è in grado di fornire indicazioni politiche che sappiano colpire là dove i borghesi ci sentono davvero - il portafoglio - offrire prospettive di ampio respiro, allargando le lotte agli altri settori del proletariato e dissolvendo le ingenue - e pagate a caro prezzo - illusioni sulla falsa democrazia borghese, anticamera sicura delle mattanze e della sconfitta.

http://www.internazionalisti.it

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
SOLIDARIETÀ ALLA VAL SUSA!
by Ateneo Libertari Napoli Thursday, Dec. 08, 2005 at 4:57 PM mail:

SOLIDARIETÀ ALLA VAL SUSA!

“Non tocca agli abitanti della Val Susa mettere in discussione il Tav. L'Unione Europea, lo stato italiano, lo stato francese, la regione Piemonte la pensano diversamente. (...) Se hanno deciso loro che l'opera è inutile, mi spiace ma tocca ad altri decidere. Mettiamo pure che abbiamo torto, comunque tocca a chi risponde a territori più vasti, ad esigenze economiche più vaste prendere decisioni”
Mercedes Bresso, Presidente della Regione Piemonte

"Mi auguro che si mettano il cuore in pace tutti perché tanto l'opera si fa, i cantieri sono aperti"
Pietro Lunardi, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti

Da quando si parla della costruzione di una linea ferroviaria ad alta velocità (TAV) in Val Susa, la popolazione ha tentato in ogni modo di opporsi all'ennesimo progetto di devastazione della valle in cui vive. Nel lontano 1998 due nostri compagni trovarono la morte in seguito ad una montatura giudiziaria con cui lo stato tentò di opporsi alle diffuse azioni di sabotaggio, attribuendole ad una fantomatica organizzazione terroristica. Ancora oggi numerosi compagni in lotta contro la devastazione ambientale e il terrorismo statale vengono perseguitati da un magistrato di nome Maurizio Laudi, che porta sulla coscienza i nomi di Edoardo Massari e Maria Soledad Rosas.
L'opposizione popolare alla costruzione della linea ad alta velocità Torino-Lione, però, non si è fermata. Il 16 novembre uno sciopero generale ha visto la partecipazione di 70 mila persone (praticamente tutta la popolazione della Valle) e un blocco popolare ha presidiato i terreni di Venaus, dove la coop rossa ravennate CMC, avrebbe dovuto iniziare i lavori il 30 novembre.
Nella notte tra il 5 e il 6 dicembre la polizia ha caricato il presidio causando decine di feriti e mostrando le reali intenzioni dello stato agli ambientalisti di regime che ancora predicavano la ricerca di trattative e di una mediazione.
Ciò non rappresenta che l'ennesima dimostrazione di quanto sia falso l'argomento della sovranità della maggioranza, con cui i benpensanti difendono l'attuale ordinamento sociale. Tale sovranità vale fin tanto che la volontà della maggioranza non intacca gli interessi politici ed economici di chi comanda: ad esempio votando uno piuttosto che un altro di due schieramenti politici, che comunque trovano sempre un accordo per spartirsi il potere.
Quando la maggioranza esprime la volontà di vivere in pace con gli uomini e con la natura, trova come unica risposta del potere la repressione poliziesca.
Per questo vediamo nell'autogestione delle lotte il miglior ostacolo alle prepotenze dei governi e dei loro eserciti e nell'autogestione della società l'unica possibilità per la nascita di un mondo nuovo.

CONTRO LO SVILUPPO INDUSTRIALE, UNICA PROMESSA CHE I POLITICANTI DI TUTTI I PARTITI HANNO INTENZIONE DI MANTENERE.

CONTRO LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE E LA MILITARIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ.

SOLIDARIETÀ A TUTTI QUELLI CHE LOTTANO PER L'AUTODETERMINAZIONE DELLA PROPRIA VITA.

LA LIBERTÀ È CONTAGIOSA E NON HA CONFINI!



Ateneo Libertario, spazio anarchico – Napoli


L'Ateneo Libertario si riunisce in assemblea tutti i martedi e giovedi alle 21:15 in vico verde Monteuliveto 4

http://www.ecn.org/ateneolibertario


versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
In solidarietà al popolo Valsusino
by Rete dei Comunisti Thursday, Dec. 08, 2005 at 5:09 PM mail:

Dilaga a livello nazionale il malcontento della Val di Susa

Al pesante sgombero del presidio permanente di Venaus, avvenuto questa notte ad opera delle forze dell'ordine, l'intera Valle di Susa sta rispondendo con mobilitazioni e scioperi spontanei.
Questa mattina, in Piazza Castello a Torino, centinaia di persone sono scese in piazza in solidarietà con gli abitanti della Valle. I manifestanti, diventati alcune migliaia, si sono recati in corteo alla Stazione di Porta Nuova occupando i binari per qualche ora in segno di protesta.
Attualmente, continuano ad arrivare notizie d'iniziative di solidarietà in molte città italiane tra le quali Firenze, Padova e Milano dove il 7 dicembre, si terrà un presidio di fronte al Teatro della Scala. La protesta nei confronti del progetto TAV dilaga, coinvolgendo realtà lontane dalla Valle ma coinvolte da situazioni analoghe, come La Spezia, dove si terrà una manifestazione contro le nocività sabato 10 dicembre.
Le iniziative continueranno: per questa sera è prevista a Venaus, nel Salone delle Feste alle ore 21, un'assemblea generale di Valle per decidere le prossime forme di lotta.

http://www.contropiano.it

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Solidarietà ai Val Susini!
by Spazio Sociale Anarchico LIBERA-Modena Thursday, Dec. 08, 2005 at 7:14 PM mail:

Tutta la nostra solidarietà a chi in Val Susa sta lottando per difendere la propria terra!
A Modena la giunta di sinistra DS-PRC vuole fare un autodromo nelle terre doe sorge LIBERA, Spazio Sociale Autogestito da 5 anni.
Il 17 dicembre, in contemporanea con la manifestazione a Torino ci sarà un corteo a Modena, contro tutte le devastazioni ambientali e in solidarietà a tuti quelli che non si spostano.
Dedicato anche ai valsusini in Lotta! dedicato a tutti coloro che non si spostano!

Se si da uno sguardo alla storia potremmo trovare milioni di esempi, ma il problema è sempre e solo uno: Chi ha il potere può decidere che sulle terre dove TU hai sempre vissuto costruirà qualcosa, e TU ti devi spostare.
Milioni di persone, nel corso della storia, non si sono spostate.
Lottare per difendere la propria terra, per molte popolazioni, significa difendere la propria identità, per TUTTI significa difendere la propria dignità.
Abbiamo deciso di dedicare il corteo/sfilata del 17 dicembre ai popoli indigeni perché a questi abbiamo dedicato la nostra lotta.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
VALSUSA TUNNEL SCAVARE BUCO NEL CAVEAU CON VERMINAIO BIPARTISAN
by Camillo COPPOLA Thursday, Dec. 08, 2005 at 7:44 PM mail: camillo.coppola@tin.it

DA TENDA LICENZIATI FABBRICA ACCUMULATORI EXIDE CASALNUOVO di NAPOLI in ASSEMBLEA PERMANENTE:
VALSUSA TUNNEL SCAVARE BUCO NEL CAVEAU CON VERMINAIO BIPARTISAN.
Girato da Camillo COPPOLA,militante SLAI COBAS di Pomigliano d'Arco(Napoli)
camillo.coppola@tin.it


----- Original Message -----
From: infoslai@fastwebnet.it
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Tuesday, December 06, 2005 5:28 PM
Subject: su val di susa

Noi della Valsusa? Siamo fuori dal tunnel

Altro che egoisti e localisti. Vivono da vent’anni in un grande cantiere. E ora hanno detto basta. Perché la nuova linea ferroviaria non serve. Perché temono l’amianto degli scavi. Perché sanno che i lavori stanno aprendo una nuova Tangentopoli, con vecchi protagonisti

di Gianni Barbacetto



l più grande scontro mai avvenuto in Italia tra interessi generali e interessi particolari. Tra i bisogni del Paese, anzi dell’Europa, e le richieste dei Nimby («not in my backyard»), quelli che dicono: ovunque, ma non nel mio cortile. Questo è Valsusa, secondo la vulgata corrente. C’è da fare una grande opera utile per il Paese, anzi per l’Europa. Il più lungo tunnel ferroviario del continente. La meraviglia – nome in codice: Corridoio 5 – che permetterà di unire Lisbona a Kiev. La soluzione che passando sotto le Alpi ridurrà da quattro ore a un’ora e mezzo i tempi di percorrenza tra Torino e Lione. Ma di più: il miracolo che permetterà di togliere un fiume di camion inquinanti dalla strada e di convogliarli su rotaia; il portento che quadruplicherà le capacità della ferrovia.

Di fronte a queste meraviglie, che dovrebbero far gongolare anche i verdi più verdi, un manipolo di oppositori si schiera invece inspiegabilmente contro, rifiuta il progresso, minaccia di fare le barricate. Nemici della modernità, Nimby, inguaribili egoisti: dal vescovo ai sindaci, dal presidente della Comunità montana all’ultimo dei valligiani. In questi chiari di luna, compito delle forze politiche responsabili, di destra e di sinistra, da Berlusconi a Fassino, è far capire che gli egoismi localistici non possono fermare i grandi progetti. Tutto chiaro, dunque, e fine dell’inchiesta vecchio stile.

Ma è proprio così? No. Perché chi voglia capire senza preconcetti che cos’è l’Alpetunnel del Frejus, chi provi senza partito preso né preclusioni ideologiche ad addentrarsi nel mare di cifre, tabelle, disegni, cartine, progetti, rapporti, finisce per scoprire che l’operazione Valsusa è (anche) una grande manovra di disinformazione. Ma procediamo con ordine.



Una valle paziente. Nimby? Venite qui a spiegarglielo, a quelli che in Valsusa ci abitano, che sono egoisti. Vivono da vent’anni in un cantiere. Ne hanno visti, di funzionari romani e di burocrati torinesi. Ne hanno sentite, di mirabolanti promesse. Hanno assistito al raddoppio della ferrovia (concluso nel 1977), che nei progetti doveva avere un traffico di 15 milioni di tonnellate di merci l’anno (mai raggiunto). Hanno visto crescere l’autostrada (aperta al traffico nel 1992), costruita nel loro fondovalle, ricavata nel letto della Dora. Hanno aspettato l’edificazione dei nuovi argini, che ancora non sono finiti. Hanno visto scavare le gallerie autostradali sul fronte di frana. Hanno subìto l’alluvione del 2000, perché il fiume si è alla fine vendicato. Hanno visto sorgere l’elettrodotto di Venaus. La centrale elettrica di Pont Ventoux. E hanno constatato che cos’è successo a Bardonecchia: l’unico Comune del Nord sciolto per mafia, perché i cantieri e i subappalti all’italiana hanno portato la ’ndrangheta al potere, con seguito di richieste di pizzo e traffici di eroina e cocaina e occupazione delle istituzioni.

Con tutto ciò, alcuni abitanti della Val di Susa stanno ancora aspettando i rimborsi degli espropri compiuti vent’anni fa per tracciare l’autostrada: molti soldi non sono ancora arrivati... Ne hanno viste di cose, ne hanno sentite di promesse, ne hanno conosciute di facce di bronzo. E oggi non si fidano più, racconta Claudio Giorno, ambientalista e sindacalista, per anni considerato troppo verde dai rossi e troppo rosso dai verdi. Aggiungeteci un piccolo particolare: nell’area tra Borgone e Bussoleno, dove dovrebbe essere costruito l’interscambio tra la vecchia e la nuova linea ferroviaria, continua a funzionare la Beltrame, un’acciaieria di seconda fusione, che ricicla cioè rottame e materiali ferrosi e che provoca tassi d’inquinamento (e di mortalità) tra i più alti d’Italia. È un giocattolino che pesa sull’ambiente 80 volte l’inceneritore di Brescia. E che libera nell’aria non soltanto diossina (prodotto dalla combustione), ma anche Pcb: da dove viene questo veleno? Non certo dal ferro: ma allora qualcuno sta facendo il furbo e usa la vecchia Beltrame per smaltire rifiuti proibiti? Questa però è un’altra storia e un’altra inchiesta.

Ma la pazienza dei valsusini è una, e i loro polmoni solo due. Come stupirsi se si allarmano quando vengono a sapere che, oltre alla diossina e al Pcb, nel loro cielo potrebbe arrivare anche l’amianto? A Balangero c’è la più grande cava d’amianto a cielo aperto d’Europa, ora naturalmente inattiva. Ora si viene a sapere che i detriti di scavo estratti dalle montagne (lo «smarino») saranno oltre 15 milioni di metri cubi: come dieci piramidi di Cheope. Dove metterle? Anche perché, secondo uno studio ufficiale dell’università di Siena, potrebbero contenere significative quantità d’amianto: «La possibilità che si verifichino condizioni di rischio sanitario è assolutamente rilevante», scrive l’oncologo Edoardo Gays dell’Azienda ospedaliera San Luigi d’Orbassano. L’amianto potrebbe infatti finire per essere disperso nell’aria.

Infine c’è l’uranio. Il cuore della montagna che, in futuro, sarà trivellata è radioattivo. Ma qui siamo fin troppo avanti. Meglio tornare al presente.



Una linea (abbastanza) inutile. La nuova linea ferroviaria del Frejus è una superopera che inizia a nord di Torino, imbocca la Valsusa, scompare per due volte nella montagna, ad Alpignano e a Bussoleno, con due gallerie (di 21 e 12 chilometri). Poi vola sul viadotto di Venaus, per infilarsi infine nel supertunnel, quel «tunnel di base» di 53 chilometri che sbuca in Francia, a Saint Jean de Maurienne. Poi altre due gallerie sul versante francese, Belledonne e Chartreuse, portano la linea a collegarsi con l’alta velocità che arriva a Lione.

Il tutto costa come quattro ponti sullo Stretto di Messina. Spiega Andrea Debernardi, di Polinomia, consulente della Comunità montana della Valsusa: il preventivo è di 2,4 miliardi di euro per la tratta nazionale italiana, 6,7 per il «tunnel base», 6,1 per la tratta nazionale francese. Totale: 15,2 miliardi di euro. Previsione dei tempi di realizzazione: 15 anni. Ma in letteratura, spiega il professor Marco Ponti del Politecnico di Milano, costi e tempi si dilatano almeno del 20 per cento. Viste le prevedibili difficoltà, la superlinea potrebbe costare una ventina di miliardi di euro ed essere pronta, se tutto andrà bene, nel 2023. Finché non sarà posata l’ultima traversina, la ferrovia sarà solo un costo, senza apportare alcun beneficio almeno parziale, senza poter aver alcuna utilizzazione intermedia. E poi che cosa succederà?

Il tunnel sotto la Manica è costato meno, 13 miliardi, ed è fallito non una, ma due volte. Per mancanza di traffico. E serve a unire Parigi e Londra, non (con tutto il rispetto) Torino e Lione. La superlinea che scavalcherà le Alpi è del tutto sovradimensionata, rispetto ai bisogni. Potrebbe convogliare su rotaia merci addirittura per 100 milioni di tonnellate l’anno, con previsione di farne passare 40 milioni: ci vorrebbero 350 treni al giorno, uno ogni quattro minuti, alla velocità di 120 chilometri all’ora, alternati a treni passeggeri da 220 chilometri all’ora. Così il gioco varrebbe forse la candela.

Peccato però che il traffico ferroviario transalpino sia in calo costante dal 2000, fatta eccezione per il Sempione e il Gottardo. Dal Frejus oggi passano merci per appena 7 milioni di tonnellate l’anno (erano 10 milioni nel 1997) e non c’è alcun segnale di svolta, né realistiche previsioni di una crescita così vertiginosa. Gli scambi Italia-Francia sono da lungo tempo consolidati, sono un business maturo in cui non si prevedono nuovi, clamorosi sviluppi. Del resto è già in corso il potenziamento della linea esistente che porterà a triplicare la sua capacità, fino a oltre 20 milioni di tonnellate: a che cosa servirà, allora, la nuova linea? E comunque, perché far arrivare le merci dalla Francia a 120 chilometri all’ora, quando poi, arrivate in Italia, si fermerebbero in qualche stazione e riprenderebbero la velocità media nazionale per i treni merci, che è di 19 chilometri all’ora?

E poi il 70 per cento delle merci che ora passa dal Frejus non corre lungo la direttrice est-ovest, ma quella nord-sud: vanno e vengono da e per Digione, Bruxelles, Londra. Su questa direttrice, le nuove linee svizzere del Gottardo e del Sempione sono più competitive. Quanto agli scambi continentali sull’ipotetica linea Lisbona-Kiev, tranquilli: si spinge tanto sulla Val di Susa come se da essa dipendessero per intero le gloriose sorti e progressive dello sviluppo continentale, ma a est di Trieste non si mette giù neppure un metro di rotaia.

Niente paura, dicono i fautori della Grande Opera: non ci sono solo le merci, ci sono anche i passeggeri. E così la linea nata come «alta velocità» per i passeggeri e poi diventata «ad alta capacità» per le merci ridiventa magicamente una linea «ad alta velocità» capace di spostare le persone lungo il mitico «Corridoio 5». Ma la grande corsa Lisbona-Kiev sarà difficile da fare, non foss’altro per il fatto che le ferrovie spagnole hanno uno scartamento diverso dal resto d’Europa. «E poi l’alta velocità c’è già. E non costa un centesimo allo Stato: si chiama Ryan Air», taglia corto il professor Marco Ponti. «Un biglietto aereo low cost ha un prezzo inferiore ai biglietti ferroviari, ma soprattutto non richiede denaro pubblico, quello che le ferrovie invece inghiottono in dosi pantagrueliche».

Difficile infine poter definire «ad alta velocità» una linea quasi tutta in galleria, intasata dai treni merci, che correrà non a 300, ma al massimo a 120 chilometri all’ora. Alla fine, come dimostra Debernardi, la tanto sbandierata «alta velocità» tra Lione e Torino farà risparmiare soltanto un’oretta. Anche perché – udite udite – per poter entrare in Torino i treni veloci dovranno correre non sulla nuova superlinea, ma sulla vecchia ferrovia già esistente.

In compenso, il nodo torinese entro cinque anni scoppierà. Anche Milano non sta benissimo quanto a sistema dei trasporti. Ma per risolvere il problema Torino e il problema Milano non ci saranno soldi: tutti impegnati nel supertunnel che piace tanto al ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi.

Treni? No, tunnel. L’architettura societaria per fare l’Alpetunnel è un’invenzione che supera perfino quella dell’alta velocità o del ponte sullo Stretto, con apparenza privata e soldi tutti pubblici. Per il nuovo Frejus si sono alleate le ferrovie francesi (Rff) e quelle italiane (Rfi) che insieme, al 50 per cento, hanno costituito la Ltf, Lyon Turin Ferroviaire, con il compito di progettare la superlinea e appaltare i lavori. In questo caso non hanno fatto neppure finta di tirare in ballo investimenti privati, project financing, redditività futura: paga Pantalone e basta. Con quali soldi, visti i conti dello Stato, resterà un mistero.

Ma l’importante è mettere in moto la macchina dei finanziamenti, che poi si autoalimenterà. A nessuno interessa veramente il risultato, che arriverà (forse) tra vent’anni. «Treni? Qui non si parla di treni, ma di tunnel», ripetono i funzionari delle ferrovie. L’importante è scavare, e cominciare il più presto possibile. Aprire cantieri. Far girare i soldi. Oggi, subito. Che cosa importa che il tunnel sotto la Manica sia già fallito due volte? E che l’Alpetunnel (200 chilometri complessivi) costi 15 miliardi di euro, mentre il molto più utile Gottardo (270 chilometri) ne costi solo 12? In tutto ciò, Ltf è il Pantalone che pagherà. Un Pantalone asimmetrico: benché il controllo della società sia al 50 per cento dei francesi e al 50 per cento degli italiani, per decisione presa da Lunardi gli italiani pagheranno di più, il 63 per cento della tratta internazionale (4,2 miliardi) più l’intera tratta nazionale (2,4 miliardi), per un totale di 6,6 miliardi di euro; eppure la supergalleria è solo 8 chilometri in territorio italiano e 45 in suolo di Francia.

Ma che importa? A incassare, tanto per cominciare, sarà la Rocksoil della famiglia Lunardi, incaricata dei «sondaggi» (le prime trivellazioni) in Francia: così sarà ipocritamente aggirato il conflitto d’interessi del signor ministro delle Infrastrutture. In Italia incasserà la Cmc di Ravenna, già pronta a iniziare i «sondaggi» sul territorio nazionale. Con la Cmc, cooperativa rossa, la Grande Opera diventa bipartisan. Benedetta anche dai vertici dei Ds, da Piero Fassino in giù, fino all’uomo degli affari della Quercia a Torino, il molto attivo capogruppo alla Provincia Stefano Esposito. E benedetta malgrado la fiera opposizione dei diessini della Valsusa, sindaci compresi e con in testa Antonio Ferrentino, presidente della Comunità montana Bassa Valle di Susa. Ma, del resto, responsabile nazionale delle Infrastrutture per i Ds è quel Cesare De Piccoli che fu indagato e processato (e poi salvato dalla prescrizione) per aver incassato mazzette dalla Fiat, ai bei tempi di Tangentopoli, sui conti Accademia, Carassi, Linus...

Costi (tanti) e benefici (pochi). Dunque il (poco) tempo risparmiato dai (pochi) passeggeri non giustifica un investimento così massiccio. Il promesso incremento delle merci che potranno essere trasportate con i treni non combacia con previsioni attendibili su un reale aumento delle merci da trasportare. Che cosa resta, allora, della grande impresa? Ci saranno grandi benefici ambientali, ribattono i sostenitori del tunnel, perché le merci potranno passare dai camion (inquinanti) al treno. Illusione, sostiene più d’uno studioso. Il professor Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino, consulente dei comitati NoTav, ricorda che in Italia soltanto il 17 per cento delle merci viaggia su rotaia e la quota non è purtroppo molto incrementabile. Per spostare piccoli numeri dalla gomma al ferro, bisogna sopportare costi pubblici immensi. Le ferrovie, del resto, nel loro complesso sono costate in 15 anni all’Italia quanto il Progetto Apollo agli Stati Uniti. E non abbiamo mandato nessuno sulla Luna.

Marco Ponti taglia corto: «La ferrovia è una tecnologia dell’Ottocento, è ottima per trasportare per lunghi tratti merci pesanti, che produciamo sempre meno, o grandi numeri di passeggeri nelle aree metropolitane; legname, non microchip o abiti di Armani. E poi ha bisogno di immensi finanziamenti dello Stato, che oggi non ci sono più. Ora, invece, varrebbe la pena di ridurre le emissioni differenziando i pedaggi e le tassazioni per i camion: far pagare molto quelli che inquinano di più, così da rendere economico il rinnovo del parco mezzi circolante. Così il beneficio ambientale sarebbe diffuso, non limitato a una sola tratta. Se proprio poi si volesse aumentare la capacità di trasporto merci, allora converrebbe realizzare il raddoppio del tunnel stradale del Frejus: costa un decimo e le emissioni possono essere ridotte con i pedaggi fortemente differenziati».

Non ci saranno neppure grandi benefici occupazionali: lo scavo di tunnel è un lavoro ormai molto automatizzato. «Si metterebbe molto di più in moto l’economia e l’occupazione con un grande piano di ristrutturazione delle periferie urbane», valuta Ponti.



I furbetti del tunnellino. Tangentopoli ci ha insegnato che quando girano soldi pubblici, spesso c’è chi ne approfitta. L’alta velocità è la Tangentopoli del futuro, prevedeva in un suo libro, qualche anno fa, lo studioso bolognese Ivan Cicconi. Il futuro è già qui, anche se ancora non conosciamo nei particolari il nuovo sistema della corruzione. Conosciamo però il curriculum di alcuni degli uomini impegnati nella grande festa dei tunnel e delle linee ferrate. Di Lunardi, ministro e progettista, sono pubblici i coinvolgimenti nei lavori (mediante società di famiglia), anche se la Ltf li nega decisamente. Alcune inchieste giudiziarie, poi, evidenziano l’attivismo negli appalti di Ugo Martinat, esponente di An e viceministro delle Infrastrutture, gran burattinaio degli affari piemontesi ora indagato per turbativa delle gare per la Torino-Lione, oltre che per i Giochi olimpici. L’inchiesta sta evidenziando la regia discreta, negli appalti sabaudi, del costruttore Marcellino Gavio, attorniato da una cupola di ex funzionari di una delle sue aziende, la Sitaf, che oggi hanno fatto carriera in proprio e da democristiani o socialisti si sono «riposizionati» in area An.

Le intercettazioni telefoniche realizzate dalla Guardia di finanza svelano i retroscena dei maneggi compiuti da questi ex uomini di Gavio, tra cui Vincenzo Procopio, oggi titolare della Stef, la società che ha progettato l’autostrada Torino-Bardonecchia, Walter Benedetto, responsabile della direzione lavori di Ltf, e Gianni Desiderio, del comitato direttivo dell’Agenzia olimpica. Non sospettando di essere intercettati, parlano tra loro e con Paolo Comastri, numero uno italiano della società mista Ltf: chiacchiere tutte da verificare, da furbetti del tunnellino. Desiderio, per esempio, racconta al telefono che la società Stone è del ministro (vorrà dire Lunardi?) e che si è alleata con l’Alpina di Milano, una «scatola vuota» che sarebbe stata messa in campo da Gavio: «Ci ha fottuti, vi ha fottuto», dice Desiderio a Benedetto. Procopio, che nelle conversazioni telefoniche viene definito «il cassiere di Martinat», s’arrabbia nei confronti di Gavio, lo sospetta di brogli nelle gare e progetta di far arrivare contro di lui interpellanze in Parlamento. Poi lo va a trovare, si tranquillizza e il giorno seguente spiega la situazione a Benedetto. Infine riferisce a Desiderio «di aver appreso dai comuni amici della Metropolitana milanese che non è stato fatto un bel lavoro e che si aspettavano un aiuto più concreto». Prosegue il rapporto dei finanzieri: «Vincenzo (Procopio) aggiunge che “serve una botta” e si rende necessario “fare un intervento”. Gianni (Desiderio) gli dice di andare a parlare con Walter (Benedetto), dato che lui è il presidente della commissione, per verificare se è necessario intervenire presso Comastri, per poi passare la cosa a Ugo (Martinat)».

Quando Benedetto riferisce a Martinat che teme grane giudiziarie «per il cantiere di Modane» e lo informa che c’è di mezzo la Rocksoil della famiglia Lunardi, Martinat risponde: «Uh, cacchio!». E poi: «Vabbe’, pazienza, nella vita non si vince sempre...». Comastri e Benedetto brigano per far vincere a Procopio la gara d’appalto per la «discenderia» di Venaus (una delle gallerie d’accesso ai tunnel). Quando appare ben piazzata, invece, la società Geodata, i due sospendono la gara: «Geodata ha la maglia rossa, è vicina alla sinistra». La Guardia di finanza va allora nella sede di Ltf a sequestrare i documenti dell’appalto, ma i due li fanno sparire: «Li mandiamo su a Chambery». Comodo, lavorare alla frontiera.

Dalle intercettazioni emerge una certa arietta d’intese bipartisan per gli appalti ferroviari e stradali piemontesi, con Gavio ben introdotto anche negli affari che dipendono da Comune, Provincia e Regione, tutti di centrosinistra. Ma in questa storia d’appalti di rito sabaudo spunta anche l’ambasciatore Umberto Vattani, che ha contribuito a definire in sede internazionale l’architettura societaria per la gestione della Torino-Lione. E spuntano anche alcuni protagonisti della vecchia Tangentopoli. Quell’Ercole Incalza che fu travolto dallo scandalo di Lorenzo Necci (a lungo numero uno delle Ferrovie italiane), ma che fu poi subito riciclato nientemeno che come responsabile del gruppo Economia della commissione intergovernativa italo-francese che ha preparato l’iter per l’approvazione del supertunnel da parte dei rispettivi governi: oggi Incalza è consigliere del ministro Lunardi e membro del «gruppo Van Miert» in sede Ue. E quell’Emilio Maraini che insieme a Incalza fu il dirigente Fs più vicino a Necci, per anni numero uno della Italfer, la società incaricata della progettazione e della vigilanza sull’alta velocità.

Nel 1993 Maraini fu arrestato a Milano dal pool Mani pulite e negli interrogatori ammise le tangenti pagate come amministratore delegato di Ansaldo Trasporti per partecipare ai lavori delle metropolitane di Roma e di Milano. Poi, con un paio di rinvii a giudizio sul groppone, fu messo da Necci al vertice dell’Italfer, finché finì di nuovo in cella, nel 1998, per ordine dei magistrati di Perugia, in una delle tante inchieste sull’alta velocità. Forte di questo know-how, oggi Maraini è consigliere di Lunardi per gli affari internazionali.

Martinat e Gavio sospendono ogni conflittualità e fanno fronte comune quando si tratta di pretendere soldi pubblici. Martinat: «Tremonti vuol tagliare le spese. Noi sosteniamo la tesi opposta, bisogna sfondare ulteriormente. Andiamo a Bruxelles e diciamo affanculo... Abbiamo bisogno di soldi da investire quest’anno, il prossimo e quello seguente, se vogliamo vincere le elezioni! Secondo Tremonti, questo ministero dovrebbe spendere il 10 per cento in meno in strade, ferrovie eccetera». Gavio: «Roba da matti!». Così si decidono le grandi infrastrutture e le sorti del Paese. Le teste calde della Valsusa sono avvisate: non fermeranno il Progresso.


versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Giù le mani dalla Val di Susa !
by FdCA Thursday, Dec. 08, 2005 at 7:55 PM mail:

Giù le mani dalla Val di Susa !


Nelle prime ore del 6 dicembre 2005, uomini e donne che presidiavano la propria terra per impedire l'inizio dei lavori collegati all'alta velocità sono stati selvaggiamente caricati e sgombrati a Venaus.

Si tratta di una protesta spontanea e di massa, di una valle che si oppone allo scempio inutile di un'ennesima grande opera, di cui sono noti gli impatti negativi, ignoti i rischi, ma pericolosamente vaghi e indefiniti i benefici per la collettività (a parte i destinatari degli appalti e delle commesse).

La Val di Susa, da sempre valle di passaggio verso la Francia, si oppone ad essere trasformata in un corridoio desertificato da decenni di cantiere, si oppone a vedere le sue montagne sventrate per far passare il raddoppio di una linea ferroviaria già utilizzata solo al 38% e pretende di poter avere voce in capitolo sullo sviluppo del proprio territorio.

Nessuna autorità è stata in grado di rassicurare e convincere i valligiani, nessuna risposta credibile è stata data. Invece, dopo aver provato ad oscurare la protesta, dopo avere provato a screditarla con le provocazioni dei pacchi bomba, si cerca di seppellirla sotto i manganelli e le ruspe.

Venaus, come già Genova, è la prova che qualunque richiesta di democrazia e di partecipazione reale viene soffocata dalla repressione.

È la prova che possiamo essere clienti, o sudditi, ma non è previsto essere cittadini.

Questa democrazia fittizia, in cui ci viene chiesto ad ogni elezione di scegliere tra due volti sui cartelloni, espressioni dello stesso modello di sviluppo e di sfruttamento, mostra la sua vera faccia di poliziotto del capitale e degli affari.

Questa devolution che viene fatta passare per federalismo non sa fare altro che nascondersi dietro lo spauracchio dell'Europa per imporre con la forza bruta scelte non condivise.

Solidarietà agli abitanti della Val di Susa, che lottano insieme per riprendere nelle loro mani il loro territorio, le loro vite e il loro futuro.

Non vogliamo grandi opere per pochi ma servizi per tutti, treni decenti e sicuri per i pendolari e i lavoratori e salari adeguati e sicurezza per i ferrovieri, opere che servano allo sviluppo e non a far tagliare nastri di inizio lavori a generazioni di politici.

E vogliamo democrazia vera, come quella rappresentata oggi in Val di Susa da uomini e donne che sono capaci di interrogarsi su cosa vogliono del loro territorio, che hanno costruito un fronte unitario tra lavoratori, studenti, sindacati, commercianti, agricoltori e insieme sono capaci di opporsi a chi è disposto, letteralmente, a passare sopra i loro corpi pur di realizzare un'opera decisa altrove da qualcuno che non ha mai visto le loro montagne, da qualcuno per cui la TAV non è che una linea su un pezzo di carta o su una lavagna luminosa.

Perché spendere ancora miliardi di soldi pubblici (pagati da tutti) per un'opera che permetterà di andare da Torino a Parigi in 3 ore invece che in 5 ore come avviene oggi?

Chi ci guadagna?

NO TAV!

SÌ ALL'AUTOGESTIONE e ALLA RESISTENZA!

Federazione dei Comunisti Anarchici


http://www.fdca.it

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
VALSUSA TUNNEL SCAVARE BUCO NEL CAVEAU CON VERMINAIO BIPARTISAN
by Camillo COPPOLA Thursday, Dec. 08, 2005 at 8:10 PM mail: camillo.coppola@tin.it

DA TENDA LICENZIATI FABBRICA ACCUMULATORI EXIDE CASALNUOVO di NAPOLI in ASSEMBLEA PERMANENTE:
VALSUSA TUNNEL SCAVARE BUCO NEL CAVEAU CON VERMINAIO BIPARTISAN.
Girato da Camillo COPPOLA,militante SLAI COBAS di Pomigliano d'Arco(Napoli)
camillo.coppola@tin.it


----- Original Message -----
From: infoslai@fastwebnet.it
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Tuesday, December 06, 2005 5:28 PM
Subject: su val di susa

Noi della Valsusa? Siamo fuori dal tunnel

Altro che egoisti e localisti. Vivono da vent’anni in un grande cantiere. E ora hanno detto basta. Perché la nuova linea ferroviaria non serve. Perché temono l’amianto degli scavi. Perché sanno che i lavori stanno aprendo una nuova Tangentopoli, con vecchi protagonisti

di Gianni Barbacetto



l più grande scontro mai avvenuto in Italia tra interessi generali e interessi particolari. Tra i bisogni del Paese, anzi dell’Europa, e le richieste dei Nimby («not in my backyard»), quelli che dicono: ovunque, ma non nel mio cortile. Questo è Valsusa, secondo la vulgata corrente. C’è da fare una grande opera utile per il Paese, anzi per l’Europa. Il più lungo tunnel ferroviario del continente. La meraviglia – nome in codice: Corridoio 5 – che permetterà di unire Lisbona a Kiev. La soluzione che passando sotto le Alpi ridurrà da quattro ore a un’ora e mezzo i tempi di percorrenza tra Torino e Lione. Ma di più: il miracolo che permetterà di togliere un fiume di camion inquinanti dalla strada e di convogliarli su rotaia; il portento che quadruplicherà le capacità della ferrovia.

Di fronte a queste meraviglie, che dovrebbero far gongolare anche i verdi più verdi, un manipolo di oppositori si schiera invece inspiegabilmente contro, rifiuta il progresso, minaccia di fare le barricate. Nemici della modernità, Nimby, inguaribili egoisti: dal vescovo ai sindaci, dal presidente della Comunità montana all’ultimo dei valligiani. In questi chiari di luna, compito delle forze politiche responsabili, di destra e di sinistra, da Berlusconi a Fassino, è far capire che gli egoismi localistici non possono fermare i grandi progetti. Tutto chiaro, dunque, e fine dell’inchiesta vecchio stile.

Ma è proprio così? No. Perché chi voglia capire senza preconcetti che cos’è l’Alpetunnel del Frejus, chi provi senza partito preso né preclusioni ideologiche ad addentrarsi nel mare di cifre, tabelle, disegni, cartine, progetti, rapporti, finisce per scoprire che l’operazione Valsusa è (anche) una grande manovra di disinformazione. Ma procediamo con ordine.



Una valle paziente. Nimby? Venite qui a spiegarglielo, a quelli che in Valsusa ci abitano, che sono egoisti. Vivono da vent’anni in un cantiere. Ne hanno visti, di funzionari romani e di burocrati torinesi. Ne hanno sentite, di mirabolanti promesse. Hanno assistito al raddoppio della ferrovia (concluso nel 1977), che nei progetti doveva avere un traffico di 15 milioni di tonnellate di merci l’anno (mai raggiunto). Hanno visto crescere l’autostrada (aperta al traffico nel 1992), costruita nel loro fondovalle, ricavata nel letto della Dora. Hanno aspettato l’edificazione dei nuovi argini, che ancora non sono finiti. Hanno visto scavare le gallerie autostradali sul fronte di frana. Hanno subìto l’alluvione del 2000, perché il fiume si è alla fine vendicato. Hanno visto sorgere l’elettrodotto di Venaus. La centrale elettrica di Pont Ventoux. E hanno constatato che cos’è successo a Bardonecchia: l’unico Comune del Nord sciolto per mafia, perché i cantieri e i subappalti all’italiana hanno portato la ’ndrangheta al potere, con seguito di richieste di pizzo e traffici di eroina e cocaina e occupazione delle istituzioni.

Con tutto ciò, alcuni abitanti della Val di Susa stanno ancora aspettando i rimborsi degli espropri compiuti vent’anni fa per tracciare l’autostrada: molti soldi non sono ancora arrivati... Ne hanno viste di cose, ne hanno sentite di promesse, ne hanno conosciute di facce di bronzo. E oggi non si fidano più, racconta Claudio Giorno, ambientalista e sindacalista, per anni considerato troppo verde dai rossi e troppo rosso dai verdi. Aggiungeteci un piccolo particolare: nell’area tra Borgone e Bussoleno, dove dovrebbe essere costruito l’interscambio tra la vecchia e la nuova linea ferroviaria, continua a funzionare la Beltrame, un’acciaieria di seconda fusione, che ricicla cioè rottame e materiali ferrosi e che provoca tassi d’inquinamento (e di mortalità) tra i più alti d’Italia. È un giocattolino che pesa sull’ambiente 80 volte l’inceneritore di Brescia. E che libera nell’aria non soltanto diossina (prodotto dalla combustione), ma anche Pcb: da dove viene questo veleno? Non certo dal ferro: ma allora qualcuno sta facendo il furbo e usa la vecchia Beltrame per smaltire rifiuti proibiti? Questa però è un’altra storia e un’altra inchiesta.

Ma la pazienza dei valsusini è una, e i loro polmoni solo due. Come stupirsi se si allarmano quando vengono a sapere che, oltre alla diossina e al Pcb, nel loro cielo potrebbe arrivare anche l’amianto? A Balangero c’è la più grande cava d’amianto a cielo aperto d’Europa, ora naturalmente inattiva. Ora si viene a sapere che i detriti di scavo estratti dalle montagne (lo «smarino») saranno oltre 15 milioni di metri cubi: come dieci piramidi di Cheope. Dove metterle? Anche perché, secondo uno studio ufficiale dell’università di Siena, potrebbero contenere significative quantità d’amianto: «La possibilità che si verifichino condizioni di rischio sanitario è assolutamente rilevante», scrive l’oncologo Edoardo Gays dell’Azienda ospedaliera San Luigi d’Orbassano. L’amianto potrebbe infatti finire per essere disperso nell’aria.

Infine c’è l’uranio. Il cuore della montagna che, in futuro, sarà trivellata è radioattivo. Ma qui siamo fin troppo avanti. Meglio tornare al presente.



Una linea (abbastanza) inutile. La nuova linea ferroviaria del Frejus è una superopera che inizia a nord di Torino, imbocca la Valsusa, scompare per due volte nella montagna, ad Alpignano e a Bussoleno, con due gallerie (di 21 e 12 chilometri). Poi vola sul viadotto di Venaus, per infilarsi infine nel supertunnel, quel «tunnel di base» di 53 chilometri che sbuca in Francia, a Saint Jean de Maurienne. Poi altre due gallerie sul versante francese, Belledonne e Chartreuse, portano la linea a collegarsi con l’alta velocità che arriva a Lione.

Il tutto costa come quattro ponti sullo Stretto di Messina. Spiega Andrea Debernardi, di Polinomia, consulente della Comunità montana della Valsusa: il preventivo è di 2,4 miliardi di euro per la tratta nazionale italiana, 6,7 per il «tunnel base», 6,1 per la tratta nazionale francese. Totale: 15,2 miliardi di euro. Previsione dei tempi di realizzazione: 15 anni. Ma in letteratura, spiega il professor Marco Ponti del Politecnico di Milano, costi e tempi si dilatano almeno del 20 per cento. Viste le prevedibili difficoltà, la superlinea potrebbe costare una ventina di miliardi di euro ed essere pronta, se tutto andrà bene, nel 2023. Finché non sarà posata l’ultima traversina, la ferrovia sarà solo un costo, senza apportare alcun beneficio almeno parziale, senza poter aver alcuna utilizzazione intermedia. E poi che cosa succederà?

Il tunnel sotto la Manica è costato meno, 13 miliardi, ed è fallito non una, ma due volte. Per mancanza di traffico. E serve a unire Parigi e Londra, non (con tutto il rispetto) Torino e Lione. La superlinea che scavalcherà le Alpi è del tutto sovradimensionata, rispetto ai bisogni. Potrebbe convogliare su rotaia merci addirittura per 100 milioni di tonnellate l’anno, con previsione di farne passare 40 milioni: ci vorrebbero 350 treni al giorno, uno ogni quattro minuti, alla velocità di 120 chilometri all’ora, alternati a treni passeggeri da 220 chilometri all’ora. Così il gioco varrebbe forse la candela.

Peccato però che il traffico ferroviario transalpino sia in calo costante dal 2000, fatta eccezione per il Sempione e il Gottardo. Dal Frejus oggi passano merci per appena 7 milioni di tonnellate l’anno (erano 10 milioni nel 1997) e non c’è alcun segnale di svolta, né realistiche previsioni di una crescita così vertiginosa. Gli scambi Italia-Francia sono da lungo tempo consolidati, sono un business maturo in cui non si prevedono nuovi, clamorosi sviluppi. Del resto è già in corso il potenziamento della linea esistente che porterà a triplicare la sua capacità, fino a oltre 20 milioni di tonnellate: a che cosa servirà, allora, la nuova linea? E comunque, perché far arrivare le merci dalla Francia a 120 chilometri all’ora, quando poi, arrivate in Italia, si fermerebbero in qualche stazione e riprenderebbero la velocità media nazionale per i treni merci, che è di 19 chilometri all’ora?

E poi il 70 per cento delle merci che ora passa dal Frejus non corre lungo la direttrice est-ovest, ma quella nord-sud: vanno e vengono da e per Digione, Bruxelles, Londra. Su questa direttrice, le nuove linee svizzere del Gottardo e del Sempione sono più competitive. Quanto agli scambi continentali sull’ipotetica linea Lisbona-Kiev, tranquilli: si spinge tanto sulla Val di Susa come se da essa dipendessero per intero le gloriose sorti e progressive dello sviluppo continentale, ma a est di Trieste non si mette giù neppure un metro di rotaia.

Niente paura, dicono i fautori della Grande Opera: non ci sono solo le merci, ci sono anche i passeggeri. E così la linea nata come «alta velocità» per i passeggeri e poi diventata «ad alta capacità» per le merci ridiventa magicamente una linea «ad alta velocità» capace di spostare le persone lungo il mitico «Corridoio 5». Ma la grande corsa Lisbona-Kiev sarà difficile da fare, non foss’altro per il fatto che le ferrovie spagnole hanno uno scartamento diverso dal resto d’Europa. «E poi l’alta velocità c’è già. E non costa un centesimo allo Stato: si chiama Ryan Air», taglia corto il professor Marco Ponti. «Un biglietto aereo low cost ha un prezzo inferiore ai biglietti ferroviari, ma soprattutto non richiede denaro pubblico, quello che le ferrovie invece inghiottono in dosi pantagrueliche».

Difficile infine poter definire «ad alta velocità» una linea quasi tutta in galleria, intasata dai treni merci, che correrà non a 300, ma al massimo a 120 chilometri all’ora. Alla fine, come dimostra Debernardi, la tanto sbandierata «alta velocità» tra Lione e Torino farà risparmiare soltanto un’oretta. Anche perché – udite udite – per poter entrare in Torino i treni veloci dovranno correre non sulla nuova superlinea, ma sulla vecchia ferrovia già esistente.

In compenso, il nodo torinese entro cinque anni scoppierà. Anche Milano non sta benissimo quanto a sistema dei trasporti. Ma per risolvere il problema Torino e il problema Milano non ci saranno soldi: tutti impegnati nel supertunnel che piace tanto al ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi.

Treni? No, tunnel. L’architettura societaria per fare l’Alpetunnel è un’invenzione che supera perfino quella dell’alta velocità o del ponte sullo Stretto, con apparenza privata e soldi tutti pubblici. Per il nuovo Frejus si sono alleate le ferrovie francesi (Rff) e quelle italiane (Rfi) che insieme, al 50 per cento, hanno costituito la Ltf, Lyon Turin Ferroviaire, con il compito di progettare la superlinea e appaltare i lavori. In questo caso non hanno fatto neppure finta di tirare in ballo investimenti privati, project financing, redditività futura: paga Pantalone e basta. Con quali soldi, visti i conti dello Stato, resterà un mistero.

Ma l’importante è mettere in moto la macchina dei finanziamenti, che poi si autoalimenterà. A nessuno interessa veramente il risultato, che arriverà (forse) tra vent’anni. «Treni? Qui non si parla di treni, ma di tunnel», ripetono i funzionari delle ferrovie. L’importante è scavare, e cominciare il più presto possibile. Aprire cantieri. Far girare i soldi. Oggi, subito. Che cosa importa che il tunnel sotto la Manica sia già fallito due volte? E che l’Alpetunnel (200 chilometri complessivi) costi 15 miliardi di euro, mentre il molto più utile Gottardo (270 chilometri) ne costi solo 12? In tutto ciò, Ltf è il Pantalone che pagherà. Un Pantalone asimmetrico: benché il controllo della società sia al 50 per cento dei francesi e al 50 per cento degli italiani, per decisione presa da Lunardi gli italiani pagheranno di più, il 63 per cento della tratta internazionale (4,2 miliardi) più l’intera tratta nazionale (2,4 miliardi), per un totale di 6,6 miliardi di euro; eppure la supergalleria è solo 8 chilometri in territorio italiano e 45 in suolo di Francia.

Ma che importa? A incassare, tanto per cominciare, sarà la Rocksoil della famiglia Lunardi, incaricata dei «sondaggi» (le prime trivellazioni) in Francia: così sarà ipocritamente aggirato il conflitto d’interessi del signor ministro delle Infrastrutture. In Italia incasserà la Cmc di Ravenna, già pronta a iniziare i «sondaggi» sul territorio nazionale. Con la Cmc, cooperativa rossa, la Grande Opera diventa bipartisan. Benedetta anche dai vertici dei Ds, da Piero Fassino in giù, fino all’uomo degli affari della Quercia a Torino, il molto attivo capogruppo alla Provincia Stefano Esposito. E benedetta malgrado la fiera opposizione dei diessini della Valsusa, sindaci compresi e con in testa Antonio Ferrentino, presidente della Comunità montana Bassa Valle di Susa. Ma, del resto, responsabile nazionale delle Infrastrutture per i Ds è quel Cesare De Piccoli che fu indagato e processato (e poi salvato dalla prescrizione) per aver incassato mazzette dalla Fiat, ai bei tempi di Tangentopoli, sui conti Accademia, Carassi, Linus...

Costi (tanti) e benefici (pochi). Dunque il (poco) tempo risparmiato dai (pochi) passeggeri non giustifica un investimento così massiccio. Il promesso incremento delle merci che potranno essere trasportate con i treni non combacia con previsioni attendibili su un reale aumento delle merci da trasportare. Che cosa resta, allora, della grande impresa? Ci saranno grandi benefici ambientali, ribattono i sostenitori del tunnel, perché le merci potranno passare dai camion (inquinanti) al treno. Illusione, sostiene più d’uno studioso. Il professor Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino, consulente dei comitati NoTav, ricorda che in Italia soltanto il 17 per cento delle merci viaggia su rotaia e la quota non è purtroppo molto incrementabile. Per spostare piccoli numeri dalla gomma al ferro, bisogna sopportare costi pubblici immensi. Le ferrovie, del resto, nel loro complesso sono costate in 15 anni all’Italia quanto il Progetto Apollo agli Stati Uniti. E non abbiamo mandato nessuno sulla Luna.

Marco Ponti taglia corto: «La ferrovia è una tecnologia dell’Ottocento, è ottima per trasportare per lunghi tratti merci pesanti, che produciamo sempre meno, o grandi numeri di passeggeri nelle aree metropolitane; legname, non microchip o abiti di Armani. E poi ha bisogno di immensi finanziamenti dello Stato, che oggi non ci sono più. Ora, invece, varrebbe la pena di ridurre le emissioni differenziando i pedaggi e le tassazioni per i camion: far pagare molto quelli che inquinano di più, così da rendere economico il rinnovo del parco mezzi circolante. Così il beneficio ambientale sarebbe diffuso, non limitato a una sola tratta. Se proprio poi si volesse aumentare la capacità di trasporto merci, allora converrebbe realizzare il raddoppio del tunnel stradale del Frejus: costa un decimo e le emissioni possono essere ridotte con i pedaggi fortemente differenziati».

Non ci saranno neppure grandi benefici occupazionali: lo scavo di tunnel è un lavoro ormai molto automatizzato. «Si metterebbe molto di più in moto l’economia e l’occupazione con un grande piano di ristrutturazione delle periferie urbane», valuta Ponti.



I furbetti del tunnellino. Tangentopoli ci ha insegnato che quando girano soldi pubblici, spesso c’è chi ne approfitta. L’alta velocità è la Tangentopoli del futuro, prevedeva in un suo libro, qualche anno fa, lo studioso bolognese Ivan Cicconi. Il futuro è già qui, anche se ancora non conosciamo nei particolari il nuovo sistema della corruzione. Conosciamo però il curriculum di alcuni degli uomini impegnati nella grande festa dei tunnel e delle linee ferrate. Di Lunardi, ministro e progettista, sono pubblici i coinvolgimenti nei lavori (mediante società di famiglia), anche se la Ltf li nega decisamente. Alcune inchieste giudiziarie, poi, evidenziano l’attivismo negli appalti di Ugo Martinat, esponente di An e viceministro delle Infrastrutture, gran burattinaio degli affari piemontesi ora indagato per turbativa delle gare per la Torino-Lione, oltre che per i Giochi olimpici. L’inchiesta sta evidenziando la regia discreta, negli appalti sabaudi, del costruttore Marcellino Gavio, attorniato da una cupola di ex funzionari di una delle sue aziende, la Sitaf, che oggi hanno fatto carriera in proprio e da democristiani o socialisti si sono «riposizionati» in area An.

Le intercettazioni telefoniche realizzate dalla Guardia di finanza svelano i retroscena dei maneggi compiuti da questi ex uomini di Gavio, tra cui Vincenzo Procopio, oggi titolare della Stef, la società che ha progettato l’autostrada Torino-Bardonecchia, Walter Benedetto, responsabile della direzione lavori di Ltf, e Gianni Desiderio, del comitato direttivo dell’Agenzia olimpica. Non sospettando di essere intercettati, parlano tra loro e con Paolo Comastri, numero uno italiano della società mista Ltf: chiacchiere tutte da verificare, da furbetti del tunnellino. Desiderio, per esempio, racconta al telefono che la società Stone è del ministro (vorrà dire Lunardi?) e che si è alleata con l’Alpina di Milano, una «scatola vuota» che sarebbe stata messa in campo da Gavio: «Ci ha fottuti, vi ha fottuto», dice Desiderio a Benedetto. Procopio, che nelle conversazioni telefoniche viene definito «il cassiere di Martinat», s’arrabbia nei confronti di Gavio, lo sospetta di brogli nelle gare e progetta di far arrivare contro di lui interpellanze in Parlamento. Poi lo va a trovare, si tranquillizza e il giorno seguente spiega la situazione a Benedetto. Infine riferisce a Desiderio «di aver appreso dai comuni amici della Metropolitana milanese che non è stato fatto un bel lavoro e che si aspettavano un aiuto più concreto». Prosegue il rapporto dei finanzieri: «Vincenzo (Procopio) aggiunge che “serve una botta” e si rende necessario “fare un intervento”. Gianni (Desiderio) gli dice di andare a parlare con Walter (Benedetto), dato che lui è il presidente della commissione, per verificare se è necessario intervenire presso Comastri, per poi passare la cosa a Ugo (Martinat)».

Quando Benedetto riferisce a Martinat che teme grane giudiziarie «per il cantiere di Modane» e lo informa che c’è di mezzo la Rocksoil della famiglia Lunardi, Martinat risponde: «Uh, cacchio!». E poi: «Vabbe’, pazienza, nella vita non si vince sempre...». Comastri e Benedetto brigano per far vincere a Procopio la gara d’appalto per la «discenderia» di Venaus (una delle gallerie d’accesso ai tunnel). Quando appare ben piazzata, invece, la società Geodata, i due sospendono la gara: «Geodata ha la maglia rossa, è vicina alla sinistra». La Guardia di finanza va allora nella sede di Ltf a sequestrare i documenti dell’appalto, ma i due li fanno sparire: «Li mandiamo su a Chambery». Comodo, lavorare alla frontiera.

Dalle intercettazioni emerge una certa arietta d’intese bipartisan per gli appalti ferroviari e stradali piemontesi, con Gavio ben introdotto anche negli affari che dipendono da Comune, Provincia e Regione, tutti di centrosinistra. Ma in questa storia d’appalti di rito sabaudo spunta anche l’ambasciatore Umberto Vattani, che ha contribuito a definire in sede internazionale l’architettura societaria per la gestione della Torino-Lione. E spuntano anche alcuni protagonisti della vecchia Tangentopoli. Quell’Ercole Incalza che fu travolto dallo scandalo di Lorenzo Necci (a lungo numero uno delle Ferrovie italiane), ma che fu poi subito riciclato nientemeno che come responsabile del gruppo Economia della commissione intergovernativa italo-francese che ha preparato l’iter per l’approvazione del supertunnel da parte dei rispettivi governi: oggi Incalza è consigliere del ministro Lunardi e membro del «gruppo Van Miert» in sede Ue. E quell’Emilio Maraini che insieme a Incalza fu il dirigente Fs più vicino a Necci, per anni numero uno della Italfer, la società incaricata della progettazione e della vigilanza sull’alta velocità.

Nel 1993 Maraini fu arrestato a Milano dal pool Mani pulite e negli interrogatori ammise le tangenti pagate come amministratore delegato di Ansaldo Trasporti per partecipare ai lavori delle metropolitane di Roma e di Milano. Poi, con un paio di rinvii a giudizio sul groppone, fu messo da Necci al vertice dell’Italfer, finché finì di nuovo in cella, nel 1998, per ordine dei magistrati di Perugia, in una delle tante inchieste sull’alta velocità. Forte di questo know-how, oggi Maraini è consigliere di Lunardi per gli affari internazionali.

Martinat e Gavio sospendono ogni conflittualità e fanno fronte comune quando si tratta di pretendere soldi pubblici. Martinat: «Tremonti vuol tagliare le spese. Noi sosteniamo la tesi opposta, bisogna sfondare ulteriormente. Andiamo a Bruxelles e diciamo affanculo... Abbiamo bisogno di soldi da investire quest’anno, il prossimo e quello seguente, se vogliamo vincere le elezioni! Secondo Tremonti, questo ministero dovrebbe spendere il 10 per cento in meno in strade, ferrovie eccetera». Gavio: «Roba da matti!». Così si decidono le grandi infrastrutture e le sorti del Paese. Le teste calde della Valsusa sono avvisate: non fermeranno il Progresso.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Esiste solamente una montagna di denaro senza fine sulla quale gettarsi con voracità assas
by Camillo COPPOLA Friday, Dec. 09, 2005 at 10:21 AM mail: camillo.coppola@tin.it

Esiste solamente una montagna di denaro senza fine sulla quale gettarsi con
voracità assassina ed una montagna di roccia da sventrare al più presto per
garantire la sopravvivenza del bengodi.

Girato da Camillo COPPOLA,militante SLAI COBAS di Pomigliano d'Arco(Napoli),
uno della tenda dei licenziati della ex fabbrica accumulatori EXIDE
Casalnuovo di Napoli.

da: http://www.socialpress.it/article.php3?id_article=1112
----- Original Message -----
From: SocialPress <info@socialpress.it>
To: <camillo.coppola@tin.it>
Sent: Thursday, December 08, 2005 8:31 PM
Subject: Articolo inviato a camillo.coppola@tin.it tramite
Socialpress.it:Incubo Tav

Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Marco Cedolin

La storia che voglio raccontarvi parla di grandi capitali e di piccoli
uomini, di treni che correranno vuoti a 300 km/h dentro a gallerie scavate
nell'uranio, di società private costituite con il denaro pubblico, piramidi
di Cheope fatte di smarino e grattacieli di fibre d'amianto, di cittadini
che difendono i propri diritti additati come canaglie e di canaglie senza
scrupoli che si fingevano persone attente all'ambiente e ai diritti dei
propri cittadini, di sindaci bastonati dalla polizia in una Valle decisa a
resistere all'ennesimo stupro del proprio territorio, di come un grande
investimento non produrrà altro che impoverimento, di quando le parole
degli esperti vengono trasformate in sussurri ed il biascicare incompetente
dei politici assurge a realtà incontrovertibile.

La storia inizia il 7 agosto 1991 con la nascita di Tav spa, la società a
capitale misto pubblico e privato deputata a costruire in Italia quasi 900
km di linee ferroviarie per i treni ad alta velocità. In realtà dopo il
disastroso risultato economico del tunnel sotto la Manica non si riscontrava
assolutamente traccia di privati disposti a rischiare il proprio capitale
nella costruzione di grandi infrastrutture e quello di presentare Tav spa
come una società a capitale misto era un mero artificio volto a far si che
l'Italia potesse rispettare i parametri di Maastricht che imponevano il
rapporto deficit-pil al 3%. Lo Stato garantì il finanziamento del 40% in
conto capitale, mentre finanziò il restante 60% (quello di appannaggio dei
privati) attraverso prestiti bancari, accollandosi gli interessi degli
stessi fino al completamento dell'opera. Il 10 marzo 1998 le Ferrovie di
Stato che detenevano la maggioranza del capitale pubblico acquisirono il
100% di Tav spa e dal primo gennaio del 2003, ormai nell'ambito della "legge
obiettivo" Tav spa è entrata nell'orbita di Infrastrutture spa, il cui
azionista unico è la Cassa Depositi e Prestiti. Tutto questo gioco di
scatole cinesi, nato una quindicina di anni fa dalla fervida fantasia
dell'allora ministro del Bilancio Cirino Pomicino e perfezionato poi dal
governo Berlusconi sotto il nome di "project financing" ha come unico scopo
quello di permettere allo Stato di contrarre enormi debiti, senza però
doverli iscrivere nel proprio Bilancio, evitando così che essi incidano nei
parametri del Patto Europeo di stabilità. I privati esistono veramente ma
rivestono il ruolo di General Contractor grazie al perfezionamento di
un'altra "intuizione" del buon Cirino Pomicino. Fiat IRI ed ENI (i General
Contractor) sono concessionari con l'esclusione della gestione, hanno cioè
tutti i poteri del committente pubblico nella gestione dei subappalti, nella
direzione dei lavori, negli espropri, ma non hanno poi la gestione diretta
dell'opera, (caso unico in Europa) per cui il loro solo interesse, essendo
disancorati dalla successiva gestione, sarà quello di fare durare i lavori
il più a lungo possibile al fine di fare levitare al massimo la spesa.
Inoltre il General Contractor a differenza del concessionario tradizionale
di lavori o servizi pubblici potrà affidare i lavori a chi vuole anche con
trattativa privata ed essendo un privato non sarà mai perseguibile per
corruzione, in quanto eventuali tangenti potranno essere giustificate sotto
forma di "provvigioni". Un'architettura senza dubbio ingegnosa attraverso la
quale si trasferisce tutto il rischio d'impresa dal privato allo Stato che
alla fine dei lavori sarà però costretto a restituire i prestiti delle
banche, aprendo così una voragine senza fondo nella quale precipiterà
giocoforza la nostra già fragile economia. La conseguenza di tutto ciò è che
il progetto dell'Alta Velocità, presentato nel 1991 con un costo previsto di
26.180 miliardi di lire, rischierà invece di costare, una volta terminato in
un lontano futuro, circa 80 miliardi di euro e gli italiani ne pagheranno i
debiti fino al 2040 ad un ritmo di 2 miliardi e 300 milioni di euro l'anno.

Ci sarebbero molte altre cose da raccontare concernenti questi 14 anni nei
quali il progetto Alta Velocità ha preso forma e mosso i suoi primi passi,
anni nei quali la zona del Mugello è stata devastata dalle gallerie con
conseguenze idrogeologiche irreversibili, anni nei quali personaggi legati a
doppio filo alla politica e all'imprenditoria come Necci Lorenzo, Pacini
Battaglia, Icalza Ercole e molti altri si sono spartiti tangenti
miliardarie, sono stati indagati, hanno corrotto giudici, vinto e perso
processi, il tutto continuando a mantenere sempre posizioni preminenti
all'interno delle istituzioni. Anni di grossi guadagni per chi come
l'attuale ministro delle infrastrutture Pietro Lunardi, attraverso la
Roksoil azienda di famiglia si è aggiudicato un numero infinito di opere e
consulenze o chi come Romano Prodi fondò la Nomisma, società bolognese
indagata nel 1992 nell'ambito di una consulenza miliardaria sull'Alta
Velocità, le cui conclusioni a fronte di un'analisi quanto mai approfondita
e retribuita si manifestavano nell'enunciato che "la velocità fa risparmiare
tempo". Anni nei quali 13.779 lavoratori impegnati nel progetto Tav hanno
lavorato a ciclo continuo con turni che potevano impegnarli anche per 48 ore
di seguito, in gallerie dove l'aria era inquinata, la luce poca ed i rischi
molti, come molti sono stati fra loro gli operai deceduti in incidenti sul
lavoro. Basti pensare che nei soli primi 6 mesi di lavori sulla tratta
Torino - Novara si sono annoverati 350 infortuni dei quali 2 mortali.
Ma la storia che voglio raccontarvi è una storia ad Alta Velocità, dove non
esiste tempo per soffermarsi a riflettere, valutare i giudizi degli esperti,
confrontarsi con le istituzioni locali. Esiste solamente una montagna di
denaro senza fine sulla quale gettarsi con voracità assassina ed una
montagna di roccia da sventrare al più presto per garantire la sopravvivenza
del bengodi. Il progetto per la costruzione della Linea ferroviaria Alta
Velocità - Alta Capacità Torino - Lione si è evidenziato fin da subito come
il più scellerato ed economicamente dispendioso dell'intero programma Tav e
la nostra storia vuole entrare nel merito delle motivazioni che hanno spinto
decine di migliaia di persone ad osteggiarlo con veemenza fin dalla sua
nascita.
L'intenzione dei progettisti è quella di costruire un tracciato che
partendo da Settimo Torinese (periferia nord est di Torino) attraversi buona
parte della Valle di Susa per poi sbucare in Francia attraverso un tunnel di
52 km sotto il massiccio dell'Ambin. Tale tracciato accreditato come parte
integrante di un fantomatico "Corridoio 5 Lisbona - Kiev" viene definito
indispensabile ed irrinunciabile dalla maggior parte degli uomini politici
di ogni razza e colore, nonché dalla Confindustria e da tutti i poteri forti
che attendono di spartirsi le enormi somme di denaro garantite dall'opera
per almeno i prossimi 15 anni. Le ragioni addotte per suffragare la
necessità assoluta del progetto si sono sempre limitate a demagogiche
affermazioni secondo le quali la Torino - Lione sarebbe indispensabile al
rilancio del Piemonte che senza di essa resterebbe isolato dall'Europa,
oppure a proclami privi di fondamento secondo i quali l'opera risulta
indispensabile per l'innovazione del sistema dei trasporti italiano e
garantirà un enorme ritorno sia dal punto di vista economico che da quello
occupazionale. E' stata anche ventilata, in realtà senza troppa convinzione,
la necessità di garantire attraverso l'opera la gestione del supposto futuro
incremento dei flussi passeggeri e commerciali, nonché ipotizzato un futuro
trasferimento alla rotaia del traffico su gomma tramite le navette in grado
di trasportare i Tir, con conseguenze positive in termini d'inquinamento
ambientale.
Quando le commissioni tecniche, scientifiche e gli esperti hanno iniziato
nel corso degli anni ad analizzare il progetto nelle sue varie sfaccettature
è però emersa una realtà in profonda distonia con le roboanti dichiarazioni
della folta schiera di politici, pennivendoli e mestieranti vari che si sono
prodigati e si prodigano nel tentativo di dare alla Torino - Lione una
patente di "opera necessaria" che non ha assolutamente ragione di esistere.
Quella di un Piemonte isolato dal resto d'Europa è un'affermazione talmente
assurda da meritare di albergare solo nella fantasia di una mente malata.
Lungo la sola la Valle di Susa passano infatti attualmente circa il 35%
delle merci che valicano le Alpi, troppe veramente per una regione in stato
d'isolamento. La Valle di Susa è una valle alpina larga in media solamente
1,5 km con abbondanza d'insediamenti abitativi ed industriali. Attraverso di
essa già oggi passano un'autostrada, due strade statali, una linea
ferroviaria passeggeri e merci a doppio binario, un fiume, molteplici strade
provinciali, acquedotti, condutture del gas, linee elettriche aeree ed
interrate. Dovrebbe essere evidente per chiunque come una realtà naturale
già così fortemente violentata non sia assolutamente in grado di sostenere
il peso di nuove pesanti infrastrutture, se non al prezzo di conseguenze
disastrose sia per il territorio che per la qualità di vita di coloro che lo
abitano. La costruzione della Torino - Lione comporterà nella sola parte
italiana l'estrazione dalle gallerie di 16 milioni di metri cubi di smarino
(almeno 6 volte il volume della piramide di Cheope) per i quali occorreranno
2.500.000 passaggi di camion solo per stoccare nelle varie discariche i
materiali di risulta. I recenti studi d'ingegneria dei trasporti affermano
che quando tra una quindicina di anni l'opera sarà terminata solo l'1%
dell'attuale traffico su gomma si trasferirà sulla ferrovia. La
contropartita di questo deludente risultato sarà
pagata in maniera salatissima dai cittadini della Valle e della cintura di
Torino, in quanto si calcola che durante questi 15 anni almeno 500 camion
circoleranno giorno e notte per il trasporto dei materiali di scavo dai
tunnel ai luoghi di stoccaggio, con il conseguente aumento d'inquinanti,
polveri e rumore. Oltre ai grossi rischi di natura idrogeologica
focalizzati nella bassa valle, ad elevato rischio alluvionale, le cui
conseguenze potrebbero ripercuotersi in maniera drammatica anche sulla città
di Torino, gli studi hanno messo in evidenza due punti di estrema criticità
del progetto Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione.
Il primo riguarda la galleria di 23 km Musinè/Gravio che dovrebbe
attraversare un terreno caratterizzato da rocce ricche di amianto. Secondo
le analisi commissionate dalla Rete Ferroviaria Italiana ai geologi
dell'Università di Siena il volume previsto di materiale estratto contenente
amianto dovrebbe essere di almeno 1.150.000 metri cubi. Non risulta sia
stato previsto alcun piano di sicurezza volto ad impedire la dispersione
delle fibre d'amianto durante le fasi di lavorazione e di stoccaggio. La
metà del materiale estratto contenente amianto (paragonabile per volume ad
un grattacielo alto 400 metri) è previsto sia stoccata in un sito a cielo
aperto nei pressi del comune di Almese, senza nessuna protezione e
giocoforza esposto ai forti venti di fhon che spesso soffiano nella valle
(mediamente per 40 giorni all'anno) in direzione Torino. In un dossier
curato dal dottor Edoardo Gays, oncologo dell'ospedale San Luigi di
Orbassano viene sottolineato come l'amianto, riguardo al quale non esiste
per l'uomo una soglia minima di tollerabilità, causa oltre ad altre
affezioni il mesotelioma pleurico, un tumore maligno che si manifesta anche
dopo 15, 20 anni dall'inalazione delle particelle, esso porta al decesso in
media entro 9 mesi dal momento della diagnosi ed ha un tasso di mortalità
nell'ordine del 100%. Sempre il dottor Gays nel suo studio esprime grossa
preoccupazione per le conseguenze degli scavi e dello stoccaggio dei
materiali contenenti amianto sulla salute dei cittadini ed afferma che alla
luce di queste condizioni le morti per mesotelioma rischieranno di aumentare
di oltre 100 volte su scala regionale.

Il secondo punto critico è costituito dal tunnel di 52 km che dovrà correre
sotto il massiccio dell'Ambin, preceduto da una galleria di prospezione
lunga oltre 7 km e del diametro di 6 metri. All'interno del massiccio
dell'Ambin sono infatti presenti numerosi giacimenti di uranio, come
documentato dal CNR fin dal 1965. Per maggior precisione il materiale
presente è pechblenda, una forma particolarmente radioattiva. Una parte
dello smarino estratto sarà perciò con tutta probabilità carica di
radioattività ed estremamente pericolosa sia in fase di scavo che di
stoccaggio. L'uranio si disperde nell'aria e può essere inalato, inoltre
contamina le falde acquifere e va ad inquinare i corsi d'acqua che possono
essere utilizzati per l'irrigazione. L'uranio se inalato o ingerito provoca
contaminazione interna e può essere causa di linfomi e leucemie. Occorre
anche sottolineare che la distribuzione delle falde acquifere all'interno
del massiccio dell'Ambin è estremamente complessa e le conseguenze degli
scavi rischiano di compromettere gravemente il sistema idrografico
dell'area, come già avvenuto nel corso degli scavi delle gallerie per la
linea Alta Velocità Firenze - Bologna nella zona del Mugello.
Se alla luce delle analisi fin qui esposte il progetto della linea
ferroviaria Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione si dimostra in
maniera incontrovertibile un'opera altamente pericolosa per la salute e
l'incolumità dei cittadini, non solo della Valle di Susa ma anche della
cintura torinese e del capoluogo stesso, anche gli studi inerenti
all'utilità ed al ritorno economico del tracciato mostrano imbarazzanti
incongruenze nel merito delle quali non si può evitare di entrare. I
traffici di lunga distanza sull'asse Lisbona - Kiev, che motiverebbero il
concetto di "Corridoio 5" sono ad oggi irrilevanti. Il traffico passeggeri
di lunga distanza si muove e si muoverà in aereo, poiché risulta ampiamente
dimostrato come le ferrovie ad Alta Velocità non siano assolutamente
competitive nelle distanze superiori ai 500 km. I traffici merci di lunga
distanza sono estremamente esigui, la velocità non è un requisito
fondamentale (basta osservare il successo delle ferrovie statunitensi con
velocità commerciali nell'ordine dei 30 km/h.) anzi contribuisce ad
aumentare i costi a dismisura, favorendo sull'asse in oggetto l'alternativa
marittima.
L'attuale linea ferroviaria Torino - Modane è oggi utilizzata solamente al
38% della sua capacità. Le navette predisposte per il caricamento dei Tir
sono state usate solo durante il breve periodo di chiusura del Frejus,
altrimenti partono ogni giorno vuote. Gli unici due treni giornalieri del
collegamento ferroviario diretto Torino - Lione sono stati soppressi per
mancanza di passeggeri. Una scarsità di traffico davvero disarmante per una
direttrice così importante da giustificare l'investimento di 21 miliardi di
euro (la metà dei quali di competenza italiana) al fine di dotarla di una
linea ad Alta Velocità.
Negli anni passati, quando ancora la pesante crisi economica europea non si
era manifestata in tutta la sua interezza, il governo aveva affidato ad una
società molto quotata, la Setec Economie il compito di valutare i benefici
dell'opera. Tale società aveva analizzato i volumi tendenziali di traffico
per gli anni a venire, stimando con un ottimismo che alla luce della
contrazione odierna del mercato non può che far sorridere, un volume di
traffico che avrebbe dovuto attestarsi nel 2015 intorno ai 174 treni/giorno.
La linea esistente, una volta effettuati gli interventi di potenziamento
previsti, molti dei quali già in corso dovrebbe consentire già nel 2008 una
capacità di circa 220 treni/giorno, un valore ampiamente compatibile con
qualsiasi ottimistica previsione.
Alla luce di questi dati si stenta veramente a comprendere, se non
nell'ottica della spartizione mafiosa dei finanziamenti pubblici, per quale
arcana ragione anziché perseguire lo sfruttamento della linea attuale
ottimizzandone le potenzialità, s'intenda invece portare a termine un
progetto totalmente inutile come quello della linea ferroviaria Alta
Velocità - Alta Capacità Torino - Lione, finalizzata ad una capacità di
trasporto superiore di oltre 5 volte agli attuali livelli di traffico,
oltretutto alla luce del fatto che detti livelli anziché in crescita
esponenziale come si prevedeva nel passato sono scesi del 9% solamente
nell'ultimo anno. Appare inoltre lapalissiano come il costo esorbitante di
un'opera di queste dimensioni, stimato in circa 11 miliardi di euro per la
sola competenza italiana e passibile (come l'esperienza ci insegna) di
ulteriori notevoli incrementi durante i 15 anni di lavori, non potrà
assolutamente essere ammortizzato attraverso i ricavi derivanti da un
traffico composto da elementi di sola fantasia. Tale costo ricadrà per forza
di cose sulle spalle di tutta la collettività con effetti a dir poco
disastrosi.
La storia che ho voluto raccontarvi si è ormai trasformata in pura cronaca
di attualità, una cronaca che vede riproporsi la biblica lotta di Davide
contro Golia.
Da un lato i cittadini della Valle di Susa e tutti gli abitanti dell'area
torinese che hanno avuto la sensibilità e la capacità di riuscire a
comprendere i termini del problema pur attraverso la disinformazione messa
in atto dai grandi media asserviti alle ragioni della politica. Insieme a
loro i sindaci dei comuni della Valle, alcuni studiosi, medici ed esperti
che si manifestano quali spiriti liberi non aggiogati al carro dei potenti,
nonché esigue frange della politica appartenenti ai Verdi ed a Rifondazione
Comunista.
Dall'altro le arroganti falangi del potere, i ministri del governo insieme
agli onorevoli dell'opposizione, fino ad arrivare al Presidente della
Regione Piemonte Mercedes Bresso (donna che per l'occasione è giunta al
punto di abiurare ogni parola esperita in tanti anni di militanza
ambientalista) ed al sindaco di Torino Sergio Chiamparino. Tutti uniti,
coesi, forti di quella protervia che deriva loro dalla consapevolezza di
poter gestire l'opinione pubblica attraverso le televisioni, i giornali e
gli esperti compiacenti, convinti di potere reprimere ogni forma di protesta
con la furia belluina della polizia e la militarizzazione del territorio.
Il primo scontro si è già svolto il 31 ottobre, quando il potere ha usato i
manganelli della polizia per bastonare i tanti, tantissimi cittadini, nonché
alcuni sindaci che si erano inerpicati sulla montagna sopra Monpantero nel
tentativo d'impedire la conquista del primo lembo della loro terra, sul
quale sarebbe stata installata la prima trivella a sancire di fatto l'inizio
dell'opera. Il lembo di terra è stato conquistato solo con l'ausilio
dell'inganno, in maniera probabilmente illegale ed è ora presidiato dalla
polizia. Le trivelle non hanno ancora potuto mettersi in moto ma la
Presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso ed il sindaco di Torino
Sergio Chiamparino si sono già espressi con durezza, affermando che la
ferrovia Alta Velocità - Alta Capacità Torino - Lione si farà in ogni caso,
poiché si tratta di un progetto irrinunciabile e nessun tipo di protesta
riuscirà ad impedirne la realizzazione. In risposta al rifiuto di ogni
dialogo che non passi attraverso l'uso dei manganelli da parte delle
istituzioni, il 16 novembre tutta la Valle di Susa si è fermata, unita in
uno sciopero generale contro l'ennesima violenza perpetrata nei confronti
del territorio e dei suoi abitanti. Almeno 80.000 persone di tutte le età e
di tutti i ceti sociali hanno ribadito pacificamente ma con estrema fermezza
il proprio no alle trivellazioni e alla militarizzazione della loro terra.
La storia ovviamente non finisce qui e come tutte le storie potrà riservare
infinite sorprese anche a coloro che si sentono onnipotenti quando tengono
in mano il bastone del potere. I contestatori NO TAV della Valle di Susa
potrebbero un giorno di questi apparire al resto d'Italia nella loro veste
reale, non uno sparuto gruppo di estremisti ecologisti, no global, luddisti,
nemici del progresso, bensì semplicemente tanti cittadini coraggiosi
disposti a mettersi in gioco e lottare per difendere i loro diritti, la
propria salute e la propria terra. Quel giorno potrebbero diventare
tantissimi e poi ancora di più, così tanti da uscire dall'invisibilità nella
quale si è cercato per lungo tempo di nasconderli, troppi perché i
poliziotti possano bastonarli tutti, ed allora forse inizierà una storia
diversa che parlerà di treni costruiti per essere utili alla qualità di vita
dell'uomo e non di uomini sacrificati nel nome dei treni e della velocità.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Potenza con la val di susa
by b*c Friday, Dec. 09, 2005 at 11:17 AM mail: gcpotenza@libero.it

Basta con le violenze del governo in Val di Susa!

Nella notte migliaia di agenti in tenuta antisommossa hanno attaccato e distrutto il presidio a cui avevano dato vita nei mesi scorsi i cittadini della Val di Susa.
Picchiate e arrestate centinaia di persone, strappate le fasce tricolore a vari sindaci e anch’essi malmenati.

Continua la violenza inaudita del governo delle destre iniziata a Genova 2001.

Il ministro Pisanu deve rispondere in Parlamento e al paese dei gravissimi abusi operati in Val di Susa.

L’alta velocità in Val di Susa è un’opera che serve solo agli affaristi che la vogliono realizzare, a partire dal ministro Lunari.

Chiediamo la smilitarizzazione della Valle (ci sono oltre duemila agenti in assetto antisommossa).

Chiediamo la sospensione del progetto, e l’apertura di un tavolo di discussione per permettere la partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano il loro territorio.

Mobilitiamoci!

>>>partecipiamo al presidio che si terra venerdì 9 dicembre a Potenza, in piazza prefettura dalle ore 17.00

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
la non-violenza contro il TAV
by piccolo cane Friday, Dec. 09, 2005 at 5:03 PM mail: canecheulula@hotmail.com

se saremo tutti uniti e non ci abbasseremo al loro gioco(la violenza)ce la faremo!
il popolo deve riprendere coscienza della sua forza!
contro le dittature e le finte democrazie!

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Pieno appoggio alla manifestazione No Tav a Lecce...
by c.u.a.l. Saturday, Dec. 10, 2005 at 6:36 PM mail:

Sulla manifestazione NO TAV a LECCE...

Il Collettivo Universitario Ateneo Lecce in seguito a diverse
consultazioni, avviate già dalla mattina di mercoledì 07/12/05 ha deciso di
sostenere la resistenza dei cittadini piemontesi impegnati nella lotta
contro la TAV, in quest’ottica, partecipiamo, alla manifestazione indetta
per sabato 10/12/05 a Lecce (partenza ore 17:30 da porta Napoli).
Facciamo nostri gli interrogativi e le affermazioni presenti nella
mail dal titolo: “Con gli scarponi ai piedi anche in casa” firmata da
Diego Bovolenta iniziando dalla domanda “diteci vi prego, perché, anche in
sede europea, non vengono vagliati progetti alternativi, che
passerebbero sempre di qui ma senza fare il tunnel killer?”.
Questa è solo una delle questioni. Ma, la responsabilità indiretta di
tutti noi, attraverso i nostri rappresentanti è dimostrata da
quest'affermazione “la cosa più umiliante è che chi le conosce bene ed ha la
possibilità di parlarne non lo fa. Non lo fa per interesse e non lo fa
perché
comunque è letteralmente imbavagliato, da interessi che stanno troppo
su per poter essere attaccati”.
I cittadini del Piemonte che lottano non sono dei retrogradi infatti,
non si oppongono ai corridoi europei come cercano di farci credere i
nostri ministri.
“Quello a cui ci opponiamo sono i due tunnel killer che si vogliono
realizzare.
1 - Perché sono un disastro ambientale
2 - Perché dietro c'è un progetto che ci fa vergognare di essere
italiani”
Queste ed altre ragioni ci portano ad aborrire qualsivoglia grande
opera. Comprese quelle a noi più vicine: il rigassificatore di Brindisi
che comporta gravi rischi per tutti noi; e la ss275 relativamente al
tratto da Montesano a Leuca, perché è evidente anche agli stolti che è
un’opera superflua ed ingiustificabile!
Invitiamo tutti a partecipare numerosi al corteo di domani non solo
per la solidarietà alle popolazioni Valsusine, ma per esprimere il
dissenso contro le grandi opere “di casa nostra”

Collettivo Universitario
Ateneo Lecce

Per il Collettivo:3403100312


versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Condanniamo il blitz contro i presidî No Tav in Val Susa
by bolscevico Sunday, Dec. 11, 2005 at 11:28 AM mail:

Condanniamo il blitz contro i presidî No Tav in Val Susa

Il PMLI condanna con sdegno il proditorio blitz di stampo fascista effettuato stanotte dalla polizia per sgombrare i presidî NO TAV, ed esprime la solidarietà militante ai numerosi feriti e alle popolazioni della Val Susa.
E' assolutamente inammissibile che le "forze dell'ordine" del governo del neoduce Berlusconi usino i manganelli contro i manifestanti che lottano a mani nude, a viso aperto e pacificamente per difendere la propria Valle dalla cementificazione e dalla devastazione ambientale che mettono a grave rischio la loro salute.
Il PMLI ritiene giusti e da appoggiare lo sciopero e il blocco delle strade, dell'autostrada e della ferrovia in atto per protesta contro il blitz.
Ormai è chiaro a tutti che le popolazioni della Val Susa non vogliono assolutamente l'Alta Velocità. Che il governo del neoduce Berlusconi e i governi di "centro-sinistra" del Piemonte e di Torino ne prendano quindi atto e archivino il loro progetto per l'Alta Velocità.
Al contempo auspichiamo che Prodi e le segreterie nazionali dei DS e della Margherita si schierino senza indugio contro la Tav della Val Susa. E' insufficiente condannare solamente le violenze poliziesche.
Non siamo pregiudizialmente contro una seria trattativa tra tutte le forze governative, istituzionali, sindacali e sociali interessate per trovare una soluzione concordata, ma riteniamo che l'ultima parola spetti alla popolazione della Val Susa. Intanto però chiediamo le dimissioni del nuovo Scelba, Pisanu, e la smilitarizzazione della Val Susa.
Viva la lotta No Tav!
Tutti uniti contro l'Alta Velocità nella Val Susa!

L'Ufficio stampa del PMLI

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Solidarietà dal CS()A il Molino (Lugano)
by molino Sunday, Dec. 11, 2005 at 11:56 PM mail:

TAV (Treni ad Alta Velocità) IN VAL SUSA: IL SISTEMA ECONOMICO GLOBALIZZATO DEVASTA E REPRIME, I POPOLI RESISTONO! STOP TAV!

Durante la notte (verso le 3 di mattina) un presidio di abitanti della Val Susa, contrari alla devastazione ambientale e sociale che porterà la costruzione del tratto ferroviario del treno ad alta velocità Torino - Lione, è stato brutalmente sgomberato dalla polizia italiana. Al grido del questore Sanna “vi massacriamo, vi massacriamo” un migliaio di agenti si è abbattuto sui valligiani dormienti, in gran parte donne e anziani, provocando decine di feriti.

Dopo i massacri di Genova e la dura repressione subita dal movimento italiano, iniziata dal governo D’Alema e proseguita dal governo Berlusconi, quello odierno è un ennesimo tentativo di placare la protesta civile di buona parte della popolazione che si ribella e intralcia gli interessi neoliberisti.

Lo stravolgimento della rete di collegamento della valle significa la dispersione dell’amianto presente in grande quantità nel terreno, nonché la divisione della stessa e un costante inquinamento acustico causato dai vent’anni di lavoro previsti e dal successivo traffico ferroviario, giustificati unicamente in nome di un’ingannevole libertà di consumo e di spostamento.

Perché la lotta degli abitanti della Val Susa è anche la nostra lotta!
Una lotta contro le logiche del capitale che si disinteressano delle necessità delle collettività, perseverando nel progetto di devastazione ambientale, di concentrazione di potere e denaro nelle mani di pochi eletti.

Mentre barricano le frontiere in nome della sicurezza, ci illudono che il nostro futuro sarà di facili spostamenti e di fasulla libertà di circolazione, omettendo però che solo pochi privilegiati del piccolo mondo occidentale potranno beneficiarne, a scapito di una grande maggioranza.

Queste politiche trovano spazio anche alle nostre latitudini: l’abolizione del divieto di circolazione dei camion di 40 tonnellate, i tagli previsti al personale delle FFS cargo, il mancato rispetto dell’indicazioni popolari che volevano lo spostamento del traffico pesante su ferrovia entro il 2004 (iniziativa delle Alpi), la costruzione della superstrada Stabio Giaggiolo, della galleria Vedeggio Cassarate e la variante 91 sul Piano di Magadino sono esempi di nefaste politiche dei trasporti, che privilegiano unicamente l’aspetto monetario rispetto alla conservazione del patrimonio ambientale.

Prendiamo esempio dalla lotta popolare della Val Susa che coinvolge anziani/e, bambini/e, studenti/tesse, lavoratori/trici e autonomi/e che, anche dopo l’intervento repressivo, si sono riversati uniti nelle strade della regione e di tutta Italia per rivendicare un mondo più giusto e degno!

Al ricordo di Sole e Baleno, suicidati dallo stato e senza dimenticare Marco Camenisch rinchiuso in carcere per lotte simili, si aggiunge la solidarietà ai feriti di stanotte e tutto il nostro appoggio a chi ancora oggi ha il coraggio di ribellarsi e lottare!

Cs()a il Molino

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
COMUNICATO DI SOLIDARIETA DA NAMIR
by LUANA Monday, Dec. 12, 2005 at 3:17 AM mail:



DA NAMIR E NON SOLO - ECCO PUBBLICATI GLI ALTRI COMUNICATI DI SOLIDARIETA' ALLA VALLE E CONTRO QUALSIASI IMPOSIZIONE FATTA DAL CAPITALISMO.

COME ABBIAMO TEMPO PUBBLICHEREMO GLI ALTRI

giornale@namir.it


versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Solidarietà dalla Puglia
by ks Tuesday, Dec. 13, 2005 at 2:13 AM mail:

Solidarietà alle compagne, ai compagni e a tutta la popolazione della Val di Susa.
Un forte abbraccio dai compagni di Corato e di tutta la Puglia.
Vi siamo vicini, non mollate!


-dKN-

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
comunicato di solidarietà
by mary Thursday, Dec. 15, 2005 at 6:10 PM mail: conf.cobas@libero.it

Questa mattina 15.12.2005 ad Acerra (na) è stata occupata la Stazione Ferroviaria dalle ore 7,00 alle 8,00 per esprimere piena solidarietà agli abitanti della valle di Susa che lottano per la salvaguardia dell'ambiente e del proprio territorio.
L'iniziativa è servita ad informare e sensibilizzare i cittadini di Acerra della manifestazione del 17-12-2005 a tTorino dando precise indicazioni rispetto alla partenza che si terrà venerdi 16-12 -2005 dalla Stazione di Napoli alle ore 21,30.
Partecipiamo in Massa
NO_INCENERITORI
NO_TAV
NO_PONTE

COLLETTIVO PROLETARIO Altatensione

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum

©opyright :: Independent Media Center .
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.